Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: da modalità “zen” a modalità “eccheccazz”

Ma buonasera miei amatissimi Spelacchiati, come state?
Spero che quest’anno sia iniziato alla grandissima, diciamo che io ormai non dico più nulla a riguardo perché dopo il 2020 pensavo non fosse possibile fare peggio e invece il 2022 ha dimostrato alla grande che non c’è mai fine al peggio. Li mortacci sua.
Cioè ma ci rendiamo conto di quanto deve essere stato un anno orribile per superare quello in cui UNA PANDEMIA GLOBALE HA COLPITO IL MONDO INTERO TRANNE FORSE QUALCHE ATOLLO DISPERSO NELL’OCEANO?

Non so se lo sapete, ma io il 23 dicembre sono stata nuovamente ricoverata in ospedale. Lo so, lo so, ho rotto il cazzo con ‘sti ricoveri, ma che vi devo dire sono una ragazza frizzantina. Mi piace starmene su una barella dalle dieci alle ottantacinque ore, che vi devo dire.

Il 23 infatti nuovo giro di crisi epilettiche una dopo l’altra, tipo raffica di pugni di Goku; ero pure a lavoro e mi sentivo una merda ad abbandonare le mie colleghe perché vi lascio immaginare quanta cazzo di gente ci fosse al centro commerciale quel giorno.
Per fortuna ho delle colleghe meravigliose che per qualche assurda ragione mi vogliono bene e a un certo punto mi hanno inchiodata nel retro e hanno minacciato di chiamare seduta stante un’ambulanza se non fossi andata io in pronto soccorso in quel momento perché ero visibilmente morente. Faccia un po’ storta, non mi reggevo in piedi, avevo un mal di testa che mi stava trapanando il cranio, sentivo odori inesistenti… E quindi niente, giro in pronto soccorso.

Devo dire però che il pronto soccorso è un luogo in cui non ti annoi. O meglio, ti annoi perché ci stai così tanto tempo che a una certa vuoi solo rantolare via, però succedono un sacco di cose e parli con un sacco di persone.
Ora vi racconto la maxi storia di come mi sono innamorata mentre ero lì, Batterino perdonami.

Io ero sulla mia barella da ormai credo duecento ore, la mia schiena non era più una schiena ma un serpente tutto storto; a un certo punto alzo lo sguardo e lo vedo.
Lui.
Con la L maiuscola non perché a inizio frase dopo un punto ma perché se la merita.
Capelli bianchi con le punte tinte di nero, tutti sparati; sulla quarantina; circondato da quattro energumeni della polizia… Aveva le manette a mani e piedi.
MI SONO INNAMORATA DI UN GALEOTTO REGA’!

Ci siamo guardati per un istante lungo una vita mentre veniva scortato fuori, non so se stesse pensando a come sarebbe stato limonarmi o a come sarebbe stato farmi a pezzi.

Poi ho parlato con un sacco di persone perché sono una persona fastidiosa e cercavo di alleggerire l’atmosfera per tutti, perché vi assicuro che scemenze a parte ho visto cose che non avrei mai voluto vedere, lì dentro.

Comunque io prima del ricovero ero riuscita ad entrare in modalità zen, mi ero caricata di una pace interiore notevole.
Perché insomma, un’emorragia cerebrale diciamo che potevo accettarla, sono sempre stata cagionevole ma niente di grave quindi insomma ero già stata fortunata…
Poi abbiamo scoperto di Anselmo, e anche lì, dopo aver tirato dei gran porconi uno scrolla le spalle spera in bene.

Ora sono arrivate le crisi epilettiche. Okay, potevamo aspettarcelo, me l’avevano detto che sarebbe potuto succedere.

L’altro ieri la mia meravigliosa responsabile mi ha detto che non se la sente di farmi andare a lavoro fino a che io non sia completamente a posto, quindi dopo l’intervento. Il che significa che da “povera come lammerda” io ora sono passata a “addirittura più povera dellammerda”. Però okay, capisco, ha ragione e le voglio un bene dell’anima.

Nel frattempo si sono aggiunte tutte le cose che devo evitare. Ovviamente le luci intermittenti, che guarda caso in questo periodo sono OVUNQUE e io devo girovagare a occhi chiusi; okay.

Fumare; ci ero riuscita una volta, ci riuscirò di nuovo; okay.

Andare al cinema; qua già cominciano a girarmi i maroni, la butto sul lato economico: non spendo quindici euro a volta per vedere un film; okay.

Bere alcolici; madonna quanto mi manca la mia birretta serale, però lo accetto, va bene, quando potrò di nuovo bere mi sfascerò come non so che roba.

MA ORA MI E’ STATO MANDATO UNA SPECIE DI LISTA DI REGOLE PER CHI SOFFRE DI EPILESSIA E C’E’ SCRITTO CHE DEVO EVITARE GLI ORGASMI

ORA

IO DICO

VOLETE ANCHE DIRMI DI NON RESPIRARE?

VOLETE DIRMI DI NON MANGIARE?

MI STANNO TOGLIENDO TUTTO, UNO ALLA VOLTA

Poi se il Batterino mi molla io non posso far altro che dargli ragione, porca di quella miseria, e io odio dargli ragione.

INSOMMA, SE PRIMA ERO IN MODALITA’ ZEN ORA SONO IN MODALITA’ “MA VAFFANCULOOOOOOOO”


Ecco.
Ora che ho esposto il mio fastidio mi sento meglio.
Ma ora vi pongo una domanda: io ormai vivo un po’ con l’ansia di guardare serie tv o film che possano malauguratamente causarmi una crisi epilettica e seccarmi così, di botto; quindi la mia domanda è: conoscete film/serie che possa guardare in tranquillità?
Ma soprattutto, come state spelacchiati miei? Cosa mi raccontate? Come sono andate queste feste natalizie e capodannesche? Io penso sarò più presente qua sul blog perché ho poco da fare ma tanta voglia di interagire, quindi preparatevi ad essere infastiditi dalla mia presenza!
Hasta la pastaaaa!

Pubblicità
Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: ricovero e clienti natalizi (ovvero il male assoluto)

Buonasera miei cari Spelacchiatini, come state?
Io avevo detto che sto, ma per un po’ non sono nemmeno stata. Livelli di sfiga così elevati io raramente li ho mai visti.
Non entrerò nei dettagli medici perché lo so che c’è qualche ipocondriaco tra i miei spelacchiati del cuore, dunque non dirò quali sintomi mi hanno colta in flagrante, però settimana scorsa ohibò sono stata presa da malori piuttosto bizzarri. Le cose sono andate più o meno così.
“Batterino, mi stanno capitando cose bizzarre e non mi sento benissimo, dici che sto ‘a schiattà?”
“Ma non dire idiozie, sarà l’ansia, stai somatizzando perché sei un po’ cretina. Vai tranzolla.”
Okay.
Vado a lavoro e tempo due secondi sto così male che le mie meravigliose colleghe mi minacciano di picchiarmi se non avessi chiamato qualcuno per farmi portare in pronto soccorso, dunque ho chiamato mio padre che pure lui poverino con l’ansia a duemila mi smolla lì perché non lo fanno entrare e io vengo piazzata su una barella con codice arancione.
Salto scene di me in barella che sbarello (ahah che esilarante gioco di parole, neh?) e dopo una tac e una visita neurologica andata malissimo (il dottore mi disegnava dei numeri sulla fronte e io NON CAPIVO UN CAZZO DI COSA STESSE DISEGNANDOMI ADDOSSO, MA PROPRIO ZERO, non riuscivo a tenere le braccia sollevate, sentivo odori inesistenti) decidono dopo essersi scambiati una lunga occhiata di intesa che faceva capire “questa ci schiatta qui” di tenermi lì per la notte per capire meglio cosa mi stesse accadendo.

Per farla breve: Anselmo e le cicatrici lasciatemi al cervello dall’emorragia di aprile mi stanno causando crisi epilettiche. Non le classiche con le convulsioni, un tipo diverso, ma comunque orribili e che rischiano di far esplodere di nuovo Anselmo.
Dunque ora prendo anche farmaci contro l’epilessia.
Tutto ciò ovviamente rende più impellente il mio intervento, che a questo punto abbiamo fissato per inizio febbraio.

Ho dell’ansia?
Abbastanza.
Cerco di essere positiva?
Mah.
Il dottore che mi ha visitata era carino?
Molto.

Ma non finisce qui, vi pare?
Torno a casa e tempo sei ore suona il telefono alle undici di sera, mentre stavo facendo un piantino di sfogo col Batterino venutomi a trovare: era mia nonna, che chiamava disperata perché il nonno di novantadue anni era caduto e non si riusciva ad alzare.
Nuovo giro di ansia&panico, mio padre e il Batterino partono alla volta dei nonni per salvare la situazione ma c’è poco da fare: il mio nonnino si è rotto il femore.
Che poi ora io mi chiedo: è caduto e si è rotto il femore o si è rotto il femore e perciò è caduto? No perché ormai ha delle ossa di una fragilità incredibile, ha lo scheletro fatto di stuzzicadenti.

Ora l’hanno operato e sta bene, per quanto possa stare bene un’anziano quasi centenario.

Concludo dicendo che in barba alla neurochirurga che voleva stessi una settimana a riposo sono tornata a lavurà il giorno dopo e la gente mi sta facendo uscire di senno.
“Maaaa il venticinque siete aperti?”
“… No signora.”

“Ah. Peccato… E il ventisei?”
“… NO, SIGNORA. HA ALTRE DOMANDE CRETINE O COMPRA ‘STA CAZZO DI COLLANA DA DODICI EURO?”
Io da domani comincio a rispondere che sì, siamo aperti e li aspettiamo a braccia aperte. L’unica cosa che mi ferma è che non ho accesso alle telecamere per vedere la loro faccia da triglia quando arriveranno al centro commerciale e lo troveranno chiuso.

“Ma questa andrà in saldo a gennaio?”
“… signora mia, ma cosa stracazzo ne so? Ma poi le pare che posso dirle di sì?”

E poi bastaaa bastaaaaa BASTA FARMI TIRARE FUORI TUTTI GLI OROLOGI PER POI PASSARE A TUTTE LE COLLANE PER POI ANCORA PASSARE AGLI ANELLI PER POI DIRMI CHE DOVETE PENSARCI! DOVETE PENSARCI COSA, CHE NON AVETE I NEURONI NECESSARI? MA LO SAPETE CHE MANCANO DUE ORE A NATALE E CHE VI CONVIENE ARRAFFARE LA PRIMA COSA CHE VI CAPITA COSì SIETE TRANQUILLI E AVETE FINITO COI REGALI? MA VE LO DEVO DIRE IO?!
Per la miseria.

“Allora se mi da l’indirizzo mail le attivo la tessera, così le arriva un coupon del dieci percento di sconto!”
“Ma non puoi attivarmela senza mail?”
“…No, serve per forza, le arriva un link e la attiva lei personalmente…”
“Ma io non do i miei dati, che poi non so cosa ne fate, assolutamente no.”
“MA A ME COSA CAZZO ME NE FREGA SEI TU CHE PERDI UN COUPON, PERO’ STAI CALMO“

Insomma sono giornate di nervoso e ansia, ma come si suol dire “siamo in ballo, quindi balliamo” e io mi scateno danzando con la leggiadria dell’orso Baloo. 

Grazie a tutti per i messaggi carinissimi che mi avete lasciato, siete stati la mia ancora di salvezza mentre ero sola e spaventata in ospedale. Dico davvero.
E voi come state, spelacchiatini? A che punto siete coi regali? Avete già organizzato cenoni, cenini, cenette?
Fatemi sapere, che qua sono a tanto così dal dare un calcio al prossimo cliente.
Hasta la pasta!

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: matrimoni e orecchini incastrati

Buongiorno miei amatissimi Spelacchiati, come state?
Io sono appena sopravvissuta ad una caduta dalle scale di casa mia. Potete immaginare la grazia, la leggiadria e l’eleganza di un ippopotamo morente che per poco non si sfracella il muso sul pavimento.

Sono state due settimane piene di eventi, con alti e bassi di cui alti molto alti e bassi molto, molto, davvero molto bassi. Da cosa partiamo?
Dal basso, direi.
Preparatevi a deridermi per il resto della mia miserabile esistenza come hanno in programma di fare tutti i miei amici, perché sono dovuta andare in pronto soccorso.

Ho passato sei ore su una scomodissima sedia, con l’ansia di incoronirmi, perché… mi era entrato un orecchino nel lobo.
Letteralmente, la capocchia di sto stracazzo di orecchino aveva deciso di ritrarsi nel mio orecchio come un gamberetto in un anfratto marino ed era stato inglobato, adieu. Mi hanno dovuta incidere -senza anestesia- e tirarlo fuori, ‘sto bastardo. 

Ma vi pare una cosa normale? Ma come cazzo è possibile che io sia così sfigata? Mi sentivo anche una capra assoluta a rubare tempo ed energie in pronto soccorso per una cosa così imbecille quando c’erano persone che stavano davvero male…

Altra sera, altra corsa.
Ero a cena con mia sorella e le mie amiche per l’addio al nubilato di quella pazza persona con cui condivido la genetica, stavamo mangiando e bevendo allegramente (io mica tanto, sono sotto antibiotici per quel cazzo di orecchino di merda quindi non posso manco bere), mi ero appena infilata un meraviglioso ravioletto in bocca quando… sono sparita.
La sedia sotto le mie regali chiappette ha ceduto e io sono stata risucchiata. 

I presenti possono giurare che non ho smesso un secondo di ridere come una deficiente mentre sparivo sotto al tavolo, non so se sia un bene o un male. Sicuramente è prova della mia ignoranza.

Ma passiamo alle cose positive, miei prodi! Padre Spelacchiato è finalmente negativo al Covid, quindi è potuto venire al matrimonio in pompa magna di mia sorella.
E’ stato tutto incredibile, il posto era meraviglioso, il cibo da leccarsi i baffi (nel mio caso letteralmente), gli sposi erano stupendi… e io e Mr Batterista ci siamo divertiti come due matti, ridendo e ballando tutto il tempo.
L’unica pecca è che sono quasi morta quando è toccato a me fare il discorso agli sposi durante il rito, pensavo davvero che sarei svenuta e avrei rovinato la festa a tutti. Mia sorella mi avrebbe sgozzata con un coltello.
Invece sorprendentemente sono riuscita a mettere insieme un po’ di decenza e ho letto il mio discorso piangendo poco, sono riuscita a trattenermi perché il mio terrore più grande era scoppiare a piangere a metà discorso e non riuscire ad andare avanti creando un impasse di disagio piagnucoloso; ho pianto tutte le mie lacrime quando si sono scambiati le promesse però, sono ancora disidratata.  


E poi ho preso il bouquet.
Mia sorella ha fatto un lancio impeccabile completamente a caso e mi è praticamente volato in mano.

Hanno dovuto acciuffare Mr Batterista e trascinarlo da me perché stava già prenotando un volo sola andata per il Messico, ‘sto cretino. Continua dire che io ho preso il bouquet ma lui se l’è preso nel bouquet (del sederin).

Che pirlitudine.

Ora sono in viaggio, su un comodo sedile di Italo con Mr Batterista a fianco che scrive partiture. Direzione Rimini, penso che mi ucciderò dopo un paio d’ore a meno che non mi possa strafogare di cibo e alcol.

E voi miei prodi come state? Com’è possibile che siamo gia a settembre?! Raccontatemi qualcosa, ciciariamo un po’ che in questi giorni voglio solo rilassarmi ❣️

Vi allego foto del mio vestito meraviglioso perché lo amo e voglio indossarlo anche per fare la spesa e portare fuori il cane.