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Filmando: #Babdook

Filmando: #Babadook
Ovvero quando un film horror incontra una bella trama
Come credo di aver già detto, io e gli horror abbiamo un rapporto controverso, Facebook lo descriverebbe come “una relazione complicata”.
Il fascino del macabro e dello spaventoso colpisce anche me, ma in generale non è il tipo di film che guardo anche perché sinceramente detesto i film horror-splatter e gli horror-survivor in cui i protagonisti muoiono semplicemente uno dopo l’altro. Gli unici del genere che ho apprezzato sono i primi “Final Destination”, poi mi hanno stufata anche quelli.
Per intenderci, preferisco gli horror tendenti al thriller.
Un giorno però ho visto il trailer di questo film chiamato “
Babadook“, ed è stato un piccolo colpo di fulmine. Mi è sembrato, finalmente, un film horror interessante.
Mi sono quindi mobilitata a rompere le balls a tutti per andare a vederlo al cinema, ma per una serie di motivazioni io e le mie amiche (molto più amanti del genere di me) ci siamo ritrovate a guardarlo a casa, una sera, sole.

Babadook ha una durata complessiva di un’ora e mezza ed è scritto e diretto da Jennifer Kent.

Babadook racconta la storia di Amelia, madre single in quanto rimasta vedova dopo l’incidente d’auto avuto proprio mentre il marito la portava in ospedale per partorire il figlio Samuel.
Il piccolo, che noi conoscermo bambino, è un ragazzino molto particolare, vagamente inquietante e con qualche problema a relazionarsi.

Una sera Samuel trova un libro apparentemente per bambini, intitolato “The Babadook”, e Amelia comincia a leggerglielo finche non si rende conto di quanto sia spaventoso. Samuel ne rimane traumatizzato e da allora la sua missione sarà combattere il mostro e proteggere se stesso e sua madre, che lo ritira dalla scuola in seguito al fatto che lui si sia portato un classe un coltellino artigianale. É in casa che comincia l’incubo.

Questa è la trama senza spoiler, perché sono una brava bambina.
Anche questa volta il casting è notevole.
Noah Wiseman oltre ad essere tenerissimo tanto da avermi fatto rivalutare la mia visione dei bambini (ora voglio un figlio come lui, se no niente) è anche molto, molto bravo. Dava un senso di innocenza, tristezza e paura che mi ha fatto tifare per lui tutto il tempo.

Lui ed
Essie Davis (Amelia) reggono il film completamente da soli, e questo è tutto dire. Lei è bravissima, il suo cambiamento durante il film è riuscitissimo e le sue espressioni sono veramente paurose.

Considerazioni sparse e qualche spoilerino:

Una delle cose che più ho apprezzato di questo film è la praticamente totale mancanza di spargimenti di sangue. Niente dita mozzate o squartamenti vari per una volta, solo un’aurea inquietante per tutto il tempo.
Non è uno di quei film pieni di jumpscare (sapete che non so come tradurlo? intendo i “sobbalzi” che si fanno quando c’è per esempio un mostro che sbuca all’improvviso), anzi, le scene con il Babadook sono lente: tu sai che sta arrivando e lui incombe inarrestabile, e questo fa più paura dello sbucare da un armadio.

Luci tendenti al blu, angoli bui di un nero pestissimo in cui può nascondersi qualunque cosa, una psicologia seria dietro a questo mostro, una morale e soprattutto una trama e un finale che hanno un senso. Non è un horror fine a sè stesso, non è solo un film con un mostro da sconfiggere.

Forse perché Babadook non è solo un mostro, è una metafora.

Perchè ognuno di noi ha un mostro dentro di sè, e non sempre riusciamo a sottometterlo. A volte esce, ci perseguita, ci distrugge se non riusciamo a domarlo. 

Insomma, questo film mi è piaciuto molto proprio perché non ha la solita filosofia spicciola dell’ultimo minuto, ma credo che anche qui la componente “gusto personale” sia molto importante… forse chi è abituato ad altri generi di horror non sarà soddisfatto da questa pellicola, proprio perché si discosta dai soliti filoni. Probabilmente a chi è avvezzo (ragazzi che fatica cercare di non ripetere i termini…) al genere non si sentirà inquietato come lo ero io durante la visione, ma secondo me una possibilità dovrebbe dargliela chiunque.
Fatemi sapere se l’avete visto e cosa ne pensate, mi raccomando, e soprattutto… “Non fatelo entrare, non fatelo entrare!” 
 

Saramandra



Pubblicato in: chi me lo fa fare, comico, horror, http://schemas.google.com/blogger/2008/kind#post, Librando, libri, paura, porcaccia un vampiro, vampiri

Librando: prossimi acquisti italianissimi

E’ estate e la mia vita si alterna tra studio e serie tv (e con “serie tv” intendo Doctor Who, che è spettacolare) con qualche gara o partita -di tennis, non i mondiali- qua e là. A voi come va? Spero tutto bene!
Magari siete già al mare o in montagna, con un buon libro, degli amici stupidi, a bere birra e ascoltare canzoni rock in macchina? Beh, beati voi!
Per l’università mi tocca leggere libri di cui avrei fatto volentieri a meno, come “La peste” di Camus, un sacco di romanzi di Thomas Mann e qualcosa di autori neozelandesi decisamente sconosciuti. Perfino “Cecità” di Saramago si sta rivelando una delusione, e dire che era uno dei pochi che ero contenta ci avessero rifilato.


Intanto la mia wish-list si allunga sempre di più; ad avermi incuriosita in questo periodo sono principalmente due libri, ma la cosa strana è che… *rullo di tamburi, suspance che sale* sono di autori italiani!!

Capiamoci, l’Italia mi piace (gli italiani un po’ meno) riconosco la nostra supremazia in tante cose ma la scrittura, negli ultimi anni, non è stata decisamente il nostro campo. Tra una merda di Moccia, quelle vaccate di libri dei “comici” di Colorado, e la Troisi che personalmente non disdegno ma ha un po’ sfrantecato le balle con le sue saghe direi che non siamo messi benissimo.

Che Giacomo Gardumi ci dia una speranza? Che un coniglio assassino (immagino) sia la svolta?
Vi spiego, stranamente ero in libreria. Stavo spulciando le novità segnandomi qualche titolo sul cellulare quando mi viene un piccolo infarto: un coniglio nero con un’ascia sulla spalla mi sta fissando da una copertina. Okay all’inizio pensavo fosse un lupo mannaro o qualcosa del genere, poi guardando meglio mi sono resa conto che era ancora più sinistro. Sarà che dopo Donnie Darko i conigli non mi ispirano più tutta quella tenerezza…

 

Dalla quarta di copertina:
Un’inaspettata apocalisse distrugge la razza umana e trasforma la terra in un pianeta morto. Sopravvivono quattro piccoli nuclei familiari, rinchiusi in minirifugi atomici nella città di San Francisco. I superstiti possono comunicare tra loro grazie a un trasmettitore satellitare. Improvvisamente gli occupanti di uno dei rifugi cominciano a sentire dei colpi battuti sulla porta, come se qualcuno volesse entrare, benché la telecamera che inquadra la superficie riveli chiaramente che nessuno si è avvicinato. Gli avvenimenti misteriosi si moltiplicano, finché un «coniglio» rosa penetra nel rifugio e compie un orrendo massacro. Gli altri memebri del gruppo si rendono presto conto che il «coniglio» è solo all’inizio della sua missione di morte…

Insomma, sembra proprio fico. L’horror non è proprio il mio genere, ho letto solo qualcosina del Re (Stephen King, ovviamente), ma è giunto il momento di allargare i miei orizzonti!So già che mi pentirò della lettura essendo una fifona di quarto livello, ma ormai ho deciso: alla prima occasione sarà mio. E ogni notte avrò gli incubi, ma sono i rischi del mestiere.

L’altro è un romanzo a cui faccio il filo da parecchi mesi, che non è ancora mio solo per stupidità (mia e delle librerie della mia città): avrei dovuto ordinarlo e attendere un paio di settimane perché fosse mio ma invece di farlo mi son detta “massì, lo troverò in un’altra libreria”. Non l’ho trovato.

Si intitola “Porcaccia, un vampiro!”, l’autrice è Giusy de Nicolo ed è di tutt’altro genere, un fantasy-comico con protagonisti due ragazzi: Ludovico, misterioso e scorbutico vampiro bisessuale, e Andrea, un normalissimo umano un po’ sfigato.
L’idea di una storia di vampiri con battute sarcastiche e idiozie varie&eventuali mi ispira tantissimo, il contorto di storia d’amore sembra fichissimo e sinceramente, se qualcuno non me lo regala al più presto me lo regalerò da sola.

Dalla quarta di copertina“Allora Andrea Magli” iniziò, “ho due possibilità, ti uccido o ti lascio andare. Tu che consigli?” “Io… per favore… non…” “Lo immaginavo” sorrise. Pasta al burro a fine mese. Una città hard rock come Bari. La faida dello zerbino con la famiglia del secondo piano. Andrea “Cespuglio” Magli è uno studente con la sindrome del criceto. Ludovico, dark e fascinoso, sembrerebbe l’ideale per toglierlo dalla gabbia, se non fosse un vampiro pericolosamente bisex e per giunta nel mirino del racket.
Okay concludo anche oggi, se qualcuno ha letto uno di questi libri… Faccio bene a comprarli?? Risparmiate una spesa inutile ad una giovane universitaria squattrinata! Oppure sono bellissimi e devo mollare tutto e fiondarmi in libreria?
Torno sui libri, stavolta quelli di testo, a prepararmi per un nuovo fantastico esame, alla prossima!