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To be read, watched, bought #Agosto


To be… read, watched, bought

ovvero una carrellata di buoni propositi letterari, cinematografici, e shoppingosi


Allora e alla mezz’ora, nuova tipologia di post… O almeno credo.
Io sono una persona che veramente, nonostante tutti gli sforzi, porta a conclusione poche cose. Il corso di tennis abbandonato dopo tre anni, il disegno, l’università… No okay l’università la devo finire perché ormai è una questione di principio.
Comunque sia, essendo una persona così poco incline a portare a termine i suoi impegni (vi sarete resi conto che sono due ore che scrivo sto post e non mi viene mica in mente il vocabolo per descivere la mia categoria di persone) ho pensato “massì, facciamo come tutte le persone organizzate e poniamoci dei paletti”.
I miei paletti di questo mese sono due/tre dal punto di vista libresco:

To be read

  1. La regina dei draghi: quarto librozzo della saga di George “sono malvagio” Martin, sto già cominciando a vacillare. Ma devo finirlo e andare avanti a oltranza. DEVO.
    Mentre la cometa di sangue continua a brillare nel cielo dei Sette Regni, la Guerra dei re prosegue senza esclusione di colpi. Ma, all’estremo Nord, forze oscure e minacciose si fanno sempre piu incombenti. L’esistenza stessa dei Sette Regni e in pericolo.”
  2. In una sola persona by John Irving.
    “Sono i nostri desideri a plasmarci. In un minuto scarso di accese, inconfessabili fantasie ho desiderato di diventare scrittore e di fare sesso con Miss Frost, non necessariamente in quest’ordine.” Quando Billy, a tredici anni, entra per la prima volta nella biblioteca della sua cittadina del Vermont, è in cerca di libri su ragazzi che si sono presi “una cotta per la persona sbagliata”: nel suo caso il futuro patrigno Richard, il crudele compagno di scuola Kittredge e la stessa bibliotecaria Miss Frost, statuaria, con le spalle larghe, i bicipiti robusti e un seno da adolescente. Figlio di un crittografo da cui la madre si era subito separata, cresciuto in una famiglia di uomini eccentrici e donne puritane, circondato da un cast di amici, amiche, amanti, travestiti, transgender che rifiutano di farsi incasellare in una categoria o in uno schema, Billy racconta oltre mezzo secolo di avventure tragicomiche alla ricerca di sé (e del padre). Attraverso le sue parole, John Irving mette in scena una toccante epopea sul terrore di essere diversi, sulla profonda verità delle passioni che ci abitano, sulla felice impossibilità di essere altro da sé.
    Questo l’ho trovato all’IBS nel reparto “libri usati” a metà prezzo, avendo sentito parlre molto bene di Mr Irving l’ho arraffato immediatamente.

  3. Strawberry Fields by Mark Lewisohn
    Non che ci sia una vera e propria trama, seguiamo lo svilupparsi di questo incredibile album e il tour che ne è seguito ma vi lascio la quarta di copertina:
    Scritto dal più autorevole studioso del mondo Beatles è una trafelata corsa da Penny Lane al concerto sul tetto della Apple passando per ragazzine urlanti, anime di gomma, trichechi e campi di fragole per sempre.
    Una favola moderna, un thrilling, un irresistibile bigino per sapere tutto sull’unica vera Band dei quattro”


To be watched
,

 ovvero film e serie tv che voglio guardare in questo mese:

  1. Mommy by Xavier Dolan, datato 2014.
    Diane è una madre si
    ngle, una donna dal look aggressivo, ancora piacente ma poco capace di gestire la propria vita. Sboccata e fumantina, ha scarse capacità di autocontrollo e ne subisce le conseguenze. Suo figlio è come lei ma ad un livello patologico, ha una seria malattia mentale che lo rende spesso ingestibile (specie se sotto stress), vittima di impennate di violenza incontrollabili che lo fanno entrare ed uscire da istituti. Nella loro vita, tra un lavoro perso e un improvviso slancio sentimentale, si inserisce Kyle, la nuova vicina balbuziente e remissiva che in loro sembra trovare un inaspettato complemento.”

  2. Interstellar by Christopher Nolan. Cercando di superare la mia avversione per Matthew McConaughey.
    “Una piaga sta uccidendo
     i raccolti della Terra, da diversi decenni l’umanità è in crisi da cibo e quasi tutti sono diventati agricoltori per supplire a queste esigenze. La scienza è ormai dimenticata e anche ai bambini viene insegnato che l’uomo non è mai andato sulla Luna, si trattava solo di propaganda.
    L’ex astronauta Cooper, mai andato nello spazio e costretto a diventare agricoltore, scopre grazie all’intuito della figlia che la NASA è ancora attiva in gran segreto, che il pianeta Terra non si salverà, che è comparso un warmhole vicino Saturno in grado di condurli in altre galassie e che qualcuno deve andare lì a cercare l’esito di tre diverse missioni partite anni fa. Forse una di quelle tre ha scoperto un pianeta buono per trasferire la razza umana e in quel caso è già pronto un piano di evacuazione. Andare e tornare è l’unico modo che Cooper ha di dare un futuro ai figli.”

  3. Daredevil, 2015, by Netflix

To be bought:
  1. E ora parliamo di Kevin, by Lionel Shriver.
    A 16 anni, Kevin ha preso l’arco con cui si esercitava da tempo e ha ucciso sistematicamente, nella palestra della scuola che frequentava, sette compagni, un inserviente e l’insegnante di algebra. Uccidere, nella sua logica distorta, era il mezzo per uscire dalla massa indistinta e diventare protagonista. E ora lo è, nel carcere minorile in cui è rinchiuso, temuto e rispettato dagli altri giovani reclusi. A raccontarcelo è la madre, Eva Katchadourian, newyorkese di successo, in una serie di lettere al marito assente. Attraverso le sue parole si snoda la storia della famiglia e dei suoi componenti: Eva, con il suo rapporto ambivalente nei confronti della maternità, il marito Frank, sempre pronto a giustificare il figlio in totale contrasto con lei, e lo stesso Kevin, un piccolo genio del male da quando ha aperto gli occhi sul mondo. Lettera dopo lettera, è un susseguirsi di fatti e di episodi che scavano nella vita familiare e ci restituiscono un quadro lacerante, sofferto, filtrato dalla lucida intelligenza e dalla profonda umanità di Eva, che non smette di chiedersi se non sia anche sua, e del rapporto di malcelata ostilità con il figlio, la colpa di quanto è successo”
    Ah, hanno anche tratto un omonimo film dal libro.

    Spero che questa carrellata di titoli non vi abbia annoiato e che, anzi, qualcosa vi abbia incuriosito… Vedremo cosa riesco a combinare in questo (mezzo) mese!

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(Noiosa) "Storia di una ladra di libri"


Librando: #(noiosa) Storia di una ladra di libri
Ovvero quando un successo mondiale non ti piace




Qualcosa mi dice che questa recensione porterà grande delusione, dunque lo dico subito: questo libro non mi è piaciuto.

Non mi ha fatto schifo, questo no, ma io mi ero aspettata i grandi romanzi, il grande libro del mondo, 

Il romanzo è scritto da un punto di vista moooolto particolare e che all’inizio mi ha fatta rimanere 
un po’ così: O.O

Il punto di vista, regà, è quello della Morte. La Morte a sto giro è una creatura curiosa, misericordiosa, che si china verso noi umanoidi in procinto di trapassare e prende con sè le nostre anime bambine. La Muerte, dunque, segue a suo modo le vicende della protagonista Leslie, acchiappando anime qua e là e dispensandoci frasi dall’aria profonda ogni due per tre.

Meh.

Dico “dall’aria profonda” perché ogni tanto, non so se per la traduzione o erano proprio volutamente così, queste frasi pazzesche mi sembravano vuote e un po’ prive di senso e di quel tocco poetico che invece avrebbero voluto contenere.

La scelta del narratore all’inizo del romanzo non sapevo se a lungo andare mi sarebbe piaciuta o meno, ora posso dire che non mi ha colpita più di tanto; la morte che racconta della seconda guerra mondiale mi fa strano, e soprattutto non credo che offra chissà quale arricchimento alla trama.
Lo so, volete picchiarmi, ma please trattenetevi dal farlo, sono ancora giovane e ho così tanti libri da leggere!
La trama non è male, ma la prima metà del romanzo è stata un’agonia. Scrittura lenta, avvenimenti radi, pochissimi dialoghi e troppo “nulla” in mezzo a tutte quelle righe… Poi, a metà romanzo, la svolta: la storia comincia a prendere, la scrittura si velocizza quel che basta, e le ultime duecento pagine vanno via rapidamente.
La storia di Leslie è triste, la storia delle sue guerre lo è: una è quella per la sopravvivenza. Lei è stata abbandonata dalla madre e viene affidata ad una famiglia nella HimmelstraBe, e la piccola dovrà lottare per smettere di piangere ed andare avanti, costruendosi una vita con la famiglia che la ospita. 

La seconda è ovviamente la guerra mondiale, che le porterà via tutto, poco a poco.
Ma questo romanzo è anche la storia di Max, ebreo perennemente in fuga finché il padre adottivo di 
Leslie non lo accoglie nascondendolo nel seminterrato freddo. La scrittura di Zusak rende molto bene l’atmosfera ansiosa, precaria, di paura dell’uomo e di chiunque abbia a che fare con lui, consapevole del pericolo in cui incorre, ma ci infila sempre troppi ghirigori.

La storia, dunque, è interessante. E’ profonda, anche. Ma c’è qualcosa nello stile di Zusak che veramente non mi prende… Probabilmente va solo a gusti personali, o forse avevo aspettative troppo alte vista la quantità di recensioni super iper mega positivissime che circondano questo libro.

In ogni caso… A voi che è piaciuto, perché è piaciuto? C’è qualcuno che la pensa come me?

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Aggiornamenti vari e Dio di Illusioni by Donna Tartt

Io

Pant.
Non so voi ma io mi sto squagliando come un gelato in spiaggia.
Avete presente quei giorni in cui vorreste stare su un materassino in mezzo all’acqua, con un mega drink ghiacciato(possibilmente al cocco), un buon libro e zero pensieri? Ecco, questo è uno di quei giorni… E non ho nemmeno una coca cola in frigo.
La sessione estiva sta dando grandi soddisfazioni ma anche enormi delusioni (tedesco, ancora tu, sei sempre tra le pal-ehm, chi non muore si rivede), ed è incredibilmente impegnativa; anche gli esami fuffa si stanno rivelando dannatamente difficili, il che è frustrante. Avete presente a inizio anno quando dite “okaaaay questo corso è una boiata, lo scelgo” e poi alla fine vi ritrovate a dover studiare sei libri, leggere tre saggi, guardare otto film e riempire pagine e pagine di esercizi? Ecco.
Lancerei l’hashtag #solosceltesbagliate
A voi l’inizio estate come sta andando? Anche voi siete impelagati con gli esami? Anche voi state prendendo qualcosa come tre chili al giorno perché non fate altro che mangiare pane e nutella come se non ci fosse un domani per carburare e andare avanti? Avete fatto anche voi solo scelte sbagliate?

Passando ad argomenti più decenti, parliamo di… libri! Anzi di un solo libro.
Vostro Onore, lo ammetto, sono colpevole. Ho preso una pausa da Game of Thrones. Pausa di riflessione.
No, no, non mi ha tradita. No, non ho smesso di amarlo.
Non perché sia diventato noioso o chissà quale altra eresia, semplicemente dopo aver letto i primi tre libri in un mese o andavo in overdose o mi prendevo una pausa di riflessione dal mondo di Martin. Ma tranquilli, mi ci ritufferò a breve, probabilmente di testa.
Anche se dopo essermi beccata lo spoiler della vita direi che leggerò con meno piacere. Gente che guardate la serie e spoilerate, un po’ vi detesto.

Intanto mi sto godendo un viaggio, una vacanza, un soggiorno in un college del Vermont, in compagnia di un professore eclettico e affascinante e cinque studenti brillanti, ricchi, arroganti e incredibilmente intelligenti.
A questo punto l’avrete capito, forse: sto leggendo “Dio di Illusioni”, di Donna Tartt.
Ho trovato questo libro scontato all’IBS, al venticinque percento di sconto. In realtà avevo in mente di prendere “Il Cardellino”, il romanzo che ha fatto vincere alla Tartt il premio Pulitzer, ma la copertina e la trama di questo romanzo mi hanno catturata e quindi via, è andata. E poi non ero sicura di volermi lanciare in un romanzo di più di mille pagine.
Devo dire che non è esattamente quello che mi aspettavo. Dalla quarta di copertina mi aspettavo un romanzo a metà tra Posh e L’attimo fuggente, invece meh, non è proprio così.

Trama!
“Un piccolo raffinato college nel Vermont. CInque ragazzi ricchi e viziati e il loro eccentrico e affascinante professore di greco antico, che insegna al di fuori delle regole accademiche imposte dall’università e solamente a una cerchia ristretta di studenti. Un’élite di giovani che vivono di eccessi e illusioni, lontani dalla realtà che li circonda e immersi nella celebrazione di un passato mitico e idealizzato, tra studi classici e riti dionisiaci, alcol, droghe e sottili giochi erotici. Fio a che, in una notte maledetta, esplode la violenza. E il loro mondo inizia a crollare inesorabilmente, pezzo dopo pezzo.”

Io non ho ancora finito di leggere questo romanzo, sono precisamente a pagina 401, ma sinceramente di quello che questa trama prometteva ho visto poco. Insomma, io mi aspettavo veramente dei ragazzi fastidiosamente ricchi e schifosamente viziati, di quelli che cambiano macchina se la propria si sporca, invece questi ragazzi sono ricchi in modo easy, sono sicuri di loro stessi ma sono aristocraticamente gentili.
Il professore, Julian, sinceramente me lo immaginavo come Robin Williams in “L’attimo fuggente”, o almeno una costante presenza incredibilmente carismatica…E invece Julian è un personaggio che compare poco, parla molto e non ispira mai quel reverenziale rispetto carico di ammirazione che io mi aspettavo di provare…
Nonostante tutto ciò, il libro è fico e scorre bene, la storia prende, i personaggi affascinano a modo loro, la scrittura di Donna Tartt è stratosferica, la suspense ti fa andare avanti a velocità sonica… Ed io non vedo l’ora di finire, perché non so cos’altro possa succedere a questo punto della storia e non so come possa finire.

Tartt e frappè al cioccolato e caffè, cosa si può chie
dere di più

Una delle cose che più mi piace di questo romanzo è sicuramente il fatto che durante la narrazione ci siano continui piccoli shock.
Tu sei lì, immerso nella vita di questi cinque ragazzi, ridi alle loro battute, cerchi di capire il loro filosofico modo di pensare, e poi sbam, all’improvviso la Tartt di piazza lì una frase terribile, un commento che ti riporta alla realtà, al fatto che questi ragazzi hanno commesso qualcosa di atroce e imperdonabile. E quindi tu ti concentri, cercando di capirli più a fondo questi ragazzi apparentemente innocui, apparentemente perfetti.
E’ proprio questo lanciare qualche bomba qua e là che mi piace veramente veramente tanto. Sei lì, a ridere e poi senti un gelo calarti addosso per l’enormità di quello che è successo.
Non sto spoilerando nulla, comunque, che qualcosa di terribile sia stato fatto lo ammette il narratore stesso, il nostro Richard, già nelle prime pagine. Il bello è star dietro ai personaggi fino a capire cosa, come e perché è successo. Analizzare i loro comportamenti, le loro reazioni strane, il modo che questi giovani aristocratici hanno di gestire una cosa più grande di loro.

Questo romanzo ha pregi e difetti, ma credo che la cosa straordinaria sia la prosa di Donna Tartt.
Perché se è il tuo primo romanzo e riesci a scrivere seicentoventi pagine senza mai annoiare, senza mai risultare fastidiosamente prolissa, senza mai far pensare “okay basta non ce la faccio, chiudo qua”, allora qualcosa di straordinario deve esserci per forza.

Per oggi è tutto, ora andrò avanti a pagellare la MotoGP che ho ancora il cardiopalma per l’ultima curva, poi andrò a dormire e domani farò un esame probabilmente disastroso.
Fatemi sapere se avete letto questo romanzo o qualunque altra cosa di Donna Tartt, mi raccomando!

Saramandra
Pubblicato in: Doevstoevskij, http://schemas.google.com/blogger/2008/kind#post, Le notti bianche, libri

"Le notti bianche", Doevstoevskij

Le notti bianche, Fedor M. Doevstoevskij

Breve ma intenso

Sempre siano lodate le edizioni da 0,99 centesimi della Newton Compton. Ammettete di avere una carrellata di quei libricini, tanto anche se negate nessuno vi crede. Menzogneri.
Insomma, proprio di questa economicissima edizione sono entrata in possesso perché la poracceria non è morta (altro che cavalleria, che ormai è sepolta).
Per la rubrica “cose inutili”, trovo molto azzeccata ed evocativa anche l’unica immagine presente nella copertina: una panchina vuota. Brava Newton Compton.

Trama: “Le notti bianche”, un romanzo brevissimo -appena centocinquantaquattro pagine in questa particolare edizione- ma denso di significati, di concetti, di solitudine e di amore.
Il protagonista è un sognatore, un uomo solo, un pensatore anonimo; incapace di relazionarsi e di mantenere le amicizie, il nostro personaggio incontrerà un giorno una giovane donna che lo farà capitolare dal primo istante: superando la sua timidezza estrema infatti entra in contatto con la donna e i due diventano subito amici; iniziano così le loro notti bianche, notti passate a parlare del loro passato e del loro futuro, di amore e di delusione, notti di speranza e di passato.

E’ il momento delle confessioni: non avevo mai letto nulla di Dostoevskij. Shame on me, lo so, ma recupererò visto che il mio primo approccio con lui è andato così bene.
Devo dire che il caro Fedor ha uno stile incredibilmente piacevole, con poche righe ti fa entrare non solo nel “mood” del romanzo ma rende subito chiari i tratti principali dei personaggi.

Essendo io una persona che di sociale e socevole ha ben poco mi sono ritrovata a capire e compatire il protagonista sconosciuto, il quale si ritrova a rendersi conto di tutto quello che gli è mancato per anni. Una donna, un’amore, una compagnia…
E proprio quando si abitua a tutto questo, quando si aggrappa all’idea di aver finalmente trovato tutto quello che gli era sembrato irraggiungibile… Nansten’ka gli viene portata via, e con lei tutta la felicità e le speranze che aveva portato nella vita del sognatore, che ora tornerà alla San Pietroburgo della fantasia.

Riflettendoci sono arrivata a pensare che forse uno dei punti di forza di questo romanzo è il fatto che il lettore può riconoscersi, ad un certo punto della storia. Io mi sono ritrovata nel protagonista, ma ho riconosciuto il dolore della perdita che il protagonista prova quando Nastenka sceglie il suo forestiero. Ho ritrovato la consapevolezza di essere stata messo da parte, illusa e poi scartata che avevo provato anni fa.
E a voi cos’ha riportato questo romanzo? Delusioni d’amore o soddisfazioni d’amore? Un vecchio amante? Siete anche voi dei sognatori?

La vostra Saramandra assonnata

Pubblicato in: il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, Librando, libri, se per un anno una lettrice

Gentilezze e letture in arrivo su questo blog

Non avendo avuto il computer sotto mano nel week end stavolta niente Pagellando la MotoGP, però che gara ragazzi! Il mio Lorenzo secondo, sto ancora distribuendo gioia da domenica.

Comunque sia, l’altro giorno sono uscita per cercare un regalo; ero in condizioni pietose, capelli in una coda tattica per nascondere il fatto che dovevo lavarli, praticamente struccata (un filo di matita non si nega a nessuno), aria disperata di chi sa che non troverà mai quello che cerca… E in tutto questo un ragazzo, forse sotto acidi, mi guarda, mi sorride, e dice “sei bellissima, buona giornata”.
Mi sono un pochino sciolta.
Perché non l’ha detto per provarci (avrebbe anche potuto eh >.>), ma solo per gentilezza! Forse gli facevo pena, forse lo pensava davvero (allora mi chiedo quante donne abbia visto nella sua vita), fatto sta che mi ha letteralmente tirato su di morale con quattro parole.
QUINDI la morale di oggi è: dite cose carine agli sconosciuti, potreste rendere la loro giornata meno buia e sconsolata.

A parte questo, ho deciso di ricominciare a leggere. L’università mi aveva completamente fatto dimenticare cosa volesse dire amare un libro, ma ho deciso di ritagliarmi dello spazio per ricominciare a farlo, perché mi sono resa conto che mi manca tantissimo. Altro suggerimento del giorno, oggi mi sento in vena di dispensare pillole e consigli a destra e a manca, ritagliatevi anche solo dieci minuti al giorno per fare quello che vi piace davvero, vi sentirete meglio!
Per ora i libri “in cantiere” sono:
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”


Allan Karlsson compie cento anni e per l’occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna, con tutte le autorità. Allan, però, è di un’altra idea. Così decide, di punto in bianco, di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell’unico luogo dove la megera direttrice dell’istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell’attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l’attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all’ingombrante valigia cui si accompagna, il giovane chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l’allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l’arzillo vecchietto. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino.

e “Se per un anno una lettrice”.

trama:
Decisi di dare inizio al mio progetto di lettura quotidiana il giorno del mio quarantaseiesimo compleanno. Tutti i libri sarebbero stati quelli che avrei condiviso con Anne-Marie, se avessi potuto. Il mio anno di intensa lettura sarebbe stato il mio progetto personale di fuga dentro la vita.” Per Nina Sankovitch è l’inizio di una folle impresa: concedersi – con quattro figli e un marito in giro per casa, tra liste della spesa, panni da lavare, merende da preparare e cene da cucinare – una pausa forzata dal mondo e dai suoi ritmi concitati. Ma soprattutto dal dolore della perdita, esploso dentro di lei con la violenza di un uragano alla morte di sua sorella Anne-Marie. Un dolore troppo profondo per limitarsi ad aggirarlo nella speranza di lasciarselo alle spalle. Dai libri Nina si aspetta di ricevere consigli e insegnamenti, distrazione ed entusiasmo, serenità e giusto distacco. Nei libri troverà molto di più. Questo è il racconto del viaggio che, iniziato tra pagine di carta, l’ha portata a ripercorrere le storie della sua famiglia e i ricordi di un’intera vita, alla ricerca della chiave capace di far scattare la serratura della felicità.

Ho comprato entrambi nella sezione “libri usati” della Melbook qui nella mia città, quindi li ho pagati qualcosa come quattro euro e non so dirvi il prezzo pieno. Non mi aspetto niente di che ma spero siano un buon rientro nel mondo dei libri!
A domani o lunedì con le pagelle della MotoGP (Marc, please, prenditi una domenica sabbatica)!

Pubblicato in: chi me lo fa fare, comico, horror, http://schemas.google.com/blogger/2008/kind#post, Librando, libri, paura, porcaccia un vampiro, vampiri

Librando: prossimi acquisti italianissimi

E’ estate e la mia vita si alterna tra studio e serie tv (e con “serie tv” intendo Doctor Who, che è spettacolare) con qualche gara o partita -di tennis, non i mondiali- qua e là. A voi come va? Spero tutto bene!
Magari siete già al mare o in montagna, con un buon libro, degli amici stupidi, a bere birra e ascoltare canzoni rock in macchina? Beh, beati voi!
Per l’università mi tocca leggere libri di cui avrei fatto volentieri a meno, come “La peste” di Camus, un sacco di romanzi di Thomas Mann e qualcosa di autori neozelandesi decisamente sconosciuti. Perfino “Cecità” di Saramago si sta rivelando una delusione, e dire che era uno dei pochi che ero contenta ci avessero rifilato.


Intanto la mia wish-list si allunga sempre di più; ad avermi incuriosita in questo periodo sono principalmente due libri, ma la cosa strana è che… *rullo di tamburi, suspance che sale* sono di autori italiani!!

Capiamoci, l’Italia mi piace (gli italiani un po’ meno) riconosco la nostra supremazia in tante cose ma la scrittura, negli ultimi anni, non è stata decisamente il nostro campo. Tra una merda di Moccia, quelle vaccate di libri dei “comici” di Colorado, e la Troisi che personalmente non disdegno ma ha un po’ sfrantecato le balle con le sue saghe direi che non siamo messi benissimo.

Che Giacomo Gardumi ci dia una speranza? Che un coniglio assassino (immagino) sia la svolta?
Vi spiego, stranamente ero in libreria. Stavo spulciando le novità segnandomi qualche titolo sul cellulare quando mi viene un piccolo infarto: un coniglio nero con un’ascia sulla spalla mi sta fissando da una copertina. Okay all’inizio pensavo fosse un lupo mannaro o qualcosa del genere, poi guardando meglio mi sono resa conto che era ancora più sinistro. Sarà che dopo Donnie Darko i conigli non mi ispirano più tutta quella tenerezza…

 

Dalla quarta di copertina:
Un’inaspettata apocalisse distrugge la razza umana e trasforma la terra in un pianeta morto. Sopravvivono quattro piccoli nuclei familiari, rinchiusi in minirifugi atomici nella città di San Francisco. I superstiti possono comunicare tra loro grazie a un trasmettitore satellitare. Improvvisamente gli occupanti di uno dei rifugi cominciano a sentire dei colpi battuti sulla porta, come se qualcuno volesse entrare, benché la telecamera che inquadra la superficie riveli chiaramente che nessuno si è avvicinato. Gli avvenimenti misteriosi si moltiplicano, finché un «coniglio» rosa penetra nel rifugio e compie un orrendo massacro. Gli altri memebri del gruppo si rendono presto conto che il «coniglio» è solo all’inizio della sua missione di morte…

Insomma, sembra proprio fico. L’horror non è proprio il mio genere, ho letto solo qualcosina del Re (Stephen King, ovviamente), ma è giunto il momento di allargare i miei orizzonti!So già che mi pentirò della lettura essendo una fifona di quarto livello, ma ormai ho deciso: alla prima occasione sarà mio. E ogni notte avrò gli incubi, ma sono i rischi del mestiere.

L’altro è un romanzo a cui faccio il filo da parecchi mesi, che non è ancora mio solo per stupidità (mia e delle librerie della mia città): avrei dovuto ordinarlo e attendere un paio di settimane perché fosse mio ma invece di farlo mi son detta “massì, lo troverò in un’altra libreria”. Non l’ho trovato.

Si intitola “Porcaccia, un vampiro!”, l’autrice è Giusy de Nicolo ed è di tutt’altro genere, un fantasy-comico con protagonisti due ragazzi: Ludovico, misterioso e scorbutico vampiro bisessuale, e Andrea, un normalissimo umano un po’ sfigato.
L’idea di una storia di vampiri con battute sarcastiche e idiozie varie&eventuali mi ispira tantissimo, il contorto di storia d’amore sembra fichissimo e sinceramente, se qualcuno non me lo regala al più presto me lo regalerò da sola.

Dalla quarta di copertina“Allora Andrea Magli” iniziò, “ho due possibilità, ti uccido o ti lascio andare. Tu che consigli?” “Io… per favore… non…” “Lo immaginavo” sorrise. Pasta al burro a fine mese. Una città hard rock come Bari. La faida dello zerbino con la famiglia del secondo piano. Andrea “Cespuglio” Magli è uno studente con la sindrome del criceto. Ludovico, dark e fascinoso, sembrerebbe l’ideale per toglierlo dalla gabbia, se non fosse un vampiro pericolosamente bisex e per giunta nel mirino del racket.
Okay concludo anche oggi, se qualcuno ha letto uno di questi libri… Faccio bene a comprarli?? Risparmiate una spesa inutile ad una giovane universitaria squattrinata! Oppure sono bellissimi e devo mollare tutto e fiondarmi in libreria?
Torno sui libri, stavolta quelli di testo, a prepararmi per un nuovo fantastico esame, alla prossima!