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Alice attraverso lo specchio


Ogni scusa è buona per scrivere un post e, al momento, mi sto nascondendo dall’umanità che vuole augurarmi un buon compleanno. Quanto odio il mio compleanno, qualcuno elimini il quattro giugno dalla vita.

Comuuunque ieri sera sono andata ar cinema, detto alla romana perché sto ascoltando i Cool and the Game su youtube e mi sento un po’ romana anche io ora, e dopo un’accurata scelta fatta pescando i bigliettini perché non ci mettevamo d’accordo abbiamo optato per “Alice attraverso lo specchio”, giusto per guardare Johnny Depp imbruttito abbbestia.
Se ve lo stiate chiedendo sì, ho perso tutta la stima che provavo per lui visto gli ultimi avvenimenti.

Ma qui non si parla di persone che si credono Alì nella vita familiare, qui si parla di persone che entrano negli specchi e finiscono in paesi delle meraviglie. E non si tratta di Crozza.

Trama:

Alice Kingsleigh (Mia Wasikowska) ha trascorso gli ultimi anni seguendo le impronte paterne e navigando per il mare aperto. Al suo rientro a Londra, si ritrova ad attraversare uno specchio magico che la riporta nel Sottomondo dove incontra nuovamente i suoi amici il Bianconiglio, il Brucaliffo, lo Stregatto e il Cappellaio Matto (Johnny Depp) che sembra non essere più in sé. Il Cappellaio ha perso la sua Moltezza, così Mirana (Anne Hathaway) manda Alice alla ricerca della Chronosphere, un oggetto metallico dalla forma sferica custodito nella stanza del Grand Clock che regola il trascorrere del tempo. Tornando indietro nel tempo, incontra amici – e nemici – in diversi momenti della loro vita e inizia una pericolosa corsa per salvare il Cappellaio prima dello scadere del tempo.

 

Okay, la nostra Alice è una tipa tosta, lo abbiamo capito dal primo film. Qua fa la Jack Sparrow della situazione, la capitana super esperta che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.

Poi il Brucaliffo la fa tornare a Wonderland e lei scopre che il povero Cappellaio sta a morì, e comincia tutta l’avventura temporale.

Il problema è che questo film è un’accozzaglia di cose banali, trite e ritrite condite da effetti speciali esagerati. Sarà che a me la computer grafica usata in maniera così massiccia e presente per tutto il film disturba un po’ ma insomma… sarà fatta benissimo ma basta.

Alice, poi, è fastidiosa all’inverosimile. Lei va. Lei fa cose. Se ne sbatte le natiche dei danni incredibili che potrebbe fare, poi si giocano la solita carta del “è andata così perché lei aveva cercato di impedirlo” e a me giracchiano le balle perché di film e telefilm con viaggi nel tempo ne hanno fatti a bizzeffe, nel 2016 possiamo fare uno step successivo? Possiamo smetterla con le solite idee?

MAH.

Altro personaggio a me insopportabile è la Regina Bianca interpretata da Anne Hatahway, che di solito non mi dispiace come attrice ma qui veramente non la si regge. Con i suoi svolazzamenti inutili, gesti innaturalissimi, espressioni da pesce lesso, rossetto che cambia colore dopo ogni cambio scena (ma che cavolo), dialoghi che non stanno nè in cielo nè in terra… Bocciatissima.

Il Cappellaio. Nota dolentissima.
Ora farò la melodrammatica, preparatevi: mi hanno rovinato il personaggio.

Partiamo da lontano. Il Cappellaio Matto è uno di quei personaggi che tutti amano e che tutti stimano fin da piccoli, quando viene raccontata la storia del Paese delle Meraviglie per la prima volta. Il Cappellaio è completamente fuori di testa, divertente, buffo, ironico, pazzissimo e saggio allo stesso tempo, un personaggio tanto complesso da sembrare folle. Bellissimo.

E se mi si fosse chiesto di immaginare il passato del Cappellaio, non ci sarei riuscita. E non avrei voluto farlo: sono dell’idea che un personaggio del genere non possa essere spiegato. Non deve avere un passato, va bene così: il mistero fa parte del fascino.

E invece no. Diamogli una storia, una storia banale, che sa di già visto. La famiglia che non accetta la sua stravaganza, il padre deluso, lui che se ne va per la sua strada. Vi ricorda qualcosa? Magari La Fabbrica di Cioccolato?

BORING.

Se neanche per un personaggio del genere si riesce a inventare qualcosa di diverso dal solito allora siamo veramente alla frutta.

Stessa cosa per le due sorelle, la Regina Bianca e la Regina Rossa. Una storia di una banalità disarmante, non è veramente possibile continuare a vedere i soliti espedienti usati dappertutto. 

Insomma, non ci siamo su tutta la linea. L’unica luce in questo film è Tempo, che Sacha Baron Cohen ha interpretato benissimo, ed era pure molto figo. Orribili le battute “chi ha tempo non aspetti tempo” e tutte le altre.

Chi di voi l’ha visto? Sto esagerando? Alle mie amiche è piaciuto quindi potete unirvi ai loro insulti nei miei confronti.  La prossima volta costringerò a guardare Somnia, sappiatelo.

Ai prossimi pensieri spelacchiati!

 

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Autore:

Simpatica come una piaga da decupito e fine come un babbuino che si gratta il sedere. Se vi va di scambiare quattro chiacchiere, mandarmi mail minatorie o proporre una bevuta insieme: pensierispelacchiati@gmail.com

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