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Ciance sparse: Emorroidi, piante morenti e stupidità

Buonasera miei cari, piccoli Spelacchiati! Come state?

Oggi altro giro di ciance sparse, ma molto sparse quindi tenetevi forte.

Parto con un momento triste ma poi vedrete che scadiamo nella stupidità più acuta, quindi non preoccupatevi.

Il terzo giorno dopo il mio intervento al cervelluzzo (minchia, diciotto punti al mio cranio, quando ho visto la ferita ho pensato di sbattere la testa al muro, poi ho capito che non era la migliore delle mie idee) c’è stato un momento in cui le infermiere per il giro di farmaci erano in ritardo. Ritardo di ore. Io ero in preda ad un dolore allucinante, sembrava che la mia testa fasciata si stesse sfasciando, una roba atroce. Quando dopo quattro ore è arrivata l’infermiera a darmi la morfina l’avrei baciata, se ne avessi avuto le forze.

Comunque, pensavo che il dolore di quel giorno fosse il più forte che io potessi mai provare nella vita… Beh. Il destino crudele mi ha fatta ricredere.

L’altro giorno… mi sono venute le emorroidi.

Momento di silenzio per questa cosa, please.
Io pensavo che le emorroidi venissero agli anziani e fossero una cosa che si augura ai nemici, tipo un tizio ti taglia la strada in macchina e tu urli “che ti vengano le emorridi, deficiente!”.

309 foto e immagini di Emorroidi - Getty Images

E invece no, vengono anche alle persone più giovani. 
Ma posso dire che cazzo di maleeeeee
Credo che Dio stia cercando di dirmi qualcosa, qualcosa di brutto.
Forse mi sta proprio mandando affanculo.

Dio, ho recepito il messaggio, è arrivato forte e chiaro. E anche doloroso.
Ora penso che sacrificherò qualcosa in suo onore perché se mi vengono di nuovo temo che mi farò direttamente amputare il sedere, completamente.

Tutto quanto.

Emorroidi – Farmamica

Avete presente quando si dice “cosa vuoi, una fetta di culo?” ecco, io la smercerò. 
Fette di chiappe a destra e a manca. 
Mi terrò solo le ossa del bacino.
Ma poi ragazzi… Non so se a qualcuno è mai capitato di averle e non so se sapete come si curano… Ma bisogna infilarsi una pomata proprio lì. 
Capite?

Nell’ano. 

Con un’apposito strumento, cioè un beccuccio che si infila a una pomata così tu strizzi la pomata e ti rilascia tutto… Nel sedere.
A me fa ribaltare dal ridere tutto ciò perché ho il senso dell’umorismo di un bambino di otto anni, sono scema come una biglia. Rido già solo a scriverlo.
Solo che è a un certo punto è successa una cosa, diciamo che c’è stato un incidente di percorso.

Affinchè ‘sta pomata funzioni, bisogna infilarla bene. Cioè proprio bene. Non so come dirlo, a fondo.

E io ero lì che tergiversavo i primi giorni, “ma no, ma non serve, ma passeranno da sole magicamente…” quando ho capito che non era così e non riuscivo manco più a sedermi mi sono fatta coraggio. Mi sono tutta arruffata, come Lady Cocca di Robin Hood, e mi sono detta “dai Sara, hai fatto cose ben peggiori, non fare la pavida.”
E io per non fare la pavida mi sono inficcata quello stupido tubetto nel sederino… Però… Un po’ troppo.
Si è staccato dalla pomata.

C’era questo beccuccio che vagava per il mio ano mentre io non sapevo se ridere o disperarmi quindi facevo entrambe le cose; alla fine mi sono dovuta contorcere in posizioni che non saprei mai rifare, penso sia così che si allenano i contorsionisti, e ho vittoriosamente riacciuffato il fuggiasco.

Una deficiente, capite?
Alla fine ho mandato affanculo tutto quanto, le emorroidi, il tubetto, pure il mio sedere.
Beh comunque poi ho imparato e non ci sono più stati incidenti, ora sono tornata ad avere un sederino normale e posso sedermi e camminare senza dolore alcuno. Grazie al cielo, o forse grazie al tubetto.

In compenso mi è comparsa una ciste su una natica.

Poi tra emorroidi e ciste ero già li a cercare su internet cose orride tipo che avrebbero dovuto operarmi il culo, ma non esiste! Piuttosto non mi muovo più divento un vegetale.

E a proposito di vegetali, la piantina che ho regalato a Mr Batterino sta morendo! qualcuno ci aiuti, siamo nella disperazione più profondaaaaaa
Ho fatto le foto alle foglie di ‘sta povera pianta e l’ho fatta vedere a un veterinario di piante (cioè sono andata in una specie di serra e ho chiesto a uno che lavora lì cosa fare. Capite che comunque non è normale fare foto alle foglie di una pianta e farle vedere a un esperto di piante?) comunque questo tizio ha fatto una faccia sconvolta e ha cominciato a scuotere la testa mestamente, mentre io ero lì col cuore in gola “Cosa, cosa succede, mi dica?

Eh…” ha risposto come se mi stesse dicendo che mi rimanevano due giorni di vita “Le avete dato troppa acqua” ha detto con una serietà estrema, io credo di aver sentito uno di quei suoni inquietanti che mettono nei film horror nelle scene brutte. 

“Da quanto è così?” ha chiesto con una serietà ancora più estrema, come se dovesse risucchiare tutta la felicità dal mondo. Che comunque minchia stai calmo, che ansia.

“Non lo so, qualche giorno credo, si sono formate queste macchiette e poi è peggiorata…”

Lui ha continuato a scuotere la capoccia come quei pupazzetti che si mettono in macchina, credevo si fosse impallato.

“Eh… E’ grave.”

“Cosa possiamo fare, cosa possiamo fareeeeeee?” ho cominciato a chiedere correndo qua e là per la serra prendendo prodotti a caso e lanciandoli via in preda alla follia.
Ha detto che c’è poco da fare. 
Dobbiamo darle un antibiotico.
Beh sempre meglio che doverle mettere una pomata nel culo, ho pensato.

Ma ce la farà?”

“Eh… Non glielo posso assicurare.”

Penso mi sognerò il suo “eh…” per anni.
Ma scusatemi tanto.
Si chiama PACHIRA ACQUATICA.  (Va beh noi l’abbiamo rinominata Shakira Acquatica).
Io cosa dovrei pensare, di metterla nella savana?
Ci eravamo informati eh, non è che facciamo cose a caso, però il Batterino doveva andare via quattro giorni quindi gli ha dato un po’ più d’acqua del solito e questa si è offesa enormemente facendosi venire un fungo.
Ora io e il Batterino, disperati e dilaniati dal dolore, siamo lì a cospargere le foglie una ad una con i cotton fioc imbevuti di un bizzarro sciroppo per piante sperando che serva a qualcosa.
Anche perché il Batterino, che all’inizio quando io avevo comprato ‘sta povera pianta aveva detto “io non voglio niente in casaaaaaa la faccio volare dal balconeeeee non me ne so prendere curaaaaaa” ora praticamente piange ogni volta che pensa che la Pachira stia male. 

Penso potrebbe effettivamente bucare la pelle di un rullante per la disperazione, e credetemi vuol dire tutto. Neanche per il mio intervento ha fatto una cosa del genere. 

Beh dopo avervi parlato del mio sedere e di una povera pianta direi che posso smettere di ciarlare, se avete consigli di qualunque tipo (soprattutto per sta povera pianta, io sarò esagerata ma se dovesse morire so già che piangerei, è bizzarro come ci si possa affezionare a un essere vivente che non può comunicare!) ditemi pure. Se avete avuto malattie bizzarre qua siete in un posto sicuro in cui parlarne, poi peggio di me che mi infilo cose non penso potreste aver fatto (sento di star perdendo l’uso dei verbi ma lascerò tutto così in modo che possiate deridermi). 
Insomma narratemi quello che volete, deridetemi come merito, datemi pure delle capocciate se trovate il modo.

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Ciance sparse: rieccomi! Tarzan e cose a caso

Buonasera miei piccoli, amati Spelacchiati! Come state?

Io sono in una fase di recupero post-operatoria abbastanza del menga, ho sintomi bizzarri, alcuni pesantini altri sono delle scemenze, in generale trascino avanti le mie stanche membra come una lumaca. Vorrei almeno avere un guscio bello bello, tutto intarsiato e lavorato, ma mi sa che mi devo accontentare di un guscetto brutto e pesante.
Almeno sbavo solo quando dormo, ma quello lo faccio da sempre.

In questi giorni -non so per quale assurda ragione, giuro- mi sono fissata e sto ascoltando a ripetizioni una canzone. 

Volete sapere quale?

Ve lo dico, però ricordate tutte quelle volte in cui vi dicevo che non ero mica tanto a posto? Ecco, mi sa che qua mi direte “okay Sara sei fuori come una tegola”.

Sto ascoltando praticamente in loop la canzone di Tarzan (dai su, la più famosa, Son of a Man) in versione rock/metal.

Io provo a domandarmi cosa sia andato storto con me (tante cose, in effetti) però capite che c’è della follia? Cioè io un giorno dal nulla mi sono messa al pc, ho aperto youtube e ho digitato “son of a man, metal version”.

Ma così, dal nulla. 

Se volete mettervi in fila per picchiarvi vi do anche i numerini, così almeno viene fuori una cosa ordinata.

Detto questo, stavo pensando di tornare a guardarmi una quantità spropositata di Film Brutt visto che ora avrò del tempo libero da occupare in qualche modo, e i modi meno proficui sono ovviamente i miei preferiti. Voi che ne pensate? Preferite i Ciance Sparse, quindi sproloqui a caso, o i Film Brutt, in cui mi incazzo come una biscia a cui pestano la coda?

Fatemi sapere così vedo di darmi una regolata e tornare attiva su questo blog, perchè è un po’ strano da dire e sembra una frase fatta ma mi mancate. A volte penso ai vostri nickname e mi vengono fuori giochi di parole cretine che forse un giorno vi dirò, per ora non lo faccio per rispetto. Insomma regà, mi mancate e vorrei tornare a interagire e leggervi, quindi preparatevi e visto che mi troverete di nuovo qua tanto vale che mi diciate le vostre preferenze dai!

Ora vi lascio la versione di Tarzan che mi sta rubando le notti a furia di ascoltarla, ditemi se non è super accattivanteeeeeeee! (Ma chissà se riuscirò davvero a fare questa cosa, ormai sono come quelle anziane signore che non capiscono cosa sia Whatsapp e pensano che Facebook manda direttamente a loro le cose. Fatemi sapere se si vede il video)

Per il resto ditemi pure quello che volete, narratemi delle vostre vite, come state, come va il lavoro, lo studio, il vostro animale domestico? 

Anche voi avete avuto delle fisse di cui un po’ andate fieri e vorreste condividere ma un po’ vi vergognate? Fatevi avanti, fatemi scoprire cose bizzarre! 

Detto questo per ora vi saluto, ma mi rileggerete presto. Può essere intesa come una minaccia o come una promessa, vedete voi!

Vi voglio molto bene, hasta la pasta!!

Sara

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Ciance sparse: intervento al cervello, non sono diventata più intelligente tranquilli!

Buonasera miei cari, piccoli Spelacchiati! Come state?
Io ho un dubbio, devo sottoporvi un quesito di fondamentale importanza.
Ma anche voi in questo periodo state trovando cimici decedute ovunque? Alzo un libro e c’è un insetto morto. Sposto un vestito abbandonato sulla sedia in camera mia da tempo immemore e cade una cimice. Apro una finestra e mi piombano addosso cimici a vagonate, una cascata di cimici rinsecchite, giuro è uno spettacolo aberrante io prima o poi esco dalla mia stessa pelle e me ne vado alle Bahamas perché così non si può continuare.
Non so se fosse peggio prima, quando ogni trenta secondi cominciavi a sentire un ronzio in lontananza che poi diventava praticamente assordante fino a che STOOOOCK! Una cimice ti piombava addosso.
Sullo schermo del pc. In testa, per terra, nel piatto.
Non so come io abbia fatto a sopravvivere fino ad ora.

Ma parliamo di cose vagamente più serie, che voi siete degli Spelacchiati adorabili e vi interessate alla mia salute.
Beh, sono viva! Habemus ancorus una Spelacchiata Suprema -cioè io-.
Cercherò di andare con ordine partendo da un martedì di fine novembre quando sono andata all’Istituto Besta per fare il pre-ricovero. Devo dire che quel giorno l’ho vissuto bene, girovagavo per l’ospedale, andavo alle macchinette a prendermi i Kinder Bueno, chiacchieravo allegramente con persone a caso… Me la spassavo.
Mercoledì ho cominciato a subodorare che stesse davvero per succedere qualcosa di orribile al mio piccolo cranio, ma una parte di me era ancora in modalità “non è vero, tu stai tranquilla mica ti aprono come una scatoletta di tonno”.
La consapevolezza mi è piombata addosso quando alla sera l’infermiera mi ha sganciato un po’ di bustine con dentro shampoo e bagno doccia bizzarri dicendomi “cara, devi farti la doccia anti-batterica”.

Prima di tutto stiamo calmi, che mi sembra una roba da apocalisse.
E poi che cazzo devo fare?
Niente di che regà, in realtà ho dovuto soltanto cercare di non allagare troppo il bagno mentre mi lavavo con quella roba molto specifica che ammazza qualsiasi tipo di germe o batterio nel raggio di chilometri.
Ecco, quello è stato il momento della consapevolezza, il momento in cui ho cominciato a valutare le mie opzioni: “allora, calarmi dalla finestra non posso perché siamo troppo in alto, infilarmi nel cesto dei panni sporchi no perché mi fa schifo, potrei cercare di saltare sul vassoio gigante della colazione domattina…

E niente ragazzi miei, alla fine dopo lungo pensare e un breve piantino sono entrata in trans-agonistica: facciamolo.
Leviamo Anselmo.
Pensavo che non sarei riuscita a chiudere occhio invece ho dormito come una citrulla, perché ormai era fatta: non era più solo una possibilità che aleggiava su di me, mi stavano davvero per operare. Ed ero… sollevata.
Anche perché il mio neurochirurgo regà era un figo di dimensioni astronomiche, emanava Sindrome di Dio da ogni poro eh, però quella sicurezza, quell’atteggiamento da “io posso fare qualunque cazzo di cosa” mi ha dato una notevole dose di calma. Penso che ogni tanto si metta a fare cose tipo fermare i treni a mani nude e lottare con le tigri, così, giusto perché sente di poterlo fare.
Io invece mi sento un verme verminoso e verminante, ma questa è un’altra miserabile storia.
La mattina dell’intervento ho mandato qualche selfie stupido alla mia famiglia perché la cosa che più mi preoccupava non era il mio intervento ma l’idea che i miei genitori potessero farsi venire un infarto dall’ansia o che mia sorella in preda ad un attacco isterico si mangiasse cose con il lattosio o che il Batterino si ingoiasse una bacchetta per la disperazione.
Sono sopravvissuti pure loro, meno male.

Mi hanno messo il camice, mi hanno portata giù, mi hanno detto “ora arriva il cocktail di farmaci…” e io non ho capito niente da lì fino a tre/quattro giorni dopo.

L’intervento è andato bene, Anselmo non ha opposto resistenza, io ho avuto un po’ di crisi epilettiche a ripetizione quando mi hanno svegliata ma di quello ho dei vaghi ricordi. So che la mia famiglia era lì, ma non mi ricordo nulla. So che sono venuti a trovarmi anche i giorni seguenti, ma non ricordo nulla.
Comincio ad avere dei ricordi dal terzo giorno dopo l’intervento, e i miei ricordi sono: DOLORE, DOLORE, DOLORE CAZZO CHE DOLORE.
Quando i miei mi chiedevano come stessi dicevo che stavo alla grande, la verità è che il dolore che ho provato in certi momenti non me lo dimenticherò mai; non riesco neanche a descriverlo, era solo estenuante e spaventoso. Una mattina hanno ritardato a darmi la morfina e pensavo che sarei schiattata lì così, un modo veramente stupido di schiattare dopo un intervento.
Poi l’infermiera è arrivata con luci angeliche intorno e cori di angeli che la precedevano e quando mi ha iniettato la morfina avrei voluto farle un bonifico a sei zeri.

Ora sono a casa, in convalescenza. Ho avuto due crisi epilettiche da quando sono a casa, il che non è esattamente un buon segno ma attendo il parere della dottoressa prima di cominciare a disperarmi e prendere a testate il muro -anche questa non sembra un’ottima idea, lo so, però cercate di capirmi- perché potrebbe voler dire un altro intervento molto più invasivo -CIOE’ ANCORA PIU’ DI QUESTO, CAPITE?!- ma non voglio neanche pensarci al momento.

Devo dire che adesso ragazzi mi sento come se un enorme peso che non sapevo neanche bene di portare addosso mi sia stato tolto.
Mi hanno tolto Anselmo, il mio tumore al cervello. Non rischio più di avere un’emorragia cerebrale da un momento all’altro. Mi viene da piangere, non sembra possibile.
Ora mi viene da piangere anche per un altro motivo: come si torna alla vita dopo quasi due anni? Cosa devo fare? QUALCUNO MI DIA UN LIBRETTO DI ISTRUZIONI PER FAVORE, non so cosa devo fare! Visto che ho ancora crisi la patente ovviamente me la sogno, devo capire se posso cominciare a cercarmi un lavoro, se posso finalmente tornare in università e cercare di dare gli ultimi cinque esami che mi mancano per laurearmi in lingue, se posso uscire da sola a fare una passeggiata. E’ tutto un po’ strano, come se fossi in un mondo che non conosco bene. 
Fa un po’ paura.

Ma qua andiamo a pipo durissimo incontro alle cose quindi forza ragazzi, narratemi, voi come state? Ditemi qualcosa di bello che avete fatto in questo periodo, qualcosa di cui siete orgogliosi. Può anche essere “ho trovato un bar che fa un cornetto al pistacchio che al mattino mi regala della gioia di vivere“, e poi ditemi che bar è perché i cornetti al pistacchio sono la mia passione.
Potete anche sfogarvi raccontando qualcosa di brutto o stressante che dovete affrontare, mi piacerebbe che nei commenti vi supportaste un po’ a vicenda perchè è di fondamentale importanza trovare qualcuno che dia un po’ di supporto. Avrete sempre il mio.
Insomma, hasta la pasta ragazzi, grazie di esserci sempre per me.

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Alla ricerca di risposte facili per domande difficili

Buonasera miei cari spelacchiati, come butta?
Io tra un po’ mi butto, non so se dalla finestra o nel cestino dei rifiuti non recuperabili.
Diciamo che la mia salute mentale e fisica non sono esattamente al massimo, potrei anche azzardare e dire che siamo vicini al minimo; mi hanno ricoverata di nuovo per le simpatiche crisi epilettiche che mi stanno venendo a ripetizione in questo periodo. In reparto ormai mi chiamano per nome, quando arrivo in pronto soccorso mi battono il cinque “uè ancora qua sei, ma Sara, se ti manchiamo basta dirlo e ci facciamo un aperitivo!” non siete simpatici ma apprezzo lo sforzo.

Ahhh… La verità è che sono decisamente abbachiata in questi giorni, dunque mi sto sparando un po’ di film alla ricerca di un film abbastanza brutto da farci un Film Brutt.
Vorrei delle risposte facili a domande difficili e smettere di avere conversazioni inconcludenti con Dottori di qualunque tipo; neurologi, neurochirurghi, epilettologi, radiologi…
Dottore, vorrei capire… perché mi stanno venendo tutte queste crisi? Io capisco di essere scema come una biglia, però non al punto di mettermi a fissare il vuoto e non saper dire il mio nome.
Può essere Anselmo, il cavernoma, che ogni tanto si irrita e decide di rilasciare sostanze nel tuo piccolo cervello che creano casini, ma può anche essere che siano le cicatrici lasciate dall’emorragia dell’anno scorso a infastidirsi e infastidirti.

Quindi cosa dobbiamo fare? Prendo una rivoltella con un colpo solo?
Potremmo operarti e togliere Anselmo, ma non sappiamo se ti aiuterebbe a risolvere la situazione.
Potremmo operarti, togliere Anselmo e togliere tutte le cicatrici sparse per la tua capoccia, però sarebbe un’operazione della Madonna, praticamente una lobotomia.
Potremmo anche continuare a cambiarti farmaci finché non troviamo la combinazione giusta, che ti faccia passare le crisi.

Okay, fico, mi piace andare a tentoni. Ha presente la citazione “non mi aspetto niente ma sono già deluso”? Ecco.
E mentre decidiamo come procedere io che faccio? Bevo la candeggina?

Eh, cerca di vivere normalmente.

…Con tutto il dovuto rispetto, qua di normale è rimasto ben poco. Ho avuto quattro crisi di assenza nell’ultima settimana, il che significa che non posso fare niente di normale. Non posso andare in bicicletta, non posso uscire da sola, se avessi un lavoro non potrei stare in negozio da sola e probabilmente finirei col far derubare il negozio durante una delle mie crisi. Quindi la prego, non mi dica di vivere una vita normale perché potrei prendere quel fermacarte e colpirla ripetutamente.
Capisco, però non c’è altro da fare purtroppo. E’ una situazione complicata, sei un caso piuttosto difficile. Purtroppo la tua situazione è piuttosto rara, hai diverse problematiche che si presentano raramente da sole, e tu le hai tutte insieme.

Quindi torniamo alla rivoltella?
Quindi aspettiamo. Ci riaggiorniamo tra tre settimane, il tempo per capire se il farmaco nuovo sta facendo effetto insieme all’altro.

Dottore, non vorrei sembrare lamentosa perché so che avete a che fare con casi ben più gravi ed estremi del mio, però mi sento un po’ persa. Non so come gestire la mia vita.
Un passo alla volta, Sara. 

Quindi regà barcolliamo insieme, un passo alla volta, a volte inciampando, a volte appoggiandoci a qualunque cosa possa sorreggerci, in attesa di qualcosa di migliore.
Ora torno a cercare Film Brutt, voi raccontatemi quello che vi va!
Hasta la pasta!

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Estate 2023, bellammerda: aggiornamenti vari

Buonasera miei Spelacchiati amici, come state?
Io… sto. Il che è già qualcosa. Giungo da un ennesimo ricovero ospedaliero, comincio ad essere un pochino frustrata, e con “un pochino” intendo parecchio ma cerchiamo di tenere alto almeno il morale.

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Negli ultimi mesi di latitanza dal blog ho più che altro lavorato e avuto crisi epilettiche, quindi niente di entusiasmante fino a settimana scorsa in cui sono arrivata in negozio, mi sono messa a smagliare un orologio e ho fatto appena in tempo a dire “ohibò, schiatto” che ho perso i sensi; a quanto pare ho avuto una crisi epilettica di quelle vere e potenti, con convulsioni, schiuma alla bocca e tutto quello che ne succede. Per fortuna c’erano le mie colleghe meravigliose che mi hanno soccorsa, io ho ripreso i sensi solo quando c’era un paramedico inginocchiato accanto a me che mi chiedeva domande difficilissime tipo “come ti chiami?”.


Mi hanno ricoverata per cinque giorni per capire cosa diamine stesse succedendo nel mio piccolo cervellino, perché ovviamente il pensiero di tutti quel giorno era “okay, Sara sta avendo un’altra emorragia cerebrale, ce la siamo giocata”.
Ma come si suol dire l’erba cattiva non muore mai quindi sono ancora qua, non era un’emorragia cerebrale solo il mio cervello mezzo rotto che mi ricorda di non essere in gran forma. Non si è ancora capito cosa fare a riguardo, stanno rivalutando l’idea dell’intervento, mi hanno aggiunto dei farmaci, io intanto sospiro e annuisco.

Cerchiamo di vedere il lato positivo, cioè che il neurologo era un figo imperiale, aveva un sorriso che Patrick Dempsey in Grey’s Anatomy levati; il lato negativo è che io ero in condizioni pietose, piena di elettrodi ovunque e la faccia da triglia lessa, quindi non penso di aver fatto colpo.

Durante le convulsioni mi ero pure morsa la lingua così forte che non sono riuscita a mangiare per due giorni. Ora. Io posso accettare tutto, però non toglietemi il cibo perché ribalto qualcosa. Mi hanno nutrita a caffè latte e crostatina, come quando andavo a scuola. Sempre meglio del pranzo comunque, credo che gli gnocchi col tonno che mi hanno proposto in ospedale invaderanno i miei incubi per molte notti.

Insomma ragazzuoli mi sembrava giusto aggiornarvi, e visto che per un po’ non lavorerò -non aprirò una parentesi sulla collega infame che ha raccontato tutto alla capo area nella speranza di farmi licenziare e far assumere una sua amica al mio posto- avrò un bel po’ di tempo libero per scrivere le mie cazzatine.

Questa estate 2023 se la sta giocando bene per aggiudicarsi il primato di “estate più demmerda de tutte”, è in lizza con quella in cui ho avuto l’emorragia e l’estate del Coviddimmerda.

Ora che ho finito di lamentarmi come gli anziani che elencano i propri malanni passo la palla a voi: come state? Ditemi che la vostra estate sta andando alla grande, fatemi sognare un po’! Io mi sono fatta un paio di giorni a Firenze col Batterino prima di questo tracollo fisico, mi sa che per i prossimi vent’anni ho finito di andare in giro.

Hasta la pasta!

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Ciance sparse: Clienti e ritorni

Zan zan zaaaaaaaaaan!!!
A volte ritorno, nuovo romanzo di Stephen King con me come protagonista.
Questa ve la devo raccontare.
Siamo in negozio, volano bestemmie una dietro l’altra in una sequela che nemmeno nei peggiori bar veneti perché è tutto un disastro al momento il negozio e arriva LEI, la mitica.
Donna.
Razza caucasica.
Età indefinibile tra i quaranta e i seicento anni.
Varca la soglia già su piede di guerra senza alcun motivo e urla “Oggi è il mio compleanno, che cos’ho in regalo?” ma serissima, non a mo’ di battuta (che comunque non farebbe ridere ma chi sono proprio io per giudicare il senso dell’umorismo della gente).
Ehm… Signora non c’è un regalo, ha il dieci percento di sconto sul suo acquisto ed è una promozione valida una settimana.
Lei, indispettita, gonfia il petto come Lady Cocca di Robin Hood “Ma come, negli altri negozi mi danno dei regali
E allora vada negli altri negozi
“Eh mi spiace, noi possiamo solo farle lo sconto.”
Indispettita come un gatto a cui hai pestato la coda comincia a fracassare le palle come se non ci fosse un domani facendoci tirar fuori praticamente tutto il negozio perché lei doveva provare. PROVARE TUTTO, INDISTINTAMENTE. OROLOGI, COLLANE,, ORECCHINI, AVESSIMO AVUTO PLUG ANALI AVREBBE PRETESO DI PROVARE PURE QUELLI CON NOSTRO ENORME DISGUSTO.
A una certa lasciamo la stagista a vedersela con questa perché altrimeni io e la mia collega, che siamo piene fino al collo di cose da fare, le avremmo messo le mani addosso. Personalmente le mani gliele avrei messe alla gola, e poi avrei stretto un po’.
Non da ucciderla, non sono mica così crudele, però sai, un piccolo svenimento…
Non le va bene niente. Tutto brutto. Tutto scadente. Lei al mercato trova cose migliori. Lei ha una spilla dei Novecento Avanti Cristo che non so bene cosa c’entri.
Alla fine si decide.
Sembrava dovesse comprare quantomeno un diamante da trecento carati e con cosa arriva in cassa?
Con un anello da trenta euro.
Che oddio, io non mi posso permettere perché sono povera come la merda, però cosa mi fai tirar fuori tutti gli zaffiri e i rubini CHE SONO FASTIDIOSISSIMI DA RIMETTERE A POSTO, per poi prenderti una patacchina in argento?
Ma non è tutto, comunque è un suo diritto provare quello che vuole.
Il problema è che una volta pagato si ferma davanti alla cassa, guarda lo scontrino con una smorfia arcigna, e fa “dammi la calcolatrice, voglio vedere se mi avete davvero fatto lo sconto.

Signora.
Signora mia.
Io ho preso degli 1 in matematica, quindi probabilmente parliamo la stessa lingua.
Però se l’anello costava trenta euro
E lei ne ha pagati ventisette
E LO SCONTO ERA DEL DIECI PERCENTO
SECONDO LEI COSA ESATTAMENTE ABBIAMO SBAGLIATO?
MA POI COME, CHE LO FA DIRETTAMENTE LA CASSA?
MA POI (BIS) COSA CAZZO VUOI CHE TI METTI A METTERE IN DUBBIO LA NOSTRA ONESTA’ PER TRE EURO?
Niente, alla fine se ne va mica tanto convinta.
Io le avrei lanciato dietro una vetrina intera, per fortuna la stagista a cui ormai vogliamo tutti bene come se fosse nostra figlia mi ha placata.

Poi ho passato il resto della giornata a fare casini su casini e arrivata a casa volevo solo schiattare, ma questa è un’altra storia (che intitolerò “come essere licenziata in meno di tre giorni”).

Per quanto riguarda la mia miserabile salute regà è stato decretato che io rimanga in attesa di un’emorragia cerebrale prima di aprirmi, perché se mi aprono mi devono asportare quasi completamente il lobo frontale destro e io al mio lobetto sono affezionata, non me la sento di separarmene così presto. Anche perché sarebbe un intervento sconvolgentemente rischioso, quindi mi spiace aver rotto le balle a tutti con l’idea di un’operazione che non avverrà mai (spero).
Insomma, vado avanti a farmaci e preghiere che Anselmo decida di starsene tranquillo e non esplodere mai più, intanto lo controlliamo ogni tre mesi e se prova a cambiare forma o dimensione gli faccio un bel discorsetto a quello lì.

E voi miei cari spelacchiati come state? Giuro che stavolta risponderò a ognuno di voi, siete sempre meravigliosi con me e sono affezionata a voi e alle vostre avventure quindi aggiornatemi che ciciariamo un po’!
Hasta la pastaaaaaa

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Ciance sparse: da modalità “zen” a modalità “eccheccazz”

Ma buonasera miei amatissimi Spelacchiati, come state?
Spero che quest’anno sia iniziato alla grandissima, diciamo che io ormai non dico più nulla a riguardo perché dopo il 2020 pensavo non fosse possibile fare peggio e invece il 2022 ha dimostrato alla grande che non c’è mai fine al peggio. Li mortacci sua.
Cioè ma ci rendiamo conto di quanto deve essere stato un anno orribile per superare quello in cui UNA PANDEMIA GLOBALE HA COLPITO IL MONDO INTERO TRANNE FORSE QUALCHE ATOLLO DISPERSO NELL’OCEANO?

Non so se lo sapete, ma io il 23 dicembre sono stata nuovamente ricoverata in ospedale. Lo so, lo so, ho rotto il cazzo con ‘sti ricoveri, ma che vi devo dire sono una ragazza frizzantina. Mi piace starmene su una barella dalle dieci alle ottantacinque ore, che vi devo dire.

Il 23 infatti nuovo giro di crisi epilettiche una dopo l’altra, tipo raffica di pugni di Goku; ero pure a lavoro e mi sentivo una merda ad abbandonare le mie colleghe perché vi lascio immaginare quanta cazzo di gente ci fosse al centro commerciale quel giorno.
Per fortuna ho delle colleghe meravigliose che per qualche assurda ragione mi vogliono bene e a un certo punto mi hanno inchiodata nel retro e hanno minacciato di chiamare seduta stante un’ambulanza se non fossi andata io in pronto soccorso in quel momento perché ero visibilmente morente. Faccia un po’ storta, non mi reggevo in piedi, avevo un mal di testa che mi stava trapanando il cranio, sentivo odori inesistenti… E quindi niente, giro in pronto soccorso.

Devo dire però che il pronto soccorso è un luogo in cui non ti annoi. O meglio, ti annoi perché ci stai così tanto tempo che a una certa vuoi solo rantolare via, però succedono un sacco di cose e parli con un sacco di persone.
Ora vi racconto la maxi storia di come mi sono innamorata mentre ero lì, Batterino perdonami.

Io ero sulla mia barella da ormai credo duecento ore, la mia schiena non era più una schiena ma un serpente tutto storto; a un certo punto alzo lo sguardo e lo vedo.
Lui.
Con la L maiuscola non perché a inizio frase dopo un punto ma perché se la merita.
Capelli bianchi con le punte tinte di nero, tutti sparati; sulla quarantina; circondato da quattro energumeni della polizia… Aveva le manette a mani e piedi.
MI SONO INNAMORATA DI UN GALEOTTO REGA’!

Ci siamo guardati per un istante lungo una vita mentre veniva scortato fuori, non so se stesse pensando a come sarebbe stato limonarmi o a come sarebbe stato farmi a pezzi.

Poi ho parlato con un sacco di persone perché sono una persona fastidiosa e cercavo di alleggerire l’atmosfera per tutti, perché vi assicuro che scemenze a parte ho visto cose che non avrei mai voluto vedere, lì dentro.

Comunque io prima del ricovero ero riuscita ad entrare in modalità zen, mi ero caricata di una pace interiore notevole.
Perché insomma, un’emorragia cerebrale diciamo che potevo accettarla, sono sempre stata cagionevole ma niente di grave quindi insomma ero già stata fortunata…
Poi abbiamo scoperto di Anselmo, e anche lì, dopo aver tirato dei gran porconi uno scrolla le spalle spera in bene.

Ora sono arrivate le crisi epilettiche. Okay, potevamo aspettarcelo, me l’avevano detto che sarebbe potuto succedere.

L’altro ieri la mia meravigliosa responsabile mi ha detto che non se la sente di farmi andare a lavoro fino a che io non sia completamente a posto, quindi dopo l’intervento. Il che significa che da “povera come lammerda” io ora sono passata a “addirittura più povera dellammerda”. Però okay, capisco, ha ragione e le voglio un bene dell’anima.

Nel frattempo si sono aggiunte tutte le cose che devo evitare. Ovviamente le luci intermittenti, che guarda caso in questo periodo sono OVUNQUE e io devo girovagare a occhi chiusi; okay.

Fumare; ci ero riuscita una volta, ci riuscirò di nuovo; okay.

Andare al cinema; qua già cominciano a girarmi i maroni, la butto sul lato economico: non spendo quindici euro a volta per vedere un film; okay.

Bere alcolici; madonna quanto mi manca la mia birretta serale, però lo accetto, va bene, quando potrò di nuovo bere mi sfascerò come non so che roba.

MA ORA MI E’ STATO MANDATO UNA SPECIE DI LISTA DI REGOLE PER CHI SOFFRE DI EPILESSIA E C’E’ SCRITTO CHE DEVO EVITARE GLI ORGASMI

ORA

IO DICO

VOLETE ANCHE DIRMI DI NON RESPIRARE?

VOLETE DIRMI DI NON MANGIARE?

MI STANNO TOGLIENDO TUTTO, UNO ALLA VOLTA

Poi se il Batterino mi molla io non posso far altro che dargli ragione, porca di quella miseria, e io odio dargli ragione.

INSOMMA, SE PRIMA ERO IN MODALITA’ ZEN ORA SONO IN MODALITA’ “MA VAFFANCULOOOOOOOO”


Ecco.
Ora che ho esposto il mio fastidio mi sento meglio.
Ma ora vi pongo una domanda: io ormai vivo un po’ con l’ansia di guardare serie tv o film che possano malauguratamente causarmi una crisi epilettica e seccarmi così, di botto; quindi la mia domanda è: conoscete film/serie che possa guardare in tranquillità?
Ma soprattutto, come state spelacchiati miei? Cosa mi raccontate? Come sono andate queste feste natalizie e capodannesche? Io penso sarò più presente qua sul blog perché ho poco da fare ma tanta voglia di interagire, quindi preparatevi ad essere infastiditi dalla mia presenza!
Hasta la pastaaaa!