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Aggiornamenti vari e Dio di Illusioni by Donna Tartt

Io

Pant.
Non so voi ma io mi sto squagliando come un gelato in spiaggia.
Avete presente quei giorni in cui vorreste stare su un materassino in mezzo all’acqua, con un mega drink ghiacciato(possibilmente al cocco), un buon libro e zero pensieri? Ecco, questo è uno di quei giorni… E non ho nemmeno una coca cola in frigo.
La sessione estiva sta dando grandi soddisfazioni ma anche enormi delusioni (tedesco, ancora tu, sei sempre tra le pal-ehm, chi non muore si rivede), ed è incredibilmente impegnativa; anche gli esami fuffa si stanno rivelando dannatamente difficili, il che è frustrante. Avete presente a inizio anno quando dite “okaaaay questo corso è una boiata, lo scelgo” e poi alla fine vi ritrovate a dover studiare sei libri, leggere tre saggi, guardare otto film e riempire pagine e pagine di esercizi? Ecco.
Lancerei l’hashtag #solosceltesbagliate
A voi l’inizio estate come sta andando? Anche voi siete impelagati con gli esami? Anche voi state prendendo qualcosa come tre chili al giorno perché non fate altro che mangiare pane e nutella come se non ci fosse un domani per carburare e andare avanti? Avete fatto anche voi solo scelte sbagliate?

Passando ad argomenti più decenti, parliamo di… libri! Anzi di un solo libro.
Vostro Onore, lo ammetto, sono colpevole. Ho preso una pausa da Game of Thrones. Pausa di riflessione.
No, no, non mi ha tradita. No, non ho smesso di amarlo.
Non perché sia diventato noioso o chissà quale altra eresia, semplicemente dopo aver letto i primi tre libri in un mese o andavo in overdose o mi prendevo una pausa di riflessione dal mondo di Martin. Ma tranquilli, mi ci ritufferò a breve, probabilmente di testa.
Anche se dopo essermi beccata lo spoiler della vita direi che leggerò con meno piacere. Gente che guardate la serie e spoilerate, un po’ vi detesto.

Intanto mi sto godendo un viaggio, una vacanza, un soggiorno in un college del Vermont, in compagnia di un professore eclettico e affascinante e cinque studenti brillanti, ricchi, arroganti e incredibilmente intelligenti.
A questo punto l’avrete capito, forse: sto leggendo “Dio di Illusioni”, di Donna Tartt.
Ho trovato questo libro scontato all’IBS, al venticinque percento di sconto. In realtà avevo in mente di prendere “Il Cardellino”, il romanzo che ha fatto vincere alla Tartt il premio Pulitzer, ma la copertina e la trama di questo romanzo mi hanno catturata e quindi via, è andata. E poi non ero sicura di volermi lanciare in un romanzo di più di mille pagine.
Devo dire che non è esattamente quello che mi aspettavo. Dalla quarta di copertina mi aspettavo un romanzo a metà tra Posh e L’attimo fuggente, invece meh, non è proprio così.

Trama!
“Un piccolo raffinato college nel Vermont. CInque ragazzi ricchi e viziati e il loro eccentrico e affascinante professore di greco antico, che insegna al di fuori delle regole accademiche imposte dall’università e solamente a una cerchia ristretta di studenti. Un’élite di giovani che vivono di eccessi e illusioni, lontani dalla realtà che li circonda e immersi nella celebrazione di un passato mitico e idealizzato, tra studi classici e riti dionisiaci, alcol, droghe e sottili giochi erotici. Fio a che, in una notte maledetta, esplode la violenza. E il loro mondo inizia a crollare inesorabilmente, pezzo dopo pezzo.”

Io non ho ancora finito di leggere questo romanzo, sono precisamente a pagina 401, ma sinceramente di quello che questa trama prometteva ho visto poco. Insomma, io mi aspettavo veramente dei ragazzi fastidiosamente ricchi e schifosamente viziati, di quelli che cambiano macchina se la propria si sporca, invece questi ragazzi sono ricchi in modo easy, sono sicuri di loro stessi ma sono aristocraticamente gentili.
Il professore, Julian, sinceramente me lo immaginavo come Robin Williams in “L’attimo fuggente”, o almeno una costante presenza incredibilmente carismatica…E invece Julian è un personaggio che compare poco, parla molto e non ispira mai quel reverenziale rispetto carico di ammirazione che io mi aspettavo di provare…
Nonostante tutto ciò, il libro è fico e scorre bene, la storia prende, i personaggi affascinano a modo loro, la scrittura di Donna Tartt è stratosferica, la suspense ti fa andare avanti a velocità sonica… Ed io non vedo l’ora di finire, perché non so cos’altro possa succedere a questo punto della storia e non so come possa finire.

Tartt e frappè al cioccolato e caffè, cosa si può chie
dere di più

Una delle cose che più mi piace di questo romanzo è sicuramente il fatto che durante la narrazione ci siano continui piccoli shock.
Tu sei lì, immerso nella vita di questi cinque ragazzi, ridi alle loro battute, cerchi di capire il loro filosofico modo di pensare, e poi sbam, all’improvviso la Tartt di piazza lì una frase terribile, un commento che ti riporta alla realtà, al fatto che questi ragazzi hanno commesso qualcosa di atroce e imperdonabile. E quindi tu ti concentri, cercando di capirli più a fondo questi ragazzi apparentemente innocui, apparentemente perfetti.
E’ proprio questo lanciare qualche bomba qua e là che mi piace veramente veramente tanto. Sei lì, a ridere e poi senti un gelo calarti addosso per l’enormità di quello che è successo.
Non sto spoilerando nulla, comunque, che qualcosa di terribile sia stato fatto lo ammette il narratore stesso, il nostro Richard, già nelle prime pagine. Il bello è star dietro ai personaggi fino a capire cosa, come e perché è successo. Analizzare i loro comportamenti, le loro reazioni strane, il modo che questi giovani aristocratici hanno di gestire una cosa più grande di loro.

Questo romanzo ha pregi e difetti, ma credo che la cosa straordinaria sia la prosa di Donna Tartt.
Perché se è il tuo primo romanzo e riesci a scrivere seicentoventi pagine senza mai annoiare, senza mai risultare fastidiosamente prolissa, senza mai far pensare “okay basta non ce la faccio, chiudo qua”, allora qualcosa di straordinario deve esserci per forza.

Per oggi è tutto, ora andrò avanti a pagellare la MotoGP che ho ancora il cardiopalma per l’ultima curva, poi andrò a dormire e domani farò un esame probabilmente disastroso.
Fatemi sapere se avete letto questo romanzo o qualunque altra cosa di Donna Tartt, mi raccomando!

Saramandra
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Pubblicato in: il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, Librando, libri, se per un anno una lettrice

Gentilezze e letture in arrivo su questo blog

Non avendo avuto il computer sotto mano nel week end stavolta niente Pagellando la MotoGP, però che gara ragazzi! Il mio Lorenzo secondo, sto ancora distribuendo gioia da domenica.

Comunque sia, l’altro giorno sono uscita per cercare un regalo; ero in condizioni pietose, capelli in una coda tattica per nascondere il fatto che dovevo lavarli, praticamente struccata (un filo di matita non si nega a nessuno), aria disperata di chi sa che non troverà mai quello che cerca… E in tutto questo un ragazzo, forse sotto acidi, mi guarda, mi sorride, e dice “sei bellissima, buona giornata”.
Mi sono un pochino sciolta.
Perché non l’ha detto per provarci (avrebbe anche potuto eh >.>), ma solo per gentilezza! Forse gli facevo pena, forse lo pensava davvero (allora mi chiedo quante donne abbia visto nella sua vita), fatto sta che mi ha letteralmente tirato su di morale con quattro parole.
QUINDI la morale di oggi è: dite cose carine agli sconosciuti, potreste rendere la loro giornata meno buia e sconsolata.

A parte questo, ho deciso di ricominciare a leggere. L’università mi aveva completamente fatto dimenticare cosa volesse dire amare un libro, ma ho deciso di ritagliarmi dello spazio per ricominciare a farlo, perché mi sono resa conto che mi manca tantissimo. Altro suggerimento del giorno, oggi mi sento in vena di dispensare pillole e consigli a destra e a manca, ritagliatevi anche solo dieci minuti al giorno per fare quello che vi piace davvero, vi sentirete meglio!
Per ora i libri “in cantiere” sono:
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”


Allan Karlsson compie cento anni e per l’occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare la ricorrenza in pompa magna, con tutte le autorità. Allan, però, è di un’altra idea. Così decide, di punto in bianco, di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige nell’unico luogo dove la megera direttrice dell’istituto non può riacciuffarlo, alla stazione degli autobus, per allontanarsi anche se non sa bene verso dove. Nell’attesa del primo pullman in partenza, Allan si imbatte in un ceffo strano, giovane, biondo e troppo fiducioso che l’attempato Allan non sia capace di colpi di testa. Non potendo entrare nella piccola cabina della toilet pubblica insieme all’ingombrante valigia cui si accompagna, il giovane chiede ad Allan, con una certa scortesia, di vigilare bene che nessuno se ne appropri mentre disbriga le sue necessità. Mai avrebbe pensato, il biondo, quanto gli sarebbe costata questa fiducia malriposta e quella necessità fisiologica. La corriera per-non-si-sa-dove sta partendo, infatti. Allan non può perderla se vuole seminare la megera che ha già dato l’allarme, e così vi sale, naturalmente portando con sé quella grossa, misteriosa valigia. E non sa ancora che quel biondino scialbo è un feroce criminale pronto a tutto per riprendersi la sua valigia e fare fuori l’arzillo vecchietto. Un centenario capace di incarnare i sogni di ognuno, pronto a tutto per non lasciarsi scappare questo improvviso e pericoloso dono del destino.

e “Se per un anno una lettrice”.

trama:
Decisi di dare inizio al mio progetto di lettura quotidiana il giorno del mio quarantaseiesimo compleanno. Tutti i libri sarebbero stati quelli che avrei condiviso con Anne-Marie, se avessi potuto. Il mio anno di intensa lettura sarebbe stato il mio progetto personale di fuga dentro la vita.” Per Nina Sankovitch è l’inizio di una folle impresa: concedersi – con quattro figli e un marito in giro per casa, tra liste della spesa, panni da lavare, merende da preparare e cene da cucinare – una pausa forzata dal mondo e dai suoi ritmi concitati. Ma soprattutto dal dolore della perdita, esploso dentro di lei con la violenza di un uragano alla morte di sua sorella Anne-Marie. Un dolore troppo profondo per limitarsi ad aggirarlo nella speranza di lasciarselo alle spalle. Dai libri Nina si aspetta di ricevere consigli e insegnamenti, distrazione ed entusiasmo, serenità e giusto distacco. Nei libri troverà molto di più. Questo è il racconto del viaggio che, iniziato tra pagine di carta, l’ha portata a ripercorrere le storie della sua famiglia e i ricordi di un’intera vita, alla ricerca della chiave capace di far scattare la serratura della felicità.

Ho comprato entrambi nella sezione “libri usati” della Melbook qui nella mia città, quindi li ho pagati qualcosa come quattro euro e non so dirvi il prezzo pieno. Non mi aspetto niente di che ma spero siano un buon rientro nel mondo dei libri!
A domani o lunedì con le pagelle della MotoGP (Marc, please, prenditi una domenica sabbatica)!

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Librando: prossimi acquisti italianissimi

E’ estate e la mia vita si alterna tra studio e serie tv (e con “serie tv” intendo Doctor Who, che è spettacolare) con qualche gara o partita -di tennis, non i mondiali- qua e là. A voi come va? Spero tutto bene!
Magari siete già al mare o in montagna, con un buon libro, degli amici stupidi, a bere birra e ascoltare canzoni rock in macchina? Beh, beati voi!
Per l’università mi tocca leggere libri di cui avrei fatto volentieri a meno, come “La peste” di Camus, un sacco di romanzi di Thomas Mann e qualcosa di autori neozelandesi decisamente sconosciuti. Perfino “Cecità” di Saramago si sta rivelando una delusione, e dire che era uno dei pochi che ero contenta ci avessero rifilato.


Intanto la mia wish-list si allunga sempre di più; ad avermi incuriosita in questo periodo sono principalmente due libri, ma la cosa strana è che… *rullo di tamburi, suspance che sale* sono di autori italiani!!

Capiamoci, l’Italia mi piace (gli italiani un po’ meno) riconosco la nostra supremazia in tante cose ma la scrittura, negli ultimi anni, non è stata decisamente il nostro campo. Tra una merda di Moccia, quelle vaccate di libri dei “comici” di Colorado, e la Troisi che personalmente non disdegno ma ha un po’ sfrantecato le balle con le sue saghe direi che non siamo messi benissimo.

Che Giacomo Gardumi ci dia una speranza? Che un coniglio assassino (immagino) sia la svolta?
Vi spiego, stranamente ero in libreria. Stavo spulciando le novità segnandomi qualche titolo sul cellulare quando mi viene un piccolo infarto: un coniglio nero con un’ascia sulla spalla mi sta fissando da una copertina. Okay all’inizio pensavo fosse un lupo mannaro o qualcosa del genere, poi guardando meglio mi sono resa conto che era ancora più sinistro. Sarà che dopo Donnie Darko i conigli non mi ispirano più tutta quella tenerezza…

 

Dalla quarta di copertina:
Un’inaspettata apocalisse distrugge la razza umana e trasforma la terra in un pianeta morto. Sopravvivono quattro piccoli nuclei familiari, rinchiusi in minirifugi atomici nella città di San Francisco. I superstiti possono comunicare tra loro grazie a un trasmettitore satellitare. Improvvisamente gli occupanti di uno dei rifugi cominciano a sentire dei colpi battuti sulla porta, come se qualcuno volesse entrare, benché la telecamera che inquadra la superficie riveli chiaramente che nessuno si è avvicinato. Gli avvenimenti misteriosi si moltiplicano, finché un «coniglio» rosa penetra nel rifugio e compie un orrendo massacro. Gli altri memebri del gruppo si rendono presto conto che il «coniglio» è solo all’inizio della sua missione di morte…

Insomma, sembra proprio fico. L’horror non è proprio il mio genere, ho letto solo qualcosina del Re (Stephen King, ovviamente), ma è giunto il momento di allargare i miei orizzonti!So già che mi pentirò della lettura essendo una fifona di quarto livello, ma ormai ho deciso: alla prima occasione sarà mio. E ogni notte avrò gli incubi, ma sono i rischi del mestiere.

L’altro è un romanzo a cui faccio il filo da parecchi mesi, che non è ancora mio solo per stupidità (mia e delle librerie della mia città): avrei dovuto ordinarlo e attendere un paio di settimane perché fosse mio ma invece di farlo mi son detta “massì, lo troverò in un’altra libreria”. Non l’ho trovato.

Si intitola “Porcaccia, un vampiro!”, l’autrice è Giusy de Nicolo ed è di tutt’altro genere, un fantasy-comico con protagonisti due ragazzi: Ludovico, misterioso e scorbutico vampiro bisessuale, e Andrea, un normalissimo umano un po’ sfigato.
L’idea di una storia di vampiri con battute sarcastiche e idiozie varie&eventuali mi ispira tantissimo, il contorto di storia d’amore sembra fichissimo e sinceramente, se qualcuno non me lo regala al più presto me lo regalerò da sola.

Dalla quarta di copertina“Allora Andrea Magli” iniziò, “ho due possibilità, ti uccido o ti lascio andare. Tu che consigli?” “Io… per favore… non…” “Lo immaginavo” sorrise. Pasta al burro a fine mese. Una città hard rock come Bari. La faida dello zerbino con la famiglia del secondo piano. Andrea “Cespuglio” Magli è uno studente con la sindrome del criceto. Ludovico, dark e fascinoso, sembrerebbe l’ideale per toglierlo dalla gabbia, se non fosse un vampiro pericolosamente bisex e per giunta nel mirino del racket.
Okay concludo anche oggi, se qualcuno ha letto uno di questi libri… Faccio bene a comprarli?? Risparmiate una spesa inutile ad una giovane universitaria squattrinata! Oppure sono bellissimi e devo mollare tutto e fiondarmi in libreria?
Torno sui libri, stavolta quelli di testo, a prepararmi per un nuovo fantastico esame, alla prossima!