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Ciance sparse: vacanze cavernoma cerebrale e sudore

Buongiorno miei adorabili spelacchiati, come state? Io sono cotta, frullata col mini pimmer, sto caldo mi sta smolecolando.

Ieri altro giro di visite da un altro neurochirurgo, la cui diagnosi è stata molto meno rosea di quello di Milano: Anselmo is back, o meglio è sempre lì, due centimetri di profondità nell’emisfero destro del mio piccolo cervellino, ed è da rimuovere. Nuovo giro di pianto sulla spalla del Batterino.

Ma parliamo di cose stupide, perché se no Anselmo si monta la testa se parlo sempre di lui. Possiamo tutti insieme sdoganare una cosa? Il sudore in punti beceri. Io dopo quattro secondi al sole ho la zona baffetti che gocciola, le sopracciglia se le strizzo esce almeno mezzo litro di sudore, il coppino che ormai è disciolto ma soprattutto IL SENO PER L’AMOR DI DIO QUALCUNO FACCIA QUALCOSA PER IL SUDORE TRA I SENI. Miseria ladra, possiamo nel 2022 essere vittime di questa tortura? Che poi a me vengono eritemi della Madonna, prudo ovunque, mi gratterei come l’orso Baloo contro i tronchi d’albero.

Però ho passato una notte in Monferrato con il Batterino del mio cuore, in un posto veramente super carino; si chiama Cascina Manu, è una villa con sole cinque stanze di cui una direttamente sulla piscina ed è quella capitata a noi: c a r i n i s s i m a. Tra l’altro è l’unica con l’aria condizionata, quindi super contenti.

Abbiamo mangiato, nuotato, salvato coccinelle dall’annegamento, abbiamo riso di me che mi mettevo in piscina in posizione squat tenendo le mani a pinza e mi muovevo solo lateralmente come un granchio, ho quasi decapitato il Batterino quando al mio urlo stridulo da “ommioddio mi è cascata una cimice addosso” ha risposto con “massi, non ti fa niente, lasciala lì”. Batterino, patti chiari amicizia lunga: se un insetto mi cade addosso tu ti precipiti ad acciuffarlo e lanciarlo delicatamente fuori dalla finestra, OKAY?

Infine oggi ho fatto un colloquio di lavoro, perché i pochi soldi che avevo da parte stanno finendo e io non posso vivere da parassita fino a novembre, quando avrò la nuova risonanza magnetica e si deciderà se aprirmi con l’apriscatole. Mi faranno sapere settimana prossima. Incrocio le dita dei piedi.

Queste sono le incredibili news del bollettino “una spelacchiata sempre più stressata”. Spero che la vostra estate proceda bene, priva di Anselmi vari ed eventuali. Io ammetto di essere demoralizzata al momento, ma noi spelacchiati mica ci lasciamo abbattere così. Suvvia lascio la parola a voi e la smetto di cianciare!

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Ciance sparse: periodo sempre più bizzarro, per non dire disastroso

Ma buonasera miei cari spelacchiati, come state? Como estas los spelacchiatos de mismo cuorazon? Che spagnolo eh? Anzi, que spagnolos, neh?

Mmh non so come prendere questa cosa, ma la mia mail è intasata di spam di gente che vuole vendermi un modo a quanto pare incredibile e magico per allungare il mio pene. Ma un modo per ingrandire il cervello non me lo possono proporre? Perché quello sì che è di dimensioni microscopiche, mica come il mio pipo che è già enorme.

Comunque per non farsi mancare niente qui il mio pc è stato in assistenza per una settimana e io pensavo di schiattare, mi mancava come non mi è mai mancato nemmeno il mio ex che era partito per il Sudamerica. Pensavo non ce l’avrei fatta senza di lui -parlo del pc eh-, ho dovuto farmi forza contando solo su di me e non sui video trash di scimmie che rimangono sorprese quando i visitatori fanno loro dei trucchi di magia.

Sì, andate a vederli, cercate “orangu magic trick”, io piango sempre.

Intanto sta succedendo una cosa bislacca: ogni volta che parlo con qualcuno, specialmente persone che non conosco, parte la sfida a chi ha avuto il male più grande.
Io: “Eh sì ho un cavernoma e ho avuto un’emorragia cerebrale…
Loro:
“Ah guarda ti capisco, a me è esploso un bulbo oculare e l’ho prima ricomposto come un puzzle, e poi me lo sono incollato con lo scotch al suo posto”
“Oh pensa che a me una volta è collassato un polmone, un rene mi è salito in gola e mi si sono scambiate le dita dei piedi con quelle delle mani!”
“Guarda non me ne parlare che io ho vissuto tre anni senza i talloni”
“Non dirlo a me, mi è capitato di avere un pesce rosso nella faringe”

OOOOOOHHHH MA SIETE CRETINI? MA LA SMETTETE DI FARMI VENIRE ANSIE MAI AVUTE PRIMA? TALLONI SPARITI, ORGANI SPOSTATI, COSE ESPLOSE… MA VI PARE!?
E SOPRATTUTTO, LASCIATEMI LAMENTARE E COMPATITEMI CAZZO, E’ TUTTO CIO’ CHE VOGLIO IN QUESTO MOMENTO.

Scusate, mi placo.
Però, davvero, ho sentito i racconti più raccapriccianti della mia vita, cose che non credevo nemmeno possibili, parti staccate, nervi esposti, ma che schifo è il corpo umano in certi casi? Per la miseria. Cose inenarrabili, giuro.
Ormai la gente non mi si presenta più con i soliti convenevoli “ciao piacere, come va?” ma mi stringono la mano dicendo “ io una volta sono stato impalato da una trave”.

Insomma, tutto molto bello. 

Luglio si avvicina e io a metà mese saprò che cosa diamine è Anselmo, quanto è in profondità nel mio cervello, quanto è grande e in che cavolo di zona si trova.
Dopodiché avrò un colloquio con un neurochirurgo, che se avesse le sembianze di Derek Shepherd di Grey’s Anatomy non mi dispiacerebbe. Diciamo che le opzioni che mi si prospettano, con ogni probabilità, sono due: craniotomia per rimuovere Anselmo dal mio cervello, oppure tenermi Anselmo e controllarlo ogni tot mesi.
Sono in ansia?
.
Ho paura?
.
Cerco ogni notte su internet cose orribili sulle craniotomie e operazioni al cervello?
Ovvio.
Dovrei tagliarmi le mani e lanciarle fuori dalla finestra?
Assolutamente sì.


In tutto ciò intorno a me c’è il caos:

il matrimonio dei miei genitori è in crisi (e non posso non sentirmi responsabile, perchè la situazione di salute in cui riverso ha avuto un impatto su tutti), coppie che sono scoppiate all’improvviso, tradimenti che sembra di essere in una puntata di Beautiful… ‘Na roba bizzarra. Okay che l’estate fa sempre strage di cuori, ma qua stiamo esagerando.

Niente, anche questo post è un po’ sconclusionato ed inutile, giuro che prossimamente scriverò cose più interessanti. Intanto affido il compito a voi: narratemi quello che vi pare nei commenti, che così mi distraggo da tutto lo sfacelo e dalla sorte che incombe su di me.
Vi voglio bene
HASTA LA PASTAAAA

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Ciance sparse: periodo bizzarro

Aaaah che bello, Spelacchiati miei.
Non so voi, ma io apro Instagram e vedo le foto di mia sorella in Sicilia con le chiappe al sole, mia cugina a Timbuctu che non so nemmeno dove si trovi sulla cartina, il fratello del fornaio a Ibiza perché è un pacchiano, il carpentiere spaparanzato alle Hawaii, il tagliaerba che fino a ieri mi scassava lu cazzo facendomi venire un’allergia indegna abbarbicato all’Himalaya… E io?
Io sto a casa, a prendermi una miriade di gocce e pastiglie, con un cappello di paglia sulla capoccia ogni volta che esco di casa.

Cioè, ragazzi miei, capite la situazione..? ho dovuto comprare un cappello di paglia.
Io.

IO, UN CAPPELLO DI PAGLIA

MA STIAMO SCHERZANDO?

Sembro un ignobile mix tra Sampei e Guendalina Bla Bla, l’oca degli Aristogatti. 

‘Na roba atroce, paro ancora più scema del solito, e vi assicuro che già di solito sembro molto scema.

Un cappello di paglia… Ma vaffanculo, Anselmo, non solo alberghi nella mia capoccia ma mi fai pure comprare cose che minano la mia bellezza. Oddio, minano la mia bellezza… minano quel che c’è, dai.
Che forse ora che ci penso una cosa che mi copre un po’ la faccia non può che abbellirmi.

Come avrete forse intuito da questo flusso di incoscienza sto un po’ uscendo di senno (di seno no, già non ce n’è, se ne esco pure è la fine) perché il pensiero che possa cogliermi un’emorragia cerebrale da un momento all’altro un po’ mi turba e un po’ mi condiziona, ma non come il condizionatore in sala che almeno mi da delle gioie, mi condiziona in negativo facendomi evitare un sacco di cose e di situazioni.
Oh sia chiaro, Anselmo o non Anselmo, operazione o non operazione io a luglio andrò al concerto di Harry Styles e chiunque provi a fermarmi pagherà con la vita. O con la Visa, che sarebbe pure meglio visto che sono povera come la mierda.

Però me la passo bene. Cioè sto facendo la vita da pensionata a ventisette anni, quindi un sogno, suppongo.

A parte tutti gli intrugli che devo prendere, cerco di fare quaranta minuti al giorno di ginnastica blanda, e io vi chiedo: non vi viene proprio in mente la vecchiaia a sentire il termine “ginnastica blanda”? Che poi la mia neurochirurga deve dirmi che cazzo è la ginnastica blanda, ma blanda cosa, chi, come che razza di aggettivo è?
Orblando Bloom. Così, a caso, solo per scrivere scemenze.
Quindi niente, cammino sul posto e agito le braccia come un gabbiano un po’ monco nella speranza che basti a non farmi diventare un tricheco in questo periodo allucinante di attesa in cui non posso fare molto.

Il 13 luglio farò nuovamente la risonanza magnetica e l’angiografia, il che significa che dovrò passare una notte in ospedale perché, per chi non lo sapesse, per farmi l’angiografia devono infilarmi una cannuccetta nell’arteria della coscia e poi devo starmene 24 ore ferma immobile perché c’è il rischio che mi si riapra il foro.
Tutto molto bello e interessante, neh?

Pensate un mese e mezzo fa la mia gioia nel dover usare la padella per la prima volta nella mia vita per fare pipì, pensavo di spargere urina ovunque, una sensazione stranissima.
Tra l’altro in tutto ciò visto che sono stata ricoverata all’improvviso la situazione peluria nella zona inguinale ve la lascio immaginare, non so come abbiano fatto a non usare le cesoie per farsi strada tra i peli.
Maròòòò regà ma quanto vi sto disgustando con questo post? Se vedo che calano i followers saprò di essermelo meritata.

E niente, in tutto ciò io e il Batterino stiamo benissimo, lui è l’unica persona con cui riesco a piangere pensando alla mia situazione e tutte le incertezze del futuro e lui ha la pazienza e la forza di sopportarmi e farmi sentire meglio.
Per contro io mi ascolto giornalmente le sue crisi di nervi legate al lavoro, quindi secondo me siamo abbastanza pari.

Scusate questo post sconclusionato, sono un po’ esagitata in questo periodo. Passo dall’euforia alla stanchezza mortale in due secondi, il prossimo post giusto sarà più strutturato e penso parlerò di un po’ di prodotti e libri che mi stanno tenendo compagnia in questi giorni.

Voi come ve la passate? Cosa combinerete quest’estate? Vi state già grigliando al sole? Fatemi sapere, così anche se io non potrò andare da nessuna parte sognerò i vostri viaggi!
Hasta la pasta

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Vi presento Anselmo, il mio cavernoma

Buonasera miei cari spelacchiati, come state?
Per me è un periodo turbolento. Che poi che razza di parola è “turbolento”? O ha il turbo o è lento, no?
Ma lasciamo perdere e procediamo, che sarà un lungo post molto strano.

Stasera voglio farvi conoscere Anselmo.
Anselmo è con me da parecchio tempo, solo che io non lo sapevo; lui mi avrà guardata combinare ogni vaccata possibile e immaginabile fino ad averne le balle piene, tanto che un mese fa è esploso.
Anselmo è il mio cavernoma cerebrale, colui che mi ha provocato l’emorragia e mi sta facendo vivere una vita molto bizzarra da un mese e mezzo a questa parte.


Per colpa di Anselmo non posso prendere il sole, non posso viaggiare in aereo, non posso fare sforzi fisici e non posso nemmeno emozionarmi troppo, perché lui è un tipo tranquillo e queste cose lo disturbano, e credetemi non voglio disturbarlo mai più.

Anselmo, poi, è un tipetto bizzarro. Diciamo che è un po’ imprevedibile, potrebbe andare su tutte le furie e decidere di esplodere di nuovo da un momento all’altro, e allora sarebbe mio compito correre in pronto soccorso dove stavolta, vedendo i miei trascorsi, non mi farebbero stare dieci ore ad aspettare ma mi darebbero subito qualcosa per placare la sua ira funesta.

Io ho provato a convincerlo: “Anselmo, eddai, possiamo vivere un sacco di cose belle insieme, il mio amico ha già fatto i biglietti aerei nominativi per la Sicilia… E poi potremmo andare in Sardegna col Batterino… O in montagna, sai, al fresco…
Niente, non vuole saperne.
Potremmo diventare a-a-abbronzatissimi, dei fichi incredibili, sai quel bel colorito di chi sta dieci ore in piscina con un cocktail ghiacciato sotto al sole” ma niente, nemmeno quello lo convince molto.

Temo che le nostre strade dovranno dividersi.
E’ probabile che tra un mesetto, dopo un’altra angiografia ed un’altra risonanza magnetica, un team di medici dovranno farmi un foro nel cervello e tirar fuori Anselmo cercando di non fare danni nel mentre, passando qua e là nella mia materia grigia. Non che ce ne sia molta, lo so, però è comunque un’operazione delicata, Anselmo non è mica uno che si arrende facilmente, e dei rischi ci saranno. Insomma, non siamo felicissimi di separarci ma ormai è chiaro che lui non voglia più stare nel mio cranio, ha assistito a troppe mie scemenze. Lo capisco.

Beh miei cari spelacchiati, cerco di prenderla a ridere però ogni giorno una decina di minuti di pianto patetico sulla spalla del Batterino mi scappa perché c’ho ‘na fifa incredibile. Non fosse per il mio Batterino non so bene cosa farei in questa situazione, è incredibile quanto stia facendo per me.
Non ho mai subito operazioni quindi partire con una al cervello direi che mi temprerà come il fuoco di mille battaglie, tipo Xena Principessa Guerriera.
In più ho questa sensazione di essere un peso per tutti, perché da quando sono tornata a casa i miei amici vengono quasi ogni giorno a turno a tenermi compagnia e giocare a giochi scemi per non farmi pensare troppo, sapendo che quando io penso è la fine, e mi sento in colpa nei loro confronti per essere così bisognosa.

Ovviamente per mesi e mesi a venire non potrò lavorare, il che mi pone in una situazione piuttosto di cacca economicamente parlando: non c’ho una lira, ma per stare al passo coi tempi dico che non c’ho un euro.
Sono sempre sotto calmanti quindi pure studiare è un’impresa titanica, direi che sta andando tutto alla grande.

Insomma questi sono i miei aggiornamenti per ora, spero che voi ve la passiate un pochetto meglio di me che tra un po’ mi ritroverò con metà testa rasata e penso sarà uno spettacolo agghiacciante perché mi si vedrà ancora di più la faccia, che io cerco sempre di nascondere coi capelli tipo Samara. A volte vorrei pure vivere dentro un pozzo.

Basta ammorbarvi, vi saluto con un bacione calorosissimo da parte mia e di Anselmo, che sotto sotto è un bravino.
Voi raccontatemi tutto quello che volete, così mi distraggo un po’, e giuro che risponderò ad ogni singolo commento perché vi trascuro troppo quando in realtà vi voglio bene e mi state vicini come degli amici in carne ed ossa.
HASTA LA PASTA!

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SARAbanda: traduciamo canzoni! “Strangers like me”, di Phil Collins

Ragazzuoli miei in questi giorni di demenza e degenza me ne sono uscita con un’idea forse un po’ bislacca.
Sarà che stare col Batterino mi fa pensare alla musica ancora più di quanto io faccia di mio, che comunque è parecchio, ma mi piacerebbe inaugurare una rubrichina in cui traduco personalmente testi di canzoni che mi piacciono particolarmente e dare una piccola spiegazione della canzone, specificando se sono solo mie illazioni o se ho trovato notizie convalidate sul signor internet.

Ho deciso di partire col botto, con una canzone che conosciamo tutti o che almeno secondo me tutti dovrebbero conoscere:
Strangers Like Me, di quel genio malato di Phil Collins, (concerto del 2019 MERAVIGLIOSO, ‘NA ROBA PAZZESCA PURE SE LUI E’ TUTTO ACCIACCATO COME MIO NONNO DI NOVANTADUE ANNI) che ha composto la colonna sonora del cartone animato Disney Tarzan, uno dei miei preferiti in assoluto.
Questa canzone mi da una sensazione di libertà, di novità che non so nemmeno spiegare.
Qui trovate la versione in italiano, alla fine vi lascerò quella in inglese.

Per chi non lo avesse mai visto (MA RAGAZZI DI COSA STIAMO PARLANDO ANDATE TUTTI A GUARDARE TARZAN PORCA MISERIA E’ UN CARTONE MERAVIGLIOSO CON LA COLONNA SONORA PIU’ BELLA DI TUTTE URLOOOOOOOO) il cartone narra di un cucciolo d’uomo che viene allevato da un branco di gorilla.
Per come mi comporto io sembro un cucciolo d’uomo che è stato cresciuto da quelle scimmie che si lanciano la cacca, eppure non è così, giuro.

Tarzan, dopo aver vissuto come un gorilla per tutta la vita, a un certo punto verrà in contatto con tre esseri umani: il cacciatore Clayton -una puzzetta umana, la cattiveria fatta ad essere muscoloso, insomma un infame-, il Professor Porter partito per una spedizione su questa isola misteriosa, e sua figlia Jane, colei che farà il primo incontro con Tarzanone e dopo aver visto i suoi pettorali e i suoi deltoidi tutti da leccare perderà la testa.
Insomma, i due si incontrano e quando si salutano parte questa meraviglia di canzone, la cui traduzione si discosta un po’ dal testo originale:

Qualunque cosa tu faccia
la farò anche io
Fammi vedere di tutto e spiegami qualunque cosa
Perchè tutto questo vuol dire qualcosa per me
ma allo stesso tempo non vuol dire niente

Capisco che c’è così tanto da imparare
è tutto così vicino e lontano allo stesso tempo!
Io mi vedo come mi vedono gli altri
Ma ora so che c’è qualcosa di più grande la fuori!

Ora voglio sapere, puoi mostrarmi il resto?
Voglio sapere tutto di questi sconosciuti uguali a me!
Dimmi di più, ti prego, mostrami di più!
C’è qualcosa di familiare in questi sconosciuti così simili a me…

Ogni gesto, ogni sua mossa
mi fa sentire in un modo in cui non mi sono mai sentito
perché dentro di me c’è questo bisogno di stare con lei?

Ooh, queste emozioni non le ho mai provate
sono di un un altro mondo, molto lontano da qui
Adesso oltre agli alberi, sopra le nuvole
mi si apre un orizzonte tutto nuovo!

Ora voglio sapere, puoi mostrarmi il resto?
Voglio sapere tutto di questi sconosciuti uguali a me!
Dimmi di più, ti prego, mostrami di più!
C’è qualcosa di familiare in questi sconosciuti così simili a me…

Vieni con me ora, vieni a vedere il mio mondo
dove c’è una bellezza che non puoi immaginare
riesci a provare quello che sto provando io, adesso, con te?
prendimi per mano
c’è un mondo intero che ho bisogno di conoscere

Voglio sapere, puoi mostrarmi il resto?
Voglio sapere tutto di questi sconosciuti uguali a me!
Dimmi di più, ti prego, mostrami di più!
C’è qualcosa di familiare in questi sconosciuti così simili a me…
Voglio sapere

Questa è la mia personalissima traduzione, che forse fa pure un po’ pena, però mi sembrava rendesse giustizia a quelli che possono essere i sentimenti di una persona che dopo una vita si rende conto che tutto quello che credeva fosse la normalità è una bugia, e ha il fuoco dentro per scoprire di più su tutto quanto.

 


Se questo bizzarro e forse inutile format vi piaciucchia vi prego di farmelo sapere, a me diverte molto e unisce la mia passione per le lingue (in cui dovrei prima o poi laurearmi) a quella per la musica, quindi ci sguazzo. Magari riesco a farvi conoscere qualche canzone carina, chissà! Ovviamente accetto suggerimenti e richieste, se avete canzoni di cui volete sapere il significato!
Insomma, ditemi cosa ne pensate io ora vado a prendermi i miei sedativi, ci sentiamo presto… HASTA LA PASTAAAAAAA!

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Ciance sparse: La storia della mia emorragia cerebrale

Buongiorno miei amati Spelacchiati, come state?
Io sto. Tutto a posto e niente in ordine, oserei dire.
Sono finalmente tornata a casa dall’ospedale e ora mi attendono due settimane di convalescenza, il 9 avrò una risonanza magnetica che farà capire se tutto lo schifo che si è riversato nel mio cervelletto è stato riassorbito e in tal caso si capirà anche qual è stata la fonte della mia emorragia cerebrale.
Ammetto che il mio umore è abbastanza ballerino, tipo il Roberto Bolle degli umori.

Credo sia giusto fare come ho sempre fatto, ovvero narrarvi le cose nella maniera più onesta e cretina possibile.
Partiamo quindi dal 13 aprile, giorno in cui mi reco a lavoro come ogni mattina per fare la receptionist all’università, ma passano un paio d’ore e io comincio a stare male; vampate di calore, sudo, ho freddo, ho mal di testa e soprattutto mi viene da vomitare.
Ovviamente fioccano le domande “ma non è che sei incinta?!” “Sara ma… hai usato le protezioni?” “Ma sei sicura sicura di non essere incinta?!”
Al che io volevo prendere la cattedra e lanciarla addosso a tutti perché come diamine si permettono a pormi una domanda del genere? INCINTA? IO?! Io che faccio un’attenzione maniacale alla pillola perché l’idea di avere un marmocchio mi manda ai pazzi?
E infatti incinta un cazzo, stavo così male che hanno chiamato il mio Batterino che come un supereroe è arrivato a velocità record da me (che intanto per andare a stendermi mi ero quasi stesa da sola sbandando e prendendo una facciata contro una porta, credo ci sia la mia impronta facciale stampata ormai) e che appena mi ha vista ha detto “col cazzo che la porto a casa, noi ora chiamiamo l’ambulanza perchè questa non è Sara.”

Giungo in pronto soccorso dove mi piazzano a caso su una barella e mi danno quelle disgustose traversine dicendo “va che se devi vomitare fallo lì, neh”. Ma io, stoica come un gibbone, mi trascinavo in bagno ogni dieci minuti a svuotarmi lo stomaco.

Tempo di permanenza al pronto soccorso: dieci ore.
Poi finalmente mi taccano ovvero mi fanno una tac, si rendono conto che parbleau questa c’ha n’emorragggggia cerebrale e mi ricoverano e da lì per me c’è il vuoto cosmico nel cervelletto.
So di aver avuto dei deliri paranoidi per tutta la prima giornata.
Mi sono rifiutata di farmi fare un esame, un angiografia, perché pensavo che i medici volessero asportarmi gli organi e venderli.

Ho parlato con il Batterino e mia mamma nell’orario delle visite ed ero così convinta di star letteralmente morendo che non riuscivo neanche a piangere, gli dicevo solo di essere forti, che mi dispiaceva, che dovevano andare avanti con la loro vita.
Durante la notte mi sono strappata via la flebo come nei film horror camminando nel corridoio spargendo sangue ovunque perché ero convinta che qualcuno stesse chiamando aiuto.

Sentivo tutte le voci a velocità quintuplicata, i suoi per me erano così forti che anche i “bip” dei macchinari mi spaccavano la testa, le luci erano qualcosa di mortale per i miei occhi.

Insomma regà, non me la sono passata benissimo, l’unica cosa bella della degenza ospedaliera erano i dottorini belli e i budini alla vaniglia.

Insomma, ora mi toccano giorni di noia alternati a momenti in cui i miei amici -persone meravigliose, non pensavo di averne così tanti e così straordinari- vengono a trovarmi per cercare di distrarmi un po’.

Beh, questa è la storia della mia emorragia per ora. Sicuramente farò altri post, ma con calma.
Voi come state? Ho diverse idee per il blog visto il periodo di nullafacenza che mi tocca, spero che voi abbiate la voglia di stare con me in questo viaggio.
Narratemi tutto quello che vi va, come sempre vi leggo e vi adoro, e se vi va di offrirmi un caffè virtuale vi lascio il link:  https://ko-fi.com/pensierispelacchiati60745

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Di emorragie cerebrali e cerebri strani

Ma buonasera miei cari spelacchiati spelacchiosi, come ve la passate? State bene? Siete ancora rinchiusi nelle uova di cioccolato a scavarvi l’uscita con le fauci?
Io ho una storia molto travagliata da narrarrvi dunque prendetevi una coca cola fredda, uno spritzantissimo spritz o quel che vi pare e mettetetevi comodi.
Volendo, se siete masochisti, potete anche mettervi scomodi.
Vedete voi.

Io vado a lavurà, mi piazzo alla scrivania, guardo male ogni singolo studente che mi passa davanti, urlo “su le mascherine o fe le infilo per l’orefizio anale!” ogni quattro secondi fino a che dopo un’ora non mi sale una nausea indegna e invereconda.
Nausea di qua, nausea di là, mi chiudo in bagno per una quantità di tempo inedita tanto che poi le colelghe devono venirmi a soccorrere:
Scena clou: io abbarbicata alla tazza del water che penso “Dio, sono pronta, vengo su.”
Le mie colleghe mi soccorrono, giro in ambualanza che mi sarei voluta evitare, giungo in pronto soccorso dove mi attendono otto ore di conati a vuoto piegata sul pavimento fino a che non mi fanno una risonanza magnetica e giungiamo alla conclusione: ho un’emorragia cerebrale.

E voi direte “ma in quel cerebro del cazzo cosa vuoi che succeda!?!” e invece succedono cose poco carine, quindi sto in ospedale da una settimana e ce ne starò per almeno un’altra in attesa che si sgonfi lo sgonfiabile e si assordba l’assorbibile.

Insomma regà, posso dirlo? Che palle.
Un giorno vi narrerò di come la mia percezione della realtà in quei giorni fosse così sballata che ho aggredito delle persone, ma per ora mi imbarazzo ancora troppo.

Facciamo che mi raccontate voi come state, come ve la passate, cosa combinate… insomma distraetemi che qua la degenza è lunga e io vorrei solo fumare.

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Ciance sparse: litigi, regali romantici e idiozia varia&avariata

Buonasera miei cari spelacchiati! Più che sera è notte, io sono pur sempre un animaletto notturno che non ha la minima idea di come si gestisca un blog e quindi pubblico post agli orari più improbabili.

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L’altra sera ero a cena dalla mamma del mio Batterino, solo che invece di essere in tre eravamo in cinque: io, Mr Batterino, sua mamma e i miei capezzoli che hanno deciso di unirsi alla serata sbucando dal mio maglione visto che ho l’abitudine di non indossare mai il reggiseno. Ma chissenefregaaaa eddai oh sono capezzoli, chi non li ha? Tra l’altro posso dire “capezzoli” o mi si oscura tutto il blog per contenuti non adatti ai minori? BOH, lo scopriremo solo scrivendo (scemenze).

Aneddoti imbarazzanti a parte, finalmente io e Mr Batterino abbiamo discusso. Dopo un anno e mezzo di quasi totale quiete finalmente abbiamo battibeccato.
Niente di che eh, lui mi ha risposto in modo brusco (bruschetta, oserei dire, anche se mancavano i pomodorini), io mi sono stizzita e per dieci minuti ci siamo dati risposte fastidiose a vicenda.
Il problema è che poi lui è tornato allegro come un fringuello in primavera in un nanosecondo, io sono rimasta nervosa come un gatto bagnato per un sacco di tempo.
Ma come diamine fa, un attimo prima ero convinta volesse lanciarmi tutte le carte di scala quaranta in un occhio, proprio una ad una, quello dopo è tutto picci picci cretino.
MA OH, MA LASCIAMI ESSERE INCAZZATA, NO? Se fino a un secondo fa volevo darti una serie di schicchere sul coppino ci vorrà più di una frazione di attimo per farmi placare.
La verità è che siamo entrambi nervosetti in questo periodo, lui per il lavoro (e la mancanza di lavoro), io perchè ho la salute in modalità idiota, sono in sessione di esami e mi sono resa conto che a giugno compirò ventotto anni.
Ventotto anni di imbecillità, capite? Non so perché ma avverto il peso della mia età tutta all’improvviso. 

Comunque l’abbiamo gestita bene e sono piuttosto soddisfatta di come sono andate le cose, alla fine ho bollito il Batterino dopo averlo fatto a pezzettini molto piccoli e ora sta tutto in freezer.

Pillow Fight GIFs | Tenor

Non è vero, non è vero, sto a scherzà, è ancora tutto intero, anche se a me ci vuole un po’ più tempo a calmarmi quando mi innervosisco poi è andato tutto a posto e secondo me siamo stati anche abbastanza bravini nel gestire il nervosismo.

In tutto ciò visto che ora passo parecchio tempo a casa del Batterino e spesso lui torna a casa giusto per mangiare e poi schizza di nuovo in studio a dare lezioni o fare le sue cosette da batterino (tipo agitare le bacchette in aria e accarezzare le pelli dei rullanti) ho deciso di darmi alla cucina.
Sì, ho percepito il vostro singulto.
Giustamente anche voi avete i brividi al pensiero, mica solo Blanco e Mamhood. 

Visto che io a cucinare sono una capra totale, di quelle con la barbetta ispida per di più, mi sono selezionata una decina di ricette “facili e veloci” (o almeno così cita Giallo Zafferano) che propinerò a quel povero disgraziato che tornerà a casa pensando “dai che anche oggi si mangia pasta col burro” e invece si ritroverà la ragazza arrostita in una nuvola di fumo grigio.

Vi farò sapere. Se le cose prendono una piega abbastanza divertente potrei iniziare la rubrica “Cucina Spelacchiata” in cui dico cose tipo: “ora che avete tritato finemente il prezzemolo e pure le vostre dita che erano di impaccio dovete lavare il tagliere cercando di non lasciare antiestetiche macchie di sangue; dunque si prosegue lanciando la pasta nella pentola facendo attenzione a schizzarvi con l’acqua bollente dritta in faccia. Mezzi acciecati e ustionati poi proseguite con l’acchiappare alla cieca la passata di pomodoro, che ovviamente vi cadrà di mano perché non avete più le dita…”

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Concludo questa carrellata di inutilità dicendovi che per la prima volta nella mia miserabile esistenza ho cercato di fare un regalo romantico per San Valentino ma mi è costato così tanto impegno che non lo farò mai più.
Ho acquistato un album in cui appiccicare un po’ di foto mie e di quel piccolo Batterino che mi ritrovo, peccato che io abbia le velleità artistiche di una vongola e le capacità manuali di un lombrico -morto- dunque ho incollato le foto tutte storte e ho scritto qualche scemenza qua e là in una grafia assolutamente incomprensibile.

Spero che il musichino apprezzi l’impegno, perché il risultato non è sicuramente apprezzabile.

Voi come state, miei prodi? Quale canzone di Sanremo volenti o nolenti state ascoltando a ripetizione?(io sto ancora in fissa per il fisico di Rkomi).
Che programmi avete per San Valentino? Ma soprattutto se avete ricette a prova di idiota da consigliarmi questo è il momento giusto per farlo, ve ne sarei eternamente grata! Ma anche aneddoti culinari imbarazzanti sono ben accetti.
Hasta la pastaaaa

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Ciance sparse: Sanremo 2022

Buongiorno miei cari spelacchiatissimi spelacchiati, come state?
Io dopo una travagliata storia che non starò qui a spiegare mi sono vaccinata ieri con la terza dose ma a parte un fastidiosetto male al braccio sto alla grande.

Premessa doverosa: io odio Sanremo. In generale le canzoni italiane mi stanno sulle balle a meno che non siano gli 883, sono rimasta antica nell’anima, che ci devo fare.
Ho cominciato a seguire Sanremo solo ed esclusivamente per Achille Lauro anni fa.
Tutto ciò per dire che sono polemica e la mia natura di persona misantropa mi fa odiare tutto e tutti.

Commenti randomici delle prime due serate:

  • Io durante la canzone di Sangiovanni continuo ad aspettarmi che nel ritornello dica “e volano farfaaaalle non sto più nelle paaaalle” e invece no.
  • Amadeus e Fiorello ormai mi fanno venire voglia di dare una capocciata a qualunque superficie dura mi capiti a tiro, ho già spaccato tre vetrine e crepato un muro.
  • Achille Lauro… La sua canzone non mi piace ma quanto è figo? Si è ispessito come un muro, in quel torace ci navigherei.
    Qualcuno mi permetta di leccargli un deltoide, vi prego.
  • Momento bonazzo: Matteo Berrettini, posso leccare un deltoide anche a te? Comunque sta cosa che tengono sei ore sul palco gli ospiti chiaramente a disagio e che vorrebbero che la terra si aprisse e li inghiottisse deve finire, poveriniiiiii
  • MANESKIN SEMPRE PAZZESKI LI LECCHEREI TUTTI.
    PAZZESKIN.
    (però se non parlano è meglio)
  • Lorena Cesarini chiaramente è in cerca di lavoro per questo elenca tutte le sue esperienze lavorative e universitarie, però signorina mi scusi, anche meno, che qua inizia la sessione tra poco e mi fa venire l’ansia. (Comunque monologo noioso, poteva fare meglio)
  • Checco Zalone tremendo, non ho altro da aggiungere
  • Laura Pausini che ci prende tutti per mentecatti e si sente in dovere di spiegarci che la Scatola della sua canzone non è una scatola vera ma metaforica mi ha infastidita oltremodo
  • Emma Marrone urla come me quando vedo un ragno
  • Elisa meravigliosa ma quel vestito da Galadriel de Il Signore degli Anelli anche no. Comunque per me ha già vinto, non scherziamo.
Galadriel e l'importanza di ciò che rimane celato – solo.per.dire.la.mia
Elisa a Sanremo
  • Io infoiatissima per Ermal Meta e la sua canzone finché non mi arriva il messaggio delle amiche con cui stavo commentando Sanremo “Sara ma sei peggio di Internet Explorer, non è in gara e ‘sta canzone è di qualche anno fa”. Ho pianto.
  • Michele Bravi bellissimo, stilosissimo, fichissimo ma la canzone mi ha fatto cadere le balle. Le sto ancora cercando.
  • Premio cucciolino adorabile a Matteo Romano, che ha pure una canzone carina
  • Iva Zanicchi settecento anni di bellezza e manda a casa tutti
  • I Meduza la prima serata non li ho capiti ma avrei voluto dare una capocciata a tutti
  • Ma perché la Rettore era grigiastra? L’avevano appena riesumata?
    Chiedo per un amico
  • Le Vibrazioni non mi hanno fatta vibrare chissà quanto ma la loro è la canzone che sto ascoltando più volentieri. Diciamo che vibricchio.
    Tra l’altro io innamorata persa del loro live all’Alcatraz a Milano, l’ho guardato novemila volte.
  • Mahmood e Blanco delusione totale. Dilusione di diludendo, per citare il sommo Joe Bastianich. Mi aspettavo una canzone power e super catchy (non so perchè parlo in modo così giovanile oggi) e invece è una canzone super sanremese, dunque noiosa.
    Blanco, comunque leccherei un deltoide anche a te.
  • Irama vestito di tele di ragno
  • Giovanni Truppi non so chi sia, non so perché fosse in canottiera, però già solo il titolo “tuo padre, mia madre, Lucia” mi sa di sporco
  • Aka 7even boh, non avevo idea di chi fosse ma not bad. Voglio la sua giacca.
  • La Rappresentante di Lista e il tizio coi capelli rosa li avrei presi a manganellate, hanno tirato fuori la canzone più fastidiosa del 2022 e già si è capito che ce la ritroveremo in sottofondo ovunque. Gli porterò rancore a vita.
  • Rkomi (che per me è RKOVID) in versione videogioco cyberpunk pronto a balzare in sella a una moto e fuggire nell’oscurità, non ricordo la canzone ma il suo look sì
  • Arisa voce top ma tra vestito e parrucco mi stavo sentendo male (no, non di udito, quello funziona ancora)
  • Ana Mena ha chiaramente sbagliato programma, doveva partecipare a Tali e Quali e impersonare Ariana Grande e si è trovata a Sanremo per errore. Ma posso dire “che brutto vestito, maroonnnn” o sono antipatica?
    (Comunque chi deve menare questa? Non ho capito)
  • Dargen D’amico completamente fuori di testa, mi fa ridere.
    Mi chiedo anche cosa si provi a studiare musica per tutta la vita, riuscire ad entrare nel coro di Sanremo e dover cantare “ciao zio Pino!”. 

Per stasera direi che basta, vedremo le prossime serate come andranno e se io avrò voglia di continuare a seguire Sanremo.
Voi come state invece, miei piccoli prodi? State seguendo il festival? Volete anche voi picchiare tutti o siete persone normali e a differenza mia vi sta piacendo tutto? Narratemi. E se partecipate al Fantasanremo ditemi come sta andando!
Ora vado a guardare la terza serata, che sono nervosetta e ho pure scazzato col Batterino che ora è di là a fare una riunione mentre io progetto di picchiarlo.
Hasta la pastaaaa

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Ciance sparse: Coviddimmerda e orecchini perduti

Ahhhh miei cari spelacchiati, che palle sto periodo, qualcuno mandi avanti veloce col telecomando per favore. Facciamo che ci rivediamo a giugno 2025, per star tranquilli?

Visto che siete così carini a preoccuparvi per la mia salute vi aggiorno; continuo a non stare bene, in maniera abbastanza fastidiosa ed evidente adesso.

Sono giorni che ho un senso di affaticamento e spossatezza abbastanza fuori dal comune pure per me che sono un mollusco sedentario e privo di qualsiasi capacità motoria; io e il Batterino siamo andati al bar a piedi, un’incredibile camminata di circa due minuti, ho dovuto fare due pause e al ritorno sono quasi svenuta.
Ho sistemato un po’ l’appartamento di Mr Batterino e nuovo giro di tachicardia e fiato corto, mi sono dovuta sdraiare e mi sono addormentata di botto per due ore (dormire di pomeriggio di solito mi è impossibile).
Fare una rampa di scale in questo momento mi mette a durissima prova, arrivo su che mi devo piegare sulle ginocchia come i vecchi e rifiatare.

Insomma sono come un pokèmon esausto che ha bisogno dell’infermiera Joy, quindi venerdì visita dalla doctor sperando mi dia qualche soluzione miracolosa o ponga direttamente fine alle mie sofferenze con una padellata in testa.

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Intanto l’altra sera si è consumato un dramma che non ha niente a che fare con la mia salute.
Per Natale quel pazzo di un Batterino mi ha inondata di gioiellini: un anello, una collana e un orecchino. Io che sono una gazza ladra sono impazzita di gioia.

Ieri sera a cena il Batterino mi fa “Ma l’orecchino?”
Io, scema come una biglia, tiro indietro i capelli e comincio ad agitare la testa per far sbrilluccicare il suddetto orecchino.
Mr Batterino mi fissa come se fossi deficiente, cosa che in effetti sono, quindi niente di strano.
“Ma te lo sei tolto?”
Panico.
No che non me lo sono tolto, ce l’ho su da quando me l’ha regalato!
Mi ficco una mano sull’orecchio: niente.
Mi infilo un dito nell’orecchio fino al cervello: NULLA.

Partono le spedizioni di salvataggio, chiamo i sommozzatori, avvio una battuta di ricerca che nemmeno il padre di Nemo mi fa concorrenza: NADA.

Quindi ho fatto quello che chiunque sia pazzo quanto me avrebbe fatto: sono scoppiata a piangere per circa due ore, alternando i singhiozzi a frasi tipo “NON MI MERITO I TUOI REGALI NON PRENDERMI MAI PIU’ NIENTE SONO UNA CACCA UMANA!”
Insomma una cosa così sciocca ha scatenato in me una reazione fortissima, ovviamente legata a tutte le mie paturnie mentali di cui vi ho già parlato tantissimo; mi sentivo irrispettosa nei suoi confronti, di averlo deluso, di non aver dato abbastanza importanza al suo regalo e altre duemila cose, mannaggia.

Mr Batterino basito ma super dolcino mi consolava. Più che dolcino era dolcissimo, praticamente fatto di marzapane.
Mi verrebbe da dire marzapene senza alcuna ragione, solo perché mi fa ridere, ma forse evito. O forse no e lo pubblico così, chissà.

Alla fine l’indomani ho fatto l’unica cosa che andava fatta: ho chiamato la sola, l’unica, l’incredibile MADRE SUPERIORA, che è il nome con cui ho salvato in rubrica il numero di mia mamma.
“MAMMA SONO DISPERATA HO PERSO L’ORECCHINO AIUTAMIIIII GUARDA SE E’ A CASAAAAAAAA TI PREGOOOOOOOOOO SE NO DOVRO’ AMPUTARMI L’ORECCHIO COME VAN GOGH E POI SARO’ ASIMMETRICA E PENDERO’ DA UN LATO, CADRO’ SEMPRE A SINISTRA, UNA VITA ROVINATAAAAAA”
Mia mamma ha fatto un sospiro di circa venti minuti, praticamente è andata in apnea; perché dovete sapere che almeno sei o sette volte al giorno io non trovo qualcosa e chiedo a lei, che con il suo superpotere riesce a risalire a qualunque oggetto, vestito o cianfrusaglia.

E anche stavolta il suo superpotere non ha fallito.

“Testa di razzo, era sulla tua scrivania, DEFICIENTE.”
“…Ah. Batterino, puoi ancora ricoprirmi di regali, allarme rientrato, merito di tutto e di più.”

Sì insomma, una serata terribile.
Il commento del Batterino a un certo punto è stato “non pensavo l’avrei mai detto ma preferisco quando mi bagni il cuscino di bava che di lacrime.”

Ora me ne vado a cena con due mie amiche, serata giro pizza quindi conto di prendere almeno nove chili in una mangiata sola. L’orecchino mi sa che lo lascio a casa.
E voi come state, miei prodissimi? Vi è mai capitato di perdere un regalo o qualcosa a cui tenevate tanto? Spero abbiate reagito in modo meno pazzo di me, ma narratemi tutto!
Hasta la pastaaaaaa!

Allego foto dei regalini bellissimi: