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Scleri: La gente al supermercato deve morire


No, allora, qui sclero, preparatevi.
LA GENTE AL SUPERMERCATO, MA CHE CAZZO DI PROBLEMI HA?

Ma questi pensano che per prendere il carrello all’entrata devono lasciare i neuroni in cambio? Qualcuno può informarli che non funziona così, che quella poca materia grigia che hanno in testa se la devono tenere ben stretta perché se no gliela apro, quella testa di cavolino, a suon di schiaffi?

Ma andiamo con calma; entro all’esselunga e mi sembra di entrare in un formicaio.
Chi corre da una parte, chi dall’altra, persone che si urlano cose da una parte all’altra del supermercato, bambini che zigzagano qua e là fuori controllo, anziani che si mettono in formazione 4-4-2 per bloccare tutta la corsia… OOOOOOHHH!?!

Ma posso andare a fare la spesa e uscire isterica? Uno deve arrivare armato,

Quelli che abbandonano il carrello o il cestino nei punti più improponibili chiaramente con il solo scopo di rompere le balle a tutti, quelli che si fermano a chiacchierare occupando metà corsia così che se tu devi prendere qualcosa -e cerchi di farlo in modo educato- succede questo:
Persona Becera: “Eh sì perché il Giovannino si è lasciato con la Luisa, la Luisa figlia della Paola, hai presente?”
Tu, povero tapino: “Ehm, mi scusi, dovrei prendere…”
Persona Becera senza neanche guardarti, alzando per di più la voce: “E il mio cane oggi non voleva mangiare, le ho dato solo sette scatolette stamattina e a pranzo non voleva nulla, che strano!”
Tu: “Signora, mi perdoni, devo passare”
Persona Becera: “FRATELLI D’ITAAALIA L’ITAAALIA S’E DESTAAAA DELL’ELMO DI SCIPIOOOO S’E CINTAAA LA TESTAAA! “
Tu, ormai idrofobo, con la bava alla bocca e una crisi isterica in avvicinamento rapido: “SIGNORA, PORCA PUTTANA, PUO’ LEVARE QUELLA PORTAEREI DEL SUO CULO DA QUI CHE DEVO PRENDERE IL TONNO, ECCHECCAZZO?!”
E poi parte il coro di “ma i ragazzi di oggi come sono maleducati”…
Ma voi non avete visto niente, vecchi di fango che non siete altro. La maleducazione ve la tiro in testa sottoforma di lattine di lenticchie, belle pesanti.

Poi arrivi alla cassa dopo quello che è sembrato il viaggio della speranza, sei praticamente una persona nuova dopo questa esperienza, anni di terapia necessari dopo un’ora di supermercato… arrivi alla cassa, dicevo, e visto che sei una persona vagamente normale cerchi di essere gentile con la cassiera di turno (anche perché diciamocelo, il fatto che tutti i cassieri del mondo non abbiano ancora fatto strage nei posti di lavoro è davvero ammirevole, io al primo vecchio che mi contesta un prezzo prendo e faccio detonare l’edificio) quindi sorridi, saluti.
“Buongiorno, salve…”
“Ce l’hai la fidelity card? Eh?” e non è che te lo chiede, te lo abbaia. Ringhia, praticamente.
“No, l’ho lasciat-“
“E allora niente sconti.”
“Sì, lo so, non import-“
“NON SI LEGGE IL CODICE A BARRE QUI VAI A PRENDERNE UN ALTRO!”
E tu schizzi, un po’ terrorizzato un po’ scazzato, a prendere un altro yogurt zero zero zero sette grassi, bianco, dal sapore di cartapesta ma che almeno non ti fa ingrassare, e torni alla velocità della luce.
La cassiera ti fulmina, ti maledice, ti fucila con lo sguardo e ricomincia a passare i pezzi.
Tu allora piano piano ti schiarisci la voce e pigoli “Mi perdoni, vossignoria, potrebbe per cortesia, dall’alto del suo buoncuore darmi un sacchet-“
Non fai in tempo a finire che ti sbatte uno di quei sacchetti sottili come uno strato di epidermide sul muso.
“Sonoventisetteeuroessantaquattrocentesimi, midialemonetegiuste!”
“Ehm, scusi?”
Lo vedi, glielo leggi negli occhi che sta pensando a come bollirti vivo “Ventisette. Euro. E. Sessantaquattro. Centesimi.” scandisce come se fossi deficiente.
“Oh, sì. Ecco. Aspetti che guardo se ho la moneta…” e in quel momento, con la cassiera che ticchetta con le dita sul poggia-resto, andresti pure a rubare in chiesa pur di darle quei cazzo di sessantaquattro centesimi.
“…Non li ho, vanno bene settanta?”
Lei sbuffa. Digrigna i denti. Stringe i pugni, per poco non ti ammazza lì, in piedi dove sei. Potesse ti fucilerebbe.
Vergognandoti come un vermetto le passi quei settanta centesimi e lei si mette ad armeggiare con la moneta.
“Grazie mille, buona giornata” dici tu, che ormai vuoi solo uscire da quel girone infernale.
Lei non ti risponde. Non ti guarda. Ma dentro di te lo sai che ti sta mandando mentalmente affanculo.

Allora, Spelacchiatini miei, io al supermercato non voglio più metterci una zampetta. Neanche una. Neanche per mezzo istante.
Poi sia chiaro, io ho un profondissimo rispetto per tutti quelli che lavorano nei supermercati, dai magazzinieri agli scaffalisti ai cassieri, io uscirei di testa dopo dieci minuti ad avere a che fare con questo tipo di pubblico. Ma a volte mi hanno trattata proprio male i cassieri e sono abbastanza sicura sia successo a parecchia gente.
Quindi, spelacchiati e spelacchiate, narratemi tutte le vostre esperienze positive, negative, neutre, da cliente, da cassiera, da passante che avete vissuto al supermercato! Io sono tutta orecchie, come un elefante.


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Autore:

Simpatica come una piaga da decupito e fine come un babbuino che si gratta il sedere. Se vi va di scambiare quattro chiacchiere, mandarmi mail minatorie o proporre una bevuta insieme: pensierispelacchiati@gmail.com

32 pensieri riguardo “Scleri: La gente al supermercato deve morire

  1. Anziani in formazione 4-4-2 😂😂 lo yogurt zero zero zero sette grassi 😂😂😂 non riesco a risponderti ora, sto troppo ridendo. Ok. Ci sono. Allora: l’unico ricordo veramente negativo che ho è di quella volta che sono caduta giù come un ramo sotto ad un fulmine mentre prelevavo il carrello dalla zona apposita e, andando a gambero, sono scivolata sulla parte liscia dell’installazione dei carrelli. Le cassiere sono uscite e sono state carinissime però. E’ stato alla coop, anni fa. Per il resto niente, parlo anche con gli scaffali e tutte le anziane mi chiedono di leggerle il prezzo, di prendere cose in alto (signorina, lei che è alta. Mi verrebbe voglia di rispondere: si, ma non ho il pisello). Sto attenta a dove metto il carrello e penso che chi lo lascia li non lo faccia apposta, nonostante il caos attorno a loro non pensano ad una situazione di ordine e questo andrebbe in effetti analizzato. Io invece mi parcheggio praticamente col carrello nei posti meno fastidiosi (mi viene spontaneo). Detto questo, ho ugualmente voglia poi al ritorno di chiudermi in casa con bestio, musica e fare una passeggiata poi all’aperto, con la consapevolezza che se dovessi parlare di questi luoghi come luoghi invivibili, non solo sarei io la non empatica, ma mi troverei pure con aziende che magari valuterebbero questo con una non predisposizione per il problem solving bla bla bla. (Ho lavorato prettamente nei centri commerciali). È disumano.

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  2. Il mio compagno ha provato a fare uno stage in un supermercato: alla prima settimana già lo trattenevano oltre l’orario di lavoro; gli assegnavano mansioni che non gli competevano e, soprattutto, parlavano male di lui alle sue spalle. Lo facevano con una tale scioltezza che una volta mi trovavo a fare spesa nel supermercato e, nonostante “la capa” sapesse bene chi fossi, si è messa a sparlare di lui con un’altra squinzia-collega amabilmente. Inutile dire che l’ho detto al mio compagno e lui li ha salutati tutti con il dito medio.

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  3. 1 appoggi il carrello un attimino in uno spazietto dove tra l’altro non daresti fastidio a nessuno, solo perché hai da prendere la frutta e non puoi trascinarti quel trattore sempre dietro… e poi quando torni non lo trovi più. delle volte ne trovi un altro non tuo con tutte cose strane dentro. te lo hanno fregato! una volta mi hanno chiesto il riscatto per riaverlo indietro…
    2 tu parli di vecchi… ma in genere quando sei alla cassa in fila è più facile che siano i giovini a cercarti di passarti abusivamente avanti. una volta una dodicenne con il leccalecca in bocca ha finto delle doglie pur di passarmi avanti…
    3 e parliamo dei cassieri! se per caso ti son rimasti solo 50 euro (e ti scusi pure preventivamente quando glieli porgi con la manina tutta esitante), possono guardarti con uno sguardo di puro odio, roba che sarebbero a tanto così dal dire a quello grosso e brutale dei magazzini di accopparti nei retrobottega (dove fumano sempre, anche se non si potrebbe) per poi smembrare il tuo corpo pezzo a pezzo per magari poi rivenderlo già imbustato come carne di coniglio equatoriale.
    sennò ci cono quelli che cominciando a bestemmiare ti mandano fuori a cambiarle. comprati le caramelle!, ti urlano.
    4 e poi, sempre i cassieri, ho scoperto che ti chiamano “caro” per manifestarti invece i loro sentimenti opposti, cioè che gli fai schifo e ti odiano dal buco più profondo del loro ano. fa parte del loro gergo da gang da strada, e si credono molto furbi quando parlano così, convinti che noi altri non lo abbiamo capito e non lo scopriremo mai… ma, brutto idiota, se mi dici caro con le parole ma con gli occhi mi dici mavatteneaffanculoteetuttalapalazzinatua, c’è il caso che ti scopra, non credi?!
    😉

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  4. Io da piccola adoravo i supermercati. Mio nonno (la maturità in persona) mi aveva insegnato a mettere dei prodotti a caso nei carrelli altrui. Ovviamente io mi impegnavo con una dedizione immane, tanto che una volta feci scoppiare una lite fra marito e moglie: avevo messo una candela in un carrello. Scena esilarante alla cassa: il marito, vedendo la candela, accusò la moglie di essere spendacciona, lei giustamente negava, lui accusava… Quando raccontai il misfatto a mia mamma (scherzo di cui ero piuttosto fiera) non mi mandò più al supermercato con il nonno e da quel momento terminò l’idillio. Ora li odio come tutti. 🤣

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  5. A meno di non ritrovarsi a fare la spesa la vigilia di Natale e simili (e in questo frangente andare al supermercato è più o meno come andare in guerra), non ho esperienze particolarmente traumatiche dal supermercato. Peggio il mercato, dove qui la gente ti sbatte contro a caso manco fossimo all’autoscontro…

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    1. La spesa la vigilia di natale/capodanno/feste varie è il male assoluto, mi è capitato solo una volta e pensavo davvero che mi avrebbero dovuta portare via in manette (dopo avermi staccata a forza da qualcuno che volevo picchiare).
      Al mercato non metto piede da una vita, ci tengo alla mia sanita mentale 😂😂

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  6. Per fortuna ( e fino a questo momento, poi non si sa mai 😂) non ho ancora incontrato né persone becere o cassiere che ti vorrebbero fucilare con lo sguardo 🙈. Tuttavia nell’ultimo periodo sto sclerando ogni volta che vado al supermercato vicino casa mia perché hanno cambiato le disposizioni dei prodotti sugli scaffali e odio fare i giri alla ricerca degli alimenti perduti😅 il tempo di permanenza al supermercato ora si è triplicato.
    Poi per non farmi mancare nulla arrivo a casa e ho dimenticato di comprare quella famosa cosa (che poi era quella che più di tutte mi serviva e per cui mi ero vestita per uscire di casa) e di nuovo sclero 😂

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  7. Per fortuna ( e per adesso, poi in futuro non si sa mai😅) non ho ancora incontrato persone becere e cassiere che ti fulminano con lo sguardo 🙈.
    Tuttavia nell’ultimo periodo sto iniziando a sclerare quando vado al supermercato vicino casa mia perché stanno cambiando la disposizione dei prodotti sugli scaffali e quindi non so più dove cercare le cose; odio andare alla ricerca dell’alimento scomparso e il tempo di permanenza al supermercato è triplicato🤦 Poi per non farmi mancare nulla arrivo a casa e mi accorgo di non aver preso proprio quella cosa ( che poi era quella che mi serviva più di tutte e per cui ero scesa di casa) quindi di nuovo sclero 😂

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    1. Ahahah conosco la sensazione di vagare spaesata per un supermercato, ti capisco 😂
      E capisco benissimo anche il dimenticare di comprare la cosa fondamentale, mi succede SEMPRE! Mi dico “ma no, non faccio la lista tanto mi ricordo…” E INVECE MAI UNA VOLTA CHE MI RICORDI 😂

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  8. Penso, intendo e sento che il fenomeno dei supermercati, che è realtà contemporanea, sia luogo in cui possono percepirsi varie sensazioni, da quella che le persone siano, come, dire, “automi” a quelle di troppa furbizia, a quella di troppa “civiltà” insapore e finta a quelle di “troppa” educazione di facciata, a quelle di palesi e grossolane scortesie e maleducazioni, ecc. possiamo dire che ci forzano a passare troppa della nostra vita a fare la spesa nei supermercati mentre potremmo più serenamente farci passeggiate nei piccoli negozi d’una volta qualche volta di più, chiacchierare con il negoziante, in visione di vita civile più armoniosa con la Vita, Natura, Morte, più creativa, più serena, più “artigianale” e magari quando andiamo al supermercato trovare situazioni più vivibili?

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