Aaaah.
Mamma mia, regà, che robe. Che situazioni. Che roba strana la vita.
Ora, senza scendere nei particolari, per la prima volta da tanto tempo (e non mi ero nemmeno mai accorta di questa cosa) ho fatto qualcosa per me, pensando solo al mio benessere, e ora sto incredibibilmente bene. Cioè, non mi sentivo così allegra e quasi speranzosa per il futuro da non so davvero quanto tempo.
Che sia un preludio di una grandissima crisi depressiva?
Può essere.
Però per ora mi godo questa sensazione nonostante il tornado si stia scatenando ovunque intorno a me.
Ma partiamo con questo film brut, che più brut vi giur non si può. ‘Na roba inclassificabile, il mio ex che era un regista in confronto era Kubrick, porca vacca.
Siamo in macchina con due deficienti, ed è il compleanno del cretino. La sua ragazza, la tipica bionda inutile, è tutta orgogliosa perché “è il tuo compleanno e sono mesi che te lo sto organizzando!”.
Ora, non so voi, ma in mesi e mesi di preparazione io quantomeno cerco di invitare una celebrità alla festa, chiamo amici sparsi nel mondo, faccio venire i dieci migliori spogliarellisti dell’universo… Lei cos’ha organizzato? Quale incredibile fantasiosa idea ha avuto?
Una roba incredibile eh, preparatevi perché non so se siete pronti a cotanta inventiva: cena + escape room.
Ma vaaaafffanculo, gallinaceo.
Arrivano al ristorante dove ci sono gli amcii: Il Coglioncello, sua moglie L’Insopportabile e la coppia di arrapati perenni; qui cominciano le scene da “questi sono troppo stupidi per essere veri”.
Per far capire quanto i personaggi si conoscano, siano amici e il tipo festeggiato sia uno Sherlock Holmes dei poveri c’è un giro di “chi ha ordinato cosa”: “Allora, scommetto che lui ha ordinato un bambino fritto, lei una melanzana farcita di gerbilli, l’altra una costina di triceratopo…” MA POTETE OCCUPARE COSI’ DUE MINUTI DI FILM? MA POTETE?! MA SAPETE CHE C’E’ GENTE CHE PAGHEREBBE ORO PER AVERE DEI MINUTI SUL GRANDE SCHERMO?
Intanto si intuisce che tra il festeggiato deficiente e la moglie dell’amico c’è dell’intesa… insomma, se la fanno. Oltre che scemi pure stronzi, combo micidiale.
‘Sti dementi.
Cominciano a parlare dell’escape room e “non riesco a credere che hai pensato a qualcosa di così avventuroso!” MINCHIA REGA’ CHE DIVERTIMENTO CHE DEV’ESSERE USCIRE CON VOI!
Se questo è il massimo dell’avventurosità chissà nelle serate noiose cosa fanno, si chiudono in una bara e dormono per anni?
Va beh, che domande inutili che mi pongo, salgono tutti sul furgone che li porterà alla escape room senza che loro possano capire dove stanno andando (ma a cosa minchia serve? non è che se uno vede che tragitto fanno allora sa risolvere più enigmi) e mettono cellulari e cose varie in una cassetta di sicurezza. Brave teste di *epiteto a scelta*.
Viene fuori che la bionda è stata invitata a sta cazzo di escape room, neanche ha avuto l’idea di andarci lei, ma non si sa chi l’ha invitata. Dimmi, cara, ma sei nata così cretina o è una cosa che si è sviluppata con l’età? No, così, per sapere.
Finalmente ‘sti scemi si bendano e si comincia sta cavolo di escape room e sono tutti un po’ sparsi in camere diverse.
Il festeggiato, che si crede Sherlock Holmes ma in realtà è solo leggermente meno mentecatto degli altri, si ritrova in una stanza piena di giornali e orologi; la coppia di arrapati in una stanza con lui che ha delle mutande di ferro con lucchetto attaccate al pacco, i più insopportabili di tutti hanno dei fili che li uniscono per i polsi (‘na roba inutilissima, devono solo fare qualche acrobazia per slegarsi) e la tipella di Sherlock Holmes non si sa minimamente perché ma è nuda in una gabbia.
Suppongo sia una scelta registica molto sottile e sofisticata chiamata “piazziamo del sessismo anche in questo film”.
Per farvi capire la levatura dei dialoghi:“siamo legati insieme, non è assurdo?”
LA TUA IDIOZIA E’ ASSURDA, ECCO COSA.
Poi passiamo alla tristezza dei due arrapati, che per sbloccare il lucchetto devono scrivere “sesso orale” (“head” in inglese) col lucchetto. Complimenti, maestro, quanta eleganza. Forse un ragazzino delle medie avrebbe potuto fare ‘sta cosa.
Per farvi capire anche cosa intendo quando dico che succedono cose senza una ragione, Anderson (l’amico scemo) si ferisce al dito aprendo una specie di finestrella che li mette in contatto con Sherlock. Io pensavo “ecco, ora vedi che si è beccato del veleno in circolo, sto scemo” e invece NIENTE. Nulla. Secondi di lui che si lamenta per il dolore assolutamente per nulla.
BOH.
Vaccate su vaccate, enigmi che anche un bambino di sei anni potrebbe risolvere… tipo: ci sono quattro stracazzo di quadri con degli animali (QUATTRO! MA MINCHIA!) tipo un lupo, una lepre, una volpe e non so che altro… Qual è la soluzione?
Metterli nell’ordine della catena alimentare.
Minchia ma voi siete anche più in fondo degli invertebrati, voi dovreste essere mangiati dai funghi da quanto siete stupidi! MA CHI CAZZO HA SCRITTO QUESTO FILM, TOPO GIGIO?!
Il Coglioncello, ovvero l’amico di Sherlock, chiaramente non ha idea di come funzioni una escape room e tutto quello che fa, dice e pensa sono cose tipo “ma come facciamo a uscire?” “ma perchè c’è un quadro alla parete?” “ma adesso cosa facciamo?” “Si ma allora?”
ALLORA ADESSO TI PICCHIAMO, CAZZO. DEVI TROVARE DEI MODI DI USCIRE, STARE A TIRARE LA PORTA NON SERVE, MENTECATTO.
Ma non che lei sia da meno, per carità, d’altronde è sua moglie.
“Ehi guardate c’è una carta!”
E lei: “Chissà che ci fa qui!”
…
No io me ne vado, io esco, come Tina Cipollari in ogni puntata di Uomini e Donne.
Ma cosa minchia vuol dire chissà che ci fa qui? Ma hai qualcosa oltre alla segatura e alla plastica da imballaggio nel cranio? Ma contate di farvi studiare in obitorio perché c’è il vuoto cosmico nel vostro cervello?
Ragazzi salto parti perché non ne usciamo più altrimenti, a un certo punto, finalmente, cominciano a crepare i personaggi; i primi a schiattare sono gli arrapati, che si sciolgono perché nella stanza esce del gas acido che li squaglia, il tutto mentre limonano come babbuini e perdono parti di labbra e viso.
Che. Schifo.
Tra l’altro Il Coglioncello rompe una chiave nella serratura e partono gli sfottò di moglie e amico, incazzati come iene “mi hai proprio deluso” “è così Anderson”.
Non commento nemmeno, va.
Sherlock, il Coglioncello e L’Insopportabile (la moglie del Coglioncello) si infilano nel condotto di aereazione e arrivano… a un altro enigma! Con Sherlock tutto incazzato che “ora lo risolviamo e usciamo!” ma cosa vuoi risolvere e uscire, Demente Colombo dei poveri? Ma cosa? Io non vedo l’ora che tu schiatti, capisci?
Comunque di questo enigma non c’ho capito na mazza ma mi ha fatto riderissimo il fatto che a un certo punto l’Insopportabile abbia mosso a caso delle calamite, non sia successo niente ma gli altri due si siano incazzati che ancora un po’ la ammazzavano di botte così, senza ragione.
Risolvono ‘sto enigma e muore pure il Coglioncello, che era rimasto a metà nel condotto di aereazione (molto comoda come posizione, capisco perché non fosse sceso insieme agli altri… MA CAZZO) e quando si rende conto che si sta chiudendo il condotto dietro di lui dice di avere “la gamba bloccata”. Ma bloccata da cosa, di grazia? Ma ci sei solo tu in quel condotto, cosa blocca la tua zampetta di persona idiota?
Non si sa, fatto sta che rimane tagliato a metà come meritava di finire dal primo minuto del film.
Sherlock e l’Insopportabile escono dal condotto e si ritrovano punto e a capo nella stanza di partenza (tiè) e finalmente tocca all’Insopportabile risolvere un enigma, che è una vaccata di dimensioni bibliche che io dico ma come minchia avete fatto a farvi sponsorizzare un film del genere?
In pratica ci sono dei cavetti colorati e lei intreccia quelli dei colori primari.
Brava, Giovanni Muchacha sarebbe molto fiero di te, forse anche una maestra dell’asilo lo sarebbe.
Peccato poi crepi pure lei, o rimanga intrappolata, non mi è chiaro. Rimane con la mano nella bocca di un orso impagliato e Sherlock se la squaglia lasciandola lì, perché come ha dimostrato per tutto il film è un pezzo di sterco secco.
Arriviamo alla scena madre della stupidità, il confronto tra Sherlock e la sua ragazza, con lui che continua a ripetere “perchè ci hai portati qui!?” e lei “io non ho fatto niente” PER TRE MINUTI.
Poi compaiono dei pulsanti con scritto “salva me” o “salva lui/lei”, il bastardone cerca di salvare sé stesso ma visto che lei è stata buona e generosa scegliendo di salvare lui invece di sé stessa Sherlock rimane impalato.
Ah, se qualcuno potesse insegnare alla bionda come piangere per finta gliene sarei molto grata, perché guardarla strizzare gli occhi mugugnando senza che una lacrima uscisse mi ha dato sui nervi come poche altre cose al mondo, forse solo la faccia di Salvini mi provoca una tale irritazione.
Siamo alla fine, tenete duro.
La bionda scappa, chiama la pula e al telefono parla il tizio del furgoncino la chiama e le dice “ma tu pensi di essere innocente, testa di minchia?” e boh non ho capito il senso, non me ne frega nulla, voglio soltanto dimenticarmi di questo deprecabile film e andare a dormire.
Ragazzi, vi prego, non guardate ‘sta roba. Soprattutto quando esce al cinema. Film così non meritano NIENTE, neanche un dollaro bucato.
Mi dispiace dirlo perché il cinema mi piace, però qui non c’è stato un minimo di sforzo da parte di nessuno: né regista, né sceneggiatore, né tantomeno gli attori che hanno chiaramente dato il meno possibile (o forse sono solo dei cani a recitare, non so).
I N A C C E T T A B I L E, possono andare tutti a quel paese per quel che mi riguarda.
Spelacchiati, se l’avete visto VI SCONGIURO ditemi che anche voi pensate sia una grandissima vaccata, ne ho bisogno. Se non l’avete visto… BEATI VOI. Non fatelo. Spendete il vostro tempo in maniera migliore, anche prendendo a martellate i vostri genitali.
Alla prossima, se mi riprendo da questa visione.