“Jagden” in danese, “The hunt” in inglese, e “Il sospetto” in italiano per chissà quale assurda ragione visto che “La caccia” sarebbe stato un titolo quantomeno calzante, è un film del 2012 di Thomas Vinterberg, candidato agli Oscar per la categoria “miglior film straniero” (vinto poi da “La grande bellezza”)
Okay, lo ammetto, quando ho guardato questo film non sapevo nemmeno che correva all’Oscar, l’ho guardato per un motivo molto futile chiamato Mads Mikkelsen, colui che interpreta il Dottor Lecter nella nuova serie Hannibal. Perché sì, fondamentalmente sono una fangirl.
MA, donzellette e donzelletti, nonostante la motivazione stupida, questo film è davvero, davvero bello. Credetemi, se fosse un brutto film lo direi, non mi faccio influenzare dalla (bella)presenza degli attori quando giudico un film: può avere il cast più orgasmico del mondo, ma se è una fetecchia di film c’è poco da fare.
Fortunatamente non è questo il caso, anzi. Ma andiamo con ordine.
Di cosa parla “Il sospetto”?
Il protagonista, Lucas, insegnante all’asilo di un paesino mai precisato della Danimarca, a un certo punto verrà accusato dalla piccola Klara, figlia del suo migliore amico, di avere abusato sessualmente di lei.
La stessa cosa verrà riferita da molti degli altri bambini dell’asilo, e immediatamente il paese prende posizione, schierandosi compatto contro il mostro senza dare tempo a Lucas di tentare di dire la verità. Non c’è tempo per il dubbio, è una condanna senza processo e con una sentenza inequivocabile: colpevole.
Lucas dovrà quindi “sopravvivere” in un paese nuovo, diverso da quello in cui aveva sempre vissuto. Un paese in cui non potrà andare al supermercato e i cui abitanti nel tempo libero sfonderanno la sua finestra a sassate e uccideranno il suo cane.
La cosa bella di questo film è che tu non hai mai alcun dubbio sull’innocenza di Lucas.
Assistiamo alle bugie della bimba e guardiamo impotenti lo srotolarsi della vicenda con un senso di rabbia e voglia di prendere tutti per le spalle, scuoterli e urlare “ma non è stato lui, smettetela!”, ma in realtà non si può far altro che guardare atterriti e sperare in un finale che renda giustizia al professore.
E’ un film forte, molto coinvolgente, che fa riflettere: e se fossimo stati anche noi parte di quella comunità? E se nostra figlia ci avesse raccontato una cosa del genere? Forse, dobbiamo ammetterlo, non ci saremmo comportati molto diversamente da loro.
Ci sono scene molto belle, una delle mie preferite è quella in cui il figlio di Lucas va a parlare con Klara. E’ liberatoria e frustrante allo stesso tempo.
Se una sera volete un film abbastanza impegnativo, un po’ lento ma avvincente, con un attore oltre che molto bravo anche incredibilmente affascinante insomma uno strafigo, questo è un’ottima scelta. Parola di Sara!