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Film brut: Il Mai Nato

Io ho un problema: sono una rompicoglioni di natura, il 99% delle volte rimango delusissima dai film, in particolare dagli horror, però non riesco a smettere di guardarne alla ricerca di uno che sia finalmente fico.

A sto giro mi sfogo spoilerandovi tutto lo spoilerabile di “IlMai Nato”, film horror (non sto esagerando, è così brutto da risultare horror) del 2009.
Mi aveva ispirata il fatto che ci fosse Gary Oldman ma ho proprio fallito nella scelta. Gary? Gary sei in ascolto? Ma che fai?

Se nell’altro (Reversal:la fuga è solo l’inizio) la sciura era una copia di Jennifer Lawrence questa volta abbiamo una copia un po’ sbiadita e molto meno capace di recitare di Megan Fox (che diciamocelo, già lei non brilla nel firmamento degli attori più pazzeschi del mondo).

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proprio così

Il film si apre con la nostra protagonista -Casey non Stoner– che scorrazza come un alpaca nelle praterie,spensierata e frizzante come solo una cretina di prima categoria può essere. Trova un guanto per terra, si gira e alle sue spalle c’è il bambino più inquietante del mondo, a metà tra uno zombie e un alcolizzato, dalle dimensioni di Brunetta, che tempo mezzo secondo si trasforma in un cane con la maschera di un bambino.
Ora, io credo di aver già ammesso di essere una persona codarda, ma io me la sarei data a gambe così velocemente che l’intero globo terrestre avrebbe aumentato la sua velocità di rotazione grazie alla mia fuga.
Un momento sono qui quello dopo sono in Cina.
E lei invece, che ha i neuroni in mutua, cosa fa? Quello che fanno tutte le protagoniste dementi, ovvero si avvicina e lo segue nel boschetto.
MA LO VEDI CHE TE LE CERCHI? LO VEDI CHE MERITI DI FINIRE STECCHITA?Risultati immagini per sei stupida gif

Comunque questa scena di per sè è inutile e non succede niente quindi procediamo con Casey a casa dei vicini che fa da babysitter (ma se non sai badare a te stessa chi cazzo ti affida i figli?) e il piccolino di cinque anni a un certo punto comincia a sussurrare cose inquietanti tipo “prima gli italiani”, “Corona è in carcere per quattro foto”, “domani hai un esame” e poi “Jumby vuole nascere adesso“. 
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La nostra cretina protagonista comicia ad avere allucinazioni orribili con insetti che sbucano qua e là, bagni che esplodono, Salvini Premier, e intanto i suoi occhi cominciano a cambiare colore, cosa completamente inutile che serve solo a farci sapere che è una cosa che succede ai gemelli (e non ai capricorno o agli ariete, sia chiaro) così lei scopre di aver avuto un fratello che non è mai nato perché, come un pokémon troppo confuso, si era colpito da solo e si era arrotolato il cordone ombelicale al collo, morendo.
Secondo me più che altro aveva già capito della coglionaggine della sorella quindi ha detto “parbleau, una vita con questa? No grazie, addio“.
Come dargli torto.
Casey scopre quindi che “Jumby” era il nomignolo dato al marmocchietto mai nato (e qui capiamo che la deficienza è genetica e i genitori di lei sono portatori sani di stupidità. ma che razza di soprannome è? Ma che problemi avete? ...) e le cose cominciano ad andare sempre peggio.Risultati immagini per che palle
Succedono cose, lei parla con una vecchia sopravvissuta ad Aushwitz (e qui non vorrei fare la moralista eh, però a me ste cose tirate in ballo tanto per fare scena infastidiscono un pochetto) e scopre che *rullo di tamburi* la vecchiarda è sua nonna!
La vecchietta aveva un gemello e i nazisti hanno fatto esperimenti su di loro, finendo con l’uccidere il piccolo gemellino che però è poi tornato in vita posseduto da uno spirito che vagava qua e là perché impossibilitato a entrare in Paradiso e lei l’ha ucciso di nuovo rimandandolo nel limbo ma ora evidentemente is back.
Insomma gente avrete capito che è pieno di cose super pallose che ammazzano quel poco di tensione che le scene inquietanti di mostriciattoli striscianti avevano creato.
Se voglio uno spiegone cerco Alberto Angela, che almeno è anche un bel fieu.

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La cretina più cretina del west si reca dunque da un rabbino chiedendo un esorcismo come io chiedo del pane arabo al panettiere.
Sembra quasi una barzelletta: una cretina, un rabbino e un demone entrano in una chiesa

Per sto cazzo di esorcismo ci vogliono dieci persone che noi non abbiamo idea di dove raccattino, fatto sta che si radunano in una chiesa e all’improvviso sembra di essere ad un raduno di esorcisti anonimi. Tutti in cerchio intorno a lei “Ciao, sono Mark, non faccio un esorcismo da due mesi..” e via con gli applausi.
Continuano a succedere cose, il demone si ribella, muore gente a caso, Vettel vince la gara di Formula Uno, sembra di essere in una puntata brutta di Supernatural e questa oca padovana non fa che scappare da una parte all’altra seminando cadaveri; alla fine  il demone si impossessa del suo fidanzato e lei, che è una capra assoluta, finisce l’esorcismo col rabbino (che a quanto pare è immortale) e il povero Mark finisce stecchito.
Poi lei è li che piagne, lui le chiede “ora finirò nel limbo anche io?” E LEI NON DICE NIENTE! MA MENTI!!!!! DIGLI DI NO, CHE ANDRA IN PARADISO DA BEATRICE INSIEME A DANTE, QUALUNQUE COSAAAAA! FALLO MORIRE IN PACE SAPENDO CHE AVRA UNETERNITA DI MERDA PER COLPA TUA!!!

Che infame.
Infine abbiamo la risposta alla domanda “siamo soli nell’universo? perchè devo pagare ogni volta che prelevo col bancomat? Perchè sto demone ha cominciato a rompere le balle proprio ora?” e la risposta è…
Vi lascio un attimo per pensarci, la cosa è così ovvia che volevo vomitare.
Ci siete arrivati?
Secondo me sì.
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La demente è incinta.
Indovinate? Di due gemelli.
BRAVA.
B-R-A-V-A.
Ma sparati, cretina.
Solo la Ferragni può avere figli ormai.
Sei bionda? Sei ricca? Stai con Fedez? Non credo, quindi vedi di darti una regolata.

Insomma, questo film non mi ha fatto paura, non mi è piaciuta la trama, non mi è piaciuta la recitazione (questa qui poverina ha una sola espressione possibile, che vitaccia. Non si sa mai se è triste, spaventata, se ha visto un demone o peggio se ha visto Barbara D’Urso senza tutti quei faretti puntati in faccia… BOH.)

Io vi avverto che questa serie sui film brutti e principalmente horror potrebbe andare avanti a lungo, almeno finché non finisco tutti gli horror di Netflix. Se volete darmi consigli su film del genere vagamente interessanti io sono qua (per dirne tre che in generale mi sono piaciuti: Hoculus, The Conjuring e The Ring)

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Sclerando male #Reversal, la fuga è solo l’inizio

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Di solito cerco di essere quantomeno gentile verso le cose che non mi piacciono, ma stasera sono schizzata quindi mi lancio in un nuovo format, ovvero me che sclero e faccio spoiler a manetta. 

Reversal, la fuga è solo l’inizio” film di  José Manuel Cravioto, di un genere imprecisato a metà tra l’horrido e il brutto, con un pizzico di idiotaggine acuta.

Parliamo di ottanta minuti di pellicola, di un’attrice che sembra Jennifer Lawrence e di un film che non ho capito dall’inizio alla fine.

Commento? Mah.

Eve è stata rapita e tenuta segretata per mesi e mesi in una stanzetta di mezzo metro per mezzo metro, legata con una catena al piede come i carcerati, costretta a guardare il video di Vincisalvini nostop. 
A un certo punto lei trova un mattone, non si sa dove, non si sa come, non si sa perchè il suo carceriere (Chris) non se ne sia accorto visto che non c’è NULLA in quella stanza quindi non c’è modo in cui un mattone grosso quanto una nutria gli sia sfuggito. Ma qui sono tutti scemi, quindi non facciamoci domande.

Dunque Eve attende il momento giusto, si scaglia sul cattiwone e lo saccagna di botte, per poi incatenarlo e squagliarsela alla veloce.
Fine del film.
Non è vero, ma sarebbe stato molto meglio.
Lei scappa fuori dalla casa e si rende conto di essere in mezzo al nulla totale, però c’è un furgone parcheggiato lì. Torna dentro, cerca le chiavi e scopre delle foto che le fanno capire che ci sono molte altre ragazze incatenate come lei.

Quindi cosa fa? Torna dal tizio e si fa dare le chiavi?No.
Lo tramortisce e gliele ruba? No.
Lo uccide per gusto di vendetta e si mette a correre a piedi fino alla prima anima pia? NO.

SI FA LA DOCCIA.
Si fa la doccia e poi entra in modalità MCGyver e costruisce un guinzaglio con una corda e uno stecco della doccia, dunque torna da Chris, glielo mette e lo porta a spasso come me col mio cane, costringendolo a portarla dalle altre ragazze sparse per la città sperando che non faccia effettivamente come il mio cane che pesa quaranta chili e se vede un gatto mi disloca la spalla.

Avete già capito il problema di tutto questo? Riuscite a indovinare qual è, per TUTTO il film, il pensiero ricorrente in noi poveri spettatori?
“MA VUOI CHIAMARE LA STRACAZZO DI POLIZIA, ESSERE UMANO DOTATO DI UNA RARA STUPIDITA’?” 
Ma no, lei non vuole. Eve è entrata in modalità Terminator e va di nascondiglio in nascondiglio a uccidere i cattiwoni e (cercare di) salvare le povere ragazze rapite. Solo che lei è una demente e non tiene conto di un cazzo quindi va da queste qui urlando “ora ti salvo, sei libera” senza pensare che tutti i traumi subiti potrebbero rendere il salvataggio difficoltoso.

C-R-E-T-I-N-A

Se pure il tuo carceriere mezzo morto ti sfotte perchè sei coglionazza direi che hai un problema, amica mia.

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Io fossi in una di quelle che lei è andata a “salvare” andrei da Dio in persona (o in spirito?) e farei una formale protesta. Già ha vissuto l’inferno, deve pure beccarsi l’eroina con il quoziente intellettivo più basso del sistema solare?

Ma proseguiamo, così lei arriva dall’altra scema di guerra di questo film (non mi ricordo neanche il nome, per me si può chiamare Cretinissima 2) fatto sta che questa che stava per essere brutalmente stuprata da due ceffi che emanavano HIV da ogni poro e si comporta come se fosse stata in gita scolastica. Poi che Eve abbia ridotto il poltiglia quei due non l’ha turbata minimamente, mi sembra giusto. Chi non saltellerebbe come la capretta di Heidi intorno a una sconosciuta che sì, ha freddato due tizi che volevano farti molto male, ma merda, li ha sfracellati. Io un passo indietro e una crisi isterica li avrei avuto, ma forse sono solo ipersensibile.

Le due menti geniali si mettono di nuovo in marcia e trovano un covo di traffico di ragazze e ovviamente come se nulla fosse si aggirano per questo posto inquietante parlottando e ciciarando forti di avere una cazzo di pistola, perchè ovviamente dei trafficanti di esseri umani si faranno intimidire dalla tua pistola ad acqua, no, Eve? NO?Risultati immagini per stupid gif 

(Ma poi io sarò una buonista del perineo eh, ma se io persona normale che non ha mai ammazzato nessuno mi ritrovassi con un’accetta in mano e un malvagio che sta per uccidere un’altra tizia io non credo che il mio primo istinto da persona impanicata sarebbe quello di conficcargliela in testa. In una gamba magari, in un braccio pure, ma nel cranio, porco schifo, direi di no. Che orrore.)

La scena top è Eve che dice alla tizia “tu torna dentro e chiama la polizia” MA OOOOHHH MI PIGLI PER IL CULOOOO?
TU DICI A LEI DI CHIAMARE LA PULA?
TU???
TU CHE HAI PASSATO DIECI STAZIONI DI POLIZIA CON UN CAZZO DI STUPRATORE CARCERIERE IN MACCHINA, CHE LA PULA AVREBBE FATTO PARLARE IN QUATTRO E QUATTRO OTTO? 

Ma vai a cagareeeeee

Ma poi con cosa cazzo la chiama la polizia? La forza del pensiero? Già che hai costruito un guinzaglio con lo sputo e la fantasia fabbrica anche un telefono con della ghiaia e del muco, no?

Comunque la lascia lì come una scema ad attendere il suo triste destino di persona stupida e lei procede il suo percorso completamente senza senso.

Sorvolando altre scene piuttosto del pene arriviamo alla fine con lei che arriva all’ultima casa e ci trova il suo super fidanzato.
‘Sto pezzo di sterco cerca di dirle “ma amore ti ho cercata ovunque, vieni qui, andiamocene” e lei per un poco non dice “okay ti lovvo tanto, andiamo a vivere nella nostra casetta in canadà con i fiori di lillà“.
E io quasi l’ho sperato, così sarebbe finita ancora legata come un cotechino. No davvero,  se non avesse sentito dei rumori nella stanza a fianco sarebbe andata via con lui! Ma vedete che la demenza non ha mai fine? Ma ce la fai a fare due più due?
Grazie a dio scopre che c’è una ragazza legata al letto nella stanza di là e che quindi il suo boyfriend è un maledetto accalappiatore di ragazze da smerciare, quindi BANG BANG amigo, hasta la vista, te gusta la mangusta, lo fredda con una ventina di colpi di pistola.

Infine torna dal suo ex carceriere, ormai davvero mezzo muerto sul furgone. Risultati immagini per reversal la fuga è solo l'inizio
“Quali sono state le sue ultime parole?” chiede lui, coglionazzo fino alla fine, con una certa cattiveria.
E noi scopriamo che le ultime parole di quella capra ambulante sono state un indirizzo: l’indirizzo di casa dell’aguzzino, con moglie e figlioletta ad aspettarlo. Ed Eve lo scarica lì, sul portico, come un sacco di patate. 

Noi poi vediamo la moglie piangere disperatamente chiedendosi cosa sia successo al marito e finalmente capiamo cosa è successo di così terribile a Eve da renderla questa macchina assassina: sua sorella era stata rapita insieme a lei, ed è morta in quella cantina. 

Il film finisce con la figlia di Chris che sta per chiudere la porta ed Eve che la ferma, facendo intendere che da lì a poco ci sarà uno spezzatino di bambina in pentola. 

 

Basta, ho finito. Bell’idea, brutto film perchè le motivazioni di questa eroina improvvisata non si capiscono e quando si capiscono sono comunque troppo deboli per giustificare il macello che ha combinato per un’ora e mezza. E poi davvero… LA POLIZIA. LA. POLIZIA.

Addio.

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Cinemando: Lavender. Un film brutto.

Che giornate di melma, mamma mia.
Umore ai minimi storici, ciclo, tante cose da fare e poco tempo -e ancora meno voglia- di farle.

Stasera mi serviva uno scossone quindi ho aperto Netflix e ho scelto un film horror tra i suggeriti; qui avevo già guardato Il terrore del silenzio (bello!), The Orphanage (bello!) Insidious 2 e 3 (bellini), quindi mi sono fidata e ho aperto “Lavender“, film canadese horror-drama-supernatural del 2016 con un cast abbastanza caruccio: c’è quello che io chiamo Mr Prezzemolo perchè lo ritroviamo in qualunque serie tv e in qualunque film, totalmente a caso: Dermot Mulroney (l’uomo col cognome più facile da scrivere del mondo) c’è Justin Long (che io conosco per Drag me to hell e New Girl)e c’è  Abbie Cornish, che è la protagonista e in questo film mi è piaciuta proprio poco.

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Trama:
Jane è una fotografa costretta a fare i conti con il suo passato misterioso e tragico, dopo un terribile incidente stradale che le causa la perdita della memoria. Insieme al marito (Klattenhoff) e alla figlia, ritorna alla casa dove ha trascorso l’infanzia e si rincontra con lo zio, a lei del tutto estraneo (Mulroney). Per riprendere il controllo della sua vita, Jane dovrà affrontare una misteriosa entità in agguato e relazionarsi a un passato che continua a tormentarla. Strani indizi tra le sue foto suggeriscono che potrebbe essere la responsabile della morte dei membri della famiglia.

Il film si apre con una scena abbastanza faiga: entriamo in una casa in cui i personaggi sono bloccati, immobili nel tempo; è una terribile scena del crimine e l’unica che si muove, sbattendo gli occhi, è Jane da piccola, insanguinata, rannicchiata in un angolo e con un coltello in mano.
Venticinque anni dopo Jane è sposata e ha una figlia, non si ricorda nulla della sua famiglia nè del crimine -che forse ha commesso lei stessa-. I ricordi cominciano a riaffiorare quando Jane ha un rocambolesco incidente d’auto, tutto cerca di riportarla alla casa in cui si è svolto il massacro e in più inizia a ricevere strani regalini che rimandano alla sua infanzia.

La trama potrebbe anche sembrare faiga e avvincente ma fate così: immaginate il tipico suono da scena da film horror, quel suono forte, strascicato, che mette ansia solo a sentirlo e che scandisce i momenti inquietanti.
Ce l’avete presente? Ecco. 
Ora immaginate di sentirlo per tutto il film completamente a sproposito, in scene a caso che non fanno nè paura nè niente. Vi giuro che era fastidiosissimo, roba da togliere l’audio dopo dieci minuti. 

Parliamo un attimo del cast:
Abbie Cornish… è la prima volta che la vedo ma ne avevo sentito parlare bene, è stata anche definita la nuova Nicole Kidman. Immagino che chi lo pensa non abbia mai visto Lavender, perché okay che la sceneggiatura lascia parecchio a desiderare, ma la sua interpretazione è fredda, monoespressiva, a tratti fastidiosa. moviesla_mv5bmza4yzy2mgytngfinc00mgvmlwiyyzatyzi3zgjjmja5ntzixkeyxkfqcgdeqxvymtk3mjk5nji40-_v1_sy1000_sx1500_al_
Poi c’è Mr Prezzemolo, alias Dlavender_d11_0954_iw-copy-3-copy-700x350ermot Mulroney. Non so voi ma io lo trovo ovunque: film, telefilm, lo incontrerò pure al supermercato prima o poi. Per me rimane Sean di Shameless, ma anche qui fa il suo mestiere.
Marito e figlia di Jane si limitano a scorrazzare qua e là dicendo battute a caso, assolutamente trascurabili.

Altra cosa fondamentale da dire è che, appunto…non fa paura. Mai. Neanche per un secondo. Ma neanche una leggera ansia, neanche un tremolio allo stomaco. 
Il problema credo si celi nel fatto che volendo evitare un po’ di clichè ma non avendo abbastanza inventiva per sopperire alla loro mancanza il film manca di qualcosa di fondamentale: il coraggio. 
In più ci sono scene inutili che durano veramente troppo, per esempio quella dell’incidente d’auto: bella, per carità, ma troppo lunga. In un film del genere non si può apprezzare. Altro esempio quello del labirinto di fieno: sedici ore della bambina che corre, novantasei anni di lei che sgambetta impaurita, OOOOH MA ANDIAMO AVANTI???
Voglio azione, brividi, sangue e angoscia. E invece minuti interminabili di nulla cosmico.

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Infine, la cosa forse peggiore dopo la mancanza di emozioni: è prevedibile. Ora, io non sono un genio. Non sono neanche più sveglia e intelligente della norma. Diciamo pure che ho quattro neuroni e sono sempre ubriachi, quindi se io ho capito in tempo record chi è stato a massacrare la famiglia e perché credo che ci sia un problema molto grande di sceneggiatura.

Ultima cosa: questo film non ha senso. Okay, i film con amnesie spesso si prendono libertà e giocano sui buchi di memoria e sulla confusione del personaggio, ma qui non si capisce cosa c’entrano certi elementi, non si capisce se Abbie Cornish non sa recitare o si è solo resa conto di che film sta aggiungendo al suo curriculum e si è scazzata… Boh! 

Potrei essere stata un po’ acidina, me ne rendo conto. Magari non ero dell’umore perfetto mentre lo guardavo quindi non ho apprezzato l’apprezzabile, ma sono sicura che anche in altre condizioni non mi sarebbe piaciuto. 
Se qualcuno di voi l’ha guardato per favore ditemelo: è così brutto o sono io che non c’ho capito un’acca?!

Fatemi sapere. 
E consigliatemi qualche film horror-thriller di quelli fichi fichissimi, confido nella vostra conoscenza. Hasta la vista! 

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Cinemando: Split

Dopo averlo atteso per mesi finalmente ieri sera sono andata al cinema a fare una full immersion di James McCavoy, che anche nei panni di un pazzoide semi-pelato con ventitrè personalità diverse ha un certo fascino, ammettiamolo.

Di cosa sto parlando? Di Split, ovviamente, il nuovo film di M.Night Shyamalan (il pazzerello che de “Il sesto senso”, “Signs”…) che racconta appunto di un uomo, Kevin, affetto da sindrome dissociativa della personalità: dentro di lui coesistono ventitrè (per ora) personalità diverse totalmente dissociate e che prendono “la luce” appena possono. A un certo punto rapirà tre ragazze. Perché? Perché la ventiquattresima personalità, La Bestia, ne ha bisogno.

Trama:
Casey è una ragazza introversa e problematica, tenuta in disparte dalle compagne di scuola più popolari. Insieme a due di loro, Claire e Marcia, viene rapita da un maniaco, che chiude le ragazze in uno scantinato. In attesa di scoprire che ne sarà di loro, verranno a conoscenza delle diverse personalità che coabitano nella mente del loro rapitore: un bambino, una donna e altre ancora, assai più pericolose.

Partiamo dai punti di forza di questo film: i due protagonisti.
James McAvoy è qualcosa di mostruoso in questo film, in tutti i sensi. In una sola scena con la telecamera fissa su di lui è in grado di farti vedere tre personaggi completamente diversi.
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E’ in grado di tirare fuori una complessità interiore da ogni personaggio, in particolare ho apprezzato tantissimo la personalità di Hedwig, il ragazzino di nove anni spaventato, con i calzini rossi e un difetto di pronuncia. Molti in sala hanno riso durante le sue scene, io ero tra l’intenerito, lo spaventato e l’agghiacciato.

Risultati immagini per split gif james mcavoyAnya Taylor-Joy, co-protagonista di McAvoy, è altrettanto brava. Il fatto che abbia due anni meno di me mi uccide dentro, ma va beh. Due occhioni profondissimi, che più che parlare urlano, un viso un po’ atipico e la capacità di comunicare con tanti, lunghi silenzi. Dal trailer mi era sembrata una triglia, non avevo capito NIENTE. 

Immagine correlataE ora passiamo al resto che, purtroppo, mi ha delusa assai. Premetto che forse un po’ è colpa mia: avevo aspettative assai alte e non mi ero informata per nulla sulla trama vera e propria per non spoilerarmi, quindi mi aspettavo un thriller psicologico. E invece no, è un thriller horror che di psicologico ha molto poco. Comunque secondo me fallisce sia come thriller -manca l’elettricità e l’angoscia necessari- che come horror -fa veramente poca paura-. 
E’ interessante, sicuramente una volta iniziato si vuole vedere come diamine finisce, però dalla seconda parte in poi è tutto un po’ MEH: poco credibile, poco pauroso, molto caotico e ogni tanto scade nel banale.

Per esempio il motivo per cui le ragazze sono state rapite è banalissimo, mi ero aspettata qualcosa di molto più originale sinceramente…

Parte con gli spoiler: fuggite, sciocchi!

Per voi che avete visto il finale… Sono l’unica ad aver pensato “ma vaffanculoooooo!” quando mr Split lascia stare Casey perché è tutta piena di cicatrici? No perché io conosco gente che ha sofferto tantissimo nella vita che le cicatrici le hanno sul cuore e nell’anima, ma fuori nulla. Cosa miiiiiinchia vuoi giudicare? Metti che quelle due poveracce che sono muerte in modo assai orribile abbiano vissuto cose ancora peggiori ma le abbiano superate?
Bah. Mi ha irritata parecchio. 

Altro momento coglionazzo: quello della psicologa. Lo so che ci deve per forza essere un personaggio coglionazzo in questo tipo di film però EDDAI!!!! Hai capito che qualcosa non va, hai capito che una personalità inquietante e potenzialmente letale ha preso il sopravvento, hai capito che probabilmente ha fatto cose orribili, sei l’unica che sa tutto questo, il tizio si fida di te… MA CAZZO, ESCI E CHIAMA LA POLIZIA! PIRLA!
E invece no, fa l’eroina. Signora, alla sua età è un po’ tardi, mi permetta. E infatti fa una fine orribile, ma meritata. 

Concludo con una considerazione personale sul pubblico che ho beccato in sala: se in un film del genere (ma anche non in un film del genere eh, anche in generale) un uomo vestito da donna vi fa scompisciare dalle risate e pensate sia addirittura una cosa ridicola… Prendetevi a schiaffi da soli perché siete veramente di un livello infimo. Grazie. Risultati immagini per split gif james mcavoy

Chi altro ha visto questo film? Vi è piaciuto? Sì, no, MEH anche voi? 😀 Fatemi sapere che sono curiosissima 🙂
Avete capito il riferimento del finale? Mr Shyamalan riesce sempre a infilarci un plot twist in un modo o nell’altro! 

 

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Librando: IT by Stephen King.

“E scusa se ti aaaaamooooo, e se ci conooooosciamooo, da due mesi o poco piùùùùùù” *canta e balla in giro per casa ingozzandosi di Nutella*

Da questa piccola intro avrete capito un po’ lo stato in cui giaccio da qualche tempo e nel quale giacerò ancora più profondamente tra un po’. Non so neanche come sono finita ad avere Tiziano Ferro come sottofondo ma che nostalgia ❤ 

“E scusa se non parlo pianoooooo
Ma se non urlo muoiooooooo
Non so se sai che ti amooooooo”

Va bene la smetto. Via i fazzoletti, via la Nutella, via Tizzi Tizzi (è così che chiamo Tiziano nell’intimità della mia testa), facciamo le persone serie. 

Di che si parla oggi? Di quanto voglio i brow pot di Nabla? Della Teoria delle Stringhe? Di quanto sia bello Sam Claflin? Ma no, ma no. Niente di tutto questo (anche se i brow pot li vorrei davvero, anche se non quanto vorrei Sam Claflin) oggi si parla finalmente di IT, il brevissimo romanzo di quel simpaticone per nulla inquietante di Stephen King

Non scappate, por favor! Lo so che ormai basta il titolo per far impallidire tutti quanti, ma sarà che io non ho visto il film in tenera età e quindi non sono rimasta traumatizzata… Ma durante la lettura non ho mai avuto terrore cieco, capite? E’ una leggenda metropolitana che IT faccia effettivamente così tanta paura. E’ un po’ inquietante, c’è qualche scena splatter, l’ansia di veder comparire un clown con un mazzo di palloncini ve la fa venire, ma non è quella cosa terrificante che mi aspettavo.
E’ comunque bellissimo.
C’ho messo un sacco a leggerlo nonostante mi avesse acchiappata un sacco perché sono veramente tante pagine, e per di più tutte importanti! Quindi, furbacchioni, se siete abituati (come me) a saltare qualche pagina qua e là per arrivare al sodo… Beh, qui non si può fare. Ve lo dico io che ci ho provato a fare la furbetta e poi sono dovuta tornare indietro dieci volte a leggere quello che avevo così scaltramente saltato.

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“Non saltate le pagine o vi mando IT a casa.E non parlo di una copia autografata”

Trama:

“In una ridente e sonnolenta cittadina americana, un gruppo di ragazzini, esplorando per gioco le fogne, risveglia da un sonno primordiale una creatura informe e mostruosa: It. E quando, molti anni dopo, It ricompare a chiedere il suo tributo di sangue, gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano la famiglia e il proprio lavoro per tornare a combatterlo. E l’incubo ricomincia. Un viaggio illuminante lungo l’oscuro corridoio che conduce dagli sconcertanti misteri dell’infanzia a quelli della maturità”

Opinione e pensieri a briglia sciolta:

Questo è il King che piace a me, quello dei “primi tempi”, che si prende il suo tempo, entra nella psicologia di ogni personaggio, te li caratterizza a fondo, ti ci fa affezionare. Soprattutto quando i protagonisti sono giovani, come nell’acerbo Carrie che io ho apprezzato molto. 

Qui è impossibile non affezionarsi a Ben, il cicciotto bambino tormentato in maniera orribile dal futuro pazzoide Henry Bowers, o a Bill Denbrough, il capo dei Perdenti, o ancora a Richie “Boccaccia” che è un asso nel dire cose fuori luogo. Risultati immagini per i perdenti it

Anche i cattivi poi sono praticamente perfetti, tutti si evolvono e nel corso del romanzo l’influenza che ha IT su tutti gli abitanti di Derry si palesa sempre di più, in maniera inquietante, subdola, malvagia. 

IT in sè, poi, è quanto di più orribile possa esistere. E’ il male, è Derry stessa, è tutte le paure e le nefandezze e ancora molto di più, e cosa se non un gruppo di bambini può sconfiggere il male assoluto? 

Uno dei personaggi che più mi ha turbata è un personaggio secondario, che si vede molto poco e c’entra poco con la storia. Quelle rare volte in cui King ce ne ha parlato, però, mi hanno sconcertata. Sto parlando di Patrick, membro della cricca di Henry Bowers, chiaramente sociopatico fin da piccolissimo. Leggere le sue pagine mi ha scossa, perché in un libro di mostri leggere di mostri umani è la cosa più agghiacciante. 

Il finale (che non vi spoilero, andate tranzolli) mi è piaciuto molto molto, il che è raro. Di solito i libri belli hanno finali brutti, è un po’ una verità assoluta. Come cielo a pecorelle pioggia a catinelle. 

Insomma, se non si fosse capito lo stra consiglio praticamente a chiunque perché non è così horror come tutti pensano, quindi non rimarrete traumatizzati a vita (e se lo dico io che sono fifona potete stare tranquilli), non è così lungo da far passare la voglia di leggerlo ed è semplicemente bellissimo, attanagliante e non riuscirete a staccarvene fino alla fine, parola di lupetto.

Io torno alla mia Nutella, alle mie canzoni deprimenti, ai miei fazzoletti e a leggere Nessun Dove di Neil Gaiman: in questo momento ho proprio bisogno di lui. 

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Neil salvaci tu

 

Ah, per la gioia di tutti quelli la cui infanzia è stata rovinata da IT, sappiate che uscirà un remake del film quindi aspettatevi un ritorno di clown ovunque, trailer inquietanti e chi più ne ha più ne metta.
HALOA.

* DI SEREEEEEEEEE… NEREEEEEEEE! EEEEE NON C’E’ TEMPOOOO NON C’E’ SPAZIOOOOOO E MAI NESSUUUNO CAPIRAAAAAA’*

 

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Filmando: Hush-Il terrore del silenzio

Grrrr.

Fumo di rabbia, schiumo come i cani. Adele in questo momento è a Verona a cantare e l’unica domanda ammissibile è “perché non sono lì?”.

Che pallissime.

Mentre mi sparo i suoi live su youtube (sempre sia lodato) ho deciso di chiacchierare di Hush-Il terrore del silenzio che ho guardato pochi giorni fa e che ho trovato a suo modo originale.

Dell’ormai famoso Mike Flanagan (Oculus, I guardiani della galassia) è un film palesemente a basso budget e basso contenuto di jump scares ma che fa comunque il suo sporco lavoro: mettere ansia.

Trama:

“La scrittrice Maddie Young vive una vita di isolamento dopo aver perso l’udito da adolescente, ritirandosi in un mondo fatto solo di silenzio. Quando però un killer psicopatico dal volto mascherato appare alla finestra della sua abitazione, Maddie deve spingersi oltre i propri limiti mentali e fisici al fine di sopravvivere alla lunga notte che l’attende.”

Sì, è un altro home-invasion film, sì, un’ora è mezza è anche troppo e sì, ci sono grossi difetti ma è comunque un film che si distingue dalla massa per due punti fondamentali: i protagonisti e il regista. Lei, sordomuta e incapace di sentire il suo assalitore, deve guardarlo costantemente per poter sopravvivere.
Perdilo di vista e sei morta. Distraiti e sei morta.

Per la prima volta guardando un film horror non ho sperato che la protagonista morisse di una morte atroce, perché la nostra Maggie si dimostra fin da subito una combattente che entra immediatamente in modalità “col cazzo che ti lascio vincere facile, venderò cara la pelle”.
E lui, il coglionazzo con la maschera, è un coglionazzo malvagio e inquietante. Non si sa chi sia, non si sa cosa voglia, ma la sua presenza basta a mettere angoscia perché, come dice lui stesso, “può entrare e ucciderla quando vuole”. Solo che prima preferisce giocare, il bastardello, metterle una pressione psicologica addosso che neanche Valentino Rossi con Biaggi. E la pressione bene o male la mette anche a noi, o almeno a me.

Di Flanagan si possono dire parecchie cose ma la sua bravura è incontestabile: con un budget ridottissimo è riuscito a tirare fuori un lavoro comunque superiore alla media trash alla quale ci siamo dovuti quasi arrendere. Non è l’originalità fatta a film, non è un horror d’autore, non è un film con chissà che pretese ma come ho già detto fa il suo lavoro nonostante ammetto che un’ora e mezza è fin troppo per questo film che non manca di momenti noiosi. La bravura dell’attrice sopperisce alla noia comunque e il tifo per lei tiene svegli e attivi. 

Anche se banale, sottolineo l’intelligenza del regista nel decidere di investire tutto sui personaggi piuttosto che su effetti speciali che avrebbero risucchiato i già scarsi fondi: con solo due persone, senza neanche troppo sangue finto nè altro, è riuscito a mettere su un’ora e mezza di pellicola.

Il film, poi, è coerente con sè stesso: niente eroina che fa cose inspiegabili, niente cattivone super pazzesco che vince contro tutti -anzi, in una certa scena se la cava per puro fattore C- e anche sceneggiatura -ridotta ovviamente all’osso- e regia riescono a offrire qualche spunto carino e distanziarsi da quella roba tipica dei nuovi film horror con telecamera a spalla tutto il tempo o, ancora peggio secondo me, quei film in cui, detto terra terra, sono i protagonisti a riprendere. Tipo Rec. Tipo Paranormal Activity.
Quelle boiate lì, insomma. 

Insomma, è un film carino, con difetti e pregi, che si lascia guardare senza pensare “what the fuck” ogni due secondi.

Ora continuerò a picchiare la testa contro al muro per non essermi aggiudicata un biglietto per Adele stasera, addio.

Saluti spelacchiati.

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Cinemando: Bambini super creepy #Goodnight, Mommy.

Miiinghia.

Con la “g” da mafioso, che rende meglio.

E’ un horror? E’ un thriller psicologico? No, è Superman!
Chissà, aii posteri l’ardua sentenza! Io di certo di non entro nel vivo della questione -ho letto discussioni chilometriche riguardanti il genere di questo film- ma alla fine chissenefrega, no? E’ un film godibile, molto ben fatto e particolare, a metà tra vari generi, andate tutti in pace santo cielo.

Goodnight Mommy, film austriaco del 2014 diretto da Severine Fiala e Veronika Franz,
presentato al Festival di Venezia.

Due giovani gemelli confinati in un’isolata casa di campagna aspettano il ritorno della madre dopo un’operazione di chirurgia plastica. Una volta tornata, con tutto il viso ricoperto di bende, nulla è più come prima. I bambini cominciano a dubitare dell’identità della madre, che vedono diventare sempre più minacciosa. Uno sguardo destabilizzante e onirico su una famiglia divisa, destinata a un fine tragica.

Lukas ed Elias, gemelli omozigoti con un rapporto quasi simbiotico.
La madre, una donna di ritorno da un intervento di chirurgia plastica al viso.
Del padre non si sa nulla se non che ha deciso di divorziare, la casa è ovviamente enorme ed immersa nel nulla.
Scarafaggi in una teca.

La donna è una madre snaturata: fredda, autoritaria, che privilegia chiaramente Elias a discapito di Lukas per il quale non prepara neanche la cena e al quale non rivolge nemmeno la parola; Elias prova a chiederle perché si comporta così con suo fratello e lei risponde con un criptico”lo sai perché”.

Cos’avrà fatto questo povero ragazzino per meritarsi questo regime di silenzio stampa? 
E la madre perché ha ricorso alla chirurgia estetica su tutta la faccia, così che il volto sia completamente avvolto da bende?

Questa mamma strana, mummificata, non sembra nè si comporta più come la donna che era stata un tempo e i due bambini cominciano a mettere in dubbio la sua identità, arrivando a legarla al letto e torturarla per farle confessare cosa sia successo alla loro vera madre.

Ansia, gente, ansia. L’idea di ragazzini che schizzano e uccidono i genitori mi tormenta, il mio terrore dell’avere figli mi sa che mi ha influenzata durante la visione. Ho già detto “ansia”?

Coooomunque (letto ovviamente alla Franklin di “tutto in famiglia”) il film è lento, lento di quel lentume che piace a me e che annoia molti, quindi vedete voi. Per un sacco di tempo non succede molto, si arriva a piccoli passi al disastro dei venti minuti finali in cui succede un po’ di tutto, da colla super attack usata in maniera sinistra a grandi rivelazioni che ribaltano la storia. Perchè la madre è una stronza di prim’ordine… O forse ha ragione a comportarsi così?

Non è il film migliore che abbia mai visto ma ho passato 98 minuti piuttosto presa dal film e inquietata dai due marmocchietti pazzerelli, nel panorama simil-horror degli ultimi tempi (non che io ne abbia visti miliardi comunque, eh) è uno dei più godibili che mi sia capitato sotto gli occhi (e gli occhiali).

Ora spoilererò senza pietà alcuna il grande twist finale quindi andate avanti a vostro rischio e pericolo.

Diciamo che la grande rivelazione shock non è poi così grande e facilmente intuibile: Lukas non c’è più, morto in un incidente causato probabilmente da Elias e che ha sfigurato la madre.
Insomma questo stratagemma del “c’è ma non esiste” è già stato usato e riusato, lo trovi da Libraccio al 60% di sconto. Diciamo pure che ci si arriva abbastanza in fretta durante il film (e se l’ho capito io vuol dire che è proprio palese, trust me)

Però, c’è un però, stavolta lo trovo più giustificato di altre volte: il legame tra fratelli omozigoti si sa che è qualcosa di fortissimo e indissolubile quindi l’idea che lo shock della morte di Lukas abbia devastato la mente di Elias mi ha convinta nonostante l’idea non fosse la più originale del mondo.

Bello, lo farò sicuramente vedere alle mie amiche più patite di questo

Ah, in Italia da quanto ho capito non è stato distribuito quindi dovete cercarlo nel web e guardarvelo subbato. Ne vale la pena!

Saluti spelacchiati.

 

 

 

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Cinemando: Oculus

Per la peppa e la peppina, comincio a latitare pure qua… sono Miss Incostanza 2016.



In questo periodo ho voglia di horror in qualunque formato: film, libri, pizza quindi sono partita con il classicissimo The Ring (muy fico) ho fatto una scelta sbagliatissima guardando Drag Me To Hell (che, perdonate il francesismo, è una puttanata colossale) ed infine sono approdata su Oculus, film del 2013 che per quanto ne so era passato un po’ in sordina.

Film Oculus: il riflesso del male

Anno 2013

Durata 104 min.

Regia: Mike Flanagan

Trama:
Il ventunenne Tim viene dimesso dall’ospedale psichiatrico in cui era stato internato 11 anni prima, dopo essere stato considerato responsabile dell’omicidio del padre, improvvisamente impazzito. Viene a prenderlo la sorella Kaylie, che, al contrario del fratello, ha passato tutto il tempo ad informarsi sugli eventi soprannaturali attorno al misterioso e antico specchio che il loro padre aveva comprato quando si erano stabiliti nella nuova casa.

Oculus è uno di quei film horror non horror, in cui non succede quasi nulla di veramente spaventoso ma per tutto il film c’è questo sottofondo angosciante e il tempo passa in fretta con la crescente sensazione che quello specchio bastardissimo l’avrà vinta.

Kaylie vuole far capire a tutti i costi a suo fratello che i suoi genitori non eran impazziti, che loro padre non era un pazzo furioso e che la loro famiglia non è stata distrutta da lui ma da quel malefico specchio in grado di influenzare azioni, decisioni e visioni di chi gli sta intorno e già solo la veemenza con la quale lei cerca di fargli capire come siano andati effettivamente le cose ricordando gli avvenimenti del passato dà intensità.

Karen Gillan, che io adoro dopo averla vista in Doctor Who, è brava come mi aspettavo e bella come sempre, ma il suo co-protagonista non tiene botta (che giovine che sono) e ha l’espressività di un sasso; ho apprezzato di più l’attrice bambina nellescene in cui c’era da proteggere il fratello minore.

La trama però diciamocelo, è un po’ poverina. L’idea è buona e tirarci fuori un film di due ore dev’essere stato difficilotto perché dai, dopo mezz’ora poteva chiudersi. La cosa che mi ha colpita e fatta rimanere attaccata allo schermo sono state regia e montaggio: ho amato molto il modo in cui Flanagan è riuscito a intrecciare passato e presente in maniera quasi destabilizzante.

Nulla da obiettare sul finale, anzi, ma devo ammettere però una cosa… non mi sarebbe dispiaciuto alla fine scoprire che era stato uno dei due fratelli -o entrambi- a compiere il massacro anni prima, ma darò la colpa al fatto che preferisco i film in cui il male sono le persone piuttosto che oggetti/spiriti/mostri vari.

So che questo film a molti non è piaciuto affato e vorrebbero cancellarlo dalla loro memoria, probablmente si tratta di persone moooolto più abituate di me al genere horror e che avranno visto decine di film, trovando questo banale e con poco mordente. Io, da assoluta ignorantona di questa branca di filmazzi, sono riuscita invece ad apprezzarlo molto  trovarlo addirittura originale, perché di film horror splatter con la trama di una tristezza e povertà incredibili ne ho visti anche io a decine, questo mi è risultato ben diverso.

Poi sì, forse la mia crush per Karen Gillan c’entra pure qualcosina eh.

Hasta la vista.

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La Notte Eterna del Coniglio -Giacomo Gardumi-

Non so da voi, ma a casa mia c’è tensione.

Alta tensione. Altissima purissima levissima tensione.

C’è la partita.

Bayern-Juventus, mio papà e mio cugino impazziti in sala, tutti i maschi e gran parte dei contatti femminili dei gruppi su whatsapp sono in visibilio o intenti a discutere di grandi
sistemi calcistici… E io scrivo. Scribacchio. Okay dai, diciamo che schiaccio sulla tastiera senza la minima coerenza. 

Mi sembra la serata giusta per parlare di un libro horror, uno dei primi del genere che io abbia mai letto perché, detto papale papale, sono una fifonissima. Sono la tipica persona che guarda i film di paura e poi ogni volta che rimane da sola da qualche parte è terrorizzata da ogni ombra o rumore. 

In ogni caso la meravigliosissima Pennylane On The Tube ne aveva parlato bene in un suo video e io l’ho cercato in un lungo e in largo finché questo libro non è entrato nella mia libreria. 

 

Trama:

Un’inaspettata apocalisse distrugge la razza umana e trasforma la terra in un pianeta morto. Sopravvivono quattro piccoli nuclei familiari, rinchiusi in minirifugi atomici nella città di San Francisco. I superstiti possono comunicare tra loro grazie a un trasmettitore satellitare. Improvvisamente gli occupanti di uno dei rifugi cominciano a sentire dei colpi battuti sulla porta, come se qualcuno volesse entrare, benché la telecamera che inquadra la superficie riveli chiaramente che nessuno si è avvicinato. Gli avvenimenti misteriosi si moltiplicano, finché un «coniglio» rosa penetra nel rifugio e compie un orrendo massacro. Gli altri membri del gruppo si rendono presto conto che il «coniglio» è solo all’inizio della sua missione di morte…

In questo libro ho trovato sia cose molto positive che cose molto negative. Visto come sta andando la partita cominciamo da quelle negative va, che se no finisce in suicidio per tutti.

Non so come dirlo in modo carino quindi vado di getto, come quando si fa la ceretta: uno strappo e via.
Il modo in cui è scritto questo romanzo, specialmente i dialoghi e gli spiegoni scientifici, non mi piace. Se da un lato Mr Gardumi è bravissimo a far venire l’ansia e il senso di claustrofobia spaventoso, dall’altro “ammazza” un po’ l’atmosfera con certi dialoghi troppo pesantozzi e banali e dalla scarsa utilità.

Un’altra cosa che non mi è piaciuta, ma so che non è piaciuta quasi a nessuno tra quelli che hanno letto questo libro, è la parte finale, lo spiegone del come-quando-perché il coniglio ha fatto quello che ha fatto. Una volta che hai dato l’idea e sparso qua e là gli indizi, sta al lettore mettere tutto insieme e capire. E poi secondo me lasciare un po’ all’immaginazione è anche meglio…ma qui no, qui ti dice tutto per filo e per segno. 

Passando alle cose che mi sono piaciute, direi che prima di tutto devo citare la capacità dell’autore di incutere angoscia. Giuro, se qualcuno avesse bussato alla mia porta mentre leggevo questo romanzo, il mio cuore mi sarebbe uscito dal naso.
Quel maledetto toc toc. LA PAURA.

E poi diciamocelo, tutti guardiamo con diffidenza quei mega pupazzoni con qualcuno dentro. Sono inquietanti per antonomasia.

Un’altra cosa mucho (o muy?) positiva è l’originalità della storia: finalmente qualcosa di diverso dal solito, niente omicidi super strani e ostentatamente perfetti, niente fantasmi per niente spaventosi… Una bella storia con un bel cattivo stavolta. 

Anche la scelta e la caratterizzazione dei personaggi non è male e vedere il panico crescere in persone diverse tra loro aumenta maggior mente il senso di oppressione anche in noi lettori. 

Insomma, se i dialoghi fossero meno banali e più realistici questo libro sarebbe una vera perla. In ogni caso lo consiglio perché, personalmente, mi sono trovata a prendere in mano questo libro dalla copertina inquietante ogni volta che potevo, troppo curiosa di conoscere il mistero dietro a quel maledetto coniglio assassino. 

Qualcuno di voi l’ha letto? Cosa ne pensate? Se no, vi piace l’horror e quale libro del genere mi consigliereste? 😀

Ps: partita finita. Si vanno a contare i feriti ora.