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Allarme rosso Chanel

Lettori e lettrici, non so cosa mi stia succedendo.
Starò diventando veramente una donna? Una di quelle con la “d” maiuscola?
Vi spiego.
Da giorni sento l’impellente, inutile bisogno di comprarmi un rossetto di Chanel. Non so perché.
Io e le grandi marche non andiamo d’accordo, abbiamo più quel tipo rapporto da “ti guardo da lontano perchè non posso permettermi altro”, ecco.
Al pensiero di spendere trenta euro per un rossetto mi si accappona la pelle, i peli mi si rizzano.
Eppure lo voglio. Lo desidero. Lo necessito, vi prego aiutatemi, fermatemi prima che sia troppo tardi.
Ho anche cercato su internet i colori. Al momento credo di amare e voler sposare il numero 102, Palpitante, un fucsia rosso molto fico.
Ragazzi lo so che per voi è incomprensibile. E’ incomprensibile anche per alcune ragazze.
Anche per me.

Ma mi immagino già la gioia di tirare fuori il mio rossetto, magari in pieno centro, fargli fare “click”, applicarlo con lo charme di un’oca impazzita e rimetterlo comodamente in borsa
Non so cosa faccia scattare questo tipo di psicopatia, queste ossessioni femminili impossibili da togliersi dalla testa. Ma esiste il corrispettivo per i maschi? Ci sono cose che hanno l’impellente bisogno di comprare spendendo un capitale?
Non so.
Forse le scarpette da calcio, o le maglie delle squadre?
I gadget di Star Wars?
Non so. Non mi è chiaro. Forse a un certo punto della vita succede, si diventa più venali. O scatta qualcosa, a noi donne, un po’ come il desiderio di maternità… Boh.
Forse è solo il mio cuore infranto che cerca di compensare.
Fatto sta che se passo almeno uno dei tre esami che ho ancora da dare me lo compro, perché funziono come i cani di Pavlov: a rinforzi positivi.

E voi? Quali spese pazzissime avete fatto nella vostra vita? Spendereste trenta euri per un rossettazzo fico che possibilmente duri millemila ore? Quali sono le cose per le quali spendete grandi cifre?
Fatemi sapere!

Saramandra
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Pagellando la MotoGP: Assen, ovvero la fine di un amore

Uh la che gare! La Moto3 da sempre soddisfazioni incredibili, c’è poco da fare… Non vedo l’ora che questi giovanissimi crescano e vadano in MotoGP, ce ne saranno veramente delle belle.
Ma pensiamo alla classe regina, va, che da dire ce n’è già ababstanza.

Domenica:
I semafori si spengono e Jorge, in ottava posizione perché ha fatto delle qualifiche un po’ de mierda, in due curve passa praticamente chiunque gli capiti a tiro arrivando a piazzarsi terzo senza neanche sapere bene lui come.
Valentino intanto è partito a razzo, con Marquez attaccato dietro come se lui fosse il motoscafo e Marc quello che fa windsurf; Pedrosa con un altro dito staccato ormai è sempre più simile a Reek del Trono di Spade e parte dalla zona di Lorenzo, ma senza rimonta stratosferica e contandosi continuamente le dita, mica che qualcuna salti via a metà gara.
Barbera e Miller si schiantano giusto per non farci mancare nulla.
La sorpresa della giornata sono i fratelli Espargaro: non solo Aleix si è accaparrato la seconda posizione con un giro da paura, ma in gara se le danno di santa ragione… Come veri fratelli.
Se io e mia sorella fossimo rivali in campionato ci avveleneremmo reciprocamente il cibo, loro si limitano a sportellarsi a destra e a manca.
Aleix, comunque due goccine nel caffè...
Intanto davanti Marquez e Rossi mettono il turbo e lasciano dietro Jorge, che se ne frega di tutto e di tutti, mette il pilota automatico e sonnecchia tranquillo e beato sognando un duetto con Ramazzotti.
Iannone comunque sorpassa Aleix con un sorpassone mica da ridere, e si accaparra la quarta posizione pronto a difenderla con le unghie e con i denti. Dovizioso intanto è in settima posizione, Rossi ha bevuto la Redbull e ha messo le ali, Marquez gli è sempre alle costole e Loenzo va così piano che tra un po’ lo doppiano.
Non succede nulla per un po’, Marquez studia Valentino, poi Valentino lo lascia passare per studiarlo a sua volta, neanche dovessero sostenere un esame.
Continuando così, si arriva all’ultimo giro.
Ultima curva.
Rossi è davanti, Marquez dietro, Meda sta per farsi uscire un polmone dal naso da quanto è agitato, noi impiantiamo le unghie nel divano come i gatti e ci prepariamo al peggio.
E infatti succedono cose, cose che voi umani che non seguite le gare non potete neanche immaginare.
Marc si infila a caso nella curva, spedendo Valentino a fare motocross nella sabbia e pensando “parbleu, ho vinto!”, ma il Vale ormai guida le moto anche sull’acqua e non è un po’ di sabbia a fermarlo: tagliando di mille metri la curva, arriva direttamente al traguardo. Primo.
Ora, a parte tutto, la classe.

Polemiche a non finire, chi da ragione a chi, parole che si sprecano, giornalisti che andrebbero presi a martellate, Suppo che non è ancora successo nulla e lui è già schizzato alla Race Direction a contestare… Che mondo meraviglioso, questo.

Ora, io penso una cosa.
Se tagli la curva, devi cedere la posizione.
Dunque Rossi, che era davanti, doveva cedere la posizione a Rossi.
E l’ha fatto.
Con questo incredibile e indiscutibile ragionamento affermo: caso chius

Valentino “le curve sono come le torte, se devo le taglio” Rossi: 10. 
Pazzesco, incredibile, un vero boss. Tutti stanno lì a pensare all’ultima curva ma il modo in cui ha superato Marquez all’esterno poco prima mi è stato vero spettacolo!

Marc “ma vaffanc-” Marquez: 9

Lo so che volevi dirlo. Te lo si leggeva negli occhi ogni volta che Valentino parlava.
Insoma c’hai provato, non ha funzionato e Rossi è stato bravo a gestire il tutto, onore a lui e un “calmino” a te, che ci sta sempre.

Jorge “ma cazzo, potevate cadere entrambi…” Lorenzo: 7
C’ha sperato eh, il malandrino, che quei due si autoeliminassero a vicenda.
Omicidio-suicidio.
Eh Jorge, ora che ti sei dato al canto (certo che proprio Eros Ramazzotti devi scegliere? ma qualcosa di vagamente più fico? please?) non puoi pretendere che gli altri facciano il lavoro sporco. Gara passabile, almeno non ha lasciato altri frammenti ossei in giro per Assen!

Andrea “povca misevia ci sono quasi” Iannone: 8 
BRAVO. Punto.

Oggi sono di poche parole, sarà che le conservo per gli esami. E voi cosa pensate di questa scoppiettante gara? L’amicizia è finita ora che si è arrivati allo scontro diretto?
To be continued…

Saramandra

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Aggiornamenti vari e Dio di Illusioni by Donna Tartt

Io

Pant.
Non so voi ma io mi sto squagliando come un gelato in spiaggia.
Avete presente quei giorni in cui vorreste stare su un materassino in mezzo all’acqua, con un mega drink ghiacciato(possibilmente al cocco), un buon libro e zero pensieri? Ecco, questo è uno di quei giorni… E non ho nemmeno una coca cola in frigo.
La sessione estiva sta dando grandi soddisfazioni ma anche enormi delusioni (tedesco, ancora tu, sei sempre tra le pal-ehm, chi non muore si rivede), ed è incredibilmente impegnativa; anche gli esami fuffa si stanno rivelando dannatamente difficili, il che è frustrante. Avete presente a inizio anno quando dite “okaaaay questo corso è una boiata, lo scelgo” e poi alla fine vi ritrovate a dover studiare sei libri, leggere tre saggi, guardare otto film e riempire pagine e pagine di esercizi? Ecco.
Lancerei l’hashtag #solosceltesbagliate
A voi l’inizio estate come sta andando? Anche voi siete impelagati con gli esami? Anche voi state prendendo qualcosa come tre chili al giorno perché non fate altro che mangiare pane e nutella come se non ci fosse un domani per carburare e andare avanti? Avete fatto anche voi solo scelte sbagliate?

Passando ad argomenti più decenti, parliamo di… libri! Anzi di un solo libro.
Vostro Onore, lo ammetto, sono colpevole. Ho preso una pausa da Game of Thrones. Pausa di riflessione.
No, no, non mi ha tradita. No, non ho smesso di amarlo.
Non perché sia diventato noioso o chissà quale altra eresia, semplicemente dopo aver letto i primi tre libri in un mese o andavo in overdose o mi prendevo una pausa di riflessione dal mondo di Martin. Ma tranquilli, mi ci ritufferò a breve, probabilmente di testa.
Anche se dopo essermi beccata lo spoiler della vita direi che leggerò con meno piacere. Gente che guardate la serie e spoilerate, un po’ vi detesto.

Intanto mi sto godendo un viaggio, una vacanza, un soggiorno in un college del Vermont, in compagnia di un professore eclettico e affascinante e cinque studenti brillanti, ricchi, arroganti e incredibilmente intelligenti.
A questo punto l’avrete capito, forse: sto leggendo “Dio di Illusioni”, di Donna Tartt.
Ho trovato questo libro scontato all’IBS, al venticinque percento di sconto. In realtà avevo in mente di prendere “Il Cardellino”, il romanzo che ha fatto vincere alla Tartt il premio Pulitzer, ma la copertina e la trama di questo romanzo mi hanno catturata e quindi via, è andata. E poi non ero sicura di volermi lanciare in un romanzo di più di mille pagine.
Devo dire che non è esattamente quello che mi aspettavo. Dalla quarta di copertina mi aspettavo un romanzo a metà tra Posh e L’attimo fuggente, invece meh, non è proprio così.

Trama!
“Un piccolo raffinato college nel Vermont. CInque ragazzi ricchi e viziati e il loro eccentrico e affascinante professore di greco antico, che insegna al di fuori delle regole accademiche imposte dall’università e solamente a una cerchia ristretta di studenti. Un’élite di giovani che vivono di eccessi e illusioni, lontani dalla realtà che li circonda e immersi nella celebrazione di un passato mitico e idealizzato, tra studi classici e riti dionisiaci, alcol, droghe e sottili giochi erotici. Fio a che, in una notte maledetta, esplode la violenza. E il loro mondo inizia a crollare inesorabilmente, pezzo dopo pezzo.”

Io non ho ancora finito di leggere questo romanzo, sono precisamente a pagina 401, ma sinceramente di quello che questa trama prometteva ho visto poco. Insomma, io mi aspettavo veramente dei ragazzi fastidiosamente ricchi e schifosamente viziati, di quelli che cambiano macchina se la propria si sporca, invece questi ragazzi sono ricchi in modo easy, sono sicuri di loro stessi ma sono aristocraticamente gentili.
Il professore, Julian, sinceramente me lo immaginavo come Robin Williams in “L’attimo fuggente”, o almeno una costante presenza incredibilmente carismatica…E invece Julian è un personaggio che compare poco, parla molto e non ispira mai quel reverenziale rispetto carico di ammirazione che io mi aspettavo di provare…
Nonostante tutto ciò, il libro è fico e scorre bene, la storia prende, i personaggi affascinano a modo loro, la scrittura di Donna Tartt è stratosferica, la suspense ti fa andare avanti a velocità sonica… Ed io non vedo l’ora di finire, perché non so cos’altro possa succedere a questo punto della storia e non so come possa finire.

Tartt e frappè al cioccolato e caffè, cosa si può chie
dere di più

Una delle cose che più mi piace di questo romanzo è sicuramente il fatto che durante la narrazione ci siano continui piccoli shock.
Tu sei lì, immerso nella vita di questi cinque ragazzi, ridi alle loro battute, cerchi di capire il loro filosofico modo di pensare, e poi sbam, all’improvviso la Tartt di piazza lì una frase terribile, un commento che ti riporta alla realtà, al fatto che questi ragazzi hanno commesso qualcosa di atroce e imperdonabile. E quindi tu ti concentri, cercando di capirli più a fondo questi ragazzi apparentemente innocui, apparentemente perfetti.
E’ proprio questo lanciare qualche bomba qua e là che mi piace veramente veramente tanto. Sei lì, a ridere e poi senti un gelo calarti addosso per l’enormità di quello che è successo.
Non sto spoilerando nulla, comunque, che qualcosa di terribile sia stato fatto lo ammette il narratore stesso, il nostro Richard, già nelle prime pagine. Il bello è star dietro ai personaggi fino a capire cosa, come e perché è successo. Analizzare i loro comportamenti, le loro reazioni strane, il modo che questi giovani aristocratici hanno di gestire una cosa più grande di loro.

Questo romanzo ha pregi e difetti, ma credo che la cosa straordinaria sia la prosa di Donna Tartt.
Perché se è il tuo primo romanzo e riesci a scrivere seicentoventi pagine senza mai annoiare, senza mai risultare fastidiosamente prolissa, senza mai far pensare “okay basta non ce la faccio, chiudo qua”, allora qualcosa di straordinario deve esserci per forza.

Per oggi è tutto, ora andrò avanti a pagellare la MotoGP che ho ancora il cardiopalma per l’ultima curva, poi andrò a dormire e domani farò un esame probabilmente disastroso.
Fatemi sapere se avete letto questo romanzo o qualunque altra cosa di Donna Tartt, mi raccomando!

Saramandra
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Tomorrowland, ovvero quando i film non hanno alcun senso.

Mamma mia.
E non è un mamma mai positivo.
Sabato sera, cinema, “cosa guardiamo?”. Risposta: “Tomorrowland, sembra proprio figo dal trailer”.
E io ero già lì che pensavo “NO”.
E’ della Disney, e questo dovrebbe già far capire tanto.
Non che io ce l’abbia con la Disney, ho guardato Il Re Leone per ventuno anni ininterrotti eh, ma cazzo, i film no. Insomma, se vai a vedere un film della Disney sai già che c’è un buon ottanta per cento di possibilità che sia una boiata.
Mi immagino già cori di “ma cosa ti aspetti, sono film per ragazzi!” e grazie al c allora! Non è che se è per ragazzi o bambini allora deve essere una boiata pazzesca, no? Possiamo far crescere le persone con film decenti, anche se pieni di buoni sentimenti e ingenuità a palate? No?

Ma passiamo al film, va’, che non ho voglia di passare troppo tempo a pensare a questo film. Le due ore di ieri mi sono bastate.

Titolo: Tomorrowland
Regista: Brad Bird
Durata: 130 
Anno: 2015

Mi hanno pure imbruttito Hugh Laurie..
Comunque per me è Lupus

Raccontare la trama giuro che è un casino, per il semplice fatto che non ce l’ha una trama. Non c’è connessione logica degli eventi, succedono cose a caso per due ore… Ma ci si prova, dai.
Il film si apre con un ragazzetto paffuto e carino che si reca all’Esposizione Universale di New York nel 1964 perché vuole presentare il suo progetto, un prototipo di jet pack. Qui incontra una ragazzina che gli dice di seguirlo, e lui entra in un mondo fichissimo e pazzeschissimo.
E questo è il primo blocco di eventi.
Poi si passa a tutt’altro. Casey è una sognatrice il cui padre lavora per la NASA (mica pizza e fichi) che di notte diventa paladina della giustizia e cerca di sabotare il cantiere che sta distruggendo la rampa di lancio dello Shuttle. Perché se no suo padre, INGEGNERE DELLA NASA, rimarrebbe DISOCCUPATO. Figurati se facesse il bidello.
A questo punto Athena, un androide, le fa avere una spilletta che la catapulterà in un mondo fichissimo, purissimo e levissimo.Da qui lei cerca di capire che cavolo è quel mondo, e per farlo va a trovare Frank Walker, un uomo solitario che ha visitato Tomorrowland ma poi ne è stato cacciato.
Succedono cose, combattimenti con gente a caso, esplosioni, armi laser, finché non riescono ad arrivare a Tomorrowland che si rivela non essere il mondo spettacolare che Casey si aspettava.
In più scoprono che il mondo ha i minuti contati e devono trovare un modo per salvare la situazione.

Tutto questo in due ore e venti, in cui ho seriamente pensato di sgattaiolare fuori dalla sala e andare a vedere qualcos’altro. Anche Lazarus Rising, nonostante io e gli horror non andiamo proprio a braccetto.
Non ci siamo. Noioso, sconclusionato, dialoghi banali che non prendono. Effetti speciali usati AD CAZZUM con il chiaro intento di voler strafare e personalmente non ho apprezzato nemmeno il doppiaggio.
Insomma, uno sfacelo, e ho pure pagato prezzo pieno… Dilusione di diludendo.
E voi? L’avete visto? Vi è piaciuto?

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Cinemando #Nightcrawler, che il titolo in inglese fa sempre più scena

The Nightcrawler -Lo sciacallo

Quando Jake Gyllenhaal deve vincere l’Oscar

Anno: 2014
Durata: 117 minuti
Genere: Drammatico, thriller
Regia&sceneggiatura: Dan Gilroy

Se qualcuno mi chiedesse di descrivere “Lo sciacallo” in una parola direi: spaventoso.
Spaventoso il film, spaventosa l’interpretazione di Jake Gyllenhaal, spaventosa la sensazione che rimane addosso dopo i titoli di coda.
In tre parole? Gran bel film

“un sorriso per la stampa, grazie”

The Nightcrawler si apre con Lou Bloom, uomo bianco, disoccupato, dall’aria vagamente piscopatica, che per raccimolare un po’ di soldi vende rame e metalli rubati da reti e ferrovie.
La disoccupazione è forte e Lou fa parte di quella generazione di disoccupati che impara su internet e non a scuola, che è capace a fare di tutto ma nessuno lo assume. Una sera, però, assiste ad un incidente e si accorge che i primi ad arrivare sono poliziotti e un cameramen pronto a riprendere la scena dell’incidente, e lì capisce che quella è la sua via.Compra una telecamera, si trova un assistente e si piazza in macchina pronto a partire ad ogni segnalazione. Quello che lo rende diverso dagli altri reporter è la sua totale mancanza di morale, etica, qualunque cosa che tiene noi persone “comuni” lontane dallo sparare la telecamera in faccia ad un uomo che si sta dissanguando in strada. Lui non si fa scrupoli ed anzi è attirato e affascinato dalla violenza, dal sangue, e invece che stare a casa a guardare Grey’s Anatomy o Dexter decide appunto di intraprendere questa agghiacciante carriera, ritrovandosi a riprendere le peggio scene, finché la cosa non degenera sempre di più…

Centodiciassette minuti di sciacallaggio becero. Ad ogni scena Lou diventa meno “umano”, sempre più feroce, sempre più sicuro di sè e pericoloso, arriva a minacciare la donna a capo dell’emittente televisiva a cui vende i suoi video affinchè lei vada ripetutamente a letto con lui, costringe il suo assistente a lavori mal pagati e struggenti, infrange la legge fino al limite del possibile…
Gli ultimi quindici minuti sono incredibili, adrenalina altissima per tutto il finale con tanto di urlo “ma che bastardooooooo!” con tanto di dito medio allo schermo.

E in tutto questo… Lo dico io o lo dite voi?
JAKE GYLLENHAAL OSCAR SUBITO.
Ora, non si sa ancora le nomination agli oscar ma questa performance la vale tutta. (come quella di Benedict Cumberbatch in “The imitation game”, ma questa è un’altra storia…)

Occhi incavatissimi, freddezza smisurata, sorrisi forzati, ancora un po’ e lo avremmo sentito ringhiare come un vero sciacallo: questo è il Jake Gyllenhaal che ci troviamo davanti, con una tagliola di denti, occhi spiritati e i capelli legati in un codino.

Occorrente per interpretare Lou Bloom:
– Espressione da pazzo per tutti i centodiciassette minuti di pellicola
– Occhi praticamente incavati
– Emanare un’aura inquietante e pericolosa ogni due per tre

che sorriso incoraggiante, altro che il Joker









Citazioni inquietanti dal film
What if my problem wasn’t that I don’t understand people but that I don’t like them? What if I was the kind of person who was obliged to hurt you for this? I mean physically. I think you’d have to believe afterward, if you could, that agreeing to participate and then backing out at the critical moment was a mistake. Because that’s what I’m telling you, as clearly as I can

I’d like to think if you’re seeing me you’re having the worst day of your life.

E voi regà l’avete visto? Cosa ne pensate? Non l’avreste volentieri preso a sprangate sulle ginocchia?

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Serialmente parlando

Grey’s Anatomy

Quando tiri troppo lo stetoscopio, va a finire che si spezza

Anno2005- in produzione
Paese: Stati Uniti
Ideatore: quel geniaccio di Shonda Rhymes
Rete televisiva: ABC
Spin Off: Private Practice

Ahhh, sembra ieri che io, giovane e facilmente impressionabile ragazzina, accendevo la tv e mi guardavo Grey’s Anatomy rimanendo traumatizzatissima dalla quantità di sangue ed organi trapiantati presenti in quei quaranta minuti di puntata.
Facevo incubi terribili, ma mi piaceva tantissimo.
Parlo al passato perché, capirete, in undici anni le cose sono cambiate molto…

Trama: Nella prima stagione conosciamo i nostri protagonisti: Meredith Grey, figlia di una famosissima chirurga che le ha lasciato in eredità molti traumi ma il “tocco” chirurgico, Cristina Yang, diventerà la migliore amica di Meredith ed è decisa a diventare la superstar della cardiochirurgia, George O’Malley, forse il più ingenuo ma il più gentile e sincero del gruppo. Alex Karev è quello con il passato turbolento, Izzy Stevens è quella che… Non so bene cosa faccia lei.
Nel corso delle puntate e degli anni vediamo questo gruppo di protagonisti assottigliarsi, integrare nuovi membri, raggiungere obiettivi, crescere, diventare chirurghi. Li vediamo combattere le loro battaglie, ideologiche e fisiche, li seguiamo nella loro vita privata, scopriamo il loro passato e i progetti per il loro futuro, e vediamo la realtà irrompere nei loro sogni, spesso schiacciandoli a terra.
E li vediamo rialzarsi ogni volta con una cicatrice diversa.

Per ora siamo a quota undici stagioni con una dodicesima confermata, e vi assicuro che in queste undici stagioni (da ventiquattro puntate l’una!) succede di tutto.
Malattie terribili, tradimenti, catastrofi naturali, imprevisti, disastri aerei, cuori spezzati, liti furiose, scazzottate… insomma, chi più ne ha più ne metta!

Cosa rende Grey’s Anatomy diverso dagli altri medical drama?

    potete ringraziarmi dopo per la scelta della foto
  • Mark Sloan
  • La trama. E che trama! Si passa dai giovani specializzandi agli strutturati ai chirurghi affermati e più famosi del paese. Ci sono parti molto “medical”, altre molto “drama”, le storyline dei personaggi sono ricche e nonostante a questi quattro poveracci succeda di tutto gli eventi non sembrano mai forzati (o almeno nelle prime stagioni)
  •  Il cast eccezionale. Ogni attore nel corso delle stagioni ha dato prove attoriali meravigliose, una delle mie preferite è quella in cui Callie si confronta con il padre sull’omosessualità.
  •  I casi medici mai banali. Vedrete gente che vive tranquillamente con un’accetta in testa, tumori grandi quanto un cocomero, mutilazioni di ogni genere… (ora, c’è chi dice “ma che schifo!” ma all’interno delle puntate tutto questo viene vissuto in maniera molto professionale)
  • Le citazioni. Epica quella sulla mancanza dell’amore.
  • Le lacrime che ti fa versare ogni due puntate. Morti a non finire, alla fine della quinta ero un colabrodo. E quando una serie ti fa piangere, vuol dire che ha fatto centro.
  • Cristina e Owen
♪♫ Le note dolenti e le opinabili opinioni personali♫♪

Come ogni serie tv che si rispetti, andando avanti con il tempo peggiora. Io ho una teoria: le serie tv sono belle quando durano poco.
Grey’s Anatomy mi piaceva molto fino alla settima stagione, da lì in poi è cominciato il lento declino…E ora che sto recupereando la nona e la decima stagione posso dire che non mi stanno piacendo particolarmente. Le storyline si sono complicate troppo perdendo di credibilità, i personaggi comiciano ad essere pesanti, i colpi di scena fanno scuotere la testa.
Shonda, ti prego, poni fine a questa serie tv quando sei ancora in tempo. Il declino è cominciato, non aspettare di toccare il fondo. Please.

Unpopular opinionodio Izzy Stevens, Meredith Grey mi sta antipatica, Jo è di un’inutilità immane e Richard doveva morire più o meno alla quarta stagione.
Dopo questa carrellata di pareri schiettissimi, mi accingo a spiegarne i motivi.
Izzy. Izzy è il personaggio più fastidioso del mondo. Un continua prendi&molla con Alex e George, con la chirurgia e con qualunque cosa le interessi. La storia con Danny (oh, Danny…) è l’unica cosa che la salva.
Meredith è una lagna di dimensioni epiche, non so come faccia Derek a viverci assieme. E quando è incinta non fa che ripetere che suo figlio sarà un mostro, e quando c’è sua sorella è odiosa, e le ha tutte lei! Nessuno la capisce, l’unica al mondo a soffrire è lei quindi fa cose sconsiderate e vagamente folli ma nessuno la fa rinchiudere. Mah.

E voi? Cosa ne pensate di Grey’s Anatomy e dei suoi personaggi?

La Saramandra

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Serialmente parlando

But first, let’s watch Selfie

Ovvero quando si guarda una serie tv solo per Karen Gillan

Io non guardo comedy. Non guardo comedy da parecchio tempo, l’unica che ho seguito con amore recentemente mi ha delusa quasi quanto l’ultimo libro di Harry Potter. Sto parlando di How I met your mother, il cui finale per me non esiste perché è inaccettabile.
Ma non divaghiamo, farò un post apposito prima o poi.
Dicevo…Ah sì, io non guardo molte comedy, ma dopo aver visto la settima stagione di Doctor Who ero così in astinenza da Matt Smith e Karen Gillan che avrei dato un rene pur di vederli da qualche parte; non potendo avere Matt, ho scoperto Selfie.

Selfie, una stagione, tredici puntate, venti minuti a puntata, Karen.
Se non siete come me e dunque Karen non è per voi una ragione sufficiente per guardare questa serie, forse devo dirvi qualcosa sulla trama… Ma siete davvero sicuri che “Karen” non basti?
Va bene, va bene…
Trama: La serie tv ruota attorno a Eliza Dooley, una giovane donna la cui vita consiste nell’essere famosa sul web. La sua autostima si misura in “mi piace” su Instagram e Facebook, i suoi amici sono quelli che commentano i suoi stati sui social network e le persone reali non esistono.
Tutto questo cambia quando nell’azienda per la quale lavora viene assunto Henry, un uomo che i social network non sa cosa siano e che lavora ventiaquattr’ore su ventiquattro.
Inutile dire che i due diventano amici inseparabili: Henry insegnerà ad Eliza come rapportarsi alla gente nel mondo normale, e lei insegnerà poco a poco ad Henry come divertirsi e addirittura come taggarsi in una foto.

E’ una serie tv deliziosa. Divertente, carina, ben fatta e ben recitata, alterna momenti molto comedy ad altri più seri, il tutto in meno di mezz’ora. E’ un telefilm piacevolissimo persino per me che le comedy non le digerisco molto, di un umorismo leggero ma con -a volte- un retrogusto amaro, perché Eliza non è così svampita e puerile come molti credono.
Devo ammettere che le prime puntate mi sono piaciute tantissimo, mentre le ultime che ho visto, più o meno dalla sesta in poi, mi sembra abbiano avuto un calo. In ogni caso aspetto con impazienza le ultime quattro puntate che mi separano dal finale.

Passando alle note dolenti… L’hanno cancellato. Forse avrei dovuto dirvelo prima.
L’hannno malamente, brutalmente cancellato. E intanto rinnovano Teen Wolf come se non ci fosse un domani, vi pare normale? Rinnovano The Vampire Diaries e non Selfie? Rinnovano Grey’s anatomy per la settecentomillesima stagione… E Selfie me lo bocciano alla prima?
Inaccettabile.
Speriamo almeno gli diano un finale coi fiocchi, che se no parte la ribellione, ho già chiamato Katniss. E’ d’accordo.
Lo slogan sarà “Abc, se bruci Selfie bruci con lei”.

#guardatelo #karen gillan #sonotroppocarini

La Saramandra
Pubblicato in: Doevstoevskij, http://schemas.google.com/blogger/2008/kind#post, Le notti bianche, libri

"Le notti bianche", Doevstoevskij

Le notti bianche, Fedor M. Doevstoevskij

Breve ma intenso

Sempre siano lodate le edizioni da 0,99 centesimi della Newton Compton. Ammettete di avere una carrellata di quei libricini, tanto anche se negate nessuno vi crede. Menzogneri.
Insomma, proprio di questa economicissima edizione sono entrata in possesso perché la poracceria non è morta (altro che cavalleria, che ormai è sepolta).
Per la rubrica “cose inutili”, trovo molto azzeccata ed evocativa anche l’unica immagine presente nella copertina: una panchina vuota. Brava Newton Compton.

Trama: “Le notti bianche”, un romanzo brevissimo -appena centocinquantaquattro pagine in questa particolare edizione- ma denso di significati, di concetti, di solitudine e di amore.
Il protagonista è un sognatore, un uomo solo, un pensatore anonimo; incapace di relazionarsi e di mantenere le amicizie, il nostro personaggio incontrerà un giorno una giovane donna che lo farà capitolare dal primo istante: superando la sua timidezza estrema infatti entra in contatto con la donna e i due diventano subito amici; iniziano così le loro notti bianche, notti passate a parlare del loro passato e del loro futuro, di amore e di delusione, notti di speranza e di passato.

E’ il momento delle confessioni: non avevo mai letto nulla di Dostoevskij. Shame on me, lo so, ma recupererò visto che il mio primo approccio con lui è andato così bene.
Devo dire che il caro Fedor ha uno stile incredibilmente piacevole, con poche righe ti fa entrare non solo nel “mood” del romanzo ma rende subito chiari i tratti principali dei personaggi.

Essendo io una persona che di sociale e socevole ha ben poco mi sono ritrovata a capire e compatire il protagonista sconosciuto, il quale si ritrova a rendersi conto di tutto quello che gli è mancato per anni. Una donna, un’amore, una compagnia…
E proprio quando si abitua a tutto questo, quando si aggrappa all’idea di aver finalmente trovato tutto quello che gli era sembrato irraggiungibile… Nansten’ka gli viene portata via, e con lei tutta la felicità e le speranze che aveva portato nella vita del sognatore, che ora tornerà alla San Pietroburgo della fantasia.

Riflettendoci sono arrivata a pensare che forse uno dei punti di forza di questo romanzo è il fatto che il lettore può riconoscersi, ad un certo punto della storia. Io mi sono ritrovata nel protagonista, ma ho riconosciuto il dolore della perdita che il protagonista prova quando Nastenka sceglie il suo forestiero. Ho ritrovato la consapevolezza di essere stata messo da parte, illusa e poi scartata che avevo provato anni fa.
E a voi cos’ha riportato questo romanzo? Delusioni d’amore o soddisfazioni d’amore? Un vecchio amante? Siete anche voi dei sognatori?

La vostra Saramandra assonnata

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Pagellando la Motogp: Motegi. L’alba di una nuova gara

Si arriva a Motegi con una premessa: Marquez rischia di vincere il titolo con tre gare d’anticipo.
Ecco una la lista delle possibilità che lo vedrebbero campione:
– arriva almeno trentesimo (su ventiquattro)
– Pedrosa non sorride nemmeno una volta nel corso del weekend
– la Terra non implode

Non sarebbe campione (a sto giro) se:
– Le tartarughe ninja facessero una riunione d’emergenza e dovesse partecipare anche Marchelangelo

Ciò detto, qualcuno abolisca le gare in qualunque luogo abbia un fuso orario troppo diverso dal nostro, PLEASE.
Non sapevo nemmeno che esistessero le otto di mattina della domenica. Non si può vivere così. Se un sabato sera faccio tardi rischio di perdermi comunque la gara, è una fregatura. Onore a chi si è fatto la diretta.

Passiamo alle gare che è meglio.
La Moto3 mi ha stesa, ero nel letto appallottolata nelle coperte in versione sushi arrotolato nelle alghe e quando Kent e Miller hanno fatto quella “cosa” che ancora non ho metabolizzato sono saltata su appiccicandomi al televisore per capire se avessi avuto un’allucinazione o Miller si fosse davvero giocato il primo posto un’altra volta.
Jack potrebbe scrivere un libro, “come mandare al diavolo il mondiale perché tanto passi in MotoGP”, in collaborazione con Kent. Se continua così il titolo lo vince, ma come “piciu dell’anno”.
Miller, ti prego. Please. Vinci questo dannato mondiale che non posso avere un colpo a ogni gara e ci basta un Marquez vincitore.

Va bene passiamo alla MotoGP che altrimenti non se ne esce più e questo potrebbe passare alla storia come il post più lungo del mondo.
Alloooora. Pole di Dovizioso, con dietro Rossi, Pedrosa, Marquez e Lorenzo.

Tutti in griglia, semafori che si accendono e spengono un po’ come pare a loro e via, si va!
Lorenzo e Rossi partono all’attacco di Dovizioso superandolo a destra e a manca, Marc fa una delle sue partenze casuali, Iannone sta davanti a Marquez, tutto va bene e quelli in piedi alle quattro a seguire la gara fanno ancora fatica a capire dove si trovino.
Al secondo giro succede qualcosa di assurdo, che nessuno si aspettava e che non succedeva più o meno da una gara: Crutchlow cade.
Cal, cosa dobbiamo fare con te? Se nemmeno lo champagne del podio ti ha dato la forza di finire la gara mi sa che non c’è più speranza…

Valentino va a spron battuto con il chiaro intento di doppiare sè stesso dopo un paio di giri mentre Marquez sorpassa Iannone e per una volta i due non si scannano, forse Andrea spera che il karma faccia il suo corso.
“Passato un Andrea se ne passa un altro” però è il nuovo motto di Marquez che quindi si prepara a balzare anche Dovizioso mentre Jorge urlando “banzaiii” si lancia davanti a Valentino approfittando di un errore; poco dopo in giro per il circuito sono appese foto di Lorenzo con la scritta “ricercato, vivo o morto”: Jorge è ufficialmente in fuga.

Contemporaneamente è iniziata la stagione di caccia alle Yamaha e Marc ha già le fiocine pronte; il primo nel suo raggio d’azione è Valentino che però non ci sta a farsi accalappiare e lo risorpassa senza remore, ma Marc ricorda della minaccia del team di levargli il gameboy se non vince ‘sto dannato mondiale in casa Honda e quindi alla fine lo passa e prende il binocolo per individuare Lorenzo, il quale a questo punto ha finito la gara ed è espatriato in Messico, ormai latitante.

Da qui in poi non succede più niente ma rimaniamo tutti in ansia perché non si sa mai (come insegna la Moto3) e solo quando Lorenzo effettivamente passa sul traguardo cominciando ad annuire forsennatamente come al solito ci rilassiamo (e torniamo a dormire).

Marc è campione del mondo per la seconda volta di fila in MotoGP e la cosa mi fa riflettere. Quasi stessa età, lui vince titoli come se piovessero e io arranco agli esami. La vita è ingiusta.
A fine gara Marc viene avvicinato da un losco figuro vestito di rosso con un palco di corna che nemmeno un cervo e questo gli consegna una spada (io avrei preteso una spada laser, fossi stata in Marc) e anche se mi aspettavo che andasse ad infilzare Lorenzo per avergli rubato il gradino più alto del podio lui la usa solo per tagliare il filo di un palloncino simbolico.
So boring…
Però sono confusa. Prima diventa una tartaruga ninja, poi un Samurai… si sta evolvendo? E’ un digimon? Il prossimo livello qual è, Super sayan?

Jorge “Il fuggitivo” Lorenzo:

Non importa da dove parta, ormai è tornato nello stato mentale dell’anno scorso, quello del “guardatemi in griglia perché dopo non mi vedrete più”. Che dire, mi alzerei anche alle due per vederlo vincere in questo modo.
Io essendo una persona di malafede e soprattutto poco “signora” , in ricordo dell’anno scorso quando lo fulminava con gli occhi ogni volta che poteva, quando ha detto “Marc si è meritato il titolo, è stato il più bravo bla bla bla” continuo ad aspettarmi un “ma col cazzo che si è meritato sto titolo di merda, se non mi avessero operato trecento volte nell’arco della pausa facendomi diventare una specie di cyborg sarebbe stato mio e l’anno prossimo se proprio non ce la faccio a vincere gli sparo.”
Ma mi rendo conto che non c’è più la rivalità di un tempo, per quanto la cosa mi divertirebbe.
Comunque se sei ancora in fuga ti ospito volentieri.

Marc “Schweps, che ti aspettavi” Marquez
Chi l’avrebbe mai detto, ha vinto il mondiale! Congratulazioni, pischello.
Meritatissimo, ha vinto più gare in una stagione di quante chiunque ne vinca in una carriera, ammette che lui la fa sembrare facile perché sorride sempre e comunque ma, Marc, lo sappiamo già che è un casino.
La pressione psicologica a me avrebbe fatto implodere il cervelletto, un campione si vede anche da questo. (io, per esempio, mi agitavo pure quando in gelateria dovevo fare i coni e c’era la fila. Stesso livello, proprio.)
“Ringrazio Suppo per avermi Supportato” mi avrebbe fatto molto ridere, ma lui non è scemo quanto me e ringrazia i fan. Figurati Marc, è stato un piacere.
Campione dentro, fuori, a metà, su e giù.

Valentino “il podio è casa mia” Rossi
Partenza a razzo, guida la gara finchè un Lorenzo selvatico non lo sorpassa e poi rimane aggrappato alla seconda posizione con le unghie e con i denti, ma con Marquez c’è troppo poco da fare, soprattutto se c’è in gioco il suo gameboy.
Gara perfetta anche la sua a parte l’errorino che ha fatto passare Jorge, ma di più non si poteva fare.
Forse un bacio a Marc sul podio, in ogni foto sembra che siate lì lì per farlo! Sono sicura che Linda se ne farà una ragione, tu e Marc sareste perfetti.

Dani “buonanotte, gente” Pedrosa
(Piccola parentesi sulle sue prove libere: ma l’avete visto? Per frenare ha impennato tipo Zorro sul suo fido Tornado, che roba! La moto aveva bevuto della Redbull, per caso?)
Uff. Mi aspettavo sinceramente di più, una lotta all’ultimo sangue per tenere aperto il mondiale il più possibile e invece nada… Peccato. Gara pulita, niente da dire, nemmeno di stupido. Sarà che l’hanno inquadrato poco…

Riquadrino:
Stavolta sei stato deludente. Non è successo nulla durante i tuoi momenti. La nota positiva è che non mandano più quella pubblicità di non so che profumo con i Depeche Mode in sottofondo, grazie al cielo.
Ora c’è quel tizio che schiocca le dita a caso, non so se si possa considerare un passo avanti.
(Voto sempre molto alto alle pubblicità della GAS. Avrei qualche commento da fare a proposito di come quella cameriera sprechi il suo tempo quando c’è Marc solo in una camera d’albergo, ma li terrò per me. Più o meno.)

Alla prossima 😀

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Pagellando gli Hunger Games #Aragon

Benvenuti alla nuova edizione degli Hunger Games! Come? Non siamo agli Hunger Games? Non è un tutti contro tutti? Errore mio allora, scusate. Tra tutte le bagarre di oggi mi si sono fritti i neuroni.
Iannone vs la sua moto, Valentino vs il muro, Pedrosa vs Marquez, Lorenzo vs il tempo, Crutchlow vs Espargaro che ancora un po’ e si prendono a cazzoti dalla moto…
Un macello, ma andiamo con ordine.
Le qualifiche sono un trionfo di Honda e Ducati con le Yamaha che arrancano come il lupo asmatico de “la spada nella roccia” quindi ci si prepara psicologicamente alla vittoria di Marc già da sabato, sperando almeno in un po’ di movimento con le Ducati.

Domenica
Partenza fotonica di Lorenzo che dalla settima posizione scatta in quarta, marquez parte a caso, Iannone urlando “geronimoooo” si infila prendendo il capo della corsa. Marquez non è che ci stia più di tanto e cortesemente lo invita a levarsi dalle balle, ma la cosa degenera e Iannone per calmarsi si da al giardinaggio andando a sistemare l’erba attorno al circuito.
Scherzi a parte, che ansia vedere la moto piroettare così vicina a lui.
Fuori uno, ce ne sono altri ventitre.

Il secondo è a farci rischiare l’infarto è Rossi. Per un attimo, quando l’ho visto lì immobile per terra ho pensato “è finita”, poi ci hanno detto che potevamo riprendere a respirare e chiedere a qualcuno di defibrillarci. Scaraventato giu dalla moto dopo un sorpasso esterno andato male, ha fatto venire i capelli bianchi anche ai bambini.
Poi bagarrano Jorge e Marc. Io ormai mi immagino Lorenzo in versione Willy Cojote e Marc versione Beep Beep, non ci posso fare niente. Quando poi Marc gli ha fatto segno di passare se io fossi stata in Jorge gli avrei risposto “col cazzo” rallentando fino all’inverosimile piuttosto che assecondarlo, ma Lorenzo accetta la sfida e si piazza primo. (Forse voleva solo tentare di strappargli il braccio superandolo in tutta fretta, ma mi rendo conto che ormai le serie tv macabre mi hanno scombussolata.)

Ci sono un po’ di sorpassi random, poi Pedrosa fiuta l’aria piovosa e pensando “parbleau, sono bravo nelle gare bagnate” parte alla riscossa diventando un Pedrosa Mannaro. Cosa non succede tra quei due. Credo abbiano battuto il record di sorpassi fatti in un minuto.
Mantenendo la velocità di quindici sorpassi al secondo riescono a completare un altro giro e Marc si becca la posizione, e in tutto questo comincia a piovere, viene esposta bandiera bianca e tutti la ignorano. A lasciarci stavolta è Dovizioso che si spiattella pure lui.
In pista i piloti stanno cercando di capire chi ce l’ha più lungo fregandosene del fiume che scorre sotto le gomme non adatte non rientrando ai box per cambiarle.
Cominciamo a pensare che abbiano delle moto ibride che si trasformeranno presto in motoscafi quando Lorenzo, o forse la sua clavicola disintegrata l’anno prima, decide di tornare ai box e fare la cosa più saggia: si fa dare remi e canoa per arrivare al traguardo senza lasciare frammenti di ossa qua e là, al contrario di Pedrosa che si impianta e poi cerca di sfrecciare ai box a piedi. Mi aspettavo urlasse “andale andale!” come Speedy Gonzales.
Siamo quindi alla resa dei conti, con Marc primo indisturbato a farsi strada a nuoto e Lorenzo che esce dai box dodicesimo.
Altro giro, Marc se ne sbatte le natiche delle gomme e queste tentano di ammazzarlo: anche Marc è a terra. Chi l’avrebbe mai detto.
Lorenzo è primo.
La vita ha di nuovo senso di essere vissuta per noi lorenzisti.
La gara parrebbe finita qui anche perché i piloti da aspettare sono pochi, ma Crutchlow ed Espargaro si prendono a gomitate sul traguardo per completare l’opera. Come chi è Crutchlow? Dai! Inglese, twitter dipendente, Ducati… So che quest’anno l’abbiamo visto poco ma suvvia…
Dopo il conteggio dei feriti ci si può finalmente rilassare e godere le espressioni di Aleix e Jorge che in quel momento rientravano sicuramente nella top 10 delle persone più felici del mondo.

Jorge”rain man” Lorenzo: 10
A fine gara sembrava avesse bevuto una tanica di caffè, non l’avevo mai visto così iperattivo, una gioia. “Eh dai box ho visto di essere dodicesimo e ho pensato “porca troia”, però volevo continuare a dare il massimo. QUando ho guardato di nuovo ero primo..” (va beh, lui ha glissato sul “porca troia” ma era palese che voleva dire qualcosa del genere).
B-r-a-v-o. Il primo dei sopravvissuti perché è stato intelligente. O forse ha pensato “ma ehi, io c’ho
già lasciato un paio di frammenti ossei a causa pioggia, non sto correndo per il titolo…al diavolo, io torno ai box e mi guardo la gara da lì”. Poi l’hanno convinto a saltare sull’altra moto come un canguro e si è ritrovato primo a sorpresa di tutti.
Gara fantastica sull’asciutto, sempre veloce e costante, poi arriva l’acqua e fa la scelta giusta, da pilota navigato (ah ah).

Marc “Enigmista” Marquez: 5
Il ragazzo ce la mette tutta a tentare di perdere il mondiale eh? Forse pensava che la moto avesse le branchie?
Quel “dai passa” a Lorenzo come a dire “dai, ti lascio un attimo assaporare la gioia di essere primi, vai che ti riprendo tra un nanosecondo”e l’intestardirsi a rimanere in pista nonostante le condizioni palesemente rischiose non mi sono piaciute particolarmente.
Però alla sua intervista ho smesso di essere irritata perché, mannaggia, come si fa quando sorride in quel modo? Ma gliele scrivono le risposte o è davvero sempre così? Cade e ci ride su, pirleggia con l’acqua alla gola (letteralmente) buttando un’altra gara e con un sorriso dice che di aver imparato tantissimo… Okay che ha il mondiale in tasca ma clonatelo. Please.

Cal “ommioddio un podio” Crutchlow e Aleix “ommioddio un Crutchlow” Espargaro: pazzi. Due pazzi.
Che roba, mancavano solo i calci rotanti. Li amo.

Valentino “chi ha messo qui questo muro” Rossi e Andrea “giardini da incubo circuiti edition” Iannone: se non state bene vi uccido.
Ho rischiato un paio di arresti cardiaci. Vedere Rossi steso lì mi ha spiazzata, orrore. Trauma cranico per lui e trauma e basta per noi, perché queste cose non le vorremmo mai più vedere. Non dovremmo mai più vederle. Bruttissimo.
Iannone mi ha preso così alla sprovvista la sua caduta che ho sragionato per un attimo, stava facendo una così bella gara!

Dani ” Bolt” Pedrosa
Dopo la corsa di oggi penso possa partecipare alle Olimpiadi. I cinquecento metri più veloci del west.
Stava facendo una gran gara, bagarre con Marc bellissima e poi… Okay che l’acqua gli è amica, ma lui dovrebbe avere un po’ più di esperienza di Marquez e non rimanere in gara in quelle condizioni… Meh.