Sono le quattro e mezza e io sono insonne e irritata. Mi giro e mi rigiro come un salmone nell’acqua bassa, ho attorcigliato le coperte così tanto che dovrò tagliarle per liberarmi.
Credo che solo chi soffre di insonnia possa capire il nervosismo da “che due coglioni vorrei dormire ma non riesco ma non posso fare niente se no sveglio tutti” che mi sta cogliendo in questo momento, sto per implodere nel mio letto, ora mi soffoco con un cuscino fino a che non perdo i sensi, eccheccazzo.
Chiedo venia per la sparizione dell’ultima settimana, ero un po’ in down emotivo e in quei momenti mi chiudo come un armadillo: non apro i social, non rispondo ai messaggi, mi limito a vegetare in attesa di momenti migliori. Divento una specie di foglia secca.
Come state voi Spelacchiati? Siete tutti impegnati a scrivere “qUaNtO Ci E’ cOsTaTa?” ovunque o passate il tempo a domandarvi perché il governo ci tenga lontani dal plasma, unica vera fonte di salvezza?
Ahhh mamma mia. La quarantena sta volgendo al termine e io sono una persona distrutta. Non voglio tornare alla vita vera e libera, i domiciliari mi donano molto.
L’altro giorno sono andata dai miei nonni e mi è bastato il tragitto in macchina per rendermi conto che la mia misantropia ha raggiunto nuove inarrivabili vette; ho passato il tempo a sclerare: “ma porca di quella puttana ma hai le strisce a due metri cosa mi sbuchi a cazzo da dietro una macchina, io ti stiro come una camicia, ti spiaccico come una gomam da masticare!” “Ma cosa minchia fate in otto fermi a parlare con le mascherine ovunque tranne che in faccia!?” “Ma tu vuoi morire? Stai andando a quindici all’ora, se scendo e cammino vado più veloce di te, DOVE CAZZO DEVI ANDARE” e così via.
Un viaggio isterico, non so come io abbia fatto a non scendere e picchiare qualcuno a caso solo per sfogarmi.
“Ma come Sara, non sei felice di poter rivedere i tuoi amici?“
MAMMA CHE DOMANDE MI FAI
MA QUALI AMICI CHE SONO SOLA COME UN CANE, ANZI WENDY HA PIù AMICI DI ME
MA POI CHI VUOLE RIVEDERLi QUEI QUATTRO BISLACCHI
(Scherzo regà presto riceverete una medaglia al valore per la forza che dimostrate nel sopportarmi, però non ho davvero voglia di vedervi)
Burle a parte, io mi sono accorta che in isolamento stavo bene, benissimo, benerrimo. Ho realizzato che prima del lockdown avevo una specie di “frenesia da weekend“, ovvero mi sentivo quasi in dovere a trovarmi qualcosa da fare il venerdì e il sabato sera, avevo sempre la sensazione che se fossi rimasta a casa mi sarei persa qualcosa di figo.
Spero di riuscire a mantenere l’aplomb acquisita in questi quaranta(mila) giorni.
In tutto ciò mi sto riprendendo adesso dalla fine di “Fisico da Covid“, il format di Willwoosh e suo fratello Gabriele che mi ha iniziata (di nuovo) al fitness; all’ultima puntata vi giuro che mi sono messa a piangere, che devasto.
Sono però lieta di dirvi che sto continuando a fare allenamento ogni giorno: sono ancora un viscido mollusco con la consistenza della panza di Majin Bu grasso, però ho notato dei vaghi miglioramenti. Sembra quasi che io abbia un muscolo nelle braccia e che la cellulite sulle zampette sia diminuita, e i miei glutei sembrano un briciolo più sodi.
Vorrei comunque creare una petizione per abolire qualunque esercizio che serva a sviluppare gli obliqui (che io non sapevo neanche cosa fossero) perché ogni volta che provo a farli viene fuori tutta la mia indegna e assoluta incapacità fisica. Cerco di sollevarmi su un fianco e mi ribalto. Cerco di tenere la posizione e comincio a tremare come una foglia al vento di un tifone. A tal proposito, provate a fare la challenge degli squat “Sally up, Sally down” e ditemi come stanno le vostre gambe alla fine, perché io ogni volta mi ritrovo con due budini al posto delle zampe, tremolo in giro per casa per ore con i muscoli tutti indignati per lo sforzo a cui li ho sottoposti.
E ora, visto che ormai sono carica a pallettoni contro il mondo, entro in un discorso forse spinoso.
Mi sono imbattuta in un post qualche giorno fa. Post che diceva, più o meno, così: “Ma come si permettono i ragazzi a lamentarsi delle mascherine, che servono per la salute pubblica, quando noi dobbiamo indossare ogni giorno il reggiseno solo per farci guardare in faccia e non i capezzoli”.
Ora.
Sì, i reggiseni sono scomodi. Sì, il ferretto che ti si conficca nella carne e cerca di trapassarti da parte a parte è la cosa più odiosa del mondo. Sì, quando fa caldo e sudi e torni a casa che devi letteralmente strizzare il reggiseno intriso di sudore fa schifo, penso che su queste cose siamo tutti d’accordo e anche gli ometti devono darci atto della pazienza che ci tocca avere ogni giorno.
MA QUESTO NON VUOL DIRE CHE I PENE MUNITI NON POSSANO LAMENTARSI DI NIENTE NELLA LORO VITA, PERDINDIRINDINA! Ma che cazzo vuol dire, se non indossi il reggiseno non puoi piangiucchiare mai più per nessuna ragione al mondo? Ma guarda te.
“Gli uomini non hanno idea di cosa voglia dire essere una donna!” dicevano i commenti, tutti indignati.
Ma grazie al cazzo, io non saprò mai cosa voglia dire essere un cavallo, e quindi? Non è che vado dagli equini a fare la superiore, siamo cose diverse con problemi diversi! Io ho il reggiseno, loro c’hanno gli zoccoli ferrati, le briglie e il morso in bocca, mica è una gara.
E voi miei cari Spelacchiati come state? Come vivete questo pesudo ritorno alla vita? E cosa pensate di reggiseni, uomini, donne e cavalli?
Fatemi sapere di tutto e di più, io vedrò di tornare ad essere più presente qui sul blog!
Hasta la pasta, Spelacchiati!