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Autoregali libreschi

Bom, ve la butto qui così questa foto delle mie zampette ricoperte da libri fighi.
Sono quattro autoregali che mi sono fatta per il mio compleanno, libri che volevo da una vita e che e che al momento (fino al 30 giugno) saranno disponibili -insieme a tutto il catalogo tascabili- col 25% di sconto in tutte le librerie che vendono Einaudi.
BUTTATEVI A CAPOFITTO, MIEI PRODI, e soprattutto fatemi sapere cosa comprerete!

  • Infinite Jest, di David Foster Wallace:
    Sono a pagina 50, è un libro stranissimo. Non avevo mai letto nulla di Wallace, ho voluto iniziare col botto: devo abituarmi perché è destabilizzante, ma mi sta stregando.
    “In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l’intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. Finché sulla scena irrompe un misterioso film, Infinite Jest, cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio se non quello di guardarne le immagini all’infinito, fino alla morte. Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per tossicodipendenti e gli studenti di un’Accademia del Tennis; e ancora imbroglioni, travestiti, artisti falliti, giocatori di football professionistico, medici, bibliofili, studiosi di cinema, cospiratori.”

  • L’Arminuta, di Donatella di Pietrantonio:
    Ragazzi, l’ho finito in un giorno e mezzo.
    Adoro il modo in cui è scritto, come la Pietrantonio accosta le parole nelle frasi riuscendo a evocare tanto con poco.
    Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con “L’Arminuta” fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c’è Adriana, che condivide il letto con lei. E c’è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L’accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. “
  • 4,3,2,1 di Paul Auster:
    “A volte per raccontare una vita non basta una sola storia. Il 3 marzo 1947, a Newark, nasce il primo e unico figlio di Rose e Stanley: Archie Ferguson. Da questo punto si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili, eppure reali, di Archie. Campione dello sport o inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo, le sue traiettorie sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy. Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d’accordo Borges e Dickens, un’avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno. “
  • Walden, Vita nei Boschi, di Henry David Toureau:
    “Nel luglio 1845 Henry Thoreau, a ventotto anni, lascia la sua città natale e va a vivere sulle rive del lago Walden, in una capanna da lui stesso costruita, e vi rimane oltre due anni. Nella quiete dei boschi coltiva il suo orto, legge, osserva gli animali, passeggia nella natura o fino a qualche villaggio vicino, scrive, fa piccoli lavori in casa, nuota. Thoreau vuole “marciare al suono di un tamburo diverso” e cerca la libertà immergendosi nei ritmi della natura. Testo seminale della consapevolezza ambientalista e caposaldo della controcultura americana, “Walden” è il resoconto autobiografico di questo esperimento di vita solitaria, la cronaca quotidiana di un ritorno alla semplicità, una dichiarazione d’indipendenza dalla pochezza morale di una società dedita all’accumulazione di ricchezza.”

E per chi cerca smalti che non costino un patrimonio ma che durino parecchio senza sbeccarsi alla prima occasione io mi sto trovando alla grande con quelli di Naj Oleari: 8 euro, colori classici e bellini più qualche colore pazzerello, e siamo a posto per l’estate.

Voi cosa state leggendo invece, ragazzuoli miei?

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Librando: L’incubo di Hill House, Shirley Jackson

Bene, penso mi trasferirò a Torino in pianta stabile. 
Potete già chiamarmi Sara Ronaldo, conto di accaparrarmelo nel giro di sei mesi di stalking selvaggio. Sarò la sua ombra.
Per chi si fosse perso la notizia visto che ne hanno parlato solamente tutti i giornali, telegiornali e praticamente ogni persona sulla faccia della Terra, Cristiano Ronaldo è passato alla Juventus.
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Io preparo le ovaie.

Parlando di cose vagamente più serie&interessanti… Libri. Anzi uno solo, di libro.
Era da tantissimo che non finivo un libro in due giorni netti. ShirleyJack.jpgSì, avrei dovuto studiare come una pazza in questi due giorni netti (ciao Linguistica Inglese B) e invece ho passato ore e ore a Hill House ad ascoltare risatine sommesse, fruscii nel bosco e porte che nel cuore della notte sbattono come se qualcuno stessecercando di buttarle giù.
Di cosa sto parlando? Del romanzo di Shirley Jackson, il famoso “L’incubo di Hill House“.

Trama:
Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice – e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l’esperimento paranormale in cui l’ha coinvolta l’inquietante professor Montague.
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Io di romanzi horror, mi duole ammetterlo, ne ho letti pochini per ora. Un po’ di Stephen King, un po’ di Lovecraft, qualcosina di Wulf Dorne (che non mi piace per niente), e qualche romanzo dimenticabile regalatomi di tanto in tanto; già con la mia scarsa conoscenza però posso dire he questo romanzo è molto diverso dagli horror più comuni.
Le persone a cui L’incubo di Hill House non è piaciuto dicono “non fa paura, non succede niente”. E hanno ragione, succede ben poco di terrificante. Quasi niente sangue, zero scene cruente, niente mostri né apparizioni improvvise.

Ma ugualmente io, per citare Aldo, Giovanni e Giacomo, “mi stavo cacando sotto.”

“Cosa?”

“Mi stavo cacando sotto!!”

Lo leggevo con l’ansia addosso, come se fossi anche io in quella casa dagli angoli storti, le pareri impercettibilmente inclinate, zone in cui fa cosi freddo che Pingu levate, in quella casa che ti osserva, ti segue e rimane in attesa, pronta a colpire. È un libro basato sulle atmosfere: porte che lasci aperte con mobili a tenerle ferme e ritrovi chiuse, rumori lugubri, una domestica che definire inquietante è un mero eufemismo… Insomma, di cose per fare pauricchia ci sono, ma penso che moltissimo faccia anche la scrittura della Jackson che con un lessico torbido e uno stile non troppo arzigogolato riesce a fare miracoli.

Per dire quanto mi abbia coinvolta vi dico che l’altro giorno me ne stavo sdraiata sul divano immersa nella lettura quando il mio stupido cane ha fatto cadere la scopa all’improvviso: ho fatto un balzo di almeno venti centimetri, ancora un po’ e finivo attaccata al soffitto come Spiderman.
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Arresto cardiaco sventato per miracolo.

Mi ha ricordato un po’ “Annientamento” perché  per tutto il romanzo noi seguiamo Eleonor e la sua percezione della realtà, percezione che però sembra diventare sempre meno affidabile man mano che la casa si manifesta, un po’ come la ricercatrice della trilogia X.

Passiamo ad un po’ di spoiler cosi chi l’ha letto può dirmi la sua.

A me il finale è piaciuto TANTISSIMO.
So che ci sono diverse interpretazioni, ma quella che mi piace di piu e a cui sono arrivata da sola, quindi la piu naturale per me, è che Eleonor sia lo spirito della casa, lo sia sempre stato e sempre lo sarà. Una Eleonor a-temporale, murata viva come suora in passato e murata viva adesso -metaforicamente- in casa con la madre malata, fuori dal mondo, incapace si adattarsi alla vita con altre persone. Strana, infetta anche lei, condannata a quella casa e salvata da quella casa che le offre finalmente un posto tutto suo.

Theodora e Luke premio “persone più fastidiose del mondo” edizione 2018. Lei è una roba insostenibile. Corre, ridacchia, strilla, fa battute deficienti… Ma un valium? Un po’ di xanax? Un cappio al collo e un saltino giù dalla torre?

Non mi è ben chiaro il ruolo della domestica in tutto questo. Perché è così fissata con gli orari? Perché parla solo con la moglie del professor Montague? Perché rabbrividisce nel sonno quando succedono cose a Hill House? 

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Bene, vado a cercare casa a Torino, alla prossima, spelacchiati! Voi fatemi sapere se l’avete letto, se l’avete divano, se volete leggerlo o se avete altro della Jackson, io credo che alla prima occasione mi comprerò Lizzie e La Lotteria.

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Breve aggiornamento e libro in lettura!

Ma quanto è bello stare in casa in biancheria intima con il condizionatore a mille mentre fuori fa così caldo che anche il sole sta sudando? Posso passare così tutta l’estate?
Stasera invece dovrò vestirmi, e anche decentemente perché -rullo di tamburi- ho un appuntamento. Un quinto appuntamento, per la precisione. Con la stessa persona, ovviamente.
Andremo in un ristorante super elegante, se sentite qualcuno urlare “ansia” a squarciagola correndo su e giù per la strada… sarò io. 

Va beh. Terrò per me tutte le paranoie che mi stanno assalendo e condividerò con voi la mia lettura del momento, invece: “La cena” di Herman Koch. Esatto, finalmente lo sto leggendo! Tra l’altro per il mio compleanno me l’hanno regalato due persone diverse quindi ora ho due copie, entrambe con una dedica super carina quindi nope, non ne venderò una. 
Mi sta piacendo tanto, è scritto moooolto bene e il modo in cui si sente la tensione salire pagina dopo pagina mentre ci si avvicina al clou del romanzo fa capire quanto la sua scrittura sia stata studiata al dettaglio. E bravo Ermanno!
Ah, se volete leggerlo… NON LEGGETE LA TRAMA DA NESSUNA PARTE, MEN CHE MENO IN QUARTA DI COPERTINA. Fossi nel signor Koch mi incazzerei a bestia perché spoilerano tutto in due righe.
Limitatevi a sapere questo: “Due coppie sono a cena in un ristorante di lusso. Chiacchierano piacevolmente, si raccontano i film che hanno visto di recente, i progetti per le vacanze. Ma non hanno il coraggio di affrontare l’argomento per il quale si sono incontrati: il futuro dei loro figli.

Basta, torno a studiare tedesco come se non ci sia un domani perché l’esame si avvicina galoppando e io ancora non so come minchiazza declinare gli aggettivi. 

Hasta la vista!

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Salone del libro 2017: SalTo17. 22/05.

Buondì Spelacchiatini e Spelacchiatine, come butta?
Io sono distrutta. Spompatissima.
Non ho più l’età per certe cose, e con “certe cose” intendo perdermi a Torino e camminare quattro chilometri sotto al sole all’una di pomeriggio… E non sto scherzando ahimè. Tutta colpa di una vecchia che non sa dare indicazioni, sarei dovuta tornare indietro a bastonarla sulle rotule.

Comuuuunque nonostante mille peripezie io e una mia amica siamo giunte al Salone del Libro di Torino e mi è piaciuto tanto tanto, anche se forse l’edizione 2016 mi era piaciuta un filino di più. Ma forse solo perché era la mia prima volta ed ero estasiata dall’atmosfera e dal clima di amicizia e di passione letteraria che si respira.

Per la mia amica era la prima volta al Salone, quindi ha fatto quello che secondo me è “l’errore da principiante“, ovvero voler andare agli stand delle grandi librerie. Io penso sia assolutamente inutile andare agli stand di Feltrinelli e degli altri “colossi” dell’editoria per il semplice fatto che ‘ste benedette librerie le trovi ovunque, in qualunque città. Eventi come il Salone del Libro invece dovrebbero far scoprire realtà editoriali nuove, dare la possibilità di conoscere autori autopubblicati, parlare con gestori di piccole case editrici e farti spiegare la loro storia… Insomma, vivere la gente che è l’editoria italiana.

Da quel punto di vista il SalTo è meraviglioso, ci sono tantissime opportunità, tanti laboratori e tante conferenze super iper interessanti.

Insomma, se non si fosse capito io consiglio a chiunque abbia la possibilità l’anno prossimo di andarci.

Detto ciò, io non è che sia stata molto originale a sto giro di acquisti. Scusate ma quest’anno ho troppo pochi soldi per potermi lanciare in queste spedizioni libresche, ordunque mi sono tolta uno sfizio che volevo togliermi da veramente tanto tempo:

  • Oh! Le meraviglie del mondo, di Leo Ortolani.
    Chi non conosce Leo Ortolani? Credo nessuno. O almeno spero, perché per me è veramente bravissimo. Ho scelto proprio questo tra i vari volumi presenti perché mi aspetto che sia il più sarcastico, satirico e caustico. Perché la cosa che più mi piace di Ortolani -oltre ovviamente al senso dell’umorismo- è la capacità di far ridere e far riflettere allo stesso tempo, dote che vorrei tantissimo avere anche io e che ammiro molto. In questo caso si parla di aborto, di naziskin, di morte, di mafia, di sesso e molti altri argomenti su cui è difficile scherzare se non si sa come farlo.
    E Leo lo sa.
    Per ora quella sulla droga è la mia preferita, ma a lettura finita farò sicuramente una recensione.
  • Le fleurs du mal, ovvero I Fiori del Male di Baudelaire. Lo volevo da tanto, continuavo a rimandare ma oggi me lo sono trovata davanti a due euro e novanta quindi crepi l’avarizia.

    Ciò detto vado a guardarmi “Una serie di sfortunati eventi” su Netflix, che mi è stato più volte consigliato. Se l’avete visto ditemi, vale la pena?

    Buenas noches, Spelacchiatos!

    Ps: se mi arriva un commento del tipo “con l’attentato di Manchester parli delle tue boiate” vado direttamente a casa del commentatore a piedi e gli lascio i calzini che ho usato tutto il giorno al salone.
    Per restare in tema di armi di distruzione di massa.
    #blackhumorisracist?

    Buonanotte, andate a mettere foto con il fiocchetto con le orecchie di Ariana Grande in nome del cattivo gusto, dai.

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Consigli libreschi: Jim Carroll, Jonathan Carroll e Thomas Ligotti.

Sto combattendo contro una gran voglia di chiamare JustEat e farmi portare una vagonata di arancini da un posto in centro che fa solo arancini di tutte le dimensioni e di tutti i gusti + 1. 

L’unica cosa che mi ferma è la mia panza che sta lievitando. Ho pure preso un chilo nonostante la palestra, misteri della (non) fede. Voglio illudermi che sia un chilo di massa muscolare, ma la verità è un’altra: la parte più sincera e profonda di me lo sa. E’ tutta nutella. 

Parlando di cose che potrebbero forse interessarvi, oggi mi sono messa a chiacchierare con il bibliotecario -un uomo che è un’antologia umana e che è un appassionato sfegatato di letteratura gotica e di musica scream metal- che mi ha consigliato un po’ di robina che potrebbe essere interessante. 

Io ero andata lì a cercare qualcos’altro di Neil Gaiman e appena gliel’ho detto mi ha suggerito un autore a me sconosciuto, Jonathan Carroll, statunitense, scrittore principalmente horror e fantasy e dall’aria un po’ inquietante.

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Tra i vari titoli ne ho scelti due, il primo è “Gli artigli degli angeli“:
Una notte Ian McGann incontra in sogno la Morte e la sua vita cambia per sempre. La Morte risponderà a qualsiasi domanda vorrà porgli, ma ogni volta che lui non comprende il significato nascosto delle sue risposte, sarà punito con crudeltà efferata. La celebre e bellissima attrice Arlen Ford, malgrado lo straordinario successo conquistato a Hollywood, comprende che il mondo del cinema ha svuotato la sua vita di ogni significato e abbandona tutto per scappare in Austria, dove si ritira in un’incantevole villa sul Danubio e incontra l’uomo che aspetta da tutta la vita, un misterioso corrispondente di guerra slavo, di cui si innamora perdutamente. Wyatt Leonard, ex conduttore di un famoso programma televisivo per bambini, è malato di leucemia e sa di dover morire presto, ma accetta di seguire l’amica Sophie a Vienna in cerca del fratello Jesse, scomparso senza lasciare traccia. Anche Wyatt, malgrado voglia dimenticarsene, ha un conto aperto con la Morte.

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Altro autore dal nome assai simile è Jim Carroll (non ho idea se siano parenti) che è stato non solo uno scrittore ma anche un musicista: ha fondato la Jim Carroll Band, famosetta.
Il suo romanzo più celebre è “Jim entra nel campo da basket“, romanzo autobiografico da cui hanno pure tratto un film con il mio amato DiCaprio e che è stata la mia scelta.

Dalla quarta di copertina: 
“A soli tredici anni, Jim Carroll scrive meglio dell’89 per cento degli autori di romanzi attualmente in attività”. Questo il parere che Jack Kerouac espresse alla prima lettura delle pagine di diario da cui nasce “Jim entra nel campo di basket”: un memoir che all’epoca della sua pubblicazione, nel 1978, fece immediatamente scalpore e che da allora è sempre rimasto un libro di culto per gli amanti delle figure letterarie più “irregolari” e ribelli. Nel 1995 ne è stato tratto un film (Ritorno dal nulla), in cui Carroll era interpretato da Leonardo DiCaprio. È il racconto di un’adolescenza newyorkese fra l’autunno del 1963 e l’estate del 1966, fatta in parte della normalità delle aule scolastiche e dei campetti di basket, ma nutrita soprattutto di scorribande per le strade, sperimentazioni con l’eroina e l’LSD, scoperta del sesso, contatti di volta in volta illuminanti o violenti con l’umanità più varia: preti, spacciatori, poliziotti, tossici, pervertiti, attivisti marxisti e piccoli campioni di pallacanestro, il tutto raccontato con la vitalità trascinante e l’ironia sferzante del miglior punk.”

Questo mi incuriosisce molto, sembra proprio il tipo di romanzo “da me”. A leggere opinioni in giro è delirante, assurdo, folgorante. 
Vedremo.

Infine, chiacchierando di autori che ci piacciono, ho fatto il nome dell’intramontabile Lovecraft e il bibliotecario ha annuito saggiamente, poi su un foglietto mi ha scritto un nome: Thomas Ligotti. A sua detta è un Lovecraft contemporaneo dalla penna straordinaria. E io ci credo: è lui ad aver scritto i dialoghi del personaggio interpretato Matthew McConaughey in True Detective, facendomelo quasi apprezzare. E credetemi, a me mr McConaughey sta proprio antipatico. 

E voi come state? Come butta? Cosa state leggendo? Conoscete qualcuno dei titoli o degli autori di questo post? 
Fatemi sapere!

 

 

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Liebster Award! Che emozione!

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Uh Diu che emozione, per la prima volta sono stata nominata al Liebster Award, un riconoscimento che altri blogger conferiscono ad altri blogger con un numero di followers inferiore a 200, da ben due persone! La prima è Mariquitty che ha un blog piacevolissimissimo (insomma, andate e iscrivetevi tutti), la seconda è Baylee, il cui blog è super carino e molto più serio&professionale del mio!

Per poter partecipare è necessario seguire queste poche regole:

  • Pubblicare il logo del Liebster Award sul proprio blog;
  • Ringraziare il blog che ti ha nominato e seguirlo;
  • Rispondere alle sue 11 domande;
  • Nominare a tua volta altri 11 blogger con meno di 200 followers;
  • Formulare altre 11 domande per i blogger nominati;
  • Informare i blogger della nomination;
  1. Titolo del libro che useresti per descriverti:
    L’idiota“, del vecchio Fedor Doestocoso.
    Ma anche “Sola Come un Gambo di Sedano” mi descrive bene.
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  2. Il libro più brutto di sempre:
    Lo dico? Non lo dico? Mi picchiate?
    I pilastri della terra.
    *me la squaglio*
  3. La ricetta (dolce o salata) che ti riesce meglio;
    Mah, con i dolci in generale me la cavicchio… escono fuori cose sghimbesce e stortignoccole eh, ma dal sapore buono. Cosa mi riesce meglio? Forse i muffin.
  4. Citazione preferita:
    Sono una persona orribile, al momento non mi viene in mente nessuna citazione. Sarà che la citazione preferita devo ancora leggerla?
  5. L’estate si avvicina: quale libro non mancherà sotto l’ombrellone?
    “The catcher in the rye”, ovvero “Il Giovane Holden”. Ho deciso che quest’estate me lo rileggerò, magari in inglese giusto per rendermi conto di aver passato mille anni a studiarlo e sono ancora al livello “the cat is on the table”.
  6. Il viaggio che ti è rimasto nel cuore;
    Scozia. Scozia forever.
    Nebbia incredibile, pioggia a manetta, fango in ogni poro, una lingua che non si capisce una mazza… L’ho amata.
  7. Di quale libro vorresti che fosse fatto il film?
    Non essendo fan dei film tratti dai libri se proprio devo fare un titolo dico qualcosa di Neil Gaiman, con Stardust hanno fatto un lavoro apprezzabile in fondo.
  8. Quale scrittore/scrittrice vorresti intervistare?
    Mah, al momento direi uno qualunque degli autori di young adult palesemente offensivi verso il genere umano, i cui personaggi sono sessisti/razzisti/violenti e chi più ne ha più ne metta. 
    Seriamente parlando… Adorerei intervistare Shakespeare, credo farei un miliardo di domande su Henry V.
    Se invece si parla di persone tutt’ora viventi… R.R. Martin. Anche solo per dirgli “when you write the game of thrones, you write or you die”. Quindi muoviti, uomo malvagio.
  9. Mare o montagna?
    MONTAGNA FOR PRESIDENT. Se mi vergogno ad andare in palestra secondo voi come mi sento in costume in mezzo alla gente? Ecco. 
    In più odio il caldo, mi innervosisce proprio. Divento isterica. Il massimo che posso fare è stare letteralmente tutto il tempo all’ombra a leggere e ascoltare la musica lanciando occhiate astiose allo scellerato che mi ha convinta ad andare in spiaggia.
  10. Canzone preferita di sempre?
    Non credo esista, mi fisso con una canzone e la ascolto senza sosta ventiquattr’ore su ventiquattro ma dopo un paio di settimane ne ho le balle così piene che la bandisco dalla mia vita per un po’.
    Come quando vi mangiate un barattolo di nutella in un giorno e poi alla sola vista vi vien la nausea… Come? Non avete mai mangiato un barattolo di nutella in un giorno?!
    Addio.
  11. La foto per te più significativa pubblicata su instagram
    Devo dire che sto cominciando adesso a prenderci la mano con Instagram, smanettare con le impostazioni del cellulare e poi modificare le foto mi piace veramente tanto… Ma di foto significative per ora non ne ho messe. Cioè, per me vogliono tutte dire ed esprimere qualcosa di me e di mio, ma per ora nessuna è “la foto”.
    Se volete seguirmi su instagram cercatemi pure come la_saramandra e vedrete tante foto della mia musona Wendy e qualche altra foto più o meno seria.

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Le domande di Bailee

  1. Qual è la cosa che ami di più del tuo blog?
    Ma i miei lettori, ovviameeente! *sparge ruffianaggine a destra e a manca*
    No beh, seriamente. Quando l’ho aperto pensavo che nessuno l’avrebbe mai letto nè tantomeno commentato, è sempre un’emozione vedere il pallino arancione delle notifiche. 
  2. Hai un mezzo di trasporto (auto, moto…) preferito da un libro/film/serie tv?
    IL TARDIIIIIIIS!

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    autore dell’immagine

    Giusto per farvi capire, io non dico più “non è mai troppo tardi” ma “non è mai troppo TARDIS”. O “meglio TARDIS che mai”.
    Sono scema, che ci devo fare.

  3. Ascolti musica mentre leggi?
    Spesso sì, se non devo essere super iper mega concentratissima (tipo se leggo in inglese. Se leggo in lingua e intanto ascolto la musica il mio cervello va in mind blown ed esplode.) 
  4. Ti appunti informazioni (citazioni, osservazioni…) mentre leggi?
    Nope. Ho provato a tenere un quaderno delle citazioni, che sembrava una cosa hipster e artistica, ma dopo due frasi copiate mi sono rotta il mazzo. 
  5. È primavera: fiore preferito?
    Fiori di zucca, possibilmente fritti. 
  6. Che colore assoceresti alla lettura?
    Di primo acchito avrei detto blu, perché è il colore della calma ed è il mio colore preferito… Se ci penso però la calma è l’ultima cosa che provo mentre leggo (o almeno mentre leggo un libro bello!) quindi… ARCOBALENO!
    Banalità mode: on.
     
  7. Hai fatto qualcosa di scemo che ti va di raccontare durante l’adolescenza?
    Dipende, quanto tempo avete?
    Mah, di cose sceme ne ho fatte tante. Ne faccio tutt’ora, non oso immaginare quante ne farò… In adolescenza credo che la cosa più stupida e umilante sia stata diventare una groupie a tutti gli effetti di una band locale per il semplice fatto che il chitarrista piaceva alla mia migliore amica. Detto così può sembrare quasi interessante, ma io e lei eravamo due sfigatine e loro pure, e ci prendevano pure in giro ‘sti stronzi.
  8. Preferisci i personaggi realisti o quelli sognatori?
    Realisti come me. I sognatori mi piacevano quando ero una giovinetta adolescente, ora voglio realisti cinici e incattiviti, che non mi diano false speranze. 
  9. Ti sei mai sentit* tradit* da un* autore/autrice o da un personaggio?
    MAMMA MIA SI’. Che bella questa domanda. Gli schiaffi che andrebbero dati agli autori, a mano aperta e con un guanto orticante.
    J.K Rowling mi ha tradita non facendo morire quell’ameba ambulante di Harry Potter, prima di tutto. Era chiaro che doveva morì. Poi che cazzo, J.K… CON GINNY? CON GINNY LO FAI FINIRE?! Okay che tra esseri inutili si intendono ma è comunque inaccettabile.
  10. C’è un argomento che vorresti vedere maggiormente trattato nei romanzi?
    Forse la depressione e in generale i disturbi psichiatrici come il bipolarismo. Mi piacerebbe trovare personaggi affetti da questi disturbi, e ovviamente l’argomento deve essere trattato con competenza.
  11. Hai un’app preferita o davvero tanto utile?
    Mah, al momento l’app che uso di più è Tinder ahahah. ( <– da questa parte potete ammirare un esempio di risata finta.)

 

E le domande che io pongo (e Peggy) sperando di non essere troppo banale sono:

  1. Per la serie “non giudicare un libro dalla copertina”… Qual è il libro che avete comprato perchè aveva una copertina super figa ma siete rimasti iper delusi? (Perché succede a tutti, lettori belli e lettori brutti, quindi cacciate il titolo)
  2. Il libro e il film più brutti che vi siano mai capitati!
  3. Quale libro hai in lettura? (okay, questa è di una banalità imbarazzante, ma ho bisogno di qualche spunto per le nuove letture >.>)
  4. Puoi portare in vita un personaggio letterario: chi, perché, dove e cosa fareste? (potete sbizzarrirvi, il disclaimer “vietato ai minori” esiste per questo. Mr Darcy, sto parlando con te. E anche tu, Enjolras. La camera da letto è di là.)
  5. E se tu potessi entrare in uno dei mondi letterari dove andresti? (Narnia, Hogwarts, La Contea…)
  6. E già che siamo in tema, elenca la top 3 (o anche più, a vostra discrezione) dei personaggi più affascinanti o per i quali avete sviluppato una super cotta
  7. Il vostro suono o rumore preferito.
  8. Foto: a colori o in bianco e nero?
  9. L’acquisto più folle mai fatto
  10. C’è qualcosa che vorresti imparare a fare nel prossimo futuro?

No va beh regà mi sono accorta adesso di essere una totale incapace, sto spulciando i miei blog preferiti ma non so quanti seguaci abbiano! Visto che questo premio va dato a chi ne ha meno di 200 mi sento persa, quindi citerò totalmente a caso quelli che leggo più spesso. Insomma, se ne hanno più di 200… Amen. Giusto? Plis? In più spero che arrivi la notifica ai proprietari dei blog ora che metterò il link ai vari blog… Sono imbranata, in ogni caso chiunque abbia voglia di rispondere a qualunque di queste domande si senta invitato calorosamente a farlo. Come l’amica che ti trascina a ballare anche se tu vuoi stare appoggiata alla colonna della discoteca tutta la sera.
Ah, cito un po’ quelli che sono i miei preferiti in generale, non tutti tutti trattano di libri…voi date un’occhiata, che ne vale la pena 😉 
Librivolant
BloodyIvy
Visioni dal basso
Wwayne
Milioni di particelle
The imbranation girl
Cronache di una vita annunciata
Canti delle balene
Erigibbi
La stanza 101
Vondernebel

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Prossime letture: Neil Gaiman e Philip Roth!

Ahh le belle giornate. E le belle serate. Il sole, il cibo, gli alcolici, i giochi da tavolo, le amicizie finite perché hai comprato Parco della Vittoria, il reggere la testa della tua migliore amica che ha bevuto decisamente troppo…

A parte questo credo ci sia un qualche movimento astrale in atto perché non so spiegare il miracolo per il quale io ho passato due esami su due. Pa-pam! Non tedesco, quello non lo passerò mai, ma almeno mi sono levata altri due esami dal groppone.

Visto che ho comunque passato un’altra giornata in biblioteca perché voglio lanciarmi in un’impresa titanica a giugno e dare dieci miliardi di esami ne ho approfittato per prendere due libri:

  • “Pastorale Americana” -Philip Roth- : “Seymour Levov è un ricco americano di pastorale-americana1-665x1024successo: al liceo lo chiamano “lo Svedese”. Ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam non coinvolgono anche lui e l’adorata figlia
    Merry, decisa a portare la guerra in casa, letteralmente. Un libro sull’amore e sull’odio per l’America, sul desiderio di appartenere a un sogno di pace, prosperità e ordine, sul rifiuto dell’ipocrisia e della falsità celate in quello stesso sogno.”
    Non l’ho ancora letto ma ne ho sentito parlare, anche perché ne hanno fatto un film di recente. Un padre che cerca di tenere uniti i cocci di una famiglia in frantumi quando la figlia compie un attentato terroristico per poi fuggire.

    La storia mi piace tantissimo, è il mio primo approccio a Roth… Vediamo se saprà conquistarmi. Voi l’avete già letto o avete letto qualcos’altro di suo?
  • “Cose Fragili” -Neil Gaiman-: Un circo misterioso terrorizza il pubblico con una performance straordi5577606_290739naria prima di svanire nella notte, portando con sé uno spettatore… Due anni dopo American Gods, Shadow va a visitare una vecchia villa scozzese e si trova intrappolato in un gioco pericoloso di mostri e omicidi… In un’Inghilterra vittoriana appena un po’ alterata, Sherlock Holmes si trova alle prese con il più inquietante delitto della corona mai registrato dalla storia… Due ragazzini si intrufolano in una festa e incontrano le ragazze dei loro sogni e dei loro incubi… I membri di un esclusivo club epicureo si lamentano perché hanno ingerito qualsiasi cosa gli fosse possibile ingerire, tranne il leggendario, rarissimo ed eccezionalmente pericoloso uccello d’Egitto… Un incalzante succedersi di invenzioni – compresa un’avventura ambientata nel mondo di Matrix – affolla questa raccolta che contiene esattamente il tipo di storie che ci si aspetta da Neil Gaiman: brillanti, originali, fantasiose, capaci di fare un salto dall’horror al gotico, di mettere un piede tra i fantasmi e le paure dell’infanzia.”
    Sarò sincera, l’ho preso quasi a occhi chiusi questo. Neil Gaiman è un autore che semplicemente adoro. E’ bravissimo nello scrivere romanzi per ragazzi e ancora di più a scrivere sceneggiature. I suoi romanzi in generale hanno un’ironia e una profondità… E soprattutto Sandman, il fumetto scritto da lui che è qualcosa di meraviglioso. Non sono molto ferrata in materia fumetti, ma davvero… Leggetelo. Non ve ne pentirete.

    Tornando a “Cose Fragili” mi sono bastate due cose per prenderlo: l’autore -un nome una garanzia- e il titolo. Perché mi sento una cosa fragile anche io al momento.

Io torno ad aspettare con impazienza il pacchetto di Mulac, perché non ho resistito e mi sono comprata un po’ di rossetti: Hocus Pocus (viola metallizzato), Satisfaction (che credo sia un amaranto-ciliegia) e Vintage (rosa-marroncino metallizzato). Sono in fibrillazione, se non mi arriva domani credo mi impegnerò a intercettare il pacchetto ovunque esso sia e accaparrarmelo. 

Fatemi sapere voi che letture state facendo, come sta andando la vostra vituzza, aggiornatemi come una pagina di google. 

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Librando: Io e Mabel, e chiacchiere varie

Ommmmmioddio, sono tornata in palestra dopo due settimane di inattività (lo so, faccio schifo e merito i risvoltini forzati) e stavo per morire, collassare lì con i miei due pesetti da dieci grammi.
Ho visto la luce e ho sentito proprio cori di angeli risuonare qua e là, credo di essere stata ad un soffio dal raggiungere il Creatore. Avete presente in The Sims quando arriva il Tristo Mietitore e ci si gioca la vita a scacchi? Ecco, chiunque abbia giocato per me ha vinto ma c’è mancato poco.
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Puttanate a parte, finito l’allenamento ero distrutta. Disintegrata nel corpo e nella mente. MAMMA MIA CHE FLACCIDUME UNICO, credo di non avere dei polmoni ma delle minuscole sacche d’aria come i passerotti. Non ho fiato. Se soffio per fare le bolle di sapone finisco in rianimazione.

A parte che l’allenatore (ancora  non ho capito come chiamarlo, se ne sta lì a chiacchiere con tutti e ogni tanto mi lancia occhiate di disprezzo) mi ha cazziata come se non ci fosse un domani. E’ stato inutile pigolare “ma…gli esami… sessione primaverile…”, mi ha fatta sentire una cacchetta di chiuaua.

In ogni caso è una questione di priorità e personalmente vorrei laurearmi entro i quarant’anni; se questo significa saltare sessioni in palestra e diventare un metro e settantatrè di altezza per due di larghezza va bene così, vuol dire che rotolerò in giro risparmiando sulla benzina.

Ho intanto finito Io e Mabel, e devo dire che mi è piaciucchiato. Si parte da un lutto e si arriva molto lontano tra battiti d’ali, beccate dolorose, cadute e risalite. La protagonista 6720950_1265978si aggrappa alle ali di Mabel nel tentativo di uscire dalla depressione in cui è caduta, arrivando ad avere un rapporto quasi morboso con l’animale, chiudendosi in un microuniverso in cui esistono solo lei il suo astore. Impara ad essere meno umana e racconta di T.H White (autore delle storie di Merlino narrate ne “La spada nella roccia”) e della sua omosessualità repressa, racconta di come si è chiusa sempre di più allontanando il mondo intero che non capiva il suo dolore. E poi parlra di come è riuscita a riaprirsi alla vita e a donarla anche a Mabel.
Un po’ pesantino, un po’ lentino (e non un polentino, fate attenzione), le parti su White mi sono interessanti ma di una pesantezza disumana, i pesi che sollevo in palestra non sono nulla in confronto, ma in generale è stata una bella lettura.
Sto evitando accuratamente di fare battute sugli uccelli, dico solo che me ne sono venute in mente dodici fin’ora.

A me le storie con gli animali turbano sempre emotivamente, sono un’animo sensibile, quindi ora il mio unico desiderio è darmi alla falconeria; già mi ci vedo a farmi fare a fettine le braccia dagli artigli di un astore.

Non riesco proprio a scrivere un post serio oggi, scusatemi. Sarà l’esame di didattica che mi ha risucchiato i neuroni e li tiene in ostaggio, non so. L’idea di essermelo tolta per sempre mi riempie di gioia.

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io dopo l’esame

Perché di cose da dire su questo libro ce ne sarebbero, e anche parecchie: la grande metafora dell’accettazione e del superamento del lutto, il legame unico che si può instaurare con un animale, l’accettare l’ineluttabilità della vita… Come vedete anche io so parole difficili come “ineluttabilità”, siete sorpresi eh? Conosco anche parole di tante sillabe, checchè voi pensiate. Tsk.

Ora ho lì sul comodino a fissarmi “Generazione Perduta”, credo lo comincerò a breve anche se mi spaventa un po’ e mi irrita molto l’impaginazione. Okay, sarò pazza, me ne rendo conto, ma hanno lasciato tipo mille centimetri di margine da ogni parte come nei libri per ragazzini e la cosa mi altera molto.

E voi cosa state leggendo? Ditemi, che ora che ho di nuovo la tessera della biblioteca mi sembra di avere le chiavi del mondo. 

Alla prossima, spelacchiati!

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Randomando: Saga dell’area X, sessione d’esami e boiate varie

Avete presente la sigla di Smallville?
SOMBODY SEEEEEEEEEIIIIIIVVVVVV MIIIIIIII! I DOOOONT’ CARE AO IU DU IT, GIUST SAIIIIIVVVVV MEEE CAMOOOOOON!

Ecco. Qualcuno mi seiv, che qua la situa è drammatica. O grammatica. Tedesca, per esattezza.

Oggi post un po’ del piffero perché mi sto asciugando sul divano.
Qui piove.
Qui piove e io, in centro, ero senza ombrello.
Qui piove e io, in centro e senza ombrello, avevo il pc nella borsa. Il pc è un macbook pro costato ai miei probabilmente qualcosa come uno stipendio intero e se dovesse succedergli qualcosa mi pesterei a sangue personalmente, tutto da sola. Mi assolderei per picchiarmi.
Quindi tutti i miei sforzi si sono concentrati nel raggiungere la biblioteca o la fermata del bus tenendolo in salvo, quindi sono semplicemente zuppa. Non pan bagnato, zuppa.
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Comunque… come avrete forse intuito la sessione d’esami è praticamente arrivata e io sono nella shit fino al colletto del maglione (perché qui fa ancora un freddo canide), ordunque i miei pochi neuroni sono tutti impegnati.
Sto passando le mie giornate in biblioteca, in religioso silenzio, a fare schemi, trascrivere cose, fissare i ragazzi carini che studiano medicina nei tavoli davanti, pensare come uccidermi in caso venissi bocciata… Il mio tunnel carpale non ringrazia affatto questi pomeriggi da scribacchina.tumblr_mzr80661kq1skoh0fo1_500

La cosa positiva è che passando in biblioteca qualcosa come dieci ore al giorno mi sono rifatta la tessera e ho superato il megablocco del lettore che mi perseguitava. Ho portato a casa ben quattro libri in due settimane, e per ora ho letto i primi due della saga “Area Xhttp3a2f2fmashable-com2fwp-content2fgallery2fbook-lovers2frapunzel-books” di Jeff Vandermeer, famosissima e di cui hanno già parlato tipo tutti quanti. Tra l’altro, voi l’avete letta? Devo dire che mi intriga anche se “Autorità” è stato abbastanza pesantino da leggere, in generale ho paurissima che il finale sia pessimo perché dare un finale decente a questo tipo di storie è sempre difficilissimo… Non spoileratemi se l’avete letto ma ditemi pure se il finale vi ha appagati.

Ho portato a casa anche “Io e Mabel“, romanzo sull’accettazione del lutto, sulla falconeria, sul rapporto uomo-animale e su (credo) molte altre cose, e “Generazione Perduta“, di cui avevo visto il film (con Kit Harington <3) che mi era piaciuto veramente tanto; so già che sarà una lettura impegnativa e probabilmente pesante, ho letto qualche pagina per farmi un’idea della scrittura della Brittain e mi sembra molto capace ma anche molto prolissa. Vedremo come va.
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Purtroppo la mia costanza in palestra è andata a farsi benedire, visto quanto sono indietro con lo studio ho dovuto dare la precedenza ai libri e mi sto limitando a fare addominali e squat a casa, ogni sera, nella speranza che serva a qualcosa. Boh. Io ho sempre una pancetta che potrebbe far invidia a Babbo Natale, a dicembre prossimo sarò io a consegnare regali. 

E voi cosa state leggendo? Cosa state guardando? Vi state palestrando in vista dell’estate, al contrario mio che anche quest’anno sembrerò Patrick di Spongebob? 

Arrivedervi, Spelacchiati, torno a studiare come se non ci fosse un domani! 

 

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Randomando: post inutile della domenica

Avete presente quando sentite di aver toccato il fondo e poi scoprite che il fondo ha una cantina? Ecco, io ho scoperto che sotto la cantina c’è un pozzo. E probabilmente c’è pure Samara, giusto per non farmi mancare nulla.
Sento che mi sto trasformando, sto diventando Grillo. Ho il VAFFA facile, sempre sulla punta della lingua. Vaffamando chiunque mi capiti a tiro perché la mia gestione della rabbia non sta proprio procedendo tanto tanto bene e mi sfogo così. Così e mangiando pane e marmellata, quindi sono grassa e arrabbiata, un’accoppiata da paura.
All’interno del post ci saranno piccoli messaggi subliminali non indirizzati a voi ma che trasmetteranno a voi lettori il mio mood incazzato. 

vaffanculoooo

Mi sono anche accorta di non avere più l’età per avere la febbre.
Un tempo reggevo bene, tenevo botta. Avevo quaranta di febbre e scorrazzavo per la casa come un fringuello, contenta di non dover andare a scuola e sperando che mi durasse tutto l’anno così sayonara matematica! Bye bye educazione fisica!
L’altro ieri invece avevo 38.5 e sembrava stessi morendo, sembrava quasi che fossi un uomo, il che dice tutto. 
Male ovunque, sonno a ogni ora del giorno e della notte, la testa con dentro un rave party pesante… Mamma mia. Volevo chiamare un prete per l’estrema unzione, poi mi han fatto notare che forse ero un tantino melodrammatica e mi sono limitata a spiaccicarmi sul cuscino a faccia in giù per il resto della giornata.

Vai a fare in chiuuuuul

In questi giorni di malanno ho cominciato “Delitto e Castigo“. Così, una botta di vita. Sono all’inizio inizissimo quindi non posso dire molto, ma lo stile del vecchio Fëdor mi piace assai: sembra di essere nella testa del protagonista o forse addirittura sembra di essere il protagonista; per ora mi piace molto. Mi trasmette tanta disperazione e tanta umanità, sembra impossibile sia stato scritto addirittura prima del Novecento. 

vaaaaaaaaffancuuuuuuloooooo

Stanotte in America ci sarà la notte degli Oscar, ma mentre l’anno scorso ho fatto nottata per tifare senza alcun pudore per Leonardo, quest’anno passo. Mi vergogno molto di me stessa ma credo di aver visto solo due o tre film di tutti quelli candidati e vi assicuro che non è mai successo negli ultimi anni; di solito mi impegno a recuperare tutti quelli che corrono per la statuetta -soprattutto i film stranieri, spelacchiati, soprattutto i film stranieri meritano!- ma a sto giro non ce l’ho fatta. Ho miseramente fallito. Anzi, non c’ho proprio provato… L’anno prossimo mi rifarò, lo ggggiuro.
Voi seguirete la serata? Avete qualche film tra i candidati da suggerirmi calorosamente? 
So che tutti sono impazziti per La La Land... Io non l’ho visto quindi sto per dire cose totalmente random secondo il mio frizzantissimo intuito, ma.. secondo me vincerà pochino. Non so, così a naso mi viene difficile pensare che gli Academy faranno vincere un musical. Ora che l’ho detto probabilmente sbancherà e io andrò in un angolo a piagnucolare.

vaffanculoooo

Penso che uno dei prossimi post potrebbe essere su Tinder, a qualcuno possono interessare le mie (dis)avventure su una chat di incontri? Potrei avere un po’ di aneddoti divertenti da condividere, che ne dite?
Ora andrò a farmi una tisana al finocchio (vorrei fare facili battute ma sono una donna adulta, seria e composta quindi eviterò) e cercherò di non mandare messaggi stracolmi di insulti a una certa persona, perché that’s not my style.
(Ma ehi, se stai leggendo questo post… Le foto con lei puoi infilartele direttamente su per il deretano, grazie. E vaffanculo.)

Fatemi sapere come sta andando la vostra domenica sera, le ultime visioni e le ultime letture che avete fatto! C’è qualcuno che sperate vinca tutto quanto agli Oscar? Avete letto qualcosa di Dostoevskij? (Non potete capire l’impegno che c’ho messo per scrivere correttamente il suo cognome, datemi un premio… Accetto volentieri DiCaprio come premio eh). Fatemi sapere di tutto e di più che qua si ha voglia di ciciarare un po’! 
A presto!