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Ciance sparse: Anselmo, libri e troppo caldo

Ma buonasera miei cari spelacchiatiiiii come state?
Io sono ancora viva e vegeta, so che speravate che Anselmo mi avesse stroncata e invece sono ancora qua a rompere le uova nei panieri.
Madonna quanto mi piace tirar fuori modi di dire assolutamente a caso. Cioè da dove è nato? CHI MAI E’ ANDATO A ROMPERE DELLE UOVA NEI PANIERI DI ALTRE PERSONE?

Ma poi… lo dice il nome, “paniere”, quindi ci dovresti mettere il pane, no? Cosa ci metti le uova? Quelle vanno messe nell’uoviere, eccheccazzo. Sono le basi.

Come vedete la mia stupidità è rimasta invariata, forse è anche peggiorata.
Oggi però ho avuto una bella notizia finalmente, ma non cantiamo vittoria troppo presto; vi narro.

Ore undici: partenza da casa direzione stazione ferroviaria, gradi percepiti settecentoventicinque. Pensavo che il mio cappello di paglia si sarebbe sciolto sulla mia capoccia come ha fatto Khal Drogo con la sua cintura per poi versarla addosso a Varys.
Destinazione Milano, perché sono andata a fare una visita con un neurochirurgo della Madonna all’Istituto Besta, che per chi non lo sapesse è un’eccellenza italiana e si trova al sesto posto in Europa come miglior ospedale che tratta di neurologia e neurochirurgia.

Sono arrivata a destinazione che ero praticamente Blob, una massa informe, squagliata, mi sudavano anche le sopracciglia oltre che i miei proverbiali baffetti.
Pochi giorni fa ho fatto una nuova risonanza magnetica che ci ha informati del fatto che l’ematoma nella mia capoccia è ancora lì, anche se si è ridotto della metà! Quindi stando al capoccia con cui ho parlato oggi, che oltre ad essere un figo incredibile mi ha ispirato una professionalità incredibile (nonostante mi abbia trattata con sufficienza e aveva chiaramente le balle girate), secondo lui al momento le opzioni sono due:

1) Anselmo ad aprile si è suicidato, ovvero è letteralmente esploso dando vita alla mia emorragia cerebrale, ma di fatto eliminandosi da solo. Sarebbe la cosa migliore, non voglio aggrapparmi troppo a questa possibilità.

2) Anselmo è più piccolo del previsto ed è nascosto nella zona ancora coperta dall’ematoma, e ci vorranno ancora mesi perché il sangue si riassorba.

Quindi è tutto ancora in forse, sono ipotesi che finché non sarà sparito l’ematoma non possono essere confermate né ribaltate, nemmeno da Alessandro Borghese.
Però sono un po’ meno spaventata.
Ovviamente ci sono ancora tante limitazioni per me: niente sole, niente caldo, non devo arrabbiarmi nè stressarmi, non posso guidare perché c’è il rischio che le luci delle altre auto mi scateni crisi epilettiche, ovviamente non posso andare al concerto di Harry Styles per il quale ho i biglietti da tre cazzo di anni, devo limitare gli sforzi fisici, niente alcol… Insomma, un’esistenza bislacca. Ha detto che potrei tornare a lavorare se trovassi delle condizioni adatte alla mia situazione, ma la vedo un po’ dura quindi dovrò continuare a fare il parassita ancora per un po’.

Detto ciò ragazzi oggi vi faccio una carrellatina dei libri che i miei meravigliosi amici mi hanno regalato per superare questo periodo allucinante in cui non potevo fare nulla, chissà che magari qualcosa vi stuzzichi

Alta fedeltà - Nick Hornby - Libro - Guanda - Le Fenici tascabili | IBS
  • Nick Horby “Alta fedeltà”: In una Londra irrequieta e vibrante, le avventure, gli amori, la passione per la musica, i sogni e le disillusioni di una generazione di trentenni ancora pieni di voglia di vivere. Romanzo che ha inaugurato il nuovo filone della letteratura “confessionale” maschile.


L’ho cominciato due giorni fa a un concerto del Batterino e mi sta già piacendo TANTISSIMO. Parla di amore, di prime esperienze sessuali, di crescita e lo fa in maniera super sciolta e divertente. APPROVATO

  • Paolo Cognetti “Le otto montagne”: La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura.
    Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo. Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – cosí diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.


    Questo non l’ho ancora iniziato ma sono molto curiosa, so che recentemente è uscito il film tratto da questo romanzo ma io sono team “prima il librooooo” (immaginate me con la barba e una felpa col nome di una città italiana mentre urlo il mio slogan. Ogni riferimento a capi di partito piuttosto imbarazzanti è assolutamente non casuale)

Direi che per stasera posso smetterla di blaterare e lasciare la parola a voi!
Come state? Quanti gradi ci sono nelle vostre città? Facciamo partire una sfida, quello che vive nella città più calda vincerà… Non so cosa. La mia simpatia e tutta la mia compassione, direi.
Come state passando questa estate? Avete vacanze incredibili in programma? Narratemi tuttoooo ora vado a rispondere a tutti i commenti arretrati che sono proprio una capra indegna.
Vi voglio molto bene,
Hasta la pasta!

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Film Brutt: Twilight

Buongiorno miei prodissimi ragazzuoli sempre più spelacchiati -vi vedo che avete quasi l’alopecia, dovete rilassarvi- come state? Io qua sono sempre sul filo dell’incoronimento, al primo starnuto mi porto le mani al cuore pensando “ecco, Dio, vengo su“.

Oggi vorrei sdrammatizzare un po’ la situa perché se invece di scrivere mi metto sui social sento che al prossimo post su Maradona o sul Covid mi sbucheranno sei teste e comincerò a sputare fuoco e fiamme come Drogon con la raucedine.

Best Drogon GIFs | Gfycat

Urge però fare una premessa doverosa, un’ammissione di colpa che potrà essere usata contro di me in tribunale: a me Twilight piaceva. Giuro. In gioventù ero una twilighter, ma a mia discolpa posso dire che tutt’ora ritengo il primo libro della saga una lettura piacevole. E’ il resto che è un ammasso di cose inutili e astruse.
Detto ciò parleremo del film, che invece è insalvabile su tutta la linea.

Il film si apre con un monologo di straordinaria profondità, parole che verranno incise sulla pietra e mai dimenticate: “Non ho mai pensato a come sarei morta” (e già qui parti male, che cazzo vieni a dirlo a me che ci penso ogni giorno da ventisei anni più o meno ininterrottamente?) “ma andarmene al posto di qualcuno che amo mi sembra un bel modo per andarmene.
MA SEI CRETINA UN BEL MODO PER ANDARTENE E’ IN UNA MEGAVILLA CON BALDI GIOVANI SEMINUDI CHE TI IMBOCCANO DI CUCCHIAIATE DI NUTELLA MENTRE SGUAZZI NELL’ORO, POSSIBILMENTE SOTTO DROGHE LEGGERE, E LEONARDO DICAPRIO AL TUO CAPEZZALE CHE TI GIURA AMORE ETERNO!
Al posto di qualcuno che ami… che pezzente.

Queste parole ci arrivano direttamente dalla protagonista, Bella -che poi, bella… carina, dai- Swan.
Come descriverla… Una mentecatta.
Un’ameba dalle sembianze quasi umanoidi, un essere acefalo senza quoziente intellettivo, un invertebrato senza spina dorsale… Avete capito.
La nostra bislacca protagonista deve andare a vivere dal padre in una cittadina sperduta tra le montagne e la nebbia -credo stia venendo qui a Novara quindi- e sprizza annichilimento da ogni poro.
Per farvi capire il tipo di persona di cui stiamo parlando, lei arriva in sta cazzo di città, il padre va a prenderla in aereoporto e lei si fa il viaggio in macchina con un cactus in mano.
Bella, posso darti un consiglio su dove infilarti quella pianta grassa quanto me?

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Inizia ad andare a scuola in questa nuova mirabolante cittadina inutile e per qualche assurda ragione fa pure amicizia, cosa per me assolutamente incomprendibile data la personalità di Bella: un misto tra una foglia secca e un pesce palla. Credo sia più che altro l’incontrastabile potere della vagina perché ogni penemunito della scuola sembra rimanere folgorato dalla vista del viso pallidino di Isabella Swan.
La nostra piccola mentecatta va a pranzo in mensa e qui finalmente conosciamo lui, il solo e grazie a Dio l’unico: Edward Callo, l’incubo di ogni feticista.

edward cullen gifs Page 22 | WiffleGif
Ho visto barracuda con più fascino

Va beh, si chiama Cullen di cognome, ma pure lui ha la personalità di un bozzo del piede quindi… Nomen omen.
Tra l’altro la scena in cui compare per la prima volta è terribile, lui ha il sex appeal di una cimice morta, avete presente quando ne trovate una capovolta, con le zampette rattrappite? Ecco. Idem.
Lui le passa a fianco e lei praticamente già ha un orgasmo, peccato che poi quel citrullo lei se lo ritrova come compagno di banco a biologia e lui passa il tempo a fissarla con odio estremo senza nemmeno rivolgerle la parola.
Ovviamente dopo queste occhiate cariche di disprezzo lei è già completamente cotta e ossessionata, “devo capire perché mi odia così tanto, bla blaaaa” ma i giorni successivi lui sparisce dalla circolazione e quando torna è una persona nuova: le ronza intorno come una mosca su una deiezione di animali, cerca di psicanalizzarla con duemila domande -zio, se vuoi psicanalizzare anche me gratuitamente io ci sto, neh- fino al punto di svolta che ora andrò a narrarvi.

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Siamo nel parcheggio della scuola, Bella non si capisce che cosa minchia stia facendo ma è a fianco al suo stupido pick up a lanciare occhiate bizzarre alla famiglia Calli quando un furgoncino sbanda, fuori controllo, proprio verso di lei: parbleau, e ‘mo?
Attimi di panico sugli spalti, noi siamo tutti lì a pensare “dai, spiaccicala, spiaccicala!” come Yzma di “Le follie dell’Imperatore” ma quella mozzarellina vivente -alias Edward Cullen- con lo scatto felino di chi non si fa i cazzi propri si catapulta al fianco della donzella e spinge via a manate il veicolo che minacciava di farci un favore seccandola lì sul colpo.
Grazie Edward, eh.
Lei tutta un tripudio di espressioni sconvolte (quindi ha solo la stessa espressione per tutto il tempo) e occhi da triglia impanata, lui fa tutto lo strafottente e non le da spiegazioni se non un fastidiosissimo “è stata una scarica di adrenalina, cercalo su Google”, a cui io avrei risposto con “cerca su Google il cazzo che me ne frega di te, coglioneeeee”.

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Il miglior attore qua è stato il furgoncino

Altri dialoghi di un certo spessore tipo “non credo dovremmo essere amici” cit il ragazzo fantasma che la segue ovunque e cerca di parlarle ogni quattro secondi e mezzo. E lei “non capisco perché ti dispiaccia avermi salvata”… Ma vedi un po’ te, hai visto che fa robe fuori dalla portata dei comuni mortali e potresti dirlo potenzialmente a chiunque, secondo te perché teme di aver fatto una cazzata? MAH.
Gallinacea pure tu.
“Se tu fossi furba staresti lontana da me”
“E se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola, testa a pera.”

Essendo comunque due deficienti non riescono a starsi lontani più di mezzo secondo, una roba veramente raccapricciante da quanto sono patetici, nemmeno io con la nutella ho questo rapporto morboso.
Un vecchio amico di infanzia di Bella però comincia a metterle la pulce nell’orecchio: secondo la sua tribù i Cullen sono creature millenarie che scassano le balle da centinaia di anni.

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Andiamo avanti con la rubrica “Bella anima della festa”: va con due compagne di scuola ad aiutarle a scegliere l’abito per il ballo scolastico e mentre loro sono lì tutte infighettite con abiti lunghi e taccazzi lei se ne sta in un angolo a scarabocchiare su un libro.
MINCHIA MA TI DAI UNA SVEGLIATA, PORCA DI QUELLA MISERIACCIA LADRUNCOLA? MA DOVRESTI BACIARE DOVE CAMMINANO QUELLE DUE CHE TI RIVOLGONO LA PAROLA NONOSTANTE TU SIA UNA PIATTOLA!
Ma no, lei è diversa, a lei non importano i vestiti bellissimi, lei è scema.

Emo Twilight is the best Twilight — Jessica Stanley in Twilight  Appreciation Post

Lascia le amiche in negozio e va in questa straminchia di libreria ma mentre torna indietro per raggiungere le compagne, che a questo punto spero l’abbiano abbandonata lì come un rifiuto, viene seguita da un gruppo di ragazzi inquietanti con chiari intenti poco raccomandabili -Feltri direbbe che vogliono 

Edward le salva le pallide chiappe e vanno a cena, dove avviene uno dei dialoghi più inquietanti del mondo.
Ragazze e ragazzi all’ascolto, quando qualcuno dice queste parole è il momento di fare fagotto e andarvene. Correndo. E urlando, possibilmente.
“Mi sento molto protettivo verso di te” è un biglietto di sola andata per “amore criminale”.

Va beh, tornano a casa, lei ormai ha unito tutti i puntini dunque le due menti brillanti e brillantinate se ne vanno nel bosco lontano da tutto e da tutti e succede questo:

“Quanti anni hai?”
“17.”
“Da quanto tempo hai 17 anni?”
“Da un po’. E anche da un Tevere, ora che ci penso.”
E poi ancora:
“Io so cosa sei.”
“Dillo. Ad alta voce.”
Lei prende fiato “Un pirla.”

Edward Cullen Twilight GIF - EdwardCullen Twilight Vampire - Discover &  Share GIFs

Segue scena in cui lui cerca di dimostrarle quanto sia pericoloso; come? La agguanta e la porta in una radura, qui si spoglia mostrando un fisico eccesssivamente deludente e così vediamo che lui è come una di quelle magliette piene di paiettes che tanto piacciono alle vecchie: sbrilluccica alla luce del sole.
Edward, un po’ complessato, pensa di disgustarla ma Bella è completamente andata, partita per la tangente, irrecuperabile: “sei bellissimo”.
Lui fa cose a caso per cercare di spaventarla -tipo correre in tondo super velocemente e sradicare arbusti- e con una sincerità notevole le dice che non desidera altro che magnarsela. Lei ha solo reazioni normali: “ho paura. Non di te, ho paura di perderti”.

MINCHIA MA SEI SERIAMENTE COSI IMBECILLE? MA NON LO CONOSCI NEANCHE, TI VUOLE MAGNARE COME UN FIORE DI ZUCCA PASTELLATO, DOVRESTI PRENDERE LE TUE COSE E DARTELA A GAMBE!

Altre citazioni incredibili che non ricordo benissimo ma erano una cosa tipo “e così la bertuccia si innamorò di Lucio Dalla”
“Che macaco birichino… e che barbagianni pazzo e masochista..”

So The Lion Fell In Love With The Lamb Edward Cullen GIF -  SoTheLionFellInLoveWithTheLamb EdwardCullen RobertPattinson - Discover &  Share GIFs

Insomma, alto livello.

Non so se qualcuno di voi si ricorda questo cartone ma nella mia infanzia c’era immancabilmente “Un tritone per amico”, bellissimo. Qui invece inizia la saga “Un vampiro per fidanzato”, solo che Bella scopre molto presto che le attività da svolgere col suo ragazzo sono limitate: niente limonate focose perché se gli parte l’ormone la disintegra, sesso men che meno, quindi cosa rimane? Cena insieme? No, lui non mangia. Dormire insieme? No, lui non dorme. ‘Na birretta semplice semplice? No, lui non beve.

MINCHIA CHE PALLE EDWARD. 

Dopo neanche due giorni il vampirello la porta a casa per presentarla alla famigghia, di cui l’unica che si salva è Rosalie che detesta Bella come è giusto che sia. 

Regà saltiamo cose che non ne usciamo più, tanto abbiamo capito che questi passano il tempo a fissarsi nelle palle degli occhi per ore e ore.

La famiglia Calli va a fare una partita di baseball e si porta dietro Bella, tipo cagnolino, e mentre loro fanno acrobazie incredibili con quel gatto morto del cantante dei Muse che agonizza in sottofondo (non linciatemi please), e finalmente arriva il vampirone cattivone figone che giustamente vuole farsi uno spezzatino di Isabella Swan sfumato col vino; i Calli partono in difesa della cretina, succedono cose, inseguimenti inutili, Bella che non si sa come riesce a scappare dalla guardia dei Calli e pensando di dover salvare sua madre va dove quel figo incredibile di James le ha detto di andare.

Scontro tra mostri, Edward vince e il povero James sembra morire ma in realtà va ad Orange County a fare surf.
Rottura di balle infinita perché Bella è stata morsa da James quindi Edward che non vuole che lei si trasformi si mette a succhiarle il sangue dalla ferita per aspirare il veleno, come si fa quando sei in montagna da solo e ti morde una vipera.
Tutto normale no? Ma minchia.

Il film finisce con tutti felici, Edward e Bella al ballo di fine anno che si promettono amore eterno e l’amante cattiva di James che li fissa con astio da una finestra.
Ma io dico, sei una vampira, vai lì e la sgozzi in quattro secondi netti, che diamine aspetti? Boh, se non sono tutti scemi dal primo all’ultimo non va bene mi sa.

Fine

Regà ora passo la palla a voi: avevate visto il film? Vi era piaciuto? Vi eravate innamorati tutti quanti di Bella o di Edward o magari pure di Jacob, che alla fine è il più figo di tutti?
Fatemi sapere come vanno le cose nelle vostre regioni e nelle vostre vite, che qua se non ci sosteniamo un po’ a vicenda è la fine.
Hasta la pasta!

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Un giro spelacchiato


Ragazzi ho fatto un sogno che sento il bisogno di raccontarvi.
Ho sognato di uscire tranquilla e felice come una Pasqua (per restare in tema) e ad un tratto incontravo persone, amici, e mi paralizzavo dalla paura come un leprotto di fronte ai fari dell’auto pensando: “Parbleau, ma io non mi sono fatta i baffi e paro il sergente Garcia di Zorro!” quindi correvo disperatamente in farmacia a comprarmi una mascherina non per virus vari ma soltanto per coprire il vello cresciutomi indisturbato.
Ma io dico, nemmeno nei sogni posso essere anche solo lontanamente intelligente?

To Get Married - Zorro

Oggi vorrei fare qualcosa di diverso, ovvero farvi dare un’occhiata a qualcosina della mia vita tramite foto. Non so perché, più vado avanti con questo blog più mi sto affezionando a voi lettori e mi fa piacere condividere qualcosina in più, quindi lo farò anche tramite qualche fotina.

Mia sorella vive in Svizzera con il suo fidanzato e questa è la prima Pasqua che passiamo separate, dunque le ho lanciato una sfida: decorare un uovo nel modo più bellino possibile.
Questo è il mio: base di biscotto, crema pasticcera con granella di biscotti, cacao spolverizzato, panna e fragole. Mi sono divertita un sacco e non è stato poi così complicato anche se la panna si è ribellata al mio volere all’inizio.

Ora passiamo al mio unico vero amore: l’alcol.
Ma che cazzo me ne frega degli uomini, delle donne, degli esseri umani in generale se posso avere questo. Vino rosso, birra o un gin tonic e io sono a posto.

Questa qua sotto invece è la sola, unica e inimitabile Pina, il mio cane. Otto anni di stupidità, esatto. E’ il cane più strano che io abbia mai visto:
Lei non fa le feste quando torni a casa, a malapena apre gli occhi. Lei non vuole andare a spasso, se le metti pettorina e guinzaglio sbuffa come a dire “ma dobbiamo proprio?”. Se sei tu ad andarle vicino per coccolarla lei si scansa, ma se osi accarezzare un altro essere vivente in sua presenza si offende mortalmente, dimostrandolo voltandoti le spalle e ignorandoti finché non sbollisce (o le offri un biscotto).
Insomma, è pazza.
Ma come si suol dire, tale cane…

Infine vi lascio me che leggo in questa ero con quel pirla del mio BFF che mi aveva portata in questo parco con vista pazzesca.

Per oggi è tutto, questo articolo è un po’ per capire se possa piacervi o non ve ne può fregare di meno di post di questo tipo, fatemi sapere!
Voi avete fatto qualche bel dolce per Pasqua? Vi siete strafogati come delle oche da allevamento o siete stati bravini? Ma soprattutto, raccontatemi dei sogni cretini che avete fatto che io ancora penso di avere i baffi visibili dalla Luna.
Domani si torna ad allenarsi col Fisico da Covid, mi raccomando, che io sto già sudando solo pensandoci!
Alla prossima, spelachiatini!

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Allenamenti da quarantena

Buondì miei indomiti Spelacchiati, come ve la passate? 

Io sono stramazzata sul divano mezza distrutta, una visione veramente agghiacciante, credetemi, ed è così che passo la maggior parte delle mie giornate. Mollusco da una parte all’altra della casa, e sì, mollusco lo uso anche come verbo ormai perché niente mi descrive meglio.

Il mollusco viola con gli occhioni che sta incantando il web ...
Io

In questo spettacolo a dir poco pietoso però c’è uno sprazzo di attività fisica, un barlume di speranza di non assomigliare ad un balenottero arenato quest’estate (quando staremo tutti a casa e l’unica sabbia che vedremo sarà quella del gatto), una vaga aspettativa di non finire a “Vite al Limite” l’anno prossimo.

Dunque il post di oggi lo dedico a due scoperte del periodo quarantenale per evitare di uscire di testa e anche per tentare di non raggiungere forma e dimensioni di un ippopotamo di medie dimensioni.

Dunque, partiamo miei spelacchiatissimi prodi:

Prima di tutto c’è l’allenamento di Willwoosh e suo fratello Gabriele, ogni giorno alle diciassette (tranne la domenica) sul profilo Instagram di Willwoosh.
Allora, come sapete io sto all’allenamento come Severus Piton sta allo shampoo, come Cersei Lannister sta alla misericordia e come il sex appeal sta ad Adinolfi… eppure regà sono tre settimane che io ogni giorno alle diciassette sono lì, cellulare proiettato sul televisore, tenuta ginnica addosso, pronta a sudare come quel maiale di James Potter.
Ogni giorno della settimana un allenamento diverso, tutti parte del “Fisico da Covid”, quindi abbiamo il “culona virus day” (dedicato ovviamente alle chiappe), il “colonna training” (cardio con colonne sonore spettacolari -tipo la sigla dei Pokémon- durante gli esercizi), il “Bambinelli day” (per quelle cose a me sconosciute chiamate addominali), lo Stretching day (che è probabilmente la più grande menzogna della mia vita visto che mi aspettavo una giornata di blando stiracchiamento e invece mi ritrovo ogni volta a sudare e tenere posizioni mentre impreco come non mai) e così via, il tutto mentre Guglielmo, Gabriele ed Enrico ci intrattengono come solo gli Scilla sanno fare.
Regà, fanno schiattare dal ridere e l’allenamento è bello serio visto che Gabriele, stuntman professionista, palesemente sa bene di cosa sta parlando… e ‘sti allenamenti mi fanno bene. Magari non avrò il fisique de Covid alla fine della quarantena (perché più che un allenamento mi servirebbe un miracolo divino che la Resurrezione gli fa un baffo) ma mi diverto, mi muovo, non impazzisco dalla noia e mi sento meglio con me stessa.
(Va beh dai, potrei anche avere una piccola infatuazione per Gabriele, ma questa è un’altra storia.)
Assolutamente da seguire, zero attrezzature necessarie, mette di buon umore e poi se ce la faccio io che sono poco più di un invertebrato -anzi, un verme verminoso– ce la potete fare tutti.

Io che ho a che fare con attrezzatura ginnica

Passiamo ad un’altra cosa che dubitavo avrei mi fatto nella mia miserabile vita.
Anni fa ho tentato di seguire una lezione di yoga vera e propria e mi sono sentita così goffa e stupida, con l’insegnante che mi lanciava commenti carichi di disprezzo come Salvini davanti ad un immigrato irregolare che mi sono data alla fuga come un pokémon nell’erba alta, senza mai guardarmi indietro e pensando “ma chi cazzo me lo fa fare, mi tengo la mia postura da Gobbo di Notre Dame e la flessibilità di un Baobab”.
Adesso però, tra le mie contratture al trapezio che in qualche modo devo gestire durante la quarantena e la necessità di rimanere calma per non fare una strage e mangiare spezzatino di genitori, ho deciso di provare a guardare qualche video… e dopo diversi tentativi ho trovato questo canale che mi piace tantissimo: La Scimmia Yoga.
Sara, la yogi (mi chiedo dove sia Bubu) ha una voce e un modo di fare, di parlare e di porsi che mi hanno incantata, e leggendo la sua bio si capisce che è un’esperta del settore.
Quindi, non pensavo l’avrei mai detto, da due settimane faccio yoga ogni mattina.
Ci sono video brevi e mirati per rilassare determinate parti del corpo, video lezioni complete per principianti e intermedi, meditazione, yoga per essere felici, più flessibili, più forti, video con nomi di pratiche a me sconosciuti&impronunciabili… Insomma ce n’è per tutti i gusti (+1.)
Veramente consigliato.

Infine c’è un’altra impresa nella quale mi sto cimentando, forse la più pazza di tutte.
Considerate che pur di non studiare mi sto allenando, il che penso sia abbastanza indicativo della mia situazione, ma come se non bastasse sto leggendo Guerra e Pace.
Zan zan zaaaan.
Ci sto provando per la terza volta, esatto, e ho convinto in realtà costretto, obbligato, e minacciato il mio cretinissimo migliore amico a leggerlo insieme a me tipo salotto di lettura, quindi chiunque voglia partecipare è il benvenuto! Ci sproniamo a vicenda ad andare avanti nell’impresa, insultiamo i personaggi (se qualcuno non ammazza Natasha entro le prossime tre pagine io esplodo) e cerchiamo di barcamenarci tra tutti i nomi e le famiglie presenti.

Per oggi mi sa che è tutto, ho deciso che per un po’ la smetterò di parlare di quarantena e Covid19 perché so che sta scassando la minchia un po’ a tutti quanti… dunque lo bandisco da questo regno almeno per qualche post.

Ciò detto, voi come state? Seguivate già uno di questi due canali/profili? Vi state allenando in questo bizzarro periodo o avete deciso di mandare tutto al diavolo e mangiarvi anche le gambe dei tavoli, ovviamente impanate e fritte? Grigliate pure i vostri animali domestici o siete così bravi da mantenere un’alimentazione equilibrata anche in questo pazzo periodo storico?
Fatemi sapere, ora vado a fare un po’ di yoga serale.

(Non è vero, vado a guardarmi Westworld perché mi hanno detto che è una serie angosciante e ansiogena quindi sembra la serie perfetta per moi, ma mi sembrava più figo dire che andavo a yogare.)
Hasta la vista, a presto!

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Estate killer di cuori

Maaaammia mia ragazzi, sto per morire di caldo. Lo sento, la fine è vicina. Ho pensato spesso a come morire ma cazzo, autocombustione per un’estate del pene non mi sembra un modo granché poetico per andarmene.
Sto bevendo un frappè per cercare di contrastare il calore dall’interno ma penso di stare solamente ingrassando. Ad ogni sorso mi allargo un po’.

Mi sono ripromessa di non parlare di politica perché è già tutto un casino così, poi mi altero, impazzisco e parto a scrivere post chilometrici e non è il caso.

Ma parliamo un attimo di questa estate 2019, che nella mia città sta facendo una strage di cuori.
Non potete capire quante coppie sono scoppiate nell’ultimo mese. Contando solo le persone che conosco abbastanza bene SEI COPPIE SCOPPIATE, più una decina di conoscenti e persone che conosco di vista. Allucinante, mai successo così ravvicinatamente.

Chi stava insieme da quindici anni, chi aveva firmato il contratto per la casa in cui andare a convivere, chi ha un figlio, chi stava insieme da tre anni e sembrava la coppia più unita del mondo… Una valanga di rotture. Corna da tutte le parti, la popolazione della mia città si è trasformata in un parco naturalistico pieno di cervi.

Ma poi si sono mollati tutti con una cattiveria incredibile cazzo, come se l’umanità l’avessero tutti lasciata in vacanza. Per messaggio, per messaggio ad un’amica della persona in questione, con insulti, senza dare nemmeno una spiegazione… Ma oh, ma dico io, qui bisogna tenere un corso su come fare le cose senza essere dei cazzo di stronzi perché non è possibile stare con una persona per anni e poi lasciarla in un modo tanto becero e cattivo.
E’ normale e sacrosanto voler lasciare qualcuno, capita. Però fatelo con un briciolo di tatto e umanità!

L’unico che in questo tripudio di melma si è accasato è il Pirla, rendiamoci conto. (Per chi non lo sapesse, Il Pirla è il mio grande amore platonico.)
Ho anche conosciuto la sua dama, che per comodità chiamerò la Pirla (senza accezione negativa, sia chiaro, è come il leone e la leonessa, il gatto e la gatta, il Pirla e la Pirla. Nomenclatura enciclopedica.).

Mi piacerebbe dire che lei è un’arpia, che ha la pelle a squame come i serpenti, che ha il quoziente intellettivo di un mollusco ed è simpatica come una cimice che comincia a volare nella stanza appena spegni la luce per dormire… Ma non posso, porca di quella miseria. Neanche ste soddisfazioni posso togliermi, perché è carina, spigliata, sembra avere anche un pochino di sale in zucca ed è divertente.
Capite, il mio massimo di simpatia si può riassumere in:
“Che pesci sono quelli?”
“Squali.”
“Squelli!”

…Non c’è competizione.
Diciamo che è proprio come piace a lui: bassa e frivola, lavora nella moda ed ha una quarta di reggiseno. Non come me che sono un metro e settantaquattro di problematicità, come diceva lui, e ho una retromarcia.

Mah. Mi passerà, come un’influenza.

Comunque, ragazzuoli, in questo periodo sto leggendo solo libri molto fighi: dopo “L’arminuta” che mi è piaciuto tantissimo ho finito anche “4,3,2,1” di Paul Auster e ora sto leggendo “Il Cardellino” di Donna Tartt, anche perché a settembre uscirà film film e io sono super curiosa. Tutti quanti super consigliati.

E voi cosa state leggendo? La vostra estate come procede? Quante rotture ci sono state nella vostra cerchia, è qui da me che si è scatenata la voglia di singleitudine o l’estate ha fatto danni anche da voi?

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Autoregali libreschi

Bom, ve la butto qui così questa foto delle mie zampette ricoperte da libri fighi.
Sono quattro autoregali che mi sono fatta per il mio compleanno, libri che volevo da una vita e che e che al momento (fino al 30 giugno) saranno disponibili -insieme a tutto il catalogo tascabili- col 25% di sconto in tutte le librerie che vendono Einaudi.
BUTTATEVI A CAPOFITTO, MIEI PRODI, e soprattutto fatemi sapere cosa comprerete!

  • Infinite Jest, di David Foster Wallace:
    Sono a pagina 50, è un libro stranissimo. Non avevo mai letto nulla di Wallace, ho voluto iniziare col botto: devo abituarmi perché è destabilizzante, ma mi sta stregando.
    “In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest, cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte. Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.”

  • L’Arminuta, di Donatella di Pietrantonio:
    Ragazzi, l’ho finito in un giorno e mezzo.
    Adoro il modo in cui è scritto, come la Pietrantonio accosta le parole nelle frasi riuscendo a evocare tanto con poco.
    Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con “L’Arminuta” fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c’è Adriana, che condivide il letto con lei. E c’è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L’accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. “
  • 4,3,2,1 di Paul Auster:
    “A volte per raccontare una vita non basta una sola storia. Il 3 marzo 1947, a Newark, nasce il primo e unico figlio di Rose e Stanley: Archie Ferguson. Da questo punto si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili, eppure reali, di Archie. Campione dello sport o inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo, le sue traiettorie sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy. Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d’accordo Borges e Dickens, un’avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno. “
  • Walden, Vita nei Boschi, di Henry David Toureau:
    “Nel luglio 1845 Henry Thoreau, a ventotto anni, lascia la sua città natale e va a vivere sulle rive del lago Walden, in una capanna da lui stesso costruita, e vi rimane oltre due anni. Nella quiete dei boschi coltiva il suo orto, legge, osserva gli animali, passeggia nella natura o fino a qualche villaggio vicino, scrive, fa piccoli lavori in casa, nuota. Thoreau vuole “marciare al suono di un tamburo diverso” e cerca la libertà immergendosi nei ritmi della natura. Testo seminale della consapevolezza ambientalista e caposaldo della controcultura americana, “Walden” è il resoconto autobiografico di questo esperimento di vita solitaria, la cronaca quotidiana di un ritorno alla semplicità, una dichiarazione d’indipendenza dalla pochezza morale di una società dedita all’accumulazione di ricchezza.”

E per chi cerca smalti che non costino un patrimonio ma che durino parecchio senza sbeccarsi alla prima occasione io mi sto trovando alla grande con quelli di Naj Oleari: 8 euro, colori classici e bellini più qualche colore pazzerello, e siamo a posto per l’estate.

Voi cosa state leggendo invece, ragazzuoli miei?

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Librando: L’incubo di Hill House, Shirley Jackson

Bene, penso mi trasferirò a Torino in pianta stabile. 
Potete già chiamarmi Sara Ronaldo, conto di accaparrarmelo nel giro di sei mesi di stalking selvaggio. Sarò la sua ombra.
Per chi si fosse perso la notizia visto che ne hanno parlato solamente tutti i giornali, telegiornali e praticamente ogni persona sulla faccia della Terra, Cristiano Ronaldo è passato alla Juventus.
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Io preparo le ovaie.

Parlando di cose vagamente più serie&interessanti… Libri. Anzi uno solo, di libro.
Era da tantissimo che non finivo un libro in due giorni netti. ShirleyJack.jpgSì, avrei dovuto studiare come una pazza in questi due giorni netti (ciao Linguistica Inglese B) e invece ho passato ore e ore a Hill House ad ascoltare risatine sommesse, fruscii nel bosco e porte che nel cuore della notte sbattono come se qualcuno stessecercando di buttarle giù.
Di cosa sto parlando? Del romanzo di Shirley Jackson, il famoso “L’incubo di Hill House“.

Trama:
Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice – e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l’esperimento paranormale in cui l’ha coinvolta l’inquietante professor Montague.
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Io di romanzi horror, mi duole ammetterlo, ne ho letti pochini per ora. Un po’ di Stephen King, un po’ di Lovecraft, qualcosina di Wulf Dorne (che non mi piace per niente), e qualche romanzo dimenticabile regalatomi di tanto in tanto; già con la mia scarsa conoscenza però posso dire he questo romanzo è molto diverso dagli horror più comuni.
Le persone a cui L’incubo di Hill House non è piaciuto dicono “non fa paura, non succede niente”. E hanno ragione, succede ben poco di terrificante. Quasi niente sangue, zero scene cruente, niente mostri né apparizioni improvvise.

Ma ugualmente io, per citare Aldo, Giovanni e Giacomo, “mi stavo cacando sotto.”

“Cosa?”

“Mi stavo cacando sotto!!”

Lo leggevo con l’ansia addosso, come se fossi anche io in quella casa dagli angoli storti, le pareri impercettibilmente inclinate, zone in cui fa cosi freddo che Pingu levate, in quella casa che ti osserva, ti segue e rimane in attesa, pronta a colpire. È un libro basato sulle atmosfere: porte che lasci aperte con mobili a tenerle ferme e ritrovi chiuse, rumori lugubri, una domestica che definire inquietante è un mero eufemismo… Insomma, di cose per fare pauricchia ci sono, ma penso che moltissimo faccia anche la scrittura della Jackson che con un lessico torbido e uno stile non troppo arzigogolato riesce a fare miracoli.

Per dire quanto mi abbia coinvolta vi dico che l’altro giorno me ne stavo sdraiata sul divano immersa nella lettura quando il mio stupido cane ha fatto cadere la scopa all’improvviso: ho fatto un balzo di almeno venti centimetri, ancora un po’ e finivo attaccata al soffitto come Spiderman.
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Arresto cardiaco sventato per miracolo.

Mi ha ricordato un po’ “Annientamento” perché  per tutto il romanzo noi seguiamo Eleonor e la sua percezione della realtà, percezione che però sembra diventare sempre meno affidabile man mano che la casa si manifesta, un po’ come la ricercatrice della trilogia X.

Passiamo ad un po’ di spoiler cosi chi l’ha letto può dirmi la sua.

A me il finale è piaciuto TANTISSIMO.
So che ci sono diverse interpretazioni, ma quella che mi piace di piu e a cui sono arrivata da sola, quindi la piu naturale per me, è che Eleonor sia lo spirito della casa, lo sia sempre stato e sempre lo sarà. Una Eleonor a-temporale, murata viva come suora in passato e murata viva adesso -metaforicamente- in casa con la madre malata, fuori dal mondo, incapace si adattarsi alla vita con altre persone. Strana, infetta anche lei, condannata a quella casa e salvata da quella casa che le offre finalmente un posto tutto suo.

Theodora e Luke premio “persone più fastidiose del mondo” edizione 2018. Lei è una roba insostenibile. Corre, ridacchia, strilla, fa battute deficienti… Ma un valium? Un po’ di xanax? Un cappio al collo e un saltino giù dalla torre?

Non mi è ben chiaro il ruolo della domestica in tutto questo. Perché è così fissata con gli orari? Perché parla solo con la moglie del professor Montague? Perché rabbrividisce nel sonno quando succedono cose a Hill House? 

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Bene, vado a cercare casa a Torino, alla prossima, spelacchiati! Voi fatemi sapere se l’avete letto, se l’avete divano, se volete leggerlo o se avete altro della Jackson, io credo che alla prima occasione mi comprerò Lizzie e La Lotteria.

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Regali di compleanno

Argh.
Regà, sono in crisi.
Crisi della scrittrice di cose stupide, chevvi devo dì.
Ho almeno dodici bozze salvate qui ma ogni volta arrivo a metà e mi scazzo, non mi piace quello che sto scrivendo o come lo sto scrivendo, mi sembra di star annientando la lingua italiana con la mia incapacità assoluta di esprimere i concetti quindi finisco col chiudere tutto e andare a farmi una tisana ogni volta. 

Insomma, datemi tempo perché ho in preparazione un post sulla seconda stagione di “13”, un post su “Jurassic World” (vi avviso che sarà per la rubrica “Film Brut”), una quantità indefinita di post sulle mie disavventure degli ultimi tempi, cose stupide, cose più serie… Insomma, di roba ce n’è. Tutto sta nel capire quando mi ripiglio.

Intanto però ho deciso di scrivere un post semplicissimo, ovvero cose carine che mi sono state regalate per il compleanno, perché magari qualche idea può interessare anche a voi o servirvi.

Alloooora:

  • Dopo aver letto “Dimentica il mio nome”di Zercocalcare ho rotto insistentemente le balle a tutti quelli che mi conoscono, quindi con somma generosità una coppia di amici mi ha regalato “Macerie prime” e “La profezia dell’Armadillo”.
    DANKE SCHON REGA VI LOVVO.
    Risultati immagini per dimentica il mio nome
  • Gli stessi amici hanno anche dato inizio ad una collezione che mi costerà migliaia e migliaia di dollari: i Funko Pop.
    Merda.
    Nel momento in cui l’ho scartato ho capito che era finita, la battaglia che combatto con me stessa da anni per non entrare nel girone infernale dei Pop è stata persa.
    Non mi resta che comprarli tutti, a partire dagli Avengers. Addio.Risultati immagini per funko pop silente
    Loro mi hanno regalato Silente, che non è il mio personaggio preferito della saga ma dai, vestito così è LA COSA PIU CARINA CHE ABBIA MAI VISTO.

  • Il barista del locale dove vado quasi ogni weekend è stato super carino e mi ha regalato due bottiglie gigantesche di una nuova birra ceca che gli è arrivata da poco. Voleva darmene sei bottiglie, contrattando sono arrivata a due… Devo ancora aprirle, vi sarò sapere.
    (Comunque le birre ceche sono le migliori e senon la pensate così vi meritate la Heineken. Blehhh)
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  • Soldi. Non poi così tanti, parenti potevate impegnarvi un po’ di più… Non è vero dai posso comprarmi un po’ di troka almeno.

Sto a scherzà, spenderò tutto in rossetti e fumetti, chevvelodicoaffare. Al momento sto seriamente pensando di comprarmi FINALMENTE tutta la collezione di “The Sandman” di Neil Gaiman nella versione super bella con le copertine super fighe… Mamma mia. Povertà, tornerò presto tra le tue braccia.Risultati immagini per sandman neil gaiman

  • Un buono della Feltrinelli da 25 euri, che so già spenderò in libri che mi avete consigliato voi nell’ultimo post! Quindi appena avrò deciso la lista definitiva vi farò sapere i titoli.

  • Ho rotto un sacco le balle anche per quest’altro regalo: le lenti per smartphone, per fare foto un po’ più fighe della media. Funzionano? Beh. Mah. Insomma. La macro mi piace molto anche se c’è un po’ da prenderci la mano, il grandangolo sfoca tutto quello che non è al centrissimo in modo un po’ fastidioso, però è gradevole… Il fisheye è divertente, devo testarlo in modo un po’ più approfondito che per fare foto stupide al naso del mio cane. 
    Ci sono di diversi prezzi e di diversi materiali, una volta che mi sarò fatta un’opinione su quelle che mi sono state regalate se vi interessa posso parlarne un pochito senza alcuna competenza tecnica ma con qualche foto di prova. Let me know.
  • Infine un regalo che mi sono auto fatta perché oh gente è il mio comple e se voglio spendere soldi in rossetti nonostante io ne abbia già circa seicento miliardi, lo faccio. Per citare Lesley Gore: “It’s my party and I cry if I want to”.
    Ovviamente di Mulac cosmetics, che adoro, e ovviamente dell’ultima collezione uscita, la Feminine Collection. Uomini e donne, se dovete fare dei regali a persone che amano il makeup andate qua, chiudete gli occhi e qualunque cosa compriate andrà bene.
    Io ho preso tre colorazioni (visto che sono stata brava?) e sono super soddisfatta, i colori sono fighi, la pigmentazione altissima, durano un botto, non seccano particolarmente le labbra… Insomma, approvatissimi. 

Okay penso di aver finito. Qualche regalo deve ancora arrivare, qualche regalo non so se arriverà mai, ovviamente quello che speravo di ricevere non era un regalo fisico e non è arrivato ma ahimè che ci dobbiamo fare. Almeno non sono Adinolfi, pensare a questo mi fa sempre sentire un po’ meglio con me stessa.

E voi come ve la passate? Io in una settimana sono riuscita a riprendere i pochi grammi che avevo perso con la palestra, ma vaffambagno. 
Auf wiedersehen! 

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Breve aggiornamento e libro in lettura!

Ma quanto è bello stare in casa in biancheria intima con il condizionatore a mille mentre fuori fa così caldo che anche il sole sta sudando? Posso passare così tutta l’estate?
Stasera invece dovrò vestirmi, e anche decentemente perché -rullo di tamburi- ho un appuntamento. Un quinto appuntamento, per la precisione. Con la stessa persona, ovviamente.
Andremo in un ristorante super elegante, se sentite qualcuno urlare “ansia” a squarciagola correndo su e giù per la strada… sarò io. 

Va beh. Terrò per me tutte le paranoie che mi stanno assalendo e condividerò con voi la mia lettura del momento, invece: “La cena” di Herman Koch. Esatto, finalmente lo sto leggendo! Tra l’altro per il mio compleanno me l’hanno regalato due persone diverse quindi ora ho due copie, entrambe con una dedica super carina quindi nope, non ne venderò una. 
Mi sta piacendo tanto, è scritto moooolto bene e il modo in cui si sente la tensione salire pagina dopo pagina mentre ci si avvicina al clou del romanzo fa capire quanto la sua scrittura sia stata studiata al dettaglio. E bravo Ermanno!
Ah, se volete leggerlo… NON LEGGETE LA TRAMA DA NESSUNA PARTE, MEN CHE MENO IN QUARTA DI COPERTINA. Fossi nel signor Koch mi incazzerei a bestia perché spoilerano tutto in due righe.
Limitatevi a sapere questo: “Due coppie sono a cena in un ristorante di lusso. Chiacchierano piacevolmente, si raccontano i film che hanno visto di recente, i progetti per le vacanze. Ma non hanno il coraggio di affrontare l’argomento per il quale si sono incontrati: il futuro dei loro figli.

Basta, torno a studiare tedesco come se non ci sia un domani perché l’esame si avvicina galoppando e io ancora non so come minchiazza declinare gli aggettivi. 

Hasta la vista!

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Salone del libro 2017: SalTo17. 22/05.

Buondì Spelacchiatini e Spelacchiatine, come butta?
Io sono distrutta. Spompatissima.
Non ho più l’età per certe cose, e con “certe cose” intendo perdermi a Torino e camminare quattro chilometri sotto al sole all’una di pomeriggio… E non sto scherzando ahimè. Tutta colpa di una vecchia che non sa dare indicazioni, sarei dovuta tornare indietro a bastonarla sulle rotule.

Comuuuunque nonostante mille peripezie io e una mia amica siamo giunte al Salone del Libro di Torino e mi è piaciuto tanto tanto, anche se forse l’edizione 2016 mi era piaciuta un filino di più. Ma forse solo perché era la mia prima volta ed ero estasiata dall’atmosfera e dal clima di amicizia e di passione letteraria che si respira.

Per la mia amica era la prima volta al Salone, quindi ha fatto quello che secondo me è “l’errore da principiante“, ovvero voler andare agli stand delle grandi librerie. Io penso sia assolutamente inutile andare agli stand di Feltrinelli e degli altri “colossi” dell’editoria per il semplice fatto che ‘ste benedette librerie le trovi ovunque, in qualunque città. Eventi come il Salone del Libro invece dovrebbero far scoprire realtà editoriali nuove, dare la possibilità di conoscere autori autopubblicati, parlare con gestori di piccole case editrici e farti spiegare la loro storia… Insomma, vivere la gente che è l’editoria italiana.

Da quel punto di vista il SalTo è meraviglioso, ci sono tantissime opportunità, tanti laboratori e tante conferenze super iper interessanti.

Insomma, se non si fosse capito io consiglio a chiunque abbia la possibilità l’anno prossimo di andarci.

Detto ciò, io non è che sia stata molto originale a sto giro di acquisti. Scusate ma quest’anno ho troppo pochi soldi per potermi lanciare in queste spedizioni libresche, ordunque mi sono tolta uno sfizio che volevo togliermi da veramente tanto tempo:

  • Oh! Le meraviglie del mondo, di Leo Ortolani.
    Chi non conosce Leo Ortolani? Credo nessuno. O almeno spero, perché per me è veramente bravissimo. Ho scelto proprio questo tra i vari volumi presenti perché mi aspetto che sia il più sarcastico, satirico e caustico. Perché la cosa che più mi piace di Ortolani -oltre ovviamente al senso dell’umorismo- è la capacità di far ridere e far riflettere allo stesso tempo, dote che vorrei tantissimo avere anche io e che ammiro molto. In questo caso si parla di aborto, di naziskin, di morte, di mafia, di sesso e molti altri argomenti su cui è difficile scherzare se non si sa come farlo.
    E Leo lo sa.
    Per ora quella sulla droga è la mia preferita, ma a lettura finita farò sicuramente una recensione.
  • Le fleurs du mal, ovvero I Fiori del Male di Baudelaire. Lo volevo da tanto, continuavo a rimandare ma oggi me lo sono trovata davanti a due euro e novanta quindi crepi l’avarizia.

    Ciò detto vado a guardarmi “Una serie di sfortunati eventi” su Netflix, che mi è stato più volte consigliato. Se l’avete visto ditemi, vale la pena?

    Buenas noches, Spelacchiatos!

    Ps: se mi arriva un commento del tipo “con l’attentato di Manchester parli delle tue boiate” vado direttamente a casa del commentatore a piedi e gli lascio i calzini che ho usato tutto il giorno al salone.
    Per restare in tema di armi di distruzione di massa.
    #blackhumorisracist?

    Buonanotte, andate a mettere foto con il fiocchetto con le orecchie di Ariana Grande in nome del cattivo gusto, dai.