Pubblicato in: Senza categoria

Film Brutt: Lupo Vichingo, recensione

Buongiorno miei cari Spelacchiati, come state?
Io sono tornata in modalità zen. Vi aggiornerò sulle mie peripezie di salute in un altro momento però, questo post è un Film Brutt lunghissimo, spero di salvarvi dalla visione di questa cosa tremenda!
E’ il mio regalo pasquale per voi!

Oggi infatti torna a bombazza con un film che ho guardato con l’incredulità nei miei occhi marroncini perché non potevo credere a cotanta bruttezza messa su pellicola.
Ma partiamo dal titolo, che secondo me è da lì che parte il brutto.
Se non bisogna giudicare un libro dalla copertina è anche vero che il buongiorno si vede dal mattino, e ora che ho esaurito i modi di dire posso dirvi che qua non c’è neanche il buongiorno, qua si parte male e si finisce peggio.

Ora, immaginatevi di aver prodotto un film sui lupi mannari, un film in cui ‘sti cazzo di lupi (che poi è uno solo) siano tra noi umani perché due miliardi di anni fa un vichingo ha acchiappato un cucciolo e bla bla bla… Come lo chiamte ‘sto film?
Una cosa tipo “il terrore della foresta”? “L’ululato del mannaro”? “Attenti al cane”?
No
loro l’hanno chiamato “ Lupo Vichingo”
ma che cazzo di titolo è mai questo
ma perché mi devo ritrovare a guardare film di cui odio persino già solo il nome
lupo vichingo… ma vaffancul
o



Comunque.
Questa perla del 2022 (quindi recente, non so come possano aver usato una CGI così agghiacciante) si apre con un gruppo di Vichingi  -che sorpresa cazzo, avete capito perché si chiama così il film? Perché c’entrano dei Vichingi! Pazzesco, vado a lanciarmi dal balcone per la sorpresa- che invadono la Norvegia, saccheggiano di qua, depredano di là finché non giungono ad un’abbazia e trovano una stanza segreta in cui c’è ‘sto cazzo di cucciolo di lupo. A parte che è fatto male che peggio non credo si potesse, ma poi io dico sei un vichingo cattivo, hai distrutto tutto sul tuo percorso, trovi un cucciolo di lupo e non lo affetti con la sciabola? Ma disintegralo, no?
No, se lo portano in nave. Poi ovviamente quando la nave arriva a destinazione tutti gli energumeni a bordo sono muerti. Come abbia fatto la nave a tornare in patria non si sa. Okay.

Lupo Vichingo Recensione: i lupi del nord - Kaleidoverse

Thale è la nostra protagonista, che ovviamente è cretina come quasi tutte le protagoniste dei film horror, ma non solo è inutile al secolo ma è pure una piaga. E’ odiosa. Fin dal primo istante non si può non disprezzarla, anche perché nella prima scena c’è il compagno della madre che le dice “va che se vuoi chiamarmi papà… a me farebbe piacere…” e lei “ma tu non sei mio papà”. E se ne va.
Simpatica, vero? Da randellare così, come passatempo.

Capiamo che Thale oltre ad avere un nome particolarmente bruttino è nuova in città, si è trasferita da Oslo dopo che suo padre si è ammalato ed è deceduto, quindi lei è tutta astiosa e rancorosa verso la vita. Un po’ come me, quindi.
Tra lei e un compagno di scuola, Jonas, c’è del tenero e lui la invita sulla spiaggia ad una festa dove le presenta i suoi amici.

Uno di loro le chiede cosa sia successo ad Oslo, da dove si è trasferita, perché hanno sentito dire che lei si drogasse,E SENZA ALCUN MOTIVO COMPRENSIBILE AL GENERE UMANO LEI RISPONDE “HO COMMESSO UN OMICIDIO!”
… Ma sei normale? Ti chiederei se ti droghi ma sappiamo già che la risposta è sì, il che effettivamente spiega un po’ di cose.
Quando si allontana per cercare Jonas uno degli amici le fa “vai a commettere un altro omicidio?”
E LEI COSA RISPONDE, DALL’ALTO DEL SUO SOTTILE ED ARGUTO SENSO DELL’UMORISMO, DELLA SUA SAGACIA?
Lo guarda negli occhi e fa “Ucciderò te”.
Ora.
Io non è che voglia sempre far polemica su tutto, però… Io ho un coso nel cervello e vi assicuro che nemmeno a me capita di avere conversazioni così imbecilli e senza capo né coda.
Ma anche perché se una mi risponde così la mando a fare in chiul in tempo record, ma che diamine.

Passano seicento ore e visto che Jonas non si trova da nessuna parte Thale lo va a cercare e lo trova a parlare vicino al bosco con un’altra tizia; un attimo dopo quei due vengono attaccati da qualcosa di mostruoso che non ci è dato vedere per ora; la ragazza viene trascinata nella foresta urlante, Thale viene morsa alla spalla, e Jonas boh, non si capisce, è solo coperto di sangue.

Lupo vichingo: Film horror Netflix, lupo mannaro, trama- The Wom


Il tempo va, passano le oreeee e finalmente faremo l’amoreeeee
Ah no scusate, ho sbagliato, mi sono lasciata prendere dall’Alex Britti.
Dicevo, dopo qualche giorno viene ritrovato il corpo della ragazza che era stata trascinata nel bosco; è stata mezza sbranata da qualcosa di misterioso e hanno trovato un artiglio gigante su un tronco; insomma pensano ci sia un grosso lupo nei dintorni e già si mettolo a lucidare i fucili per andare a farsi una pelliccia.
Intanto Liv, la madre di Thale nonchè unico personaggio sensato interpretato per di più da una persona che sa recitare, si rivolge al più grande esperto di predatori della Norvegia, che apparentemente ha circa trent’anni.
A circa trent’anni ovunque nel mondo sei un disoccupato che fa lavoretti a caso pur di sopravvivere e probabilmente abiti ancora con tua madre, oppure stai studiando e facendo master qua e là come se non ci fosse un domani… ma lui no, lui ha sei lauree e uno studio veterinario tutto suo, ‘sto espertone che decide di aiutarla a capire cosa si nasconda nel boschetto norvegese.

Nel frattempo pure un vecchio senza un braccio va a parlare con Liv per dirle che chiaramente la cosa che sta gironzolando nei boschi con carne di ragazzina nello stomaco è un lupo mannaro.
Ma non è che le spiega cose, cerca di convincerla, nada de nada: va li, le dice “è sicuramente un mannaro!”, le da un po’ di proiettili d’argento e se ne va.
Uno. Più. Sciroccato. Dell’. Altro.

Va beh cerchiamo di arrivare alla parte saliente e salata di ‘sto coso che mi sto rompendo le balle da sola a scriverci su, figuriamoci voi a leggerci (giù). Mamma mia che simpatica che sono, lo so, lo so. Vi ricordo che ho un problema al cervello, quindi ogni mia battuta di dubbio gusto è giustificata.

Inizia la caccia al lupoide.
La madre di Thale prende parte alla battuta di caccia e ovviamente come in ogni film brutto la gente si divide senza alcuna ragione; un attimo dopo due dei cacciatori vengono raggiunti da questo coso schiattano.
Liv nel frattempo è entrata da sola in una grotta e ha trovato la tana del bestione, che guarda caso torna casa in quel momento.

Lupo vichingo, nuovo horror su Netflix - LetteraturaHorror.it

ORA
QUALCUNO MI DIA UN SEDATIVO
IO MI RIBALTO COME UNA TARTARUGA
MA IO COSA POSSO DIRE DI QUESTA CGI
COSA DEVO DIRE

FILM DEL 2022 CON UN LUPO FATTO COSI’, DEVO DAVVERO COMMENTARE? MA IO VI RICORDO CHE NEL 2001 USCIVA HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE, CHE ERA FIGLIO DEI SUOI TEMPI MA C’ERA UN CANE A TRE TESTE CHE A CONFRONTO ERA SPETTACOLARMENTE REALISTICO.
NEL 2001 USCIVA IL SIGNORE DEGLI ANELLI, PER DIOOOOOOO!

MA COS’E’ QUEL MUSO FATTO COSì, MA QUESTO SAREBBE IL SEGUGIO INFERNALE!?

CHE POI ANDREBBE ANCHE BENE SE FOSSE UN FILM DI UN CERTO TIPO, MA QUESTO VUOLE SPACCIARSI PER UN FILM REALISTICO PORCA DI QUELLA VACCHISSIMAAAA NON CE LA FACCIO RAGAZZI QUALCUNO MI FERMI

AVRANNO ANCHE SPESO UN SACCO DI SOLDI PER QUELLA ROBA Lì A NESSUNO E’ VENUTO IN MENTE DI DIRE CHE FA SCHIFO?!?

Scusate, mi calmo.
Dicevamo, con calma e pacatezza: mi sembra doveroso specificare che gli effetti speciali usati per codesta scena possano lasciare a desiderare un pubblico abituato ormai ad assistere ad altri tipi di immagini generate con la computer grafica (da lì, CGI).

Ma andiamo comunque oltre perché io mica getto la spugna davanti a un lupo fatto male, no? Devo capire perché quella deficiente di Thale non va in farmacia a farsi prescrivere un antibiotico per il morso sulla spalla che chiaramente si sta infettando, per esempio. Signorina lo sanno tutti che se si viene morsi da un cane randagio si va a fare dritti filati l’antirabbica TU SEI STATA MORSA DA NON SAI NEANCHE COSA E TI TIENI LA SPALLA SMACIULLATA, MA CHI MAI FAREBBE COSI PER TUTTI I BABBUINI DEL MONDO!?
Io se mi parte una pellicina da un dito mi faccio ricoverare sei mesi, questa ha una spalla che cade a pezzi, allucinazioni, super sensi e se ne sbatte le natiche a tempo di musica.

Intanto sua madre, che è l’unico personaggio decente in questa marmaglia, è l’unica che fa qualcosa per capire che diamine stia succedendo; va dal giovanissimo veterinario super espertone di predatori e lui fa “eh ho chiesto altri pareri e l’unica spiegazione è che si tratti di un licantropo… però non esistono.”
… E QUINDI!?!?! MA CHE CAZZO DI FRASE E’? E POI STA Lì A FISSARE LIV COME UN CITRULLO
MA COSA MI STA A SIGNIFICARE
MENO MALE CHE SEI L’ESPERTONE ESPERTISSIMO, MA LO VEDI CHE AVEVO RAGIONE IO E SEI TROPPO GIOVANE PER STARE AL MONDO?!

Va beh finalmente succede quello che abbiamo capito sarebbe successo circa alla seconda scena del film, ovvero Jonas e Thale sono in giro insieme (ma uno è un ameba e l’altra è cretina, come diamine fanno a voler uscire l’uno con l’altro? Ma chi in generale vorrebbe uscire con Jonas, che non ha una personalità ed è un personaggio assolutamente inutile? Giuro avrà cinque battute in tutto il film, e nessuna di quelle cinque ha una profondità superiore a quella di una pozzanghera alta un millimetro)e finalmente in cielo appare la luna piena: Thale si trasforma in lupo e sventra Jonas.
Ho quasi esultato.
Poi mi sono ricordata che con quella CGI non era possibile esultare nemmeno per la morte di quel mollusco.
Comunque Spelacchiati mai provata così poca empatia ed emozione in una scena di smaciullamenti, giuro. Niente. Me ne fregava meno di zero, volevo solo che finisse, come il mio turno quando sono a lavoro.

Da qui in poi scatta il delirio più totale e assoluto; un medico stacca direttamente l’ossigeno a cui è attaccato un poliziotto che era stato morso, così, brutalmente. Cioè non è che magari si poteva rinchiudere da qualche parte e studiare una cura, vero? Sarebbe stato troppo intelligente da fare.
Thale si sveglia coperta di sangue, capisce che cos’è successo e non è che pure lei fa qualcosa di vagamente sensato tipo chiedere aiuto, figuriamoci: lei sale su una corriera e tempo mezzo minuto STERMINA TUTTI I PASSEGGERI.
Dopodichè scappa, va a casa sua dove c’è la sorellina sordomuta, c’è la scena di questo lupo veramente brutto che arriva a mezzo metro dalla bambina ma la riconosce e non la ammazza, arriva il compagno della madre che spacca una lampada e la usa per dare la scossa al lupo -non sono una scienziata ma ho la vaga sensazione che non funzioni esattamente così- prende la bambina e scappano; ovviamente essendo uno più scemo dell’altro si schianta con la macchina vicino a un pub, Thale Lupoida arriva e SBRANA TUTTI INDISTINTAMENTE, UNA CARNEFICINA, AMMAZZA TIPO VENTI PERSONE E NE FERISCE SEICENTO, poi se ne magnasse una almeno… E’ proprio furia omicida assolutamente insensata. Sembra me quando apro un ovetto Kinder di quelli con le sorprese Funko Pop di Harry Potter e mi esce un doppione, stesso livello di sclero.

Mi ha fatto anche pensare che in effetti è quello che farei io coi clienti in gioielleria, sbranarli uno dopo l’altro dopo ogni lamentela, domanda stupida o risposta del cazzo.

Altra scena della sorellina di Thale che le si avvicina e Thale di nuovo non la attacca -ma sì, ripetiamo la stessa scena settanta volte in un film, che male c’è- ma dopo un po’ arrivano la madre e il veterinario armati di sedativi; Thale sclera e cerca di magnarsi tutti –perché sua sorella non la ammazzerebbe mai ma a masticare sua mamma non ci pensa due volte– e finalmente ‘sto cazzo di lupo viene sedato.

Lupo Vichingo Recensione: un horror senza stimoli su Netflix
CIOE MA LO VEDETE CHE NON MI INVENTO LE COSE E LE SCENE SI RIPETONO? MA DEVO AGGIUNGERE ALTRO? NON CREDO.

Finale: la mamma di Thale va in ospedale dove lei sottoforma di lupo è tenuta sedata e dopo averle dato un bacio acchiappa la pistola, la carica col proiettile d’argento e… Niente, cambio scena, c’è Liv che torna a casa e appoggia sul comodino un proiettile d’argento.

FINE
GRAZIE A QUALUNQUE DIVINITA’ ESISTENTE STA TORTURA E’ FINITA

Allora.
Io lo dico.
Se fanno un sequel mi metto a correre per tutte le strade urlando. Non so cosa urlerò, ma urlerò.
Perché non è possibile che uno perda un’ora e mezza del suo tempo per guardare questa cosa, non oso immaginare chi sia andato al cinema come ci sia rimasto. Però devo dire che se sei così pisquano da decidere volontariamente di pagare il biglietto per un film che si chiama “Lupo Vichingo” un po’ te lo meriti.

Vi giuro che sono in difficoltà a dire qualcosa di positivo su questo film: non fa paura, non fa impressione, non è splatter, non è horror, NON E’ NIENTE
UN PO’ COME BALTO: NON E’ CANE E NON E’ LUPO, SA SOLTANTO QUELLO CHE NON E’
(Se non riconoscete la citazione ci potrei rimanere molto male)
E’ noioso, tedioso, fastidioso, guardi le scene susseguirsi senza provare nulla se non enorme fastidio perché potresti essere da un’altra parte a ingozzarti di Nutella.

Unica nota positiva in tutto ciò: la recitazione della mamma di Thale, Liv, che sembrava sempre più affranta e sconvolta di scena in scena. Brava. Mi è piaciuta. Signora, non si arrenda che arriveranno giorni migliori per la sua carriera.

Regà non so cosa dire, questo film mi ha abbastanza basita.
Non ha senso.
E questa CGI mi ha fatto partire un embolo.

Sono stremata, davvero.
Spero che voi stiate bene, spelacchiatini miei adorati, vi auguro una buona Pasqua! Ingozzatevi come se non ci fosse un domani, mi raccomando!
Hasta l’uovo di Pasquaaaaa!

Pubblicità
Pubblicato in: Senza categoria

A volte ritorno: funerali, salute e clienti

Buonasera miei cari Spelacchiati, come state?
Io ogni tanto risorgo dalle ceneri (delle mie sigarette) e torno a darvi fastidio con le mie sciocchezzuole.

Diciamo che sono stati due mesi belli impegnativi, e con “belli impegnativi” intendo dire “demmerda”.
Essere ricoverata in ospedale quattro volte in tre mesi non è così divertente come potrebbe sembrare, prima di tutto perché non capivo cosa mi stesse succedendo e queste nuove crisi epilettiche mi stanno facendo uscire di capoccia, in secondo luogo perché il cibo che mi hanno rifilato era qualcosa di abominevole (l’abominevole cibo delle nevi) e infine perché QUESTA EPOPEA SENZA FINE DELLA MIA SALUTE MI STA LEGGERMENTE SNERVANDO QUALCUNO PRENDA UN APRISCATOLE E MI APRA LA CAPOCCIA PER FAVORE.

Ora purtroppo devo incupire i toni, ragazzuoli.

Un lunedì mattina di diverse settimane fa è venuto a mancare mio nonno.

Era un uomo “tutto d’un pezzo”, una persona figlia dei suoi tempi che avendo vissuto quasi cento anni si è adattato a cambiamenti radicali del mondo. Ha vissuto la guerra in prima persona perdendo la madre e la sorella, è stato maresciallo nell’esercito, è stato un padre rigido e un nonno meraviglioso.
L’idea che mio papà non abbia più il suo papà mi disintegra.
Com’è possibile che non avere più un papà? Può succedere davvero? Non è una di quelle cose che senti dire ma capita solo agli altri? E se ha bisogno di un consiglio chi chiama? Come si fa?
E mia nonna davvero non ha più il marito, l’uomo con cui ha condiviso sessantacinque anni? Una vita intera insieme e ora lei torna a casa e non c’è nessuno. Non sarà mai più seduto sulla sua poltrona a guardare i film di John Wayne. Non sembra possibile.

Il giorno del funerale è stato strano. Non sapevo neanche io come mi stessi sentendo, forse non mi sentivo e basta.
Ma partiamo dal fatto che non so voi, ma io quando piango divento orribile, una specie di rana tutta umidiccia con occhi gonfissimi tutti arrossati, naso triplicato, ma la cosa peggiore è che non è che riesco a soffiarmi il naso con grazia ed eleganza.
Io provo a portarmi il fazzoletto alle narici e fare un leggerissimo “prr prr” come farebbe Kate Middleton, ma quello che esce è “PRRRRAAAAA PRRRRRROOOOOOOOOOOO!!!” che è più simile a quello che farebbe un elefante imbizzarrito.
Il prete parlava di cose, di amore che va oltre il terreno, cantava come Mariah Carrey, e io ero lì che barrivo.
Quindi regola per il prossimo funerale: lasciare il naso a casa.

Ma poi posso dire che io avrei comunque voluto prendere una panca e lanciarla addosso a un paio di persone?
No perché pure ai funerali la gente riesce ad essere fastidiosa, pensavo ci fosse una legge dell’universo che impedisse alla gente di rompere le balle in quel frangente EPPURE NON E’ COSI’.

Una parente veramente infingarda, che non solo ha depredato casa della mia bisnonna appena era mancata ma è tutta la vita che scassa il cazzo in ogni maniera possibile&immaginabile, è arrivata in chiesa, si è precipitata da mia nonna e le ha detto “so che stai soffrendo, è normale, sarà così per sempre sai… ogni giorno sarà come oggi d’ora in poi…”
Ora qualcuno mi dica perché non avrei dovuto prendere un cero e infilarglielo nel naso.Secondo me pure il prete mi avrebbe dato ragione, eccheccazzo.

Poi codesta persona voleva venire a pranzo da noi; vi lascio immaginare la mia espressione, forse era più truce solo quella di mia mamma che la disprezza da trent’anni.
Ma Tu, miserabile esserino unicellulare dal cervello retrattile, a casa mia non ci entri neanche con un dito del piede, neanche con l’unghia dell’alluce, neanche se ti stacchi l’unghia e cerchi di lanciarla in cortile. Diciamo pure che se superi i trenta metri di distanza da casa mia mi sento in diritto di spararti come minimo una pallina di carta e saliva in fronte, come si faceva a scuola.

In tutto ciò la mia salute continua a sbarellare, ci sono giorni in cui sto bene e altri in cui sono in uno stato di morte apparente; la mia attività principale è dormire, con i farmaci che prendo la media di ore di sonno giornaliera è più o meno quindici.
Credo di star diventando una larva. Mangio e dormo, dormo e mangio. A volte rutto, così, per movimentarmi la giornata.

Un mio sciocco amico ha cercato di consolarmi dicendo che sono più una crisalide nel bozzo e che un giorno diventerò una farfalla, ma secondo me al massimo divento un’orrenda falena di quelle proprio stupide che vanno verso la luce e si bruciacchiano.
Ecco, diciamo che l’unica cosa che so è che se vedo una luce non mi ci devo avvicinare.

Sono in attesa di essere ricoverata per una settimana di esami specifici a Milano all’istituto pazzeschissimo Carlo Besta; a quanto pare l’intervento non sarà un “semplice” rimuovermi Anselmo dalla capoccia, ma anche sminuzzarmi e togliere una parte di cervello rimasta lesionata da tutto lo schifo accaduto nell’ultimo anno per liberarmi dalle crisi epilettiche.
Insomma, mi si prospetta un altro bel periodo allegro e spensierato.

In tutto ciò però da una settimana sono tornata a lavorare, principalmente perché sono una testa di cazzo e non so starmene ferma. E poi perché a ventotto anni avere seicento euro sul conto mi fa una tale pena che ho preso in considerazione l’idea di cominciare a vendere intimo usato per raggranellare due spicci, eccheccazzo.
Sono tornata in gioielleria da pochi giorni e già sono stata a tanto così dal commettere degli omicidi in negozio, perché non è possibile quanto la gente sia fastidiosa.
UNO MI HA CHIAMATA SCHIOCCANDO LE DITA, MA COME TI PERMETTI PER LA MISERIA
Un altro mi ha chiesto un bracciale di un’altra gioielleria.
Una donna voleva sapere se avevamo una collana come quella che lei ha comprato nel 2003.
Un tizio oggi ha lanciato lo zaino su una vetrina mentre aspettava di essere servito, la mia faccia era come quella del quadro di Munch, “L’urlo”.

Insomma ragazzi, va tutto alla stragrande.
Io e il Batterino teniamo botta però, con un po’ di alti e bassi e un po’ di problemi qua e là perché siamo due cretini.
Voi invece come state? Vi sono mancata almeno un cicinin? Un pochettino-ino?
Penso che i prossimi post saranno dei Film Brutt perché non ne faccio da una vita e mi manca sfogare la mia frustrazione su personaggi imbecilli, sento che è giunto il momento di tornare a scrivere “MA COSA STAI FACENDO CACCA DALL’ARIA ANTROPOMORFA?!” qua e là.
Se avete film brutt, ma proprio brutt, che vi hanno rubato delle ore di vita che rivorreste indietro datemi i titoli e ci penso io a fare giustizia per voi!

Hasta la pasta!

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: ricovero e clienti natalizi (ovvero il male assoluto)

Buonasera miei cari Spelacchiatini, come state?
Io avevo detto che sto, ma per un po’ non sono nemmeno stata. Livelli di sfiga così elevati io raramente li ho mai visti.
Non entrerò nei dettagli medici perché lo so che c’è qualche ipocondriaco tra i miei spelacchiati del cuore, dunque non dirò quali sintomi mi hanno colta in flagrante, però settimana scorsa ohibò sono stata presa da malori piuttosto bizzarri. Le cose sono andate più o meno così.
“Batterino, mi stanno capitando cose bizzarre e non mi sento benissimo, dici che sto ‘a schiattà?”
“Ma non dire idiozie, sarà l’ansia, stai somatizzando perché sei un po’ cretina. Vai tranzolla.”
Okay.
Vado a lavoro e tempo due secondi sto così male che le mie meravigliose colleghe mi minacciano di picchiarmi se non avessi chiamato qualcuno per farmi portare in pronto soccorso, dunque ho chiamato mio padre che pure lui poverino con l’ansia a duemila mi smolla lì perché non lo fanno entrare e io vengo piazzata su una barella con codice arancione.
Salto scene di me in barella che sbarello (ahah che esilarante gioco di parole, neh?) e dopo una tac e una visita neurologica andata malissimo (il dottore mi disegnava dei numeri sulla fronte e io NON CAPIVO UN CAZZO DI COSA STESSE DISEGNANDOMI ADDOSSO, MA PROPRIO ZERO, non riuscivo a tenere le braccia sollevate, sentivo odori inesistenti) decidono dopo essersi scambiati una lunga occhiata di intesa che faceva capire “questa ci schiatta qui” di tenermi lì per la notte per capire meglio cosa mi stesse accadendo.

Per farla breve: Anselmo e le cicatrici lasciatemi al cervello dall’emorragia di aprile mi stanno causando crisi epilettiche. Non le classiche con le convulsioni, un tipo diverso, ma comunque orribili e che rischiano di far esplodere di nuovo Anselmo.
Dunque ora prendo anche farmaci contro l’epilessia.
Tutto ciò ovviamente rende più impellente il mio intervento, che a questo punto abbiamo fissato per inizio febbraio.

Ho dell’ansia?
Abbastanza.
Cerco di essere positiva?
Mah.
Il dottore che mi ha visitata era carino?
Molto.

Ma non finisce qui, vi pare?
Torno a casa e tempo sei ore suona il telefono alle undici di sera, mentre stavo facendo un piantino di sfogo col Batterino venutomi a trovare: era mia nonna, che chiamava disperata perché il nonno di novantadue anni era caduto e non si riusciva ad alzare.
Nuovo giro di ansia&panico, mio padre e il Batterino partono alla volta dei nonni per salvare la situazione ma c’è poco da fare: il mio nonnino si è rotto il femore.
Che poi ora io mi chiedo: è caduto e si è rotto il femore o si è rotto il femore e perciò è caduto? No perché ormai ha delle ossa di una fragilità incredibile, ha lo scheletro fatto di stuzzicadenti.

Ora l’hanno operato e sta bene, per quanto possa stare bene un’anziano quasi centenario.

Concludo dicendo che in barba alla neurochirurga che voleva stessi una settimana a riposo sono tornata a lavurà il giorno dopo e la gente mi sta facendo uscire di senno.
“Maaaa il venticinque siete aperti?”
“… No signora.”

“Ah. Peccato… E il ventisei?”
“… NO, SIGNORA. HA ALTRE DOMANDE CRETINE O COMPRA ‘STA CAZZO DI COLLANA DA DODICI EURO?”
Io da domani comincio a rispondere che sì, siamo aperti e li aspettiamo a braccia aperte. L’unica cosa che mi ferma è che non ho accesso alle telecamere per vedere la loro faccia da triglia quando arriveranno al centro commerciale e lo troveranno chiuso.

“Ma questa andrà in saldo a gennaio?”
“… signora mia, ma cosa stracazzo ne so? Ma poi le pare che posso dirle di sì?”

E poi bastaaa bastaaaaa BASTA FARMI TIRARE FUORI TUTTI GLI OROLOGI PER POI PASSARE A TUTTE LE COLLANE PER POI ANCORA PASSARE AGLI ANELLI PER POI DIRMI CHE DOVETE PENSARCI! DOVETE PENSARCI COSA, CHE NON AVETE I NEURONI NECESSARI? MA LO SAPETE CHE MANCANO DUE ORE A NATALE E CHE VI CONVIENE ARRAFFARE LA PRIMA COSA CHE VI CAPITA COSì SIETE TRANQUILLI E AVETE FINITO COI REGALI? MA VE LO DEVO DIRE IO?!
Per la miseria.

“Allora se mi da l’indirizzo mail le attivo la tessera, così le arriva un coupon del dieci percento di sconto!”
“Ma non puoi attivarmela senza mail?”
“…No, serve per forza, le arriva un link e la attiva lei personalmente…”
“Ma io non do i miei dati, che poi non so cosa ne fate, assolutamente no.”
“MA A ME COSA CAZZO ME NE FREGA SEI TU CHE PERDI UN COUPON, PERO’ STAI CALMO“

Insomma sono giornate di nervoso e ansia, ma come si suol dire “siamo in ballo, quindi balliamo” e io mi scateno danzando con la leggiadria dell’orso Baloo. 

Grazie a tutti per i messaggi carinissimi che mi avete lasciato, siete stati la mia ancora di salvezza mentre ero sola e spaventata in ospedale. Dico davvero.
E voi come state, spelacchiatini? A che punto siete coi regali? Avete già organizzato cenoni, cenini, cenette?
Fatemi sapere, che qua sono a tanto così dal dare un calcio al prossimo cliente.
Hasta la pasta!

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: aggiornamenti vari ed eventuali di una persona strampalata

Buonasera miei amati Spelacchiati, come state?

La vostra pelliccetta per l’inverno sta crescendo rigogliosa e intoccata dalle cerette? La mia sì, ormai sono a metà tra un essere umano ed un orso bruno. Il massimo che estirpo sono i baffetti, che se non lo facessi diventerebbero baffoni da texano. 

Ahhhh che periodino. 

Cominciamo dalle note dolenti, così ce le leviamo.

Dopo peripezie che nemmeno al Cirque du Soleil sono riuscita a fare risonanza magnetica e tac, per ora ho avuto i referti della prima e… Meh.

Oltre ad Anselmo, il mio cavernoma (che sarebbe un tumore benigno nel cervello, per chi si fosse sintonizzato ora su questo blog) sono comparse due “anomalie” satelliti ad Anselmo. Mi sa che si sentiva solo.

Queste anomalie a quanto pare irrorano Anselmo, il che rende l’intervento chirurgico assolutamente necessario e in tempi più rapidi di quanto si pensasse.

Sono come una bomba a orologeria, il mio cervellino microscopico potrebbe esplodere in qualsiasi momento.

Come mi fa sentire tutto ciò? 

‘Nammerda. Detto in maniera più elegante: malino.

Ho passato i primi due giorni dopo la scoperta di queste novità in uno stato di mutismo, non avevo voglia di parlare con nessuno. In alcuni momenti, quando non riesco ad impedirmelo, mi immagino come sarà la notte prima dell’intervento, come starà la mia famiglia, il Batterino, come si sentiranno tutti mentre io sarò sotto i ferri. 

Mi immagino come mi sentirò io mentre mi porteranno in sala operatoria pronti ad usare l’apriscatole sulla mia capoccia pelosa.

Mi immagino cosa potrebbe succedere a chi mi vuole bene se l’operazione dovesse andare estremamente male, o anche solo malino e invece di schiattare mi ritrovassi con dei deficit da gestire.

Insomma, non sto alla grande, ma nemmeno alla piccola.

Sto, e questo basta.

A lavoro intanto ho sviluppato una capacità incredibile: quella di dire frasi come “ma non si preoccupi signora, nessun disturbo, ci mancherebbe!” con tanto di sorriso a trentadue denti dopo che un cliente mi fa tirar fuori tutto il negozio e poi non compra un cazzo.

Credo sia un’abilità invidiabile, sto imparando a mentire in maniera straordinaria.

Ma no, ma ovvio che non saltano via le pietre da questo anello!” ma io che cazzo ne so?

Ma certo, il vetro è infrangibile, sti orologi li lanciano dagli arei in volo per fare i test d’urto e non si rompono” ma io che cazzo ne so pt.2.

guardi, io di questi bracciali ne ho presi dodici come regalo per tutte le mie amiche!” ma quanto non è vero, fanno cagare, devo venderteli perché se no i boss mi tagliano la gola ma non li regalerei nemmeno a Putin, che nella mia personale lista di persone che meritano regali brutti è secondo solo a mia zia.

Però a quanto pare non faccio proprio schifo a vendere, che è l’unico motivo per cui non mi hanno ancora licenziata visto che non so fare NIENTE di tutto il resto.

Caricare merce? Cosa vuol dire?

Preparare una spedizione? Ma che vuol dire? Punitiva? Chi dobbiamo far fuori?

Mandare in riparazione qualcosa? Ma perché chiedi a me?

Ritirare oro usato? Mah, io lo ritirerei nel cassetto del comodino signora, non è quello che intende lei?

Insomma, faccio pena sotto ogni altro punto di vista, però essendo io un esserino subdolo e malvagio ho comprato l’affetto delle mie colleghe portando caffè e cannoncini ogni giorno (spendendo tutto lo stipendio così) e ora  sembra quasi che mi vogliano bene. Non so come sia possibile. Forse sono più pazze di me.

Col Batterino ora va tutto alla grande, ma abbiamo avuto due litigate furibonde nel giro di dieci giorni. Ma due litigate veramente tremende, mai successo in due anni di litigare così. A un certo punto lui ha preso ed è uscito di casa sbattendo la porta… Ho sempre pensato di essere insopportabile ma non pensavo fino a questo punto.

Queste due sfuriate atomiche però sembrano averci fatto stranamente bene, abbiamo parlato tantissimo, ci siamo confrontati su diversi punti che traballavano e ora siamo in pace e più affiatati di prima, cosa che non ritenevo possibile.

E voi, miei cari, come state? Cosa sta succedendo nelle vostre vitine? Narratemi, sfogatevi, raccontate quello che vi va!

Hasta la pasta

Pubblicato in: Senza categoria

Sfoghi un po’ sconclusionati di una vita spelacchiata, riassumibili in “pensavo bastasse piangere”.

Avete presente “l’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente”?
Ecco, stamattina credo che le mie urla abbiano terrorizzato pure i pianeti vicini al nostro.
No perché non so se capite lo stato di isteria in cui riverso, ma vi lascio immaginare la morte nel cuore con cui stamattina sono andata a TENTARE di prenotare le mie visite.
Al “Signorina, la prima data disponibile è marzo duemilavetitrè” credo di aver cacciato un urlo così acuto che ho stordito uno stormo di pipistrelli, poi mi sono accasciata al suolo e ho pensato “Regina Elisabetta metti il tè in infusione: arrivo.
Alla fine regà con manovre che neanche il timoniere del Titanic ha messo in atto sono riuscita a impietosire l’addetta alle prenotazioni che mi ha trovato una data entro fine anno per sta cazzo di risonanza. E allora mi chiedo MA PERCHE’ SE IN QUEST’ORDINE IO: TI MINACCIO, TI IMPLORO, TI COMPRO SETTE CAVALLI DA CORSA TU RIESCI A TROVARMI UNA DATA QUASI UMANA E ALTRIMENTI MI DOVEVO ATTACCARE AL CAZZO?
No così, chiedo.
Curiosità personale.

Parlando di cose più intelligenti, non so come sia possibile ma a lavoro mi hanno offerto un contratto a tempo determinato, quindi di fatto una promozione.

Quando mi ha chiamata la capa la mia prima risposta è stata “…ma sei sicura che volevi fare il mio numero?Cioè, stai parlando con Sara, magari avevi in mente qualcun altro

Lei ha confermato che era proprio con me che voleva parlare, quindi la mia seconda risposta è stata “non è che hai picchiato forte forte la testa? Va che me ne intendo, anche io deliravo quando ho avuto l’emorragia, forse dovresti farti controllare…

Non so perché lei abbia riso, poi mi ha spiegato per bene l’offerta e la mia terza risposta è stata “MA SEI PAZZA LO SAI CHE NON SO FARE UN CAZZO IN NEGOZIO CHE COS’E’ UNA COLLANA NON HO MAI VISTO UN ANELLO COME FUNZIONANO I SOLDI NON MI LASCIATE DA SOLA VI PREGO AIUTOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOO

E niente, alla fine ho accettato e da novembre vivrò col terrore di fare minchiate.
Cioè, quelle le faccio sempre a priori, ora intendo proprio cose che potrebbero farmi finire in gattabuia tipo perdere una collana d’oro che un cliente mi lascia in riparazione, cosa successa realmente non a me ma a una collega.

Per dire.
In caso io mi sparo, altro che Anselmo e operazioni varie.

Intanto sto scoprendo gioie e dolori di essere una persona pazza in coppia.
No perché cosa comporti essere pazza in regime di singleitudine lo so bene, in coppia è tutto diverso. Cioè, ci rendiamo conto che esiste un’altra persona CHE NON E’ CAPACE DI LEGGERMI NEL PENSIERO E CHE QUINDI DOVREI COMUNICARE CON LUI?

Lo so, assurdo.
Cioè è come se si pretendesse che io spieghi al Batterino come mi sento e perché, capite? Assurdo.
Io pensavo bastasse piangere.
Sempre.
Nel mio mondo non importa cosa succeda, quale sia il problema, se io voglio sfilargli la spina dorsale dal naso e usarla per frustrarlo o se io pensi che mi stia per lasciare per la vicina di casa sua -ragguardevole donna di centosette anni, molto simile ad uno pterodattilo-, io piango.

Mi chiama urlando perché ho lasciato il gas acceso e tutto il palazzo ha preso fuoco e sono morti tutti tranne la vecchia pterodattila che è volata via dalla finestra? Io piango.

Mi dice che suonerà al bar con una cantante donna, nonchè sua sorella? Io piango.

Mi chiede di lavare i piatti? Io piango.

E INVECE STO SCOPRENDO CHE NON VA BENE, CHE NON POSSO RISOLVERE LE COSE COSì PERCHE’ FINISCO SOLO PER INACIDIRMI COME UN ACINO D’UVA UN PO’ RATTRAPPITO! CIOE’ MI STO RAGGRINZENDO, CAPITE?!

Cioè per la prima volta nella mia vita sento di provare qualcosa di simile al rancore per cose su cui ho sorvolato, e ora non so come gestirmi. Ci sono rimasta male per due cose negli ultimi mesi e quel povero tonto non ne ha la minima idea. Che poi come cazzo fa a non rendersi conto che quello che ha detto mi ha devastato l’anima non lo so, però dovrei chiaramente essere io a comunicare in modo efficiente e non lagnoso il mio malcontento.

Cioè, quando sono da sola piango, quando sono con lui faccio finta di niente però in realtà vorrei che mi leggesse nel pensiero e capisse che ho dei turbamenti, e il fatto che non lo capisce mi rende ancora più rancorosa e poi torno a casa e piango e poi faccio finta di niente quando lo vedo ED E’ TUTTO UN CIRCOLO VIZIOSO SIGNORA PTERODATTILO MI AIUTI PER L’AMOR DI DIOOOOOOOOOOOOO MI PRENDA E CON LE SUE POSSENTI ALI E MI PORTI IN GUATEMALA LA PREGOOOOOOO

Hasta la pasta. 

Raccontatemi tutto quello che volete, io spero che la vostra vita stia andando alla grande scusate se non rispondo a tutti i commenti ma sono semplicemente cretina, vi voglio molto bene.

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: Lavoro e Cavernoma, qualcuno mi salvi

Buonasera miei cari spelacchiati, come state?
Io sto… seduta.
Un po’ sbilenca, pendo da un lato perchè ho una spalla incriccata.

Non volendo fare la Wonder Woman della situazione ed essendo sempre onesta qui sul blog vi dico che sono state settimane abbastanza dure per me; iniziare un nuovo lavoro da una parte mi ha distratta ma dall’altra ha tirato fuori tutte quelle ansie da prestazione e da “non sono abbastanza intelligente/sveglia/capace” che sono sempre in agguato, pronte a farmi attorcigliare lo stomaco come se non ci fosse un domani.
Ma ovviamente il problema più grande resta Anselmo e l’idea dell’intervento.

Giorni fa ho avuto dei sintomi un po’ bizzarri e chiedendo consiglio alla mia neurochirurga sono andata in pronto soccorso perché potevo star avendo un’altra emorragia cerebrale, dunque urgeva una tac; stare cinque ore sulla barella in attesa che mi visitassero mi ha risvegliato tutte quelle sensazioni che avevo cercato di chiudere in un cassettino della mia mente. Mi ha ricordato tutta la paura e il dolore provati nelle settimane che ho passato ricoverata, e a ripensarci adesso non augurerei a nessuno quello che mi è capitato. ‘Sto cazzo di Anselmo oh.

Per fortuna è stato un falso allarme e in pronto soccorso sono stati tutti gentilissimi con me, che a un certo punto ero solo presa da sensi di colpa e al mio “scusate se vi ho fatto perdere tempo!” mi hanno risposto che non ho fatto perdere tempo a nessuno e ogni volta che avrò dei sintomi simili dovrò andare e farmi fare una tac.

Questo mi ha gettata nello sconforto per un po’. Sembra non finire mai questa attesa, e ora anche l’attesa fa paura, e allora tra un po’ mi tatuo in fronte “FANCULOOOOOO” e basta.

Passando a note più cretine, il lavoro procede.

Vi giuro, se qualcuno venisse lì con una telecamera potrebbe girare un documentario intitolato “l’orso nella gioielleria”.
Sono goffa, ingombrante, non distinguo una fede martellata da una francesina, lo zircone per me è una vitamina, i diamanti per quanto mi riguarda nascono dal letame e non da macchinose lavorazioni, se qualcuno mi chiede di fare un’incisione su un gioiello piuttosto mi strappo le mani e passo la maggior parte del tempo a chiedere qualunque cosa a chiunque mi capiti a tiro.

Breve carrellata di aneddoti degli ultimi giorni:

  • Signora di una notevole età che entra baldanzosa perchè vuole comprarsi un anello; ne sceglie uno ma, parbleau, non le entra. “Ma non è possibile, questa è la mia taglia, non ho mica le dita cicciotte” e con una forza sovraumana si infila l’anello a forza, così prepotentemente che ancora un po’ le arrivava al gomito.
    Indovinate chi ha passato MEZZ’ORA a cospargersi la mano di igienizzante per cercare di levarsi quel cazzo di anello, e chi invece ha pensato “ommioddio devo tagliarle il dito, non vedo altre soluzioni”.
    Ero già lì pronta con le forbici.
  • Una ragazza mi chiede di vedere una collana esposta dunque io con tutto l’ottimismo del mondo e un sorriso falso stampato in faccia infilo la chiave nella serratura della vetrina, giro, E LA STRACAZZO DI SERRATURA MI RIMANE LETTERALMENTE IN MANO.
    Penso di aver fissato con orrore la chiave e la serratura che mi erano rimaste in mano per almeno cinque secondi.
    Pure la cliente era sconvolta.
    Strillo per chiamare la mia collega che si piega in due dal ridere per il mio sconvolgimento e mi tranquillizza dicendo che succede sempre. Qualcuno deve ancora riattivarmi il cuore però.
  • Ragazzo estremamente carino, quel che si suol dire un bel fieu, vuole comprarsi un orologio della Madonna ma è indeciso.
    Io sfodero tutte le mie armi per convincerlo, dal sorriso smagliante allo sciorinare le caratteristiche del più fico degli orologi, il tutto con la mia solita cretinaggine ovviamente…
    Alla fine il ragazzo non voleva più l’orologio, ma il mio numero.
  • Cliente che prova più o meno tutto il negozio ma non gli va bene un cazzo di niente perchè “questo orologio ha il quadrante troppo piccolo, questo non ha abbastanza diamanti, questa catena non è da abbastanza carati…” alla fine se ne esce con “ma qui vendete bigiotteria! Tesoro, io sono stato in tutto il mondo, ho visto gioielli che qua non avrete mai”.
    … Ma te lo scrivo su un foglietto così ti rimane il memo o te lo dico direttamente? VAFFANCULOOOOOOOOO

E niente, questa è la mia vita per ora. Sono un ammasso di ansie un po’ contorte e ritorte su loro stesse, vado avanti per lo più per inerzia.
Voi come state invece? Raccontatemi, narratemi, sfogatevi, fate quello che volete!
Hasta la Pastaaaaaaaahhhhh!

Pubblicato in: Senza categoria

Craniotomia, solitudine e libri belli

Buonasera miei cari spelacchiati, come state?

Io ultimamente mi sento un po’ accartocciata. Un fiore rattrappito. Una carta accartocciata.
Abemus ultima parola sul mio cavernoma, Anselmo, che risiede nella mia capoccia: è da rimuovere tramite craniotomia; ho sentito tre neurochirurghi diversi, e mentre uno si è dimostrato veramente antipatico e con un parere discorde, gli altri due non hanno avuto dubbi: sono giovane e quasi sicuramente Anselmo mi provocherà altre emorragie cerebrali nel corso della mia vita. E la prossima volta potrei non essere così fortunata da non riportare deficit.
Quindi DAJE, prendete l’apriscatole che la mia capoccia è la vostra scatoletta di tonno!

Apri Lattine E Bottiglie Universale - Regalol

Come sto affrontando questa cosa?
Principalmente piangendo, in secondo luogo bestemmiando in maniera particolarmente colorita; devo ammettere che mi escono imprecazioni di cui vado abbastanza fiera.

Vorrei essere una di quelle donne super power, una che non vede l’ora di farsi togliere Anselmo per metterlo in un barattolo sul comodino e fargli un dito medio tutte le mattine, e invece io mi ritrovo ad avere la nausea mangiando una mora sulla mia brioche ai frutti di bosco; perché, per chi non lo sapesse, un cavernoma ha la forma esatta di una mora.

Ma diciamo che si tira avanti, anche se il Batterino non c’è perché è all’estero a suonare e quest’estate ci stiamo vedendo veramente poco, anche se le sedute con la psicologa mi riducono in una poltiglia di mascara colato (non so perché io mi ostini a truccarmi quando vado in terapia), anche se i miei amici non sanno cosa dire e finiamo sempre con il parlare di loro e dei loro problemi perché ovviamente non si ferma il mondo solo perché io verrò operata al cervello. 

Ma ora basta piagnistei, che è sta roba, qua dovrebbero essere servite cose cretine e non lamentele, dunque balziamo su altri argomenti come delle rane balzano dove pare a loro.

Domani comincerò a lavurà in gioielleria, sono aperte le scommesse: quanti disastri combinerò in sole quattro ore? Secondo me come minimo venticinque. Mi immagino già io che inciampo e finisco con la testa in una vetrina, o io che mostro orologi di cui non so niente e li faccio cascare per terra.
“No no era tutto voluto, vede? Nemmeno un graffio sul vetro!”

Handmade Italian Jewelry GIFs - Get the best GIF on GIPHY

Sto finendo “Alta fedeltà” di Nick Hornby e devo dire che mi ha tirato fuori a forza dal blocco del lettore.
Il protagonista, Rob, è così da prendere a sberle che non potevo mettere giù il libro: necessitavo di una scena in cui venisse preso a pugni da qualcuno. Non vi dirò se questa cosa succeda o meno, però Rob, Madonna mia, anche meno.
Lui ha trentacinque anni e un negozio di vinili, ed è una rottura di balle vivente:I Genesis gli fanno schifo, i Pink Floyd li odia, i Nirvana sono sopravvalutati, è in crisi esistenziale e per cercare di stare bene fa stare male gli altri; non so Rob dicci tu, andiamo al Jova Beach Party e siamo tutti felici? No, così, per sapere.

Poi è un pezzo di sterco pure con chiunque gli stia intorno, con i suoi amici, con le donne con cui esce, con la sua povera ex ragazza di cui è ancora innamorato ma non sa come affrontare i suoi sentimenti, perfino con i clienti che entrano nel suo negozio riesce ad essere altezzoso e antipatico.

Però porcaccia la miseria, questo libro non si può mettere giù perché scorre come l’acqua di una fontana in estate, e ci sono delle frasi bellissime, e Rob sa di essere una capra sottoforma di essere umano quindi torna in contatto con le sue ex solo per farsi dire cosa andava e cosa non andava e capire come migliorare. Quindi sì, è una persona fastidiosa, però in un certo senso gli si vuole pure bene. Mannaggia a lui.

Alta fedeltà - Nick Hornby - Libro - Guanda - Le Fenici tascabili | IBS

Certo, c’è una parte sulla morte che leggere in questo preciso momento della mia vita mi ha fatto annodare lo stomaco in maniera piuttosto violenta, però miei cari spelacchiati io questo libro non posso che consigliarvelo.

Detto ciò vado a cercare di dormire (in realtà continuerò ad ascoltare Nek fumando la mia sigaretta elettronica) che domani devo vendere gioielli.
Come sempre lascio la parola a voi, miei prodi.

Hasta la pasta.

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: vacanze cavernoma cerebrale e sudore

Buongiorno miei adorabili spelacchiati, come state? Io sono cotta, frullata col mini pimmer, sto caldo mi sta smolecolando.

Ieri altro giro di visite da un altro neurochirurgo, la cui diagnosi è stata molto meno rosea di quello di Milano: Anselmo is back, o meglio è sempre lì, due centimetri di profondità nell’emisfero destro del mio piccolo cervellino, ed è da rimuovere. Nuovo giro di pianto sulla spalla del Batterino.

Ma parliamo di cose stupide, perché se no Anselmo si monta la testa se parlo sempre di lui. Possiamo tutti insieme sdoganare una cosa? Il sudore in punti beceri. Io dopo quattro secondi al sole ho la zona baffetti che gocciola, le sopracciglia se le strizzo esce almeno mezzo litro di sudore, il coppino che ormai è disciolto ma soprattutto IL SENO PER L’AMOR DI DIO QUALCUNO FACCIA QUALCOSA PER IL SUDORE TRA I SENI. Miseria ladra, possiamo nel 2022 essere vittime di questa tortura? Che poi a me vengono eritemi della Madonna, prudo ovunque, mi gratterei come l’orso Baloo contro i tronchi d’albero.

Però ho passato una notte in Monferrato con il Batterino del mio cuore, in un posto veramente super carino; si chiama Cascina Manu, è una villa con sole cinque stanze di cui una direttamente sulla piscina ed è quella capitata a noi: c a r i n i s s i m a. Tra l’altro è l’unica con l’aria condizionata, quindi super contenti.

Abbiamo mangiato, nuotato, salvato coccinelle dall’annegamento, abbiamo riso di me che mi mettevo in piscina in posizione squat tenendo le mani a pinza e mi muovevo solo lateralmente come un granchio, ho quasi decapitato il Batterino quando al mio urlo stridulo da “ommioddio mi è cascata una cimice addosso” ha risposto con “massi, non ti fa niente, lasciala lì”. Batterino, patti chiari amicizia lunga: se un insetto mi cade addosso tu ti precipiti ad acciuffarlo e lanciarlo delicatamente fuori dalla finestra, OKAY?

Infine oggi ho fatto un colloquio di lavoro, perché i pochi soldi che avevo da parte stanno finendo e io non posso vivere da parassita fino a novembre, quando avrò la nuova risonanza magnetica e si deciderà se aprirmi con l’apriscatole. Mi faranno sapere settimana prossima. Incrocio le dita dei piedi.

Queste sono le incredibili news del bollettino “una spelacchiata sempre più stressata”. Spero che la vostra estate proceda bene, priva di Anselmi vari ed eventuali. Io ammetto di essere demoralizzata al momento, ma noi spelacchiati mica ci lasciamo abbattere così. Suvvia lascio la parola a voi e la smetto di cianciare!

Pubblicato in: Senza categoria

Vi presento Anselmo, il mio cavernoma

Buonasera miei cari spelacchiati, come state?
Per me è un periodo turbolento. Che poi che razza di parola è “turbolento”? O ha il turbo o è lento, no?
Ma lasciamo perdere e procediamo, che sarà un lungo post molto strano.

Stasera voglio farvi conoscere Anselmo.
Anselmo è con me da parecchio tempo, solo che io non lo sapevo; lui mi avrà guardata combinare ogni vaccata possibile e immaginabile fino ad averne le balle piene, tanto che un mese fa è esploso.
Anselmo è il mio cavernoma cerebrale, colui che mi ha provocato l’emorragia e mi sta facendo vivere una vita molto bizzarra da un mese e mezzo a questa parte.


Per colpa di Anselmo non posso prendere il sole, non posso viaggiare in aereo, non posso fare sforzi fisici e non posso nemmeno emozionarmi troppo, perché lui è un tipo tranquillo e queste cose lo disturbano, e credetemi non voglio disturbarlo mai più.

Anselmo, poi, è un tipetto bizzarro. Diciamo che è un po’ imprevedibile, potrebbe andare su tutte le furie e decidere di esplodere di nuovo da un momento all’altro, e allora sarebbe mio compito correre in pronto soccorso dove stavolta, vedendo i miei trascorsi, non mi farebbero stare dieci ore ad aspettare ma mi darebbero subito qualcosa per placare la sua ira funesta.

Io ho provato a convincerlo: “Anselmo, eddai, possiamo vivere un sacco di cose belle insieme, il mio amico ha già fatto i biglietti aerei nominativi per la Sicilia… E poi potremmo andare in Sardegna col Batterino… O in montagna, sai, al fresco…
Niente, non vuole saperne.
Potremmo diventare a-a-abbronzatissimi, dei fichi incredibili, sai quel bel colorito di chi sta dieci ore in piscina con un cocktail ghiacciato sotto al sole” ma niente, nemmeno quello lo convince molto.

Temo che le nostre strade dovranno dividersi.
E’ probabile che tra un mesetto, dopo un’altra angiografia ed un’altra risonanza magnetica, un team di medici dovranno farmi un foro nel cervello e tirar fuori Anselmo cercando di non fare danni nel mentre, passando qua e là nella mia materia grigia. Non che ce ne sia molta, lo so, però è comunque un’operazione delicata, Anselmo non è mica uno che si arrende facilmente, e dei rischi ci saranno. Insomma, non siamo felicissimi di separarci ma ormai è chiaro che lui non voglia più stare nel mio cranio, ha assistito a troppe mie scemenze. Lo capisco.

Beh miei cari spelacchiati, cerco di prenderla a ridere però ogni giorno una decina di minuti di pianto patetico sulla spalla del Batterino mi scappa perché c’ho ‘na fifa incredibile. Non fosse per il mio Batterino non so bene cosa farei in questa situazione, è incredibile quanto stia facendo per me.
Non ho mai subito operazioni quindi partire con una al cervello direi che mi temprerà come il fuoco di mille battaglie, tipo Xena Principessa Guerriera.
In più ho questa sensazione di essere un peso per tutti, perché da quando sono tornata a casa i miei amici vengono quasi ogni giorno a turno a tenermi compagnia e giocare a giochi scemi per non farmi pensare troppo, sapendo che quando io penso è la fine, e mi sento in colpa nei loro confronti per essere così bisognosa.

Ovviamente per mesi e mesi a venire non potrò lavorare, il che mi pone in una situazione piuttosto di cacca economicamente parlando: non c’ho una lira, ma per stare al passo coi tempi dico che non c’ho un euro.
Sono sempre sotto calmanti quindi pure studiare è un’impresa titanica, direi che sta andando tutto alla grande.

Insomma questi sono i miei aggiornamenti per ora, spero che voi ve la passiate un pochetto meglio di me che tra un po’ mi ritroverò con metà testa rasata e penso sarà uno spettacolo agghiacciante perché mi si vedrà ancora di più la faccia, che io cerco sempre di nascondere coi capelli tipo Samara. A volte vorrei pure vivere dentro un pozzo.

Basta ammorbarvi, vi saluto con un bacione calorosissimo da parte mia e di Anselmo, che sotto sotto è un bravino.
Voi raccontatemi tutto quello che volete, così mi distraggo un po’, e giuro che risponderò ad ogni singolo commento perché vi trascuro troppo quando in realtà vi voglio bene e mi state vicini come degli amici in carne ed ossa.
HASTA LA PASTA!