Lo so che il 90 percento degli italiani questa settimana si è sparato il Festival di Sanremo ogni sera tifando come neanche ai mondiali del ’94, ma io gna posso fare a guardarlo. Mi irrita. Mi irrita a priori eh, perché la maggior parte del pubblico presente andrebbe presa a schiaffi da adesso alla fine del mondo, ma quest’anno anche di più perché. Okay che hanno fatto un passo avanti scegliendo finalmente un conduttore nero… Come? Carlo Conti non è nordafricano? Ops.
Va beh dai una battuta sul Carlone dovevo farla, per quanto banale.
Ve l’aspettavate anche voi, dai.

Comunque tra Carlo che è simpatico quanto la mia prof di matematica delle superiori (che, per farvi capire, è un po’ meno simpatica della Umbridge) e Maria che si limona tutti a destra e a manca (come darle torto, finalmente vede uomini con il collo e sbarella. Ma Maurizio Costanzo riesce ad alzare la testa? Quell’uomo ha mai guardato il cielo? Mah. I misteri) son riuscita a reggere due minuti di Festival poi ho spento.
Ma poi dopo quelle stracazzo di pubblicità ORRIDE con gli alieni che ballano, i bambini nei pancioni che cantano (anni di terapia dopo averla vista, ANNI DI TERAPIA) e GLI animali canterini io avrei boicottato il festival a priori.
Avrei anche lanciato un hashtag nazionale: #NESSUNOGUARDASANREMO.
Tiè.
Poi va beh, fosse per me l’unico cantante italiano che dovrebbe vincere tutto, ogni premio possibile e immaginabile è Zucchero. Fine della questione.
Insomma, mentre tutti guardavano Sanremo io mi chiedevo “guardare o non guardare, questo è il dilemma” con il computer tra le mani come se fosse stato un teschio.
Ho provato “Santa Clarita Diet“, nuova serie Netflix con Drew Barrymore, ma non ho finito neanche la prima puntata: AGGHIACCIANTE da quanto non fa ridere.
Ho provato ad andare avanti con “The man in the High Castle” ma meeeh non è periodo. E’ una bella serie, ma per me non è il momento giusto per guardarla.
Alla fine ho avuto un’illuminazione e mi è venuto in mente che qualcuno mi aveva parlato benino di “The Good Wife” e quindi via così, perché non iniziare una serie da sette stagioni con ventitrè puntate l’una?
Trama:
Quando viene coinvolto in uno scandalo sessuale e accusato di corruzione, il procuratore Peter Florrick viene incarcerato e la moglie Alicia si ritrova a dover badare alla famiglia da sola. Per riuscire a far fronte alle spese decide di tornare, dopo un decennio di assenza dalle aule di tribunale, a lavorare come avvocato, professione abbandonata in seguito al matrimonio. L’amico del college Will Gardner la assume nel suo studio legale “Stern, Lockhart & Gardner”, dove Alicia conosce Diane Lockhart, socia alla pari di Will, Cary Agos, giovane avvocato in competizione con Alicia, e Kalinda Sharma, un’investigatrice di origini indiane che aveva precedentemente lavorato con Peter Florrick.
Per ora ho guardato solo tre puntate, per questo non è una vera e propria recensione ma più che altro “prime impressioni”. E le prime impressioni sono positive.
Prima di tutto l’attrice principale, Julianna Marguilies, è assai brava e mi piace il suo personaggio.
Alicia è una donna forte che sta passando un momento -un momento molto lungo, per essere sinceri- veramente duro. Ha un palco di corna che neanche il papà di Bambi si ritrova, è stata umiliata pubblicamente ma è costretta ad essere forte e prima ancora di pensare a sè stessa pensa a proteggere i suoi figli. Nonostante la sua vita si sia sgretolata prende in mano la situazione e si reinventa tornando a fare il lavoro per qui aveva studiato ma che aveva abbandonato dopo il matrimonio e comincia a farsi strada nonostante i pregiudizi, il sessismo, e tutte le difficoltà che incontra una donna in carriera.
Personalmente ho avuto un piccolo shock quando ho visto l’attore che interpreta Cary Agos.
La mia prima reazione è stata quasi strozzarmi con la coca cola che mi è andata di traverso, poi ho mentalmente urlato “Logan Huntzberger!Tu non sei Cary Agos, sei Logan!“. Perché no, questo non è Cary Agos e l’attore non ha un nome. Lui è Logan di Una mamma per amica, punto.
Boiate a parte per ora mi sembra un subdolo avvocatino ma potrebbe diventare un personaggio interessante col tempo, è da tenere d’occhio.
Kalinda poi è una strafiga, vai così sorella.
La cosa che più mi piace di questa serie per ora è che non è troppo. Non è troppo seria, non è troppo drammatica, ma non è neanche leggera. E’ esattamente il mix perfetto che serve a far volare le puntate.
Insomma, per ora giudizio positivo, voglio andare avanti infatti sto scrivendo il post in fretta per potermi riattaccare a Netflix come una sanguisuga. Che belle immagini mentali che evoco, eh? Credo sia un dono.
E voi? Avete visto Sanremo? Vi piace? E The Good Wife? Oppure ancora, cosa state guardando? Se avete serie da consigliarmi fatelo adesso o (non) tacete per sempre, che io sono sempre a caccia di nuovi telefilm da guardare.
Fatemi sapere, alla prossima, spelacchiati!
Ciao! Mi piace tantissimo come scrivi (sembri pazza al mio stesso livello!^^) cmq di sanreno neanche a parlarne ma The Good Wife (Logaaaaaaan) è una piccola perla in un oceano di schifezze e lo spin off The Good Fight è anche meglio!
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Ahahah che carina, mi sa che davvero tra pazze ci si intende! 😜
The Good Wife mi piace proprio tanto, ora capisco finalmente perché è così famosa. Dello spin off invece non sapevo niente, devo assolutamente recuperare anche quello, grazie!!
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Figurati! Il regista è lo stesso per entrambi quindi anche se i personaggi cambiano lo stile è uguale ed è la cosa che ho apprezzato di più di tutto in questa serie 😉
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