“E scusa se ti aaaaamooooo, e se ci conooooosciamooo, da due mesi o poco piùùùùùù” *canta e balla in giro per casa ingozzandosi di Nutella*
Da questa piccola intro avrete capito un po’ lo stato in cui giaccio da qualche tempo e nel quale giacerò ancora più profondamente tra un po’. Non so neanche come sono finita ad avere Tiziano Ferro come sottofondo ma che nostalgia ❤
“E scusa se non parlo pianoooooo
Ma se non urlo muoiooooooo
Non so se sai che ti amooooooo”
Va bene la smetto. Via i fazzoletti, via la Nutella, via Tizzi Tizzi (è così che chiamo Tiziano nell’intimità della mia testa), facciamo le persone serie.
Di che si parla oggi? Di quanto voglio i brow pot di Nabla? Della Teoria delle Stringhe? Di quanto sia bello Sam Claflin? Ma no, ma no. Niente di tutto questo (anche se i brow pot li vorrei davvero, anche se non quanto vorrei Sam Claflin) oggi si parla finalmente di IT, il brevissimo romanzo di quel simpaticone per nulla inquietante di Stephen King.
Non scappate, por favor! Lo so che ormai basta il titolo per far impallidire tutti quanti, ma sarà che io non ho visto il film in tenera età e quindi non sono rimasta traumatizzata… Ma durante la lettura non ho mai avuto terrore cieco, capite? E’ una leggenda metropolitana che IT faccia effettivamente così tanta paura. E’ un po’ inquietante, c’è qualche scena splatter, l’ansia di veder comparire un clown con un mazzo di palloncini ve la fa venire, ma non è quella cosa terrificante che mi aspettavo.
E’ comunque bellissimo.
C’ho messo un sacco a leggerlo nonostante mi avesse acchiappata un sacco perché sono veramente tante pagine, e per di più tutte importanti! Quindi, furbacchioni, se siete abituati (come me) a saltare qualche pagina qua e là per arrivare al sodo… Beh, qui non si può fare. Ve lo dico io che ci ho provato a fare la furbetta e poi sono dovuta tornare indietro dieci volte a leggere quello che avevo così scaltramente saltato.

Trama:
“In una ridente e sonnolenta cittadina americana, un gruppo di ragazzini, esplorando per gioco le fogne, risveglia da un sonno primordiale una creatura informe e mostruosa: It. E quando, molti anni dopo, It ricompare a chiedere il suo tributo di sangue, gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano la famiglia e il proprio lavoro per tornare a combatterlo. E l’incubo ricomincia. Un viaggio illuminante lungo l’oscuro corridoio che conduce dagli sconcertanti misteri dell’infanzia a quelli della maturità”
Opinione e pensieri a briglia sciolta:
Questo è il King che piace a me, quello dei “primi tempi”, che si prende il suo tempo, entra nella psicologia di ogni personaggio, te li caratterizza a fondo, ti ci fa affezionare. Soprattutto quando i protagonisti sono giovani, come nell’acerbo Carrie che io ho apprezzato molto.
Qui è impossibile non affezionarsi a Ben, il cicciotto bambino tormentato in maniera orribile dal futuro pazzoide Henry Bowers, o a Bill Denbrough, il capo dei Perdenti, o ancora a Richie “Boccaccia” che è un asso nel dire cose fuori luogo.
Anche i cattivi poi sono praticamente perfetti, tutti si evolvono e nel corso del romanzo l’influenza che ha IT su tutti gli abitanti di Derry si palesa sempre di più, in maniera inquietante, subdola, malvagia.
IT in sè, poi, è quanto di più orribile possa esistere. E’ il male, è Derry stessa, è tutte le paure e le nefandezze e ancora molto di più, e cosa se non un gruppo di bambini può sconfiggere il male assoluto?
Uno dei personaggi che più mi ha turbata è un personaggio secondario, che si vede molto poco e c’entra poco con la storia. Quelle rare volte in cui King ce ne ha parlato, però, mi hanno sconcertata. Sto parlando di Patrick, membro della cricca di Henry Bowers, chiaramente sociopatico fin da piccolissimo. Leggere le sue pagine mi ha scossa, perché in un libro di mostri leggere di mostri umani è la cosa più agghiacciante.
Il finale (che non vi spoilero, andate tranzolli) mi è piaciuto molto molto, il che è raro. Di solito i libri belli hanno finali brutti, è un po’ una verità assoluta. Come cielo a pecorelle pioggia a catinelle.
Insomma, se non si fosse capito lo stra consiglio praticamente a chiunque perché non è così horror come tutti pensano, quindi non rimarrete traumatizzati a vita (e se lo dico io che sono fifona potete stare tranquilli), non è così lungo da far passare la voglia di leggerlo ed è semplicemente bellissimo, attanagliante e non riuscirete a staccarvene fino alla fine, parola di lupetto.
Io torno alla mia Nutella, alle mie canzoni deprimenti, ai miei fazzoletti e a leggere Nessun Dove di Neil Gaiman: in questo momento ho proprio bisogno di lui.

Ah, per la gioia di tutti quelli la cui infanzia è stata rovinata da IT, sappiate che uscirà un remake del film quindi aspettatevi un ritorno di clown ovunque, trailer inquietanti e chi più ne ha più ne metta.
HALOA.
* DI SEREEEEEEEEE… NEREEEEEEEE! EEEEE NON C’E’ TEMPOOOO NON C’E’ SPAZIOOOOOO E MAI NESSUUUNO CAPIRAAAAAA’*
Di Stephen King ho amato moltissimo anche quest’altro libro: https://wwayne.wordpress.com/2014/04/18/misteri-e-segreti/. L’hai letto?
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Quanti ricordi!
Lo comprai a 13 o 14 anni, mia madre era perplessa perché era troppo grosso e credeva non l’avrei mai finito.
Con qualche anno di ritardo, è vero, ma l’ho smentita.
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Ben fatto e ottima scelta, è bello sapere che anche altri a 13 anni erano già lettori incalliti! 💙
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