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Ciance sparse: tamponi e tapparelle


DIN DON DAAAN DIN DON DAAAAN SUONAN LE CAMPAAAAAN
Piu che le campan qua mi sa che a suonare e sbattere sono un po’ le balle di chiunque, però cerchiamo di essere poetici e natalizi che se no è la fine.

Che poi parlo io, chiusa in una stanza di mezzo metro quadro da dieci giorni con i muratori nell’appartemento accanto alla mia camera che attaccano alle otto e mezza di mattina e finiscono alle sei e mezza di sera di martellare, segare, trapanare…
Come se non bastasse questo tripudio di rumori fastidiosi i miei genitori sono impazziti e hanno deciso di darsi al bricolage.
Dovete capire che a casa mia le cose si affrontano in un certo modo, ovvero ignorando ogni minimo problema finché non diventa così grande che è impossibile continuare a far finta di nulla, e comunque noi lo ignoriamo ancora un po’.

Oggi tocca alle tapparelle.
Credo siano circa tre anni che per andare sul balcone dobbiamo accartocciarci su noi stessi come i mimi che si infilano nelle scatole; dobbiamo diventare piccoli piccoli, strisciare sui gomiti come se fossimo nell’esercito, rotolare nei ventitrè centimetri di spazio che ci sono tra la tapparella e il pavimento e poi una volta fuori sul balcone nessuno ha più voglia di rientrare quindi rimane lì per eoni ed eoni.

Io avevo preso in considerazione l’idea di lanciarmi di sotto, pur di non ripetere quella trafila.

Non so bene cosa sia successo a quelle stracazzo di tapparelle, so solo che un giorno non si alzavano più; da lì è stato come questo Natale col Covid: prima quelle della sala, poi in camera dei miei ed infine quelle dell’altro balconcino con la caldaia.
Una moria di tapparelle, TappaSars18 credo sia la nomenclatura ufficiale.

Ovviamente nessuno in casa ha mosso un dito, nemmeno il mignolo del piede.
“Ah va beh, tanto non ci andiamo sul balcone.”
MA TU NON CI VAI, PADRE CHE HA PRESO RESIDENZA SUL DIVANO DAL 1932! C’è proprio il suo stampo ormai su quel divano, ci credo che non gliene freghi delle tapparelle del balcone… Mah.
Quindi ora li sento cristare senza sosta da circa due ore, non ho idea di cosa stia succedendo la sotto; ogni tanto partono delle urla e sento dei tonfi, forse più che aggiustare qualcosa stanno combattendo a mani nude con un orso.

In più ormai penso che possiate chiamarmi La Maga dei Tamponi fai da te. Sono diventata bravissima, praticamente Maga Magò.

Il Batterino, che ha sempre una parola dolce per me, dice che sono una rana quindi mi ha ribattezzata Rana Ranò.

Comunque regà, davvero, infilo, giro il tampone, sfilo, na roba rapida e indolore. Mi ricorda dei rapporti carnali del passato.
Insomma, miei villani Spelacchiati, domani c’ho er tamponazzo ufficiale che potrebbe segnare la fine della mia reclusione o la fine della mia esistenza, perché se fossi ancora positiva prenderei la prima tanica di benzina e farei come il tizio al TG2 nel 2006 “questa è benzina, io mi do fuoco”.

E voi come state? Come gestite le rotture di cose in casa vostra, fate come noi e ignorate tutto o aggiustate subito come persone intelligenti?
Ma soprattutto… Siete riusciti a salvarvi da questa ondata incredibile di Coviddimmerda o siete anche voi in isolamento come i carcerati?
Narratemi tutto, io sono alla ricerca di Film Brutt da vedere e recensire per sfogare del nervosismo!

Hasta la pastaaaaa

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Autore:

Simpatica come una piaga da decupito e fine come un babbuino che si gratta il sedere. Se vi va di scambiare quattro chiacchiere, mandarmi mail minatorie o proporre una bevuta insieme: pensierispelacchiati@gmail.com

13 pensieri riguardo “Ciance sparse: tamponi e tapparelle

  1. A casa mia la mancanza di manualità è così spiccata che a diciannove anni andai all’Ikea, comprai una Billy, mi fermai dai cinesi a comprare dei cacciaviti e montai la libreria. Il tutto da sola. Alla fine mio padre guardò l’opera finita (una Billy, ripeto. Non il ponte di Brooklyn!) e mi chiese come avevo fatto. Non ho idea di come si gestiscano da quando non vivo più con loro. Probabilmente sono bravi e non rompono niente ^^”

    In bocca al lupo per il tamponazzo ufficiale! Dita incrociate per te! 🙂

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  2. Non so per quale miracolo, Andrea e io abbiamo scampato il COVID, ma non mi aspetto di essere così fortunata da passarmi tutta la pandemia senza qualche settimana di reclusione totale…
    In casa, io sono NEGATA per qualsiasi lavoro manuale; quando vivevo da sola, chiamavo mio padre o mio nonno. Adesso ci pensa Andrea. Sono la classica donna che non sa neanche cambiare una lampadina. 😉
    In bocca al lupo per il tampone… che la negatività sia con te. 😉

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  3. L’anno scorso l’ho avuto… Ma per quest’anno pare me lo sia scampato… Anche se le persone attorno a me iniziano a comunicare la loro positività (per fortuna che ho rinunciato alla vita sociale…)

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  4. Tra film brutt, brutt-brutt e per-me-brutt-anche-se-per-altri-no ti segnalo questi titoli:
    Repeaters [idiots for idols]
    La neve cade sui cedri [e nun se move più]
    City of crime [a me la verosimiglianza me fa na pippa]
    Master & Commander [passame quer ca$$o de telecomando]
    …E buone feste. 🙂

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  5. Che carino Rana Ranò! Per il film brutt ma davvero brutt consiglio “Hypnotic” su Netflix: visto col babbo prima di natale, alla fine ci siamo guardati e volevamo indietro il tempo perso a vedere questa robaccia. Per altro ottimo per chiunque faccia psicoterapia…

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