Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: reminescenze di una commessa perplessa

Buonasera miei piccoli, bislacchi Spelacchiati, come state? Come butta? Yo!
…Sembro giovane e giovanile? No perché qua ormai sono tutta incartapecorita, mi sembra di avere duecentotrentadue anni. Sarà che nella mia fetida città sono tornati ad esserci quattro gradi, piove, c’è umidità e vorrei solo andare in letargo, non so.
Oggi stavo guardando per la seicentesima volta il telefono in attesa del messaggio dall’Inps in cui mi dicono che mi è arrivata la Naspi, e invece niente. Neanche mia madre che mi manda un messaggio così, per salutarmi. Nada. Il vuoto cosmico. Un cellulare di una tristezza agghiacciante.
E mentre aspetto la Naspi ormai da mesi mi è venuto da ripensare a quando io ero una persona normale e lavoravo, ero una cittadina produttiva e utile alla società.

Perché io me le ricordo, quelle clienti.
Quelle che trasudavano ricchezza. 
Un’aurea di riccaggine, la emanavano proprio dai pori della pelle. 
Io emanavo esaurimento nervoso e psicosi invece.
Arrivavano lì e cominciavano a stendere il collo all’insù, ma tantissimo, reclinando anche un po’ la testa all’indietro per far vedere benissimo orecchini e collana. 
Una posa completamente innaturale che ti veniva da chiedere “signora, ma sta bene? Ha una paralisi? Vuole un massaggio?” perché stendevano sto cazzo di collo fino all’inverosimile, su, sempre più su, fin dove osano le acquile.

Chissà se qualche uccello si è mai posato loro sul naso.

Ma cosa dovrà mai vedere da lì?
Beh loro erano le clienti-brontosauro. 

I Colli Lunghi. 

Dall’alto della loro stesura, che ancora un po’ e cadevano all’indietro, si aggiravano imperiosamente per il negozio guardando solo i cartellini dei prezzi. Sotto i duecentomiliardi di euro non andava bene niente.
“Io voglio solo il meglio.”
“Ahh caspita, noi vendiamo solo il peggio del peggio, pensi un po’, dovrà andare altrove. Ci impegnamo proprio per vendere la merda.”

Però sono anche quelle che dopo aver provato le cose più costose, quelle che tiri fuori dalla vetrina una volta all’anno e preghi che un granello di polvere non si posi proprio lì sopra, allora dicevano “non mi piace, ma già che ci sono compro una cosina per mia figlia” e si pigliavano la bassa bigiotteria. Neanche l’acciaio o l’argento, proprio quelle tre robe orride che avevamo in negozio.

Poi c’erano i Raptor.
Signore che non si capisce bene quali tesori dovesse contenere la loro borsetta a mano ma se la stringevano al petto con così tanta forza che sembrava che avessero delle piccole ali ripiegate al posto delle braccia.
Signora, giuro che non le ruberò la crema idratante per le mani.
Poi cominciavano a correre qua e là per il negozio e saltare sui banconi per cercare noi che ci eravamo raggomitolate lì sotto al riparo…

Poi va beh, loro.

Gli infaticabili simpaticoni.
Ma lei è in vendita?” e giù di grasse risate.
Guardi, io sorrido gentilmente perché non è legale staccarle una falange a morsi, ma se potessi… Se solo potessi….
COGLIONE

I mariti sono una categoria a sé.
Non importa se debbano fare un regalo alla fidanzata per l’anniversario o alla moglie per il centocinquantesimo compleanno, loro non sanno niente.
Non sanno chi sia la loro compagna. Penso non ne conoscano nemmeno il nome, a sto punto.
Benissimo mi dica, cosa stiamo cercando come regalo?”
“Eh, non so… Non saprei mica…”
“Beh ma sua moglie di solito indossa oro giallo? Oro bianco? Possono piacerle delle pietre preziose?”
E ti guardano, spauriti, come se tu avessi parlato in un’antica lingua del diavolo.
Non so proprio…
Okay andiamo per gradi, indossa di più le collane, gli anelli o gli orecchini?”

Occhi vuoti, vacui, stanno rivivendo il Vietnam che non hanno manco vissuto.
“… Andiamo sul sicuro e prendiamo una collanina d’oro con un ciondolo che piace a lei? Sicuramente apprezzerà. Oppure possiamo stare su un sempreverde punto luce, magari una parure collana e orecchini.”
Ormai sono persi, non sanno più cosa stai dicendo, cos’è l’oro? Cosa sono le pietre preziose? Cos’è questo negozio, come ci sono finito?

Categoria a sé la fanno gli anziani
“Signorinaaaaahhh!”
“Un secondo e sono da lei!”
“Signorinaaaaaaaaaaaaaahhhh!”
“Arrivo subito, faccio pagare la signor-“
SIGNORINAAAAAAAAAAAAAAHHHHH

Al che molli l’intera cassa al cliente precedente perché ne hai già pieni i maroni e ti dirigi da ‘sto anziano signore che “devo fare un pensierino per mio nipote, avete qualcosa sotto i sei euro e venti?”
E vorresti solo picchiarlo. Solo quello chiedi alla vita. Ma non potendo farlo ti dai all’autolesionismo.
Regà come credete mi sia venuto tutto quel casino al cervello? Così, cercando di uccidermi dopo una conversazione del genere sbattendo la capoccia contro un bancone.

Ma poi “signorina” cosa, cosa cazzo vuoi, COSA C’EEEEEEE? Oppure, peggio ancora, quelli che per chiamarti fischiano. Io non ho mai avuto l’ardore di farlo ma mi sono sempre ripromessa “al prossimo che fischia io canto e vediamo che bel duetto viene fuori.”

Va beh non terrò conto dei genitori con prole al seguito che se ne sbattono altamente le natiche di cercare di dare un’educazione ai marmocchi quindi lasciano che quelli spiaccichino completamente la faccia sui vetri, li lecchino, tocchino ogni vetrina possibile -tanto mica deve pulire lei DOVE HO PULITO TRENTA SECONDI FA– e ficchino pure le mani nelle vetrine appena le apro.

Ma piccoli lestofanti, volete vedere come si rimane monchi? Così, fallo di nuovo, metti quella tua manina qua dentro e prova a prendere un anello mentre servo la signora, PROVACI DI NUOVO. P R O V A C I. 
“Eh sono un po’ vivaci!”
Eh lei è un po’ una testa di cazzo, chissà da chi hanno preso! Ma tranquilla che ci penso io, un solo gesto secco e via un po’ di ossa del metatarso, lasci fare.

Insomma, questi meravigliosi ricordi me li porterò con me nella tomba, penso che non potrei mai dimenticarmi il nervoso che la clientela riusciva a farmi salire; e infatti ho avuto una crisi epilettica a lavoro, chissà come mai. CHISSA’.
E voi invece? Nuovi avvincenti racconti su clienti deficienti o altamente bislacchi ne avete? Narratemi tutto che mi fate schiattare con i vostri commenti, mi ribalto ogni volta; se sono con Mr Batterino mi guarda un po’ stranito e ormai mi chiede “è il blog?” e io annuisco solamente. Tra l’altro Mr Batterino sa dell’esistenza di questo blog ma nient’altro, non ha accesso a questo luogo di perdizione in cui mi sento libera come un fringuello di dire scemenze. Nessuno saprà mai di questo posto meraviglioso, è il mio luogo segreto di benessere.
Bene ragazzi, lascio la palla a voi e come sempre
HASTA LA PASTAAAAAAAA

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: compleanni e paturnie!

Buonasera miei piccoli, cari Spelacchiati, come state? Non so se voi potete vederlo ma io pubblico sempre a orari bizzarri, stanotte sono le due e zero quattro.

Sono un po’ una capra insonne, che vi devo dire.

Regà, sono stressata.

Madonna regà, si avvicina il compleanno del Batterino e io sto andando il sbatterino
In ansia.
In modalità “follia estrema oddio corro da tutte le parti sbattendo la testa qua e là”.
Non so bene perché ma quando arriva il compleanno del Batterino sento di dover dare il mille per cento di me, perché sono un essere microcefalo che il signor Batterino (detto anche Mr Batterio, proprio come i batteri) deve sopportare e supportare soprattutto negli ultimi anni perché diciamo che tra il venirmi a trovare in ospedale ogni volta che ero ricoverata, stare con il patema dell’intervento, viversi le mie angosce e tutto quanto non so come abbia fatto a non mollarmi o sganciarmi un pugno fortissimo in faccia.

Quindi regà, acqua in bocca eh perché ve lo dico in confidenza: gli sto organizzando una festa a sorpresa.
Il che può anche essere una cosa carina, direte voi.
BEH NON LO E’ LA MIA ANSIA SOCIALE MI STA UCCIDENDO DATEMI DEL VALIUM ORA BERRO’ DELLA CANDEGGINA ADDIO
…Volevo dire, con calma e pacatezza, che scrivere a cinquanta persone che conosco solo di vista per invitarle a una festa che sto organizzando mi mette un filino di disagio addosso. 
Cioè, capite, io sono un piccolo essere che fa come i paguri, cerco la mia conchiglietta in cui raggomitolarmi e me ne sto tranquilla tranquilla senza dare fastidio a nessuno.

Soffro un pochino di ansia sociale, quando ero più piccola molto di più: per me era un’impresa titanica anche solo alzare la mano per chiedere di andare in bagno, diventavo viola alle interrogazioni, ero abbastanza imbarazzante; per fortuna col tempo sono migliorata molto ma ci sono ancora rimasugli di ‘sta roba qua che ogni tanto fanno capolino. Soprattutto se devo scrivere a persone che non conosco.
Ho inviato i primi messaggi e stavo lì col telefono in mano ad aspettare che qualcuno rispondesse per assicurarmi che non mi mandassero a cagher in gruppo, tutti quanti.

Ora sto anche cercando di decidere cosa regalargli, e sarebbe più facile dar un antibiotico al mio gatto. 
Per chi non lo sapesse, dare le medicine ai gatti è praticamente andare incontro alla morte correndo, più che altro diventa una rissa in cui il gatto ti conficca le unghie ovunque riesce e tu pur di tenerlo fermo e infilargli al siringa in bocca vorresti dargli una padellata sulla capoccia pelosa.
La mia gatta poi diventa un’arpia, fa dei versi mostruosi, si contorce come se fosse posseduta dal Maligno, una roba agghiacciante. ‘Sta cretina. 
La dovrei lasciare senza medicine, poi vede lei se schiattare o lasciarsi sparare in gola l’antibiotico, le lascio libero arbitrio.

Comunque, dicevo, fare un regalo al Batterio è come muovere un orecchio solo alla volta (ditemi che ci state provando, dai, mi ribalto. Tanto non ci riuscite), è come vedere me votare Lega, è come… Non so, non mi viene altro, penso di aver reso l’idea ma continuate voi nei commenti a fare paragoni impossibili.

Perché lui è una rottura di balle, non capisce.
Non capisce che l’essenza del regalo è “una cosa bella che da solo non ti compreresti ma ti fa piacere ricevere”.
No, per lui i regali sono solo “cose utili”. MA ASSOLUTAMENTE NO, COSA CAZZO DICI BATTERINO! I REGALI DEVONO ESSERE BELLI, LE COSE UTILI ME LE COMPRO DA SOLA DURANTE L’ANNO! Qualcuno glielo dica, vi prego.
Io lo so già che diventerò una di quelle donne a cui il fidanzato/marito regala cose come la scopa elettrica per il pavimento o un forno nuovo, o porta la macchina a lavare come regalo di anniversario.

Io in cambio gli regalerò tanti di quei pugni che col cazzo che suonerà mai più la batteria, gli spezzetto le dita così le bacchette potrà solo infilarsele nel naso e imitare i trichechi.

E quindi sono qua, con centoquarantadue schede di google aperte, che navigo da una all’altra all’impazzata guardando set Lego che costano quanto un mio rene rinsecchito, piatti per la batteria (che poi che cazzo vuol dire, per me i piatti si dividono in “fondi” e “piani” a seconda di quello che devi mangiare, qua si dividono per dimensioni! Ma io che ne so cosa cambia da un piatto da 19 a uno di 18, quale abnorme differenza potrà mai esserci?), microfoni, biglietti per concerti.
Regà, sono stremata.

A breve mi accascerò al suolo, oppure mollo il Batterino per lo stress.

Mi ci rimetto insieme dopo il suo compleanno.

Per ora comunque le adesioni al compleanno sono tantissime, più di quelle che mi aspettavo! Lo organizzerò al pub dove andiamo di solito, il mio malefico piano è portarlo a una cena romantica e poi andare lì dove ci saranno circa quaranta persone nascoste che salteranno fuori e gli faranno venire un infarto.
Nel mio caso mi verrebbe davvero, un infarto, ma conto che a lui non succeda.

Stavo anche pensando con un po’ di tristezza che se qualcuno dovesse organizzare una festa a sorpresa a me ci sarebbero tipo quattro persone più il mio cane e il porcellino d’india (il gatto no perché è troppo altezzoso per queste cose e la nostra massima dimostrazione d’affetto è quando ogni tanto mi si avvicina e mi annusa il naso, figuratevi se viene a una festa per me). Però se qualcuno vuole organizzarmi una festa e noleggiarmi anche degli spogliarellisti a me va benissimo, non mi offendo mica neh!

Detto questo regà, voi come siete messi a feste a sorpresa? Vi piacciono? Vi fanno schifo? Siete dei draghi nell’organizzarle? Perché io più che un drago mi sento una lucertola, se avete consigli da dispensare dispensate pure. 
Narratemi le vostre esperienze sicuramente illuminanti o quantomeno divertenti (siete troppo cretini, adoro i vostri commenti regà) così prendo spunti!

Hasta la pastaaaaaaaaaaaa! 

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: dialoghi andati più o meno così

Per la cronaca “Sara ma la pianti di stare male” oggi aggiungo un post in cui ciarlo. Mi avete detto che vi piacciono i post di Ciance Sparse e io ho molto da ciarlare, ho anni di idiozie e racconti vari da esternare in qualche modo!

“Pronto, Mammina…”

“Oh cazzo Sara, quando cominci così… Aspetta che mi sieda.”

“Sì, forse è meglio. Madre mia, straordinaria donna che mi ha donato la vita, essere umano meraviglioso… Mi urge il tuo aiuto.”

“Per cosa, di grazia?”

“Ehm… Mi sono fatta male. Non sto morendo, stai tranquilla, so che da due anni a ‘sta parte se dico che mi sono fatta male parte una chiamata al centodiciotto e una a Lourdes. Questo è un un male minore, una bazeccola.”

“Dimmi, che mi sta venendo la tachicardia e sono dalla parrucchiera.”

“Il cane mi ha bucato il dito.”

“Eh?”

“Il cane… Sai, la nostra mostriciattola tutta baffi di ventisette chili? Ecco… Stavamo giocando, io mi sono lasciata un po’ trascinare e praticamente stavamo facendo wrestling in giardino, le ho fatto una presa a tenaglia con ribaltamento carpiato di cui vado piuttosto fiera. E lei si è lasciata prendere la mano. Cioè, ha preso la mia di mano. Ho un buco. Nel dito. Cioè, nell’unghia. Mi ha trapassata.”

“Ma tu sei deficiente, ma quella ha dieci mesi e tu giochi a fare John Cena? Ma l’educatrice non ti ha insegnato niente? Ma tu lo capisci almeno l’italiano? No perché mi fai sorgere anche questi dubbi qua.”

“Lo so, lo so, ho sbagliato, mi era partita la competitività per il suo giochino intrecciato. Lo volevo.”

“Dimmi che cos’hai, razza di bifolca.”

“Ehm, mi è uscito tipo una caterva di sangue, ora ho un’unghia bucata e mi fa male praticamente tutto, però riesco a muovere il dito! Me l’ha sgranocchiato come faccio io coi Togo, però tutto sommato poteva andare peggio…”

“Forse preferivo quando avevi le crisi epilettiche.”

“Suvvia Madre dall’infinità bontà, dimmi dall’alto della tua conoscenza cosa devo fare con ‘sto dito. Lo amputo direttamente? Prendo il tuo set di coltelli Masterchef? Lo affilo come un filetto?”

“L’hai messo sotto l’acqua fredda? Lo hai disinfettato?”

“No, il disinfettante brucia. Non voglio. Ho paura.”

“DISINFETTALO SUBITO, ESSERINO UNICELLULARE CHE NON SEI ALTRO. E POI CI METTI IL GHIACCIO.”

“Non c’è ghiaccio, c’è una busta di piselli surgelati…”

“Prendi quella santa busta di piselli e piazzatela sul dito, razza di invertebrato dall’aria umanoide.”

“Ma fa male…”

“Farà più male se torno a casa, ti avviso.”

“Okay, okay, lo faccio.”

“Padre non c’è?”

“No, per fortuna è in giro a fare le sue cose da ciclista… Devo dirtelo Madre, secondo me prende la bici ma fa finta di andare in giro a farsi seimila chilometri, penso che se ne vada al bar e poi torni dopo qualche ora.”

“Per me l’importante è che non stia a casa a rompere i maroni.”

“A posto così allora. Ciao Madre vado a vedere di non farmi cadere il dito.”

“Vai, ‘va. Tra poco torno. Farai meglio ad averlo disinfettato per allora.”

Insomma, questo è ciò che è accaduto. Il cane mi ha smascellato un dito. Sembrava una scena de “Lo Squalo” solo che invece di un pinnide c’era un canide dall’aria deficiente.
Appena mi ha sganasciata ho cominciato a imprecare come se non ci fosse un domani, penso di aver inveito contro qualunque cosa per almeno cinque minuti di fila mentre correvo in bagno a mettermi sotto l’acqua fredda e il suddetto canide mi seguiva trotterellando con l’aria di chi non capisce un cazzo e pensa solo “maaaa quindi non si gioca più?”.
NO CHE NON SI GIOCA PIù MI HAI QUASI MOZZATO UNA FALANGE!
O una falangina o una falangetta, non mi ricordo più la differenza. So solo che ora ho un dito fuori uso, tra l’altro il più importante.
Quello che uso di più.
Il dito medio della mano destra.
Ora come faccio se qualcuno mi fa inviperire? Gli dico “mi consenti di dirti che secondo me sei una testa di cazzo?”
Un po’ macchinoso…
Era così comodo, bastava un gesto. Un dito medio ben mostrato e via, il messaggio veniva recapitato forte e chiaro.

Comunque ho pensato di riportarla in canile.
O di farle un biglietto aereo per tornarsene in Sicilia, dove l’hanno accalappiata, e farla diventare di nuovo una randagia. Che poi mi chiedo un cane così scemo come abbia fatto a sopravvivere da solo in mezzo al nulla…

Però le voglio bene a ‘sta cretina, quindi mi sa che me la tengo.
Allego foto dell’alligatore:

Guardate che ferocia
Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: Emorroidi, piante morenti e stupidità

Buonasera miei cari, piccoli Spelacchiati! Come state?

Oggi altro giro di ciance sparse, ma molto sparse quindi tenetevi forte.

Parto con un momento triste ma poi vedrete che scadiamo nella stupidità più acuta, quindi non preoccupatevi.

Il terzo giorno dopo il mio intervento al cervelluzzo (minchia, diciotto punti al mio cranio, quando ho visto la ferita ho pensato di sbattere la testa al muro, poi ho capito che non era la migliore delle mie idee) c’è stato un momento in cui le infermiere per il giro di farmaci erano in ritardo. Ritardo di ore. Io ero in preda ad un dolore allucinante, sembrava che la mia testa fasciata si stesse sfasciando, una roba atroce. Quando dopo quattro ore è arrivata l’infermiera a darmi la morfina l’avrei baciata, se ne avessi avuto le forze.

Comunque, pensavo che il dolore di quel giorno fosse il più forte che io potessi mai provare nella vita… Beh. Il destino crudele mi ha fatta ricredere.

L’altro giorno… mi sono venute le emorroidi.

Momento di silenzio per questa cosa, please.
Io pensavo che le emorroidi venissero agli anziani e fossero una cosa che si augura ai nemici, tipo un tizio ti taglia la strada in macchina e tu urli “che ti vengano le emorridi, deficiente!”.

309 foto e immagini di Emorroidi - Getty Images

E invece no, vengono anche alle persone più giovani. 
Ma posso dire che cazzo di maleeeeee
Credo che Dio stia cercando di dirmi qualcosa, qualcosa di brutto.
Forse mi sta proprio mandando affanculo.

Dio, ho recepito il messaggio, è arrivato forte e chiaro. E anche doloroso.
Ora penso che sacrificherò qualcosa in suo onore perché se mi vengono di nuovo temo che mi farò direttamente amputare il sedere, completamente.

Tutto quanto.

Emorroidi – Farmamica

Avete presente quando si dice “cosa vuoi, una fetta di culo?” ecco, io la smercerò. 
Fette di chiappe a destra e a manca. 
Mi terrò solo le ossa del bacino.
Ma poi ragazzi… Non so se a qualcuno è mai capitato di averle e non so se sapete come si curano… Ma bisogna infilarsi una pomata proprio lì. 
Capite?

Nell’ano. 

Con un’apposito strumento, cioè un beccuccio che si infila a una pomata così tu strizzi la pomata e ti rilascia tutto… Nel sedere.
A me fa ribaltare dal ridere tutto ciò perché ho il senso dell’umorismo di un bambino di otto anni, sono scema come una biglia. Rido già solo a scriverlo.
Solo che è a un certo punto è successa una cosa, diciamo che c’è stato un incidente di percorso.

Affinchè ‘sta pomata funzioni, bisogna infilarla bene. Cioè proprio bene. Non so come dirlo, a fondo.

E io ero lì che tergiversavo i primi giorni, “ma no, ma non serve, ma passeranno da sole magicamente…” quando ho capito che non era così e non riuscivo manco più a sedermi mi sono fatta coraggio. Mi sono tutta arruffata, come Lady Cocca di Robin Hood, e mi sono detta “dai Sara, hai fatto cose ben peggiori, non fare la pavida.”
E io per non fare la pavida mi sono inficcata quello stupido tubetto nel sederino… Però… Un po’ troppo.
Si è staccato dalla pomata.

C’era questo beccuccio che vagava per il mio ano mentre io non sapevo se ridere o disperarmi quindi facevo entrambe le cose; alla fine mi sono dovuta contorcere in posizioni che non saprei mai rifare, penso sia così che si allenano i contorsionisti, e ho vittoriosamente riacciuffato il fuggiasco.

Una deficiente, capite?
Alla fine ho mandato affanculo tutto quanto, le emorroidi, il tubetto, pure il mio sedere.
Beh comunque poi ho imparato e non ci sono più stati incidenti, ora sono tornata ad avere un sederino normale e posso sedermi e camminare senza dolore alcuno. Grazie al cielo, o forse grazie al tubetto.

In compenso mi è comparsa una ciste su una natica.

Poi tra emorroidi e ciste ero già li a cercare su internet cose orride tipo che avrebbero dovuto operarmi il culo, ma non esiste! Piuttosto non mi muovo più divento un vegetale.

E a proposito di vegetali, la piantina che ho regalato a Mr Batterino sta morendo! qualcuno ci aiuti, siamo nella disperazione più profondaaaaaa
Ho fatto le foto alle foglie di ‘sta povera pianta e l’ho fatta vedere a un veterinario di piante (cioè sono andata in una specie di serra e ho chiesto a uno che lavora lì cosa fare. Capite che comunque non è normale fare foto alle foglie di una pianta e farle vedere a un esperto di piante?) comunque questo tizio ha fatto una faccia sconvolta e ha cominciato a scuotere la testa mestamente, mentre io ero lì col cuore in gola “Cosa, cosa succede, mi dica?

Eh…” ha risposto come se mi stesse dicendo che mi rimanevano due giorni di vita “Le avete dato troppa acqua” ha detto con una serietà estrema, io credo di aver sentito uno di quei suoni inquietanti che mettono nei film horror nelle scene brutte. 

“Da quanto è così?” ha chiesto con una serietà ancora più estrema, come se dovesse risucchiare tutta la felicità dal mondo. Che comunque minchia stai calmo, che ansia.

“Non lo so, qualche giorno credo, si sono formate queste macchiette e poi è peggiorata…”

Lui ha continuato a scuotere la capoccia come quei pupazzetti che si mettono in macchina, credevo si fosse impallato.

“Eh… E’ grave.”

“Cosa possiamo fare, cosa possiamo fareeeeeee?” ho cominciato a chiedere correndo qua e là per la serra prendendo prodotti a caso e lanciandoli via in preda alla follia.
Ha detto che c’è poco da fare. 
Dobbiamo darle un antibiotico.
Beh sempre meglio che doverle mettere una pomata nel culo, ho pensato.

Ma ce la farà?”

“Eh… Non glielo posso assicurare.”

Penso mi sognerò il suo “eh…” per anni.
Ma scusatemi tanto.
Si chiama PACHIRA ACQUATICA.  (Va beh noi l’abbiamo rinominata Shakira Acquatica).
Io cosa dovrei pensare, di metterla nella savana?
Ci eravamo informati eh, non è che facciamo cose a caso, però il Batterino doveva andare via quattro giorni quindi gli ha dato un po’ più d’acqua del solito e questa si è offesa enormemente facendosi venire un fungo.
Ora io e il Batterino, disperati e dilaniati dal dolore, siamo lì a cospargere le foglie una ad una con i cotton fioc imbevuti di un bizzarro sciroppo per piante sperando che serva a qualcosa.
Anche perché il Batterino, che all’inizio quando io avevo comprato ‘sta povera pianta aveva detto “io non voglio niente in casaaaaaa la faccio volare dal balconeeeee non me ne so prendere curaaaaaa” ora praticamente piange ogni volta che pensa che la Pachira stia male. 

Penso potrebbe effettivamente bucare la pelle di un rullante per la disperazione, e credetemi vuol dire tutto. Neanche per il mio intervento ha fatto una cosa del genere. 

Beh dopo avervi parlato del mio sedere e di una povera pianta direi che posso smettere di ciarlare, se avete consigli di qualunque tipo (soprattutto per sta povera pianta, io sarò esagerata ma se dovesse morire so già che piangerei, è bizzarro come ci si possa affezionare a un essere vivente che non può comunicare!) ditemi pure. Se avete avuto malattie bizzarre qua siete in un posto sicuro in cui parlarne, poi peggio di me che mi infilo cose non penso potreste aver fatto (sento di star perdendo l’uso dei verbi ma lascerò tutto così in modo che possiate deridermi). 
Insomma narratemi quello che volete, deridetemi come merito, datemi pure delle capocciate se trovate il modo.

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: rieccomi! Tarzan e cose a caso

Buonasera miei piccoli, amati Spelacchiati! Come state?

Io sono in una fase di recupero post-operatoria abbastanza del menga, ho sintomi bizzarri, alcuni pesantini altri sono delle scemenze, in generale trascino avanti le mie stanche membra come una lumaca. Vorrei almeno avere un guscio bello bello, tutto intarsiato e lavorato, ma mi sa che mi devo accontentare di un guscetto brutto e pesante.
Almeno sbavo solo quando dormo, ma quello lo faccio da sempre.

In questi giorni -non so per quale assurda ragione, giuro- mi sono fissata e sto ascoltando a ripetizioni una canzone. 

Volete sapere quale?

Ve lo dico, però ricordate tutte quelle volte in cui vi dicevo che non ero mica tanto a posto? Ecco, mi sa che qua mi direte “okay Sara sei fuori come una tegola”.

Sto ascoltando praticamente in loop la canzone di Tarzan (dai su, la più famosa, Son of a Man) in versione rock/metal.

Io provo a domandarmi cosa sia andato storto con me (tante cose, in effetti) però capite che c’è della follia? Cioè io un giorno dal nulla mi sono messa al pc, ho aperto youtube e ho digitato “son of a man, metal version”.

Ma così, dal nulla. 

Se volete mettervi in fila per picchiarvi vi do anche i numerini, così almeno viene fuori una cosa ordinata.

Detto questo, stavo pensando di tornare a guardarmi una quantità spropositata di Film Brutt visto che ora avrò del tempo libero da occupare in qualche modo, e i modi meno proficui sono ovviamente i miei preferiti. Voi che ne pensate? Preferite i Ciance Sparse, quindi sproloqui a caso, o i Film Brutt, in cui mi incazzo come una biscia a cui pestano la coda?

Fatemi sapere così vedo di darmi una regolata e tornare attiva su questo blog, perchè è un po’ strano da dire e sembra una frase fatta ma mi mancate. A volte penso ai vostri nickname e mi vengono fuori giochi di parole cretine che forse un giorno vi dirò, per ora non lo faccio per rispetto. Insomma regà, mi mancate e vorrei tornare a interagire e leggervi, quindi preparatevi e visto che mi troverete di nuovo qua tanto vale che mi diciate le vostre preferenze dai!

Ora vi lascio la versione di Tarzan che mi sta rubando le notti a furia di ascoltarla, ditemi se non è super accattivanteeeeeeee! (Ma chissà se riuscirò davvero a fare questa cosa, ormai sono come quelle anziane signore che non capiscono cosa sia Whatsapp e pensano che Facebook manda direttamente a loro le cose. Fatemi sapere se si vede il video)

Per il resto ditemi pure quello che volete, narratemi delle vostre vite, come state, come va il lavoro, lo studio, il vostro animale domestico? 

Anche voi avete avuto delle fisse di cui un po’ andate fieri e vorreste condividere ma un po’ vi vergognate? Fatevi avanti, fatemi scoprire cose bizzarre! 

Detto questo per ora vi saluto, ma mi rileggerete presto. Può essere intesa come una minaccia o come una promessa, vedete voi!

Vi voglio molto bene, hasta la pasta!!

Sara

Pubblicato in: Senza categoria

Ciance sparse: intervento al cervello, non sono diventata più intelligente tranquilli!

Buonasera miei cari, piccoli Spelacchiati! Come state?
Io ho un dubbio, devo sottoporvi un quesito di fondamentale importanza.
Ma anche voi in questo periodo state trovando cimici decedute ovunque? Alzo un libro e c’è un insetto morto. Sposto un vestito abbandonato sulla sedia in camera mia da tempo immemore e cade una cimice. Apro una finestra e mi piombano addosso cimici a vagonate, una cascata di cimici rinsecchite, giuro è uno spettacolo aberrante io prima o poi esco dalla mia stessa pelle e me ne vado alle Bahamas perché così non si può continuare.
Non so se fosse peggio prima, quando ogni trenta secondi cominciavi a sentire un ronzio in lontananza che poi diventava praticamente assordante fino a che STOOOOCK! Una cimice ti piombava addosso.
Sullo schermo del pc. In testa, per terra, nel piatto.
Non so come io abbia fatto a sopravvivere fino ad ora.

Ma parliamo di cose vagamente più serie, che voi siete degli Spelacchiati adorabili e vi interessate alla mia salute.
Beh, sono viva! Habemus ancorus una Spelacchiata Suprema -cioè io-.
Cercherò di andare con ordine partendo da un martedì di fine novembre quando sono andata all’Istituto Besta per fare il pre-ricovero. Devo dire che quel giorno l’ho vissuto bene, girovagavo per l’ospedale, andavo alle macchinette a prendermi i Kinder Bueno, chiacchieravo allegramente con persone a caso… Me la spassavo.
Mercoledì ho cominciato a subodorare che stesse davvero per succedere qualcosa di orribile al mio piccolo cranio, ma una parte di me era ancora in modalità “non è vero, tu stai tranquilla mica ti aprono come una scatoletta di tonno”.
La consapevolezza mi è piombata addosso quando alla sera l’infermiera mi ha sganciato un po’ di bustine con dentro shampoo e bagno doccia bizzarri dicendomi “cara, devi farti la doccia anti-batterica”.

Prima di tutto stiamo calmi, che mi sembra una roba da apocalisse.
E poi che cazzo devo fare?
Niente di che regà, in realtà ho dovuto soltanto cercare di non allagare troppo il bagno mentre mi lavavo con quella roba molto specifica che ammazza qualsiasi tipo di germe o batterio nel raggio di chilometri.
Ecco, quello è stato il momento della consapevolezza, il momento in cui ho cominciato a valutare le mie opzioni: “allora, calarmi dalla finestra non posso perché siamo troppo in alto, infilarmi nel cesto dei panni sporchi no perché mi fa schifo, potrei cercare di saltare sul vassoio gigante della colazione domattina…

E niente ragazzi miei, alla fine dopo lungo pensare e un breve piantino sono entrata in trans-agonistica: facciamolo.
Leviamo Anselmo.
Pensavo che non sarei riuscita a chiudere occhio invece ho dormito come una citrulla, perché ormai era fatta: non era più solo una possibilità che aleggiava su di me, mi stavano davvero per operare. Ed ero… sollevata.
Anche perché il mio neurochirurgo regà era un figo di dimensioni astronomiche, emanava Sindrome di Dio da ogni poro eh, però quella sicurezza, quell’atteggiamento da “io posso fare qualunque cazzo di cosa” mi ha dato una notevole dose di calma. Penso che ogni tanto si metta a fare cose tipo fermare i treni a mani nude e lottare con le tigri, così, giusto perché sente di poterlo fare.
Io invece mi sento un verme verminoso e verminante, ma questa è un’altra miserabile storia.
La mattina dell’intervento ho mandato qualche selfie stupido alla mia famiglia perché la cosa che più mi preoccupava non era il mio intervento ma l’idea che i miei genitori potessero farsi venire un infarto dall’ansia o che mia sorella in preda ad un attacco isterico si mangiasse cose con il lattosio o che il Batterino si ingoiasse una bacchetta per la disperazione.
Sono sopravvissuti pure loro, meno male.

Mi hanno messo il camice, mi hanno portata giù, mi hanno detto “ora arriva il cocktail di farmaci…” e io non ho capito niente da lì fino a tre/quattro giorni dopo.

L’intervento è andato bene, Anselmo non ha opposto resistenza, io ho avuto un po’ di crisi epilettiche a ripetizione quando mi hanno svegliata ma di quello ho dei vaghi ricordi. So che la mia famiglia era lì, ma non mi ricordo nulla. So che sono venuti a trovarmi anche i giorni seguenti, ma non ricordo nulla.
Comincio ad avere dei ricordi dal terzo giorno dopo l’intervento, e i miei ricordi sono: DOLORE, DOLORE, DOLORE CAZZO CHE DOLORE.
Quando i miei mi chiedevano come stessi dicevo che stavo alla grande, la verità è che il dolore che ho provato in certi momenti non me lo dimenticherò mai; non riesco neanche a descriverlo, era solo estenuante e spaventoso. Una mattina hanno ritardato a darmi la morfina e pensavo che sarei schiattata lì così, un modo veramente stupido di schiattare dopo un intervento.
Poi l’infermiera è arrivata con luci angeliche intorno e cori di angeli che la precedevano e quando mi ha iniettato la morfina avrei voluto farle un bonifico a sei zeri.

Ora sono a casa, in convalescenza. Ho avuto due crisi epilettiche da quando sono a casa, il che non è esattamente un buon segno ma attendo il parere della dottoressa prima di cominciare a disperarmi e prendere a testate il muro -anche questa non sembra un’ottima idea, lo so, però cercate di capirmi- perché potrebbe voler dire un altro intervento molto più invasivo -CIOE’ ANCORA PIU’ DI QUESTO, CAPITE?!- ma non voglio neanche pensarci al momento.

Devo dire che adesso ragazzi mi sento come se un enorme peso che non sapevo neanche bene di portare addosso mi sia stato tolto.
Mi hanno tolto Anselmo, il mio tumore al cervello. Non rischio più di avere un’emorragia cerebrale da un momento all’altro. Mi viene da piangere, non sembra possibile.
Ora mi viene da piangere anche per un altro motivo: come si torna alla vita dopo quasi due anni? Cosa devo fare? QUALCUNO MI DIA UN LIBRETTO DI ISTRUZIONI PER FAVORE, non so cosa devo fare! Visto che ho ancora crisi la patente ovviamente me la sogno, devo capire se posso cominciare a cercarmi un lavoro, se posso finalmente tornare in università e cercare di dare gli ultimi cinque esami che mi mancano per laurearmi in lingue, se posso uscire da sola a fare una passeggiata. E’ tutto un po’ strano, come se fossi in un mondo che non conosco bene. 
Fa un po’ paura.

Ma qua andiamo a pipo durissimo incontro alle cose quindi forza ragazzi, narratemi, voi come state? Ditemi qualcosa di bello che avete fatto in questo periodo, qualcosa di cui siete orgogliosi. Può anche essere “ho trovato un bar che fa un cornetto al pistacchio che al mattino mi regala della gioia di vivere“, e poi ditemi che bar è perché i cornetti al pistacchio sono la mia passione.
Potete anche sfogarvi raccontando qualcosa di brutto o stressante che dovete affrontare, mi piacerebbe che nei commenti vi supportaste un po’ a vicenda perchè è di fondamentale importanza trovare qualcuno che dia un po’ di supporto. Avrete sempre il mio.
Insomma, hasta la pasta ragazzi, grazie di esserci sempre per me.

Pubblicato in: Senza categoria

Quizzone pre operatorio per passare il tempo

  • Qual è il tuo animale preferito?
    Il gerbillo.
    Va beh non è vero però penso spesso ai gerbilli, sono così belluzzi!
  • Cosa fai nella vita?
    Principalmente schifo, nel tempo libero do’ fastidio alle persone.
  • Se potessi viaggiare ovunque nel mondo, dove andresti?
    Sul cucuzzolo di una montagnola.
  • Sei una persona mattiniera o notturna?
    Notturniera
    Ma sto ancora cercando di capire se sono una persona, mi sento più un’entità bizzarra
  • Qual è il tuo ricordo d’infanzia preferito?
    Quando stavo al caldo nel grembo materno e non pensavo A UN CAZZO DI NIENTE quanto si stava bene quando non si stavaaaaaaa
  • Chi è la tua cotta per una celebrità?
    DiCaprio. No, Johnny Depp. No, Jason Momoa. No, Jorge Lorenzo. No, Benedict Cumberbatch, no, non lo so AAAAHHHHHHH
  • Qual è la tua festa preferita?
    Una ben organizzata
  • Cosa apprezzi di più in un amico?
    I regali che mi fa
  • Quale animale vorresti essere?
    Un ermellino
  • Sei un secchione?
    No, sono un piccolo catino
  • Ti consideri una persona felice?
    Neanche lontanamente, NEANCHE PER UN CAZZO REGA’ ZEROOOOOO. Scusate, la smetto. Sì, sono gioiosa. Tra due minuti passano l’anestesista e il neurochirurgo, pensate quanto possa essere felice, sto per bere l’amuchina.
  • Cosa dici quando rispondi al telefono?
    “Cosa cazzo c’è?”
  • Ti dà fastidio se ti toccano i capelli?
    Mi da’ fastidio qualunque cosa
    Pensa dal parrucchiere, mi mettono la museruola
  • Hai mai fatto il bagno nudo/a?
    No di solito mi metto quindici strati di vestiti. A volte non ci sto nella vasca, ma sono rischi che vale la pena correre.
  • Il concerto che non dimenticherai mai?
    GREEN DAY, 21st CENTURY BREAKDOWN TOUR
  • Hai qualche velleità artistica?
    Zero. Anche meno.
    Però ho un vello notevole, dovreste vedere che peli c’ho.
  • Qual è la cosa più avventurosa che hai fatto nella vita?
    Aprire la scatoletta del tonno. Il terrore di affettarmi un dito è sempre lì con me.
  • Qual è la tua aspirazione più grande?
    Non so, ho fatto un paio di spirometrie e non sono stata poi così brava
  • Fai sport?
    Fuggo dai problemi come se non ci fosse un domani
  • Riesci a fissare a lungo le persone negli occhi?
    Che domanda inquietante. No, ma posso fissargli i piedi per ore. Anche le rotule.
  • Quando è stata l’ultima volta che hai pianto? E l’ultima volta che hai riso?
    E l’ultima volta che ho pasta non me lo chiedete?!
  • Sei superstizioso?
    Non sono super niente
  • Vedi il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?
    Dipende da cosa c’è dentro. Se qualcosa che mi piace è vuotissimo, ci metto un secondo. Se no rimane pieno
  • Sorprendi i ladri in casa: come ti comporti?
    Gli offro un caffè, poi ci mettiamo insieme a lagnarci e piangere delle nostre miserie e alla fine secondo me mi danno una pacca sulla spalla dicendo “dai, verranno tempi migliori, ti lascio un buono pasto”.
  • Cosa fai se vedi una cartaccia abbandonata in un prato?
    Le chiedo se va tutto bene
  • Qual è il più bel gesto che si possa ricevere?
    Un bonifico
  • Se potessi ricominciare la tua vita da capo, cosa faresti?
    Dipende, da capo di cosa?
  • Qual è il tuo supereroe preferito?
    SuperPippo
  • Se dovessi morire oggi, quale sarebbe il tuo più grande rimpianto?
    Non essere morta ieri
  • Cosa fai se vedi una rissa?
    Me la squaglio così velocemente che la Terra comincia a ruotare al contrario
  • Cosa ti riesce meglio?
    Allora, mi sembra di aver capito che le crisi epilettiche mi escono abbastanza bene, anche le emorragie cerebrali penso meritino un otto su dieci.
    Anche fallire miseramente mi viene benino.
  • Cosa pensi che gli altri pensino di te?
    Penso che pensino che penso che li odio, e pensano bene, infatti li detesto tutti
  • Dove ti vedi fra cinque anni?
    Allo specchio
  • Se un tuo amico ti chiedesse mille euro in prestito, cosa faresti?
    Scoppierei a ridere perché al massimo posso dargli mille schiaffi
  • Qual è il tuo piatto preferito?
    Fondo, con dei ghirigori blu intorno, molto carino
  • Hai molti amici veri?
    Sì ma ne ho di più immaginari
  • Cosa non sopporti in una persona?
    Principalmente il fatto che parli, che abbia delle opinioni e soprattutto che me le esponga
  • Estate o inverno?
    Libro o camicia? Cuffie o casa? Posso andare avanti a elencare cose per tutto il giorno.

Dopo questa carrellata di scemenze posso dirmi pronta ad andare a fare la tac, visto che stamattina ho già fatto tutto il resto: risonanza magnetica di mille ore, esami del sangue (minchia me ne hanno preso venti provette ma cosa voleteeee ridatemelooooo), ho firmato millemila fogli in cui mi dicono cose ORRIBILI e rischi ORRIBILI per qualunque cosa.
Insomma, sono carica a pallettoni per ‘sto intervento ma cerchiamo di farlo in fretta che poi mi sgonfio come un palloncino e mi passa tutto il coraggio.
Domani è il giorno prescelto, mi scavano un pochino nel cervelluzzo, levano Anselmo, levano un po’ di cose visto che Anselmo intanto ha arredato il suo monolocale, poi mi ricuciono e mi mandano su con una pacca sulla spalla.
“Su” non dal Divino, spero, ma “su” in reparto in terapia intensiva dove mi lasciano per 24/48 ore a smaltire tutto quanto.
Comincia ad esserci dell’ansiella, ma sono sorprendentemente più calma di quanto mi aspettassi: insomma regà ‘ste cose si fanno così, de botto e soprattuttto “con il pene ben ritto”, a gamba tesa. (Per chi vuole essere più volgare: a cazzo duroooooooo)

Il Covid impervia tutto intorno a me, in reparto c’è Coviddimmerda un po’ ovunque, a casa pure, insomma qua è una guerra e se mi ammalo anche solo di raffreddore dopo l’intervento mi incazzo tantissimo perché qui dobbiamo stare tutti calmi ma mi sembra di essere presa un po’ in giro da quello che sta lassù nell’Altissimo dei Cieli.

Ragazzi, voi come state? Narratemi di tutto e di più, fatemi domande se avete curiosità sull’intervento o sull’ospedalizzazione in generale, magari farò un post dedicato se può interessarvi!
Hasta la pastaaaaaa

Pubblicato in: Senza categoria

Film Brutt- Winnie the Pooh: Blood and Honey

Buongiorno miei cari piccoli Spelacchiati dall’aria spelacchiata. Come state?
Io sono in un limbo, tra sei giorni mi opereranno al mio piccolo cervelletto raggrinzito quindi sono a metà tra il rassegnato, l’impanicato, il frustrato e altri aggettivi che finiscono in “ato” a vostra scelta.
Però ne parliamo tra qualche giorno, perché non potevo non guardare questa cosa di cui sto per parlarvi. Cioè, era proprio necessario, non c’era altra scelta, ero obbligata da una forza superiore a premere play e so già che questa volta sclererò come non ho mai sclerato.
Allora.
Di Film Brutt ne abbiamo visti un po’.
Questo non so se è il peggiore ma è qualcosa di veramente abominevole, non so chi abbia permesso la realizzazione di questo affare, è raccapricciante pensare ci abbiano speso soldi ed energie quindi ora farò un appello alla nazione: se avete un sacco di soldi da buttare in vaccate potete riempirmi di regali. Sommergetemi di iphone 15 pro max. Ribaltatemi l’esistenza con ville con piscina sparse qua e là per il mondo. Compratemi un maneggio pieno di cavalli.

Avete tutti presente Winnie the Pooh, voglio sperare. L’orsetto con la maglia rossa che mangia sempre il miele.
Ecco.
Ora vi narro di Winnie the Pooh BLOOD AND HONEY, CIOE’ SANGUE E MIELE, GIA’ PARTIAMO IN MODO MOLTO STRANO.

Wenn Kuscheltiere zu Monstern werden – DW – 22.02.2023
Questo è Winnie Pooh. Giusto per farvelo ricordare.


Io ammetto di essere partita molto perplessa; onestamente non avendo capito un cazzo mi aspettavo un film demenziale, di quelli così bizzarri e stupidi da fare il giro e diventare geniali.
Ecco, non so come dirvelo ma non c’è NIENTE di geniale in questo film. NIENTE.
NIENTEEEEEEEEE
Anzi no, la verità è che di demenziale c’è tutta la storia, le reazioni dei personaggi a ogni singola cosa, i costumi che fanno ribaltare dal ridere, insomma fa veramente schifo e volevo spararmi a un certo punto, però ero anche sorpresa perché gli attori sono decenti e non so come facessero ad essere così convincenti visto il loro cazzo di copione. Eroi.
Anche le scene splatter sono fatte abbastanza bene, se volete vedere schifezze varie non troppo elaborate qua c’è di tutto.
Però.
Però non c’è niente da fare questo film fa SCHIFO nel modo più totale e assoluto, ma cosa sta succedendo, ma Prime perché compra i diritti per ‘ste cose, DOVE STIAMO ANDANDOOOOOOO?

Allora.
Il primo minuto e mezzo è la parte più bella del film, vedete voi come prendere questa affermazione.
Con questo minuto e mezzo fatto a disegni ci parte il film narrando di quando Christopher Robin ha incontrato nel Bosco dei Cento Acri il pazzerello Winnie Pooh e gli altri animali, che lui essendo un bambino vedeva in modo tenero ma che in realtà erano, come definisce la voce narrante, “orribi abomini”. Ma sarai bello tu, non so.
Comunque, Christopher Robin era un bambino ingenuo e ha ignorato la loro pericolosità diventando loro amico, ha dato loro cibo, ha conquistato il loro affetto ed è andato a trovarli per anni fino a che non è cresciuto e a malincuore è partito per il college abbandonando Winnie e gli altri; e da qua regà parte lo sclero, io continuo a ridere da sola.
Winnie e gli altri non sapevano più come procacciarsi il cibo quindi durante l’inverno stavano per schiattare di fame e cosa decisero di fare?!
STUFATO DI ASINO
SI SONO MAGNATI IH HO
AVETE CAPITO BENE
STRACOTTO DI ASINO, CAPITE!?

Winnie the Pooh Horror Movie 'Blood and Honey' Gets First Trailer
GUARDATE BENE QUESTA IMMAGINE

‘Sta cosa di aver mangiato il loro amico li butta fuori di testa quindi decidono di tornare a essere animali pazzi, odiano profondamente Christopher che li ha abbandonati e giurano di non parlare mai più perché rifiutano ogni cosa che è umana.
Questa era la parte bella ragazzi, perché era fatta a disegnini.
Ora inizia il disagio vero.

Christopher Robin anni e anni dopo vuole mostrare alla sua fidanzata il suo amato Boschetto dei Cento Acri, quindi porta la sua compagna in sta cazzo di foresta e ignora tutti i segnali di pericolo possibili e immaginabili. C’è un vasetto di miele con impronte di sangue, tutto è disastrato e cosa che mi ha piegata in due dal ridere: C’E’ LA LAPIDE DI IH-OH CON APPESA LA SUA CODA CON IL FIOCCHETTO!
MA QUANTO FA RIDERE, SONO DEI GENI, SI STA RIBALTANDO LA SITUAZIONE CAZZO
LA VEDETE QUELLA CODINA, VERO? NON ME LA STO IMMAGINANDO? MA CHE IDEA BISLACCA E’ MAI QUESTAAAAAA

Va beh saltiamo cose fino a che Chris e Mary non incontrano niente popodimeno che PIMPY il maialino che balbetta, il quale agguanta Mary e la strangola con una catena gigantesca.
Appare pure Winnie l’orso, Chris implora pietà e la scena si chiude con i due animali che si chinano inquietantemente su di lui.

Ora.
Io devo mettervi delle foto per farvi capire che non sono pazza.

CIOE’ RAGAZZI MA IO POSSO CAPIRE IL POCO PERCHE’ STO FILM E’ STATO GIRATO IN DIECI GIORNI CON CENTOMILA DOLLARI DI BUDGET PERO’ NON POSSO CAPIRE PERCHE’ CAZZO I COSTUMI SONO SEMPLICEMENTE DEGLI UOMINI CON DELLE MASCHERE DA MAIALE INQUIETANTE E DA WINNIE POOH
PERCHE?
COSA MI SIGNIFICAAAAA
QUALCUNO MI DIA DEL VALIUM

NO NON RIESCO A FERMARMI, MA COS’E’ STA ROBA
HANNO PURE GLI SCARPONCINI TIPO TIMBERLAND
MA POI DOVE SONO GLI ALTRI? DOV’E’ TIGRO, L’ULTIMO DEI TIGRI? E TAPPO? DOVE CAZZO SONOOOOOOOO?
E PERCHE’ QUELLO HA LA MASCHERA DI WINNIE POOH MA L’ALTRO NON HA LA MASCHERA DA PIMPI MA DA SEMPLICE MAIALE INQUIETANTE? QUALCUNO MI SPIEGHIIIII VOGLIO DELLE MOTIVAZIONI CAZZOOOOOO

Bullyland 12320 - Resina - Winnie Pooh con Pimpi : Amazon.it: Giochi e  giocattoli


Poi si passa completamente ad altro, c’è ‘sta povera ragazza che è stata assalita a casa sua e in seduta dalla psicologa racconta cose a caso, quindi la psicologa le dice “senti zia, vatti a fare una vacanza, rilassati”, quindi lei affitta una casa con delle sue amiche e inizia il party.
Ovviamente non sarebbe un film horror cretino se le ragazze non decidessero di chiudere i cellulari da qualche parte per non usarli tutta la vacanza, mi sembra sempre molto sensato come ragionamento, tanto mica può succedere qualcosa ai tuoi cari o a lavoro, figuriamoci, togli pure la sim e lanciala nel fiume già che ci sei, no? Immagino che tutti voi facciate così quando andate in vacanza. Cambiamo tutti sei telefoni all’anno. Ma io poi non devo incazzarmi…

Tra l’altro io sconvolta perché Winnie (cioè un uomo in salopette di jeans sopra una camicia a quadri rossa) ammazza la tizia numero uno ma prima le strappa la maglia lasciandola con le tette al vento.
Ma scusatemi? Ma era necessario? Ma perché dobbiamo vedere dei seni? Per creare friccicorino al pubblico? Mah. Però sia mai che vediamo un pettorale maschile o una virile natica ben fatta eh. Anche solo una chiappa pelosa di Pooh, per dire.
Va beh Spelacchiatini miei da qua in poi è solo un film slasher in cui le ragazze vengono ammazzate una dopo l’altra e ogni tanto vediamo cosa sta succedendo a Chris:

Cose che mi hanno fatta ridere tantissimo + come prosegue:
– Pimpi che fa la ciclette per tenersi allenato (GIURO NON SO DARE ALTRA SPIEGAZIONE A QUELLA SCENA MA COSA STAI FACENDO SUINO CHE NON SEI ALTRO?)
– Christopher che è incarcerato e cerca di impietosire Pooh parlando dei bei vecchi tempi, con Winnie che sclera male, spacca tutto (tra cui bottiglie di birra, ma chi cazzo le beve?) e poi si mette a frustare Christopher.
Ora. Io sarò polemica e rompina, ma questi non avevano deciso di eliminare ogni traccia di umanità da loro? Gli animali che io sappia non torturano, al massimo ti sventrano e te magnano.
Non contento Winnie ha costruito un bizzarro sistema di doccia che lui collega quando cucina gli altri esseri umani in modo da far fare a Chris una doccia di sangue.
… Ma tutto a posto? Ma voi non siete gli animali animaleschi animaluti? Ma poi soprattutto non rischiate di morire di fame dunque sarebbe più sensato tenere le budella per voi?

Why Tigger Isn't Joining The Killing Spree In Winnie The Pooh: Blood And  Honey

-Winnie the Pooh guida la macchina.
Cioè, io non ho la patente ma lui guida.
Non so come, non so perché, ma Winnie ha una macchina che utilizza per spiaccicare la testa all’amica tettona della protagonista. C’è sempre un’amica tettona, l’unica cosa che mi consola è che se arrivasse un pazzo io non sarei la prima a morire.

Le ragazze incontrano un’altra tizia tenuta lì da chissà quanto, non ho minimamente capito chi fosse, e questa parla di “quel pazzo sadico bastardo” di Pimpi dicendo che vuole vendicarsi; ovviamente tempo mezzo secondo Pimpi la disintegra malamente.
Ribadisco il concetto di “perché sti animali devono torturare le persone?” però lasciamo svanire la domanda nel nulla, dai.

Finalmente una delle ragazze tira fuori le palle, non si sa come lega Pimpi come un salame e lo prende a martellate fino a che quello non grugnisce i suoi ultimi respiri.
Vi lascio una foto di Pimpi per ricordarvi da chi prende spunto tutto questo, mica che ve lo dimentichiate.

Pimpi di Winnie Pooh

Va beh ragazzi vogliamo parlare del finale?
Le ultime ragazze rimaste salgono in auto (no ma aspettate ancora un po’ che finisce il film per fare qualcosa di sensato, dai) e tentano di fuggire, si spiaccicano perché Pooh si aggrappa all’auto come una mosca particolarmente agguerrita, un gruppo di uomini cerca di aiutarle ma schiattano tutti sotto i colpi micidiali dell’orsetto mieloso e alla fine quando rimane solo la protagonista già traumatizzata di suo e sta per essere fatta fuori arriva lui, il pirla: Christopher Robin.
Lui fa la cosa che sa fare meglio, ovvero NIENTE mentre implora come un babbeo: è lì che piagnucola “prendi me, resterò io, lasciala andare” quando Pooh lo guarda intensamente (credo, dalla maschera non si capisce in che modo lo guardi) e poi cosa fa?
Sgozza la tipa.
Così, de botto.
Gli dice soltanto “te ne sei andato, coglione” e lo lascia lì a singhiozzare come un citrullo. Christopher piange tutte le sue lacrime (tra l’altro neanche per la sua fidanzata ha pianto così tanto) e quando Pooh torna chiaramente per farlo a pezzettini e unirlo allo stufato d’asino Christopher se la squaglia. Il film si chiude con Pooh che accoltella ripetutamente il cadavere della ragazza.


…Non dico niente. Giuro. Non aggiungo nulla, perché credo non ci sia nient’altro da dire.
Vorrei togliermi un occhio, sento che sarebbe la cosa giusta da fare dopo questo scempio che mi sono autoinflitta.
Tra l’altro ragazzi io vi avviso: vogliono fare il sequel ovviamente.
E non contenti vogliono fare la versione horror di Bambi, col cerbiattino che ammazza tutti per vendicare la madre, e di Peter Pan, che non ho idea quale possa essere la “trama” se così possiamo chiamarla.
Non so voi ma io penso di volermi estinguere prima che tutto ciò accada.

Bene ragazzi, ora vado a fare un po’ di meditazione zen per arrivare all’intervento senza piangere ogni quattro secondi. Non credo ci riuscirò però tanto vale provarci, va là.
Voi come state? Avete visto questa cosa chiamata “Winnie the Pooh: Blood and Honey”? Mi è sfuggito qualcosa di fondamentale di ‘sto coso? Fatemi sapere come state e cosa ne pensate, io vi auguro un sempreverde HASTA LA PASTISSIMAAAAAAAAAAA