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Ciance sparse: elenchi di cose fastidiose

IT’S OBVIOOOOOOOOOOUSSSSSS
TOOOONIGHT IS GOOONNA BEEE THE LONLIEEEEESSSSSTTTTTT

… Beh? Non fate finta di non ascoltare quella canzone tutto il giorno tutti i giorni da quando è uscita, che tanto non vi credo.

Come state, Spelacchiati miei?

Io ho preso una decisione.
Qui lo dico e qui lo ribadisco.
Parto.
Vado via.
Destinazione: Giove.
Anche Nettuno può andar bene, anche perché Nettuno mi può giudicare.

Nelle vene al momento sento scorrere solo nervosismo e isteria, i miei globuli rossi sono in fermento.
Ne ho per tutti.
Il prossimo che anche solo mi guarda di traverso verrà decapitato alla velocità della luce, Batterino compreso, che al momento mi comprende molto poco.
Giustmente perché sono pazza, non giustamente perché gradirei dell’empatia.

Seguirà un elenco di cose che al momento mi stanno facendo girare gli zebedei come le fruste del frullatore elettrico:

  • Entro fine mese devo fare l’ennesima risonanza magnetica, l’ultima prima di decidere come intervenire. Oggi mi chiamano. “Buongiorno, signorina Spelacchiata? Bene, ecco, volevo dirle che la macchina delle risonanze è rotta quindi se ne parla nel 2023… se ha urgenza può rivolgersi ad altri centri della regione.”
  • Dopo una lunga sequela di bestemmie una più colorita dell’altra ho cominciato a chiamare a destra e a manca e a quanto pare è tutto pieno ovunque.
    Nel caso ve lo stiate chiedendo, fare una risonanza magnetica privatamente costa seicento euro.
  • I clienti a lavoro stanno per farmi uscire di testa: una signora mi ha portato una collana così tanto aggrovigliata che sembrava una palla unica, me l’ha sbattuta sul bancone pretendendo che gliela sbrogliassi.
    Signora.
    Signora mia.
    Non mi metto a sbrogliare le mie di collane, secondo lei mi metto a perdere sedici ore con la sua? Ma poi le pare un servizio che eroghiamo? IN POCHE PAROLE, SIGNORA, VUOLE ESSERE PICCHIATA? BASTA DIRLO.
  • Altro giro altro cliente, compra una targhetta e mi chiede di fare un’incisione.
    Gli dico il prezzo dell’incisione.
    Fa un sorrisetto di superiorità e risponde “non te l’ho chiesto perché per me non sono un problema i soldi”.
    …Guardi, non so come dirglielo e non so se mi sente visto che è si è arrapicato su un piedistallo di merda, però nove euro e novanta sono raramente un problema per chiunque, specialmente per chi entra in gioielleria.
    QUINDI VADA A FARE IL GRADASSO DA UN’ALTRA PARTE, CHE SE NO GLIELA FACCIO PAGARE SEIMILA EURO QUESTA INCISIONE DEL CAZZO E POI VOGLIO VEDERE SE E’ UN PROBLEMA O NO
  • Ma voi vendete cornici in argento?”
  • Signorina, mi scusi… ma c’è un bagno in questo centro commerciale?”
    CERTO CHE C’E’ E POTEVA CHIEDERMELO ANCHE SENZA FAR SCATTARE IL CONTA PERSONE, PORCA LA MISERIA. Gli ho dato le indicazioni sbagliate per vendetta.
  • Un signore paga in contanti e sentendosi generoso come Madre Teresa mi fa “Non ti preoccupare per il resto, tienilo pure, prenditi un caffè.
    Grazie, con questi cinque centesimi -letteralmente- mi comprerò sicuramente almeno un granello di zucchero di canna. 
  • Il Batterino ed io non siamo esattamente allineati in questo periodo, il che si può riassumere con lui che si innervosisce e io piango, io che mi innervosisco e piango, lui che mi consola mentre piango e io che piango mentre piango.
  • La mia psicologa rimane sempre più sconvolta di seduta in seduta e credo che tra un po’ mi pagherà per smettere di andare da lei. Più che comprensibile.
  • A lavoro la ex capa ha minacciato di infilarmi in un cestino dell’immondizia.
    Se solo sapesse dove -nella mia testa- le ho infilato ben di peggio di quel cestino…
  • Un signore a lavoro ci ha tenuto a dirmi che secondo lui vendiamo bigiotteria e che le collane che ha visto a Dubai noi ce le sognamo.
    Gli stavo per consigliare un’altra meta da visitare, molto diversa da Dubai, ma mi ha interrotta una collega.
  • Il mio cane sta diventando anziano e comincia ad avere peletti bianchi sul muso. Inutile dire che piango ogni volta che la guardo.
  • Il criceto che ho preso un mese fa è letteralmente matto in culo e non fa che azzannarmi, l’altro giorno l’ho lasciato fare per capire fino a che punto si sarebbe spinto e ho capito che stava cercando di staccarmi un pezzetto di dito. Letteralmente. Mi è uscito tanto di quel sangue che non pensavo fosse possibile.
  • Nella mia città è crollato un pezzo di ponte e ora abbiamo più o meno una sola strada percorribile perché le altre sono tutte con dei lavori in corso.
    Lavori che sono in corso da circa sei anni.


A questo elenco sentitevi liberi di aggiungere tutto quello che in questo momento vi sta dannando l’anima, rendiamo questo post un raduno di fastidi e ansie che almeno mi sento meno sola nell’affrontare questa lenta discesa nella pazzia.

Hasta la pasta e soprattutto hasta i ravioli alla zucca e le caldarroste che sono l’unica gioia di questo periodo.

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Ciance sparse: vita da promoter

Mi viene difficile dire “buonasera miei cari spelacchiati, come state?” perchè visto il PUTINFERIO di questi giorni credo che nessuno stia bene. Di fronte a certe cose non si può stare bene.
Ma non voglio parlare di questo, stasera voglio solo cianciare sparsamente, sperando che ci sia ancora qualche spelacchiato all’ascolto!

Diciamo che è un periodo intenso e stressante: il mio cane sta male -se succede qualcosa alla mia musona probabilmente mi lancio dal balcone, vi avviso-, quella farsa del mio lavoro mi sta logorando l’anima -a breve ve ne parlo-, il Batterino tra poco si laurea e io sto cercando di organizzargli non una ma ben due feste perché sono pazza, e in tutto ciò il mio malessere da Covid procede e pure la psiche mi sta un po’ abbandonando.
La mia psicologa non è particolarmente contenta di me, in questo periodo. Secondo lei sono di nuovo in fase depressiva, cosa che posso confermare visto che passo la maggior parte del mio tempo a piangere senza apparente ragione, come mi capitava anni fa.

Ma parliamo un attimo del mio lavoro, che definire “lavoro” mi pare veramente esagerato.
Diciamo che al momento faccio il cosplay del fallimento dell’umanità.
Faccio la promoter per una scuola di inglese.
Cosa significa?
Che devo stare in piedi quattro ore ad un banchetto storto -perché non so montarlo- e cercare di accalappiare gente che compili dei coupon con cui avranno diritto a uno sconto sui corsi di lingue.
… non chiedetemi quanto mi pagano perché è troppo imbarazzante. Immaginatevi una paga minima, dopodiché dimezzatela e a quella cifra togliete il 25% della metà.
Insomma regà se mi prendo un caffè al bar mi brucio tre ore di lavoro.

Ma parliamo un attimo del genere umano, che non smette mai di sorprendermi e infastidirmi allo stesso tempo.

Ora voi immaginate me, che sono una misantropa perennemente inviperita verso il genere umano, in piedi, al freddo, che tento di spiegare alle persone che potrebbero avere uno sconto su un corso di inglese e mi sento dire le seguenti cose:


– “Signorina ma lei è bellissima…” *ciance inutili a cui io rispondo con garbo e gentilezza che Buckingham Palace dovrebbe darmi un titolo onorario solo per quello* “io ho un amico che lavora per la tv… tu hai due occhi che parlano, e poi un fisico… senti, se vuoi organizziamo un aperitivo e te lo presento, secondo me come presentatrice o modella ti prenderebbe immediatamente”
Vattelapijanderculo e firma sto coupon, porca la miseria. Poi chiama il tuo amico e fai compilare pure a lui.

– “Signorina ma cosa vende?” con sguardo vacuo da triglia mentre fissa con insistenza i volantini
“Non vendo nulla, se compila questo coupon però ha uno sconto mirabolante su tutti i corsi, ‘na robbba irripetibile, le rubo un secondo solo…”
“Ma le lezioni le fai tu?”
“…No, un insegnante madrelingua qualificato, bravissimo, levissimo, altissimo…”
“Ah allora no. Beh meglio che i corsi non li tenga tu, non starebbe attento nessuno, si innamorerebbero tutti! Eheheh…”
… Mavattelapija E FIRMA STO CAZZO DI COUPON PER L’AMOR DI DIO.


-“ Ma perché vi servono i miei dati?”
“Buongiorno anche a lei neh, guardi ci servono solo il nominativo e l’indirizzo mail, così possiamo mandarle l’informativa di tutti i corsi per farveli conoscere e se poi siete interessati…”
“Io non firmo niente.”
“…Signora è solo per presa visione, se no potrei compilarne duecento a caso con dati falsi…”
“No no allora vado di persona, non mi fido mica.”
Signora, glielo devo dire pure a lei? vadapija.

-“Ciao! Ma non hai freddo qui così?”
“Guardi, ho appena tolto le stalattiti di ghiaccio che mi pendevano dal naso..”
“Eheh… Se vuoi ti offro un caffè, parliamo un po’…”
“Mah, guardi, come se l’avesse fatto. Le interessa un coupon per un corso..?”
“No ma dico davvero, andiamo lì al bar e ci conosciamo un po’, sai, mi hai colpito…”
“Guardi non le dico con cosa vorrei colpirla adesso ma le lascio immaginare, sto lavorando, non posso allontanarmi.”

-“Posso usare l’igienizzante?”
Dipende, io posso darti una randellata sui denti?

-Il simpaticone che “Io so già l’inglese, DE CHET IZ ON DE TAIBOL, ihihih”
Tu. Credo ci sia un girone all’inferno per le persone fastidiose come te.

I ghiv iu a manrovesc iu crep, okay?

-“Buongiornopossolasciarleuncoupon?”
“Sono un avvocato. Sto andando a lavoro. Secondo lei mi interessa?”
Mah, a occhio e croce dovrebbe interessarle togliersi quel palo dall’ano, però chi sono io per dare consigli. Coupon?

“Ciao scusa eh, appoggio un attimo qui lo zaino e le buste della spesa che si stanno rompendo, un attimo solo eh…”
…Ma io le do fuoco, signore, se ne rende conto? Lo legge nei miei occhi che la odio?

E poi questo aneddoto ve lo devo narrare perché io ancora sono basita.
Sabato mattina, arriva una signora non ho neanche dovuto fermarla io, mi dice che è interessata al corso di inglese perché sua figlia abita all’estero e quando va a trovarla è spaesata, bla bla bla, compila il coupon e se ne va allegramente.
Sabato pomeriggio questa figura torna.
“Scusami sai sono un po’ distratta stamattina ti ho dato il numero vecchio, l’ho cambiato da poco, non ci ho proprio pensato… Posso riavere la tua parte del coupon così te lo correggo?”
“…Ma certo signora, voilà.”
E QUESTA PERSONAGGIA PRENDE IL CAZZO DI COUPON E ME LO STRAPPA IN MILLE PEZZI DAVANTI AGLI OCCHI DICENDO “IO I MIEI DATI NON LI LASCIO A NESSUNOOOOOO!” E FUGGE VIA!!!!!!!!

No regà non potete capire.
Io ero troppo sconvolta per reagire ma avrei tanto voluto inseguirla, darle una capocciata e lasciarla a terra coi sui cazzo di dati.

MA CHE ME NE FREGA A ME SE HAI CAMBIATO IDEA, TE LO RIDAVO COMUNQUE IL COUPON COI TUOI PREZIOSISSIMI DATI DI MERDA, MA COSA MINCHIA MI MENTI GUARDANDOMI IN FACCIA? MA SEI DEFICIENTE? MA SCUSAMI!?!?!?

Poi sarà una di quelle che su Facebook mette le foto di casa sua con scritto “oooh ora si va due ore in palestra!” e i quiz “scopri quale testa di cazzo sei”.

Io penso che prima o poi qualcuno lo pesto a sangue.

Oggi ci sono andata molto vicina. Non potete capire la quantità di fischi, commenti sul mio fisico, apprezzamenti vari e volgari mi vengono rivolti ogni volta, è veramente desolante. 

Detto ciò domani ho un colloquio in una gioielleria.
Io non so come possano anche solo avermi presa in considerazione, il mio CV dovrebbe emanare goffaggine e inadeguatezza a qualunque ruolo; dovrò far finta di essere una persona pacata, delicata, raffinata. “Oh sì, il taglio di questa pietra pomice è davvero delizioso, le consiglio anche questo monile con incastonato una pietruzza presa in una strada sterrata qua vicino…”
Insomma… mandatemi delle vibrazioni positive, che qua sono a un passo dal chiudermi come un armadillo e riaprirmi al mondo tra cinque o sei secoli.


E voi invece miei cari spelacchiati come state? Non so se ci sia ancora qualcuno a leggermi visto che ho la costanza di una rana pescatrice rinsecchita, ma mi farebbe molto piacere se mi raccontaste quello che vi va, quello che vi passa per la testa (o per la testuggine), come procedono le vostre vite… Insomma, come sempre avete carta bianca.
Hasta la pasta!

Pubblicato in: depressione, random

Ciance sparse: tra il serio e l’imbecille

Aaaah, miei cari, salve a tutti. Come state?
Io sono di quello che definisco “umore MEH”, ovvero grigetto. Grigio occhiaia.
Stasera i miei pensieri rimbalzano qua e là, li sento praticamente sbattere contro le pareti umidicce della mia scatoletta cranica (grande come una di quelle di tonno, per contenere un cervelletto incredibilmente piccolo non è che serva molto spazio).
E’ tipo il pinball, pensieri che schizzano disordinatamente su e giù per le rampe facendo però un punteggio misero perché non colpiscono nessun moltiplicatore di punti. Si moltiplicano solo le bestemmie che tiro ininterrottamente, una sequela di imprecazioni a mitragliatrice.

Visto che le cose non vanno già abbastanza male volevo aggiornarvi un po’ sulla mia situazione mentale.
Mi è comparso un nuovo brufolo sul mento, fine.
Madonna regà quanto NON faccio ridere da uno a dieci, in cui uno è comunque tantissimo? Secondo me come minimo SEICENTO.

Battute veramente imbecilli a parte volevo sfogare un po’ della mia irrazionale pazzia, perché è da un po’ che faccio post imbecilli illudendomi da sola di essere una persona divertente e allegra quando la verità è che io mi sto veramente poco simpatica.
Mi detesto sotto così tanti punti di vista che non saprei da dove cominciare e in questi giorni vorrei decompormi. Se poi fosse possibile essere riassemblata completamente da capo, fisicamente, mentalmente, tuttamente, accetterei volentieri, se no potete lasciarmi tranquillamente a raggrinzire sempre di più.
Odio anche scrivere queste cose perché penso possa sembrare una richiesta di “ma Sara cosa dici sei meravigliosaaahhhh” ma la verità è che penso che qualcun altro si senta così e forse è giusto parlarne e parlare del fatto che non va bene sentirsi così.
Me ne rendo conto, è davvero un problema. Un problema serio, che mina un po’ tutti gli ambiti della mia vita.
Me ne accorgo in particolar modo ora che ho Mr Batterista accanto: lui è fantastico, io mi sento un miserabile lombrico immeritevole di attenzioni e affetto perché, onestamente, mi sto sui coglioni. Mi do fastidio in tutto. La mia faccia, le mie espressioni, il mio reagire alle cose, il modo in cui parlo, la mia voce, quello che dico, come lo dico, come mi sento, quello che penso.
Mi sento stupida e fuori luogo in quasi tutti i contesti, e se non mi sento così mentre vivo le cose mi sento così a posteriori, quando il mio cervelletto parte in quarta a recriminare tutto. 
Se ho fatto passi avanti grazie alla terapia, mi rendo comunque conto che di strada ne ho ancora tanta da fare, ed è strada sterrata, fangosa, piena di buche e io vorrei soltanto starmene a letto invece che percorrerla.
Niente, fine momento piagnisteo, se qualcuno volesse venire a prendermi a sprangate me lo dica che gli faccio avere il mio indirizzo e una spranga piuttosto pesante.

Per dimostrarvi che comunque sono una persona becera e imbecille vi narro due aneddoti un po’ pirli.
L’altro giorno ho dato un esame (passato con 23, grazie a qualche divinità) e avendo un’oretta di tempo prima di prendere il treno e probabilmente incoronirmi mortalmente sono andata a fare un giro di shopping.


Sono entrata in un negozio perché ero in preda ad un raptus di acquisti compulsivi grazie ai saldi e non so per quale assurda ragione ho deciso di provare una tuta, non da ginnastica eh, una di quelle pantaloni+parte di sopra, che mi stanno proverbialmente da cani ma ero imbecillemente ottimista.
La scena è questa:

Esco dal camerino e mi guardo allo specchio. Orrore e raccapriccio, per poco non vomito lì nel corridoio del negozio, faccio per catapultarmi di nuovo nel camerino e darmi fuoco per aver solo pensato di poter provare una tuta quando alle mie spalle sento una specie di rantolo, un singulto, un verso di disgusto e schifo.

Dovevate vedere la faccia della commessa che mi stava guardando.
Una donna distrutta.
Un essere umano devastato.
Nemmeno i reduci del Vietnam, giuro.
Se avesse visto un lombrico sventrato sarebbe stata meno schifata.
Nei suoi occhi leggevo chiaramente, a caratteri cubitali, “PASSATEMI UN SECCHIO CHE DEVO VOMITARE”.
Una donna segnata per sempre, nel profondo, dall’atroce visione di me strizzata in una tuta.
Anni e anni di terapia per colpa della sottoscritta, forse dovrei farle un bonifico.
Questa è una mia supposizione ma secondo me una volta rimasta sola ha preso a testate il muro sperando in una commozione cerebrale che le facesse dimenticare lo scempio appena visto.
Signora, mi perdoni, non lo faccio più. Giuro che d’ora in poi faccio solo shopping online.
GIURO. 

Poc’anzi invece ero intenta ad adempiere un’impresa titanica, una missione ardua, pericolosissima ed estremamente estenuante: stavo tentando di estirpare il vello che cresce su di me come i muschi sulle cortecce.
Non so come facciate voi, Spelacchiate e Spelacchiati all’ascolto, ma ormai prenotare un appuntamento dall’estetista è diventata una Mission Impossible che nemmeno Tom Cruise paracadutandosi da una navicella spaziale riuscirebbe a stendersi su quel lettino e farsi massacrare l’epidermide.

Ma torniamo a me, che sono egocentrica quanto una mangusta: ero lì che mi contorcevo come un’anguilla morente, una gamba dietro la testa, l’altra direttamente a Bari, la cera spalmata un po’ ovunque a chiazze disomogenee, un dolore incredibile che quasi svenivo,  faccio per prendere il mio cellulare… e quello non si muove.
Parbleau, che cosa accade?
Semplice: sono riuscita a cerettare il telefono.
L’ho spiaccicato su un tocco di cerca fusa senza rendermene conto. Ovviamente dritto sulla fotocamera da quindici fantastilioni di megapixel (che comunque non sono in grado di camuffare la mia faccia da natiche, quindi tutti soldi buttati), e non voleva saperne di staccarsi.

Ho dovuto sgrassare via la cera con l’olio.

Alla luce di questi recenti avvenimenti la domanda è solo una: vado di veleno o rivoltella? Oppure vado in Papua Nuova Guinea ad sgranocchiare animali a caso finché non contraggo un nuovo virus sperando che mi renda intelligente. 

Detto ciò Follettini e Follettine Spelacchiatini e Spelacchiatine, voi come state? So che ormai siamo tutti stremati da questa situazione assurda in cui riversiamo, ma spero che vi stiate tenendo occupati e soprattutto al sicuro.
Nei commenti sentitevi liberi di mandarmi a fare in chiul, raccontarmi quello che volete, insomma avete come sempre carta bianca e almeno ci facciamo tutti un po’ compagnia.
Hasta luego, alla prossima spelacchiataggine!

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Scleri del sabato sera: Imparate a raccontare

Avete presente quando il wifi non va a vorreste SPACCARE TUTTO PORCA DI QUELLA VACCA MISERIA LADRISSIMA, TI ODIO COMPUTER DI FANGO TI ODIO!
Okay, mi calmo.
Abbiate pazienza, è sabato sera, internet non funziona, sto mangiando uno yogurt bianco con lo zero virgola zerissimo di grassi quando quello che vorrei davvero è una fetta di pane con uno strato alto una spanna di nutella sopra. 

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Detto ciò, oggi sclero.
Sclero contro una categoria di persone di cui probabilmente faccio parte anche io: QUELLI CHE NON SANNO RACCONTARE GLI ANEDDOTI.

Poi ci sono un sacco di sottocategorie, io personalmente odio quelli che… mettono pause… dove… non… servono. MA COME FA A SALIRMI LA SUSPENSE SE INFRAMMENTI IL RACCONTO DI PAUSE AD CAZZUM, DOV’è LA CONTINUITA NARRATIVA!? 
Oppure quelli che ogni cosa che dicono aggiungo “no?”
Tipo: “Ero al bar, no? Con Gianluigi, no? E poi arriva questa giraffa blu, no, e mi fa…”
Ti do un pugno, sì?

Poi quelli che odio più di tutti, cazzo. CAZZO. Quelli che la prendono larga. Ma non larga “normale”, alla larga larghissima. Circumnavigano il globo prima di raccontare quello che devono raccontare. Risultati immagini per boring gif
Allora, ero al bar con Antonella, la figlia della suocera di Marco, no? Eravamo seduti al tavolino, coi nostri caffè, le brioche, stavamo parlando di lei che lavora alla Algida e il suo gelato preferito è al pistacchio...” e tu pensi che questo racconto sia incentrato su lui, Antonella e sto cazzo di bar o il gelato, NO?
NO. 
Lui parte da qui per poi collegarsi al fatto che Antonella ha preso un gatto -e via di dove, come, perché- tu ascolti e ascolti chiedendoti quale sia il punto (e intanto cominci a capire perché la gente esce di testa e ammazza persone a caso in raptus omicidi), perdi mezz’ora ad ascoltare un preambolo INUTILE per poi alla fine sentire dieci secondi di aneddoto: il cane di lui che ha slinguazzato una nutria. 
Ma vaffanculo

Poi ci sono i megalomani. Quelli che sembra debbano raccontarti la storia della vita, l’aneddoto più fantasmagorico del mondo, roba che ti cambierà la visione dell’universo sentire questa storia. Partono già da prima di vederti, mandano un messaggio “stasera ti devo troppo raccontare cos’è successo ieri!!!”, poi ci si incontra e “no dai aspettiamo di bere qualcosa, così lo racconto bene” (minchiazza, figurati altrimenti come la racconta).Risultati immagini per suspense gifCosì la tensione è alle stelle, ti aspetti un racconto astronomico, roba pazzesca, divertentissima, la NASA lo avrà contattato per andare su Plutone con Topolinone (okay potete segnalare questo blog dopo questa battuta, è un vostro diritto) … E invece no, ha rivisto una professoressa delle medie.
E noi le medie non le abbiamo neanche fatte insieme. 

Ora io dico, possiamo tutti prendere coscienza dei nostri limiti? Non è che siamo tutti comici, se no non sarebbe neanche una professione. Non siamo tutti divertenti.
Non possiamo essere tutti Ricky Gervais (anche se sarebbe un bel mondo).
Se tu hai la verve di un tapiro addormentato, per esempio, ti prego di non metterti a raccontare una storiella di mezz’ora, perché finisce che faccio una strage per il nervosismo. Risultati immagini per ricky gervais gif
Se il tuo entusiasmo è paragonabile all’incontenibile vitalità di Melania Trump a un qualunque evento col marito, per favore non raccontarmi mai niente. 
Se poi azzecchi un verbo una volta all’anno per puro caso, TI PREGO non parlarmi neanche perché io se in un discorso sento un “guarda se io possa” “se potevo lo facevo” e altre cose terrificanti il mio picco di interesse precipita e devo per forza di cose inondarmi di alcol, se no non ne esco viva. Se poi a fare questi errori di grammatica base è -per dire- un figo, la mia vagina si secca completamente e chiude i battenti col catenaccio, va in ferie. Quindi ne approfitto per fare questo appello agli italiani: STUDIATE. VI PREGO STUDIATE I VERBI. 
Risultati immagini per verbi sbagliati
Poi non dico neanche che dobbiamo sempre disquisire dei massimi sistemi del mondo o essere un erudito gentleman, però le cose base… Poi ci saranno sicuramente ragazzi a cui io farò lo stesso effetto perché so a malapena fare le addizioni ed è già tanto se so geograficamente dove si trovi la mia città, ognuno ha le sue lacune. Ma un minimo. Vi prego.

Chiedo scusa per essere un po’ sparita di nuovo in questi giorni ma sono tempi bui e una ragazza deve pur sopravvivere. Ora sono tornata a spargere odio verso l’umanità e un po’ di scemenze.

E voi quale categoria di incapaci a raccontare le cose odiate? E a quale categoria appartenete? Fatemi sapere, spelacchiati!