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Ciance sparse: Emorroidi, piante morenti e stupidità

Buonasera miei cari, piccoli Spelacchiati! Come state?

Oggi altro giro di ciance sparse, ma molto sparse quindi tenetevi forte.

Parto con un momento triste ma poi vedrete che scadiamo nella stupidità più acuta, quindi non preoccupatevi.

Il terzo giorno dopo il mio intervento al cervelluzzo (minchia, diciotto punti al mio cranio, quando ho visto la ferita ho pensato di sbattere la testa al muro, poi ho capito che non era la migliore delle mie idee) c’è stato un momento in cui le infermiere per il giro di farmaci erano in ritardo. Ritardo di ore. Io ero in preda ad un dolore allucinante, sembrava che la mia testa fasciata si stesse sfasciando, una roba atroce. Quando dopo quattro ore è arrivata l’infermiera a darmi la morfina l’avrei baciata, se ne avessi avuto le forze.

Comunque, pensavo che il dolore di quel giorno fosse il più forte che io potessi mai provare nella vita… Beh. Il destino crudele mi ha fatta ricredere.

L’altro giorno… mi sono venute le emorroidi.

Momento di silenzio per questa cosa, please.
Io pensavo che le emorroidi venissero agli anziani e fossero una cosa che si augura ai nemici, tipo un tizio ti taglia la strada in macchina e tu urli “che ti vengano le emorridi, deficiente!”.

309 foto e immagini di Emorroidi - Getty Images

E invece no, vengono anche alle persone più giovani. 
Ma posso dire che cazzo di maleeeeee
Credo che Dio stia cercando di dirmi qualcosa, qualcosa di brutto.
Forse mi sta proprio mandando affanculo.

Dio, ho recepito il messaggio, è arrivato forte e chiaro. E anche doloroso.
Ora penso che sacrificherò qualcosa in suo onore perché se mi vengono di nuovo temo che mi farò direttamente amputare il sedere, completamente.

Tutto quanto.

Emorroidi – Farmamica

Avete presente quando si dice “cosa vuoi, una fetta di culo?” ecco, io la smercerò. 
Fette di chiappe a destra e a manca. 
Mi terrò solo le ossa del bacino.
Ma poi ragazzi… Non so se a qualcuno è mai capitato di averle e non so se sapete come si curano… Ma bisogna infilarsi una pomata proprio lì. 
Capite?

Nell’ano. 

Con un’apposito strumento, cioè un beccuccio che si infila a una pomata così tu strizzi la pomata e ti rilascia tutto… Nel sedere.
A me fa ribaltare dal ridere tutto ciò perché ho il senso dell’umorismo di un bambino di otto anni, sono scema come una biglia. Rido già solo a scriverlo.
Solo che è a un certo punto è successa una cosa, diciamo che c’è stato un incidente di percorso.

Affinchè ‘sta pomata funzioni, bisogna infilarla bene. Cioè proprio bene. Non so come dirlo, a fondo.

E io ero lì che tergiversavo i primi giorni, “ma no, ma non serve, ma passeranno da sole magicamente…” quando ho capito che non era così e non riuscivo manco più a sedermi mi sono fatta coraggio. Mi sono tutta arruffata, come Lady Cocca di Robin Hood, e mi sono detta “dai Sara, hai fatto cose ben peggiori, non fare la pavida.”
E io per non fare la pavida mi sono inficcata quello stupido tubetto nel sederino… Però… Un po’ troppo.
Si è staccato dalla pomata.

C’era questo beccuccio che vagava per il mio ano mentre io non sapevo se ridere o disperarmi quindi facevo entrambe le cose; alla fine mi sono dovuta contorcere in posizioni che non saprei mai rifare, penso sia così che si allenano i contorsionisti, e ho vittoriosamente riacciuffato il fuggiasco.

Una deficiente, capite?
Alla fine ho mandato affanculo tutto quanto, le emorroidi, il tubetto, pure il mio sedere.
Beh comunque poi ho imparato e non ci sono più stati incidenti, ora sono tornata ad avere un sederino normale e posso sedermi e camminare senza dolore alcuno. Grazie al cielo, o forse grazie al tubetto.

In compenso mi è comparsa una ciste su una natica.

Poi tra emorroidi e ciste ero già li a cercare su internet cose orride tipo che avrebbero dovuto operarmi il culo, ma non esiste! Piuttosto non mi muovo più divento un vegetale.

E a proposito di vegetali, la piantina che ho regalato a Mr Batterino sta morendo! qualcuno ci aiuti, siamo nella disperazione più profondaaaaaa
Ho fatto le foto alle foglie di ‘sta povera pianta e l’ho fatta vedere a un veterinario di piante (cioè sono andata in una specie di serra e ho chiesto a uno che lavora lì cosa fare. Capite che comunque non è normale fare foto alle foglie di una pianta e farle vedere a un esperto di piante?) comunque questo tizio ha fatto una faccia sconvolta e ha cominciato a scuotere la testa mestamente, mentre io ero lì col cuore in gola “Cosa, cosa succede, mi dica?

Eh…” ha risposto come se mi stesse dicendo che mi rimanevano due giorni di vita “Le avete dato troppa acqua” ha detto con una serietà estrema, io credo di aver sentito uno di quei suoni inquietanti che mettono nei film horror nelle scene brutte. 

“Da quanto è così?” ha chiesto con una serietà ancora più estrema, come se dovesse risucchiare tutta la felicità dal mondo. Che comunque minchia stai calmo, che ansia.

“Non lo so, qualche giorno credo, si sono formate queste macchiette e poi è peggiorata…”

Lui ha continuato a scuotere la capoccia come quei pupazzetti che si mettono in macchina, credevo si fosse impallato.

“Eh… E’ grave.”

“Cosa possiamo fare, cosa possiamo fareeeeeee?” ho cominciato a chiedere correndo qua e là per la serra prendendo prodotti a caso e lanciandoli via in preda alla follia.
Ha detto che c’è poco da fare. 
Dobbiamo darle un antibiotico.
Beh sempre meglio che doverle mettere una pomata nel culo, ho pensato.

Ma ce la farà?”

“Eh… Non glielo posso assicurare.”

Penso mi sognerò il suo “eh…” per anni.
Ma scusatemi tanto.
Si chiama PACHIRA ACQUATICA.  (Va beh noi l’abbiamo rinominata Shakira Acquatica).
Io cosa dovrei pensare, di metterla nella savana?
Ci eravamo informati eh, non è che facciamo cose a caso, però il Batterino doveva andare via quattro giorni quindi gli ha dato un po’ più d’acqua del solito e questa si è offesa enormemente facendosi venire un fungo.
Ora io e il Batterino, disperati e dilaniati dal dolore, siamo lì a cospargere le foglie una ad una con i cotton fioc imbevuti di un bizzarro sciroppo per piante sperando che serva a qualcosa.
Anche perché il Batterino, che all’inizio quando io avevo comprato ‘sta povera pianta aveva detto “io non voglio niente in casaaaaaa la faccio volare dal balconeeeee non me ne so prendere curaaaaaa” ora praticamente piange ogni volta che pensa che la Pachira stia male. 

Penso potrebbe effettivamente bucare la pelle di un rullante per la disperazione, e credetemi vuol dire tutto. Neanche per il mio intervento ha fatto una cosa del genere. 

Beh dopo avervi parlato del mio sedere e di una povera pianta direi che posso smettere di ciarlare, se avete consigli di qualunque tipo (soprattutto per sta povera pianta, io sarò esagerata ma se dovesse morire so già che piangerei, è bizzarro come ci si possa affezionare a un essere vivente che non può comunicare!) ditemi pure. Se avete avuto malattie bizzarre qua siete in un posto sicuro in cui parlarne, poi peggio di me che mi infilo cose non penso potreste aver fatto (sento di star perdendo l’uso dei verbi ma lascerò tutto così in modo che possiate deridermi). 
Insomma narratemi quello che volete, deridetemi come merito, datemi pure delle capocciate se trovate il modo.

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Ciance sparse: rieccomi! Tarzan e cose a caso

Buonasera miei piccoli, amati Spelacchiati! Come state?

Io sono in una fase di recupero post-operatoria abbastanza del menga, ho sintomi bizzarri, alcuni pesantini altri sono delle scemenze, in generale trascino avanti le mie stanche membra come una lumaca. Vorrei almeno avere un guscio bello bello, tutto intarsiato e lavorato, ma mi sa che mi devo accontentare di un guscetto brutto e pesante.
Almeno sbavo solo quando dormo, ma quello lo faccio da sempre.

In questi giorni -non so per quale assurda ragione, giuro- mi sono fissata e sto ascoltando a ripetizioni una canzone. 

Volete sapere quale?

Ve lo dico, però ricordate tutte quelle volte in cui vi dicevo che non ero mica tanto a posto? Ecco, mi sa che qua mi direte “okay Sara sei fuori come una tegola”.

Sto ascoltando praticamente in loop la canzone di Tarzan (dai su, la più famosa, Son of a Man) in versione rock/metal.

Io provo a domandarmi cosa sia andato storto con me (tante cose, in effetti) però capite che c’è della follia? Cioè io un giorno dal nulla mi sono messa al pc, ho aperto youtube e ho digitato “son of a man, metal version”.

Ma così, dal nulla. 

Se volete mettervi in fila per picchiarvi vi do anche i numerini, così almeno viene fuori una cosa ordinata.

Detto questo, stavo pensando di tornare a guardarmi una quantità spropositata di Film Brutt visto che ora avrò del tempo libero da occupare in qualche modo, e i modi meno proficui sono ovviamente i miei preferiti. Voi che ne pensate? Preferite i Ciance Sparse, quindi sproloqui a caso, o i Film Brutt, in cui mi incazzo come una biscia a cui pestano la coda?

Fatemi sapere così vedo di darmi una regolata e tornare attiva su questo blog, perchè è un po’ strano da dire e sembra una frase fatta ma mi mancate. A volte penso ai vostri nickname e mi vengono fuori giochi di parole cretine che forse un giorno vi dirò, per ora non lo faccio per rispetto. Insomma regà, mi mancate e vorrei tornare a interagire e leggervi, quindi preparatevi e visto che mi troverete di nuovo qua tanto vale che mi diciate le vostre preferenze dai!

Ora vi lascio la versione di Tarzan che mi sta rubando le notti a furia di ascoltarla, ditemi se non è super accattivanteeeeeeee! (Ma chissà se riuscirò davvero a fare questa cosa, ormai sono come quelle anziane signore che non capiscono cosa sia Whatsapp e pensano che Facebook manda direttamente a loro le cose. Fatemi sapere se si vede il video)

Per il resto ditemi pure quello che volete, narratemi delle vostre vite, come state, come va il lavoro, lo studio, il vostro animale domestico? 

Anche voi avete avuto delle fisse di cui un po’ andate fieri e vorreste condividere ma un po’ vi vergognate? Fatevi avanti, fatemi scoprire cose bizzarre! 

Detto questo per ora vi saluto, ma mi rileggerete presto. Può essere intesa come una minaccia o come una promessa, vedete voi!

Vi voglio molto bene, hasta la pasta!!

Sara

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Ciance sparse: cambiare lampadine e aggiustare tubi

Buongiorno miei cari Spelacchiatini, come state?
Oggi ho voglia di lamentarmi di una cosa che secondo me non ha abbastanza risonanza mediatica ma la meriterebbe tutta.
Una cosa tipicamente maschile, per quanto riguarda la mia esperienza. Ce l’hanno mio padre, il Batterino, i miei amici. So che mi capirete o che vi ritroverete in questa fastidiosa cosa, fatemi sapere le vostre esperienze a riguardo vi prego!
Non credo abbia un nome, quindi glielo do io: ILSOFARETUTTISMO.

C’è una lampadina da cambiare? “Ci penso io!” disse il batterino.
C’è da aggiustare il lavandino del bagno, che perde? “Ci penso iooooo” disse nuovamente il Batterino, col risultato finale di fare un disastro, incazzarsi e poi chiamare l’idraulico.
C’è da smontare la serratura e rimontarla perché non si sa per quale ragione si è sminchiata? “CI PENSO IOOOOOOOOOOO” urlò agguerrito il Batterino armato fino ai denti, non sapendo neanche cosa fosse una serratura. Non so cosa sia successo, so solo che ha bestemmiato in quindici lingue diverse per parecchie ore, poi esausto e sudato si è arreso e mi fa “chiama il fabbro, io vado in saletta.”

E pensare che non viviamo nemmeno insieme, figuratevi.

Giuro, l’altro giorno lo tenevo per i pantaloni mentre si è arrampicato sul davanzale della finestra aperta per cercare di rimettere a posto le tapparelle che si erano incagliate.

Ora.
Io dico.
Batterino mio, luce dei miei occhi, sola e unica gioia in un mondo di tristezza, MA SEI DEFICIENTE?
Ma perché ti devi appendere come uno scimpanzè rischiando di sfracellarti dal terzo piano, per fare qualcosa di cui non hai la minima competenza? Ma ti chiami Tarzan per caso? Sei Re Luigi de Il Libro della Giungla?
Io la prossima volta gli do una spintarella. Un colpetto piccolo piccolo, poi vado a raccattarlo con il cucchiaino dalla strada.
Anche perché non so voi come siate messi coi vostri compagni tuttofare ma mentre si improvvisano carpentieri, elettricisti, idraulici e quant’altro il mio Batterino si incazza come un orso, non si sa bene con chi, e comincia a sbraitare qua e là senza alcun motivo.
Batterino mio, posso dirti una cosa? Ti metto le mani al collo.
Ma ci sarà un motivo se non mandano me a suonare, no? Se chiamano te, che hai anni e anni di esperienza e studio alle spalle. 

E ALLORA PERCHE’ PER FARE UNA CAZZO DI CANALINA CHE NON SO NEANCHE COSA SIA TU NON VUOI CHIAMARE UNO CHE FA ‘STE COSE NELLA VITA DA TRENT’ANNI E CI METTEREBBE MEZZO SECONDO, PER DI PIU SENZA IMPRECARE?
Ma questa totale mancanza di senso critico e di umiltà è solo degli uomini della mia vita? No perché io lo so che sono anche tra di voi questi qui, questi esseri che pensano -non si sa per quale motivo- di saper fare tutto. ‘Sti artigiani della qualità, sti guru della manualità, ‘sti cosi che provano a fare del loro meglio, solo che il loro meglio fa cagare e poi bisogna risolvere un problema più grande di quello di partenza.
Io prima o poi gli prendo quella capoccia e gliela sbatto contro qualcosa, così mentre lui è tramortito chiamo l’elettricista a metterci tutto a posto e al suo risveglio è tutto sistemato.

Lui, dal canto suo, dice che sono una capra.
Ed è assolutamente vero, come dargli torto, a volte belo pure.
Non so neanche mettere un chiodo alla parete o avvitare una vite per unire due assi di legno, quindi spendo il mio miserabile patrimonio (un numero a tre cifre con una virgola in mezzo) in persone che aggiustano cose.

Per non parlare di quando ci sono problemi all’auto.
Lì è finita.
Non c’è ritorno.
“Amore mio unico della vita, MA VUOI ANDARE A FAR CAMBIARE STE CAZZO DI VENTOLE CHE CI SONO SEICENTOVENTI GRADI ALL’OMBRA?” chiedo io dopo aver fritto due uova sul cofano.
Non dire sciocchezze, piccola, ci penso io.” dice lui mangiando le uova miste a tetano.
Sono passati due anni.
Va beh non mi chiama “piccola” e non comunichiamo così, però era per rendere l’idea. Che poi io un po’ comunico così, ora che ci penso.
Insomma, la sua auto non vede un meccanico dal Millenovecentoventi se non per fare le cose principali, poi che non funzioni l’aria condizionata, ci siano ventotto spie accese e faccia un rumore bizzarro quando mette la retro è un problema secondario. No?
Io giuro che prima o poi gli metto le mani addosso.

Quando sto per farlo però mi ricordo che lui è il Batterino che ogni volta che mi hanno ricoverata in ospedale veniva sotto la finestra della mia camera e mi telefonava perché voleva sentirmi più vicina, e allora chissenefrega della ventola, della serratura, dei tubi e della casa allagata.
Va bene così.

Hasta la pasta (un po’ annacquata e scotta ma quella è colpa mia che non so cucinare). 

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Alla ricerca di risposte facili per domande difficili

Buonasera miei cari spelacchiati, come butta?
Io tra un po’ mi butto, non so se dalla finestra o nel cestino dei rifiuti non recuperabili.
Diciamo che la mia salute mentale e fisica non sono esattamente al massimo, potrei anche azzardare e dire che siamo vicini al minimo; mi hanno ricoverata di nuovo per le simpatiche crisi epilettiche che mi stanno venendo a ripetizione in questo periodo. In reparto ormai mi chiamano per nome, quando arrivo in pronto soccorso mi battono il cinque “uè ancora qua sei, ma Sara, se ti manchiamo basta dirlo e ci facciamo un aperitivo!” non siete simpatici ma apprezzo lo sforzo.

Ahhh… La verità è che sono decisamente abbachiata in questi giorni, dunque mi sto sparando un po’ di film alla ricerca di un film abbastanza brutto da farci un Film Brutt.
Vorrei delle risposte facili a domande difficili e smettere di avere conversazioni inconcludenti con Dottori di qualunque tipo; neurologi, neurochirurghi, epilettologi, radiologi…
Dottore, vorrei capire… perché mi stanno venendo tutte queste crisi? Io capisco di essere scema come una biglia, però non al punto di mettermi a fissare il vuoto e non saper dire il mio nome.
Può essere Anselmo, il cavernoma, che ogni tanto si irrita e decide di rilasciare sostanze nel tuo piccolo cervello che creano casini, ma può anche essere che siano le cicatrici lasciate dall’emorragia dell’anno scorso a infastidirsi e infastidirti.

Quindi cosa dobbiamo fare? Prendo una rivoltella con un colpo solo?
Potremmo operarti e togliere Anselmo, ma non sappiamo se ti aiuterebbe a risolvere la situazione.
Potremmo operarti, togliere Anselmo e togliere tutte le cicatrici sparse per la tua capoccia, però sarebbe un’operazione della Madonna, praticamente una lobotomia.
Potremmo anche continuare a cambiarti farmaci finché non troviamo la combinazione giusta, che ti faccia passare le crisi.

Okay, fico, mi piace andare a tentoni. Ha presente la citazione “non mi aspetto niente ma sono già deluso”? Ecco.
E mentre decidiamo come procedere io che faccio? Bevo la candeggina?

Eh, cerca di vivere normalmente.

…Con tutto il dovuto rispetto, qua di normale è rimasto ben poco. Ho avuto quattro crisi di assenza nell’ultima settimana, il che significa che non posso fare niente di normale. Non posso andare in bicicletta, non posso uscire da sola, se avessi un lavoro non potrei stare in negozio da sola e probabilmente finirei col far derubare il negozio durante una delle mie crisi. Quindi la prego, non mi dica di vivere una vita normale perché potrei prendere quel fermacarte e colpirla ripetutamente.
Capisco, però non c’è altro da fare purtroppo. E’ una situazione complicata, sei un caso piuttosto difficile. Purtroppo la tua situazione è piuttosto rara, hai diverse problematiche che si presentano raramente da sole, e tu le hai tutte insieme.

Quindi torniamo alla rivoltella?
Quindi aspettiamo. Ci riaggiorniamo tra tre settimane, il tempo per capire se il farmaco nuovo sta facendo effetto insieme all’altro.

Dottore, non vorrei sembrare lamentosa perché so che avete a che fare con casi ben più gravi ed estremi del mio, però mi sento un po’ persa. Non so come gestire la mia vita.
Un passo alla volta, Sara. 

Quindi regà barcolliamo insieme, un passo alla volta, a volte inciampando, a volte appoggiandoci a qualunque cosa possa sorreggerci, in attesa di qualcosa di migliore.
Ora torno a cercare Film Brutt, voi raccontatemi quello che vi va!
Hasta la pasta!

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Ciance sparse: Clienti e ritorni

Zan zan zaaaaaaaaaan!!!
A volte ritorno, nuovo romanzo di Stephen King con me come protagonista.
Questa ve la devo raccontare.
Siamo in negozio, volano bestemmie una dietro l’altra in una sequela che nemmeno nei peggiori bar veneti perché è tutto un disastro al momento il negozio e arriva LEI, la mitica.
Donna.
Razza caucasica.
Età indefinibile tra i quaranta e i seicento anni.
Varca la soglia già su piede di guerra senza alcun motivo e urla “Oggi è il mio compleanno, che cos’ho in regalo?” ma serissima, non a mo’ di battuta (che comunque non farebbe ridere ma chi sono proprio io per giudicare il senso dell’umorismo della gente).
Ehm… Signora non c’è un regalo, ha il dieci percento di sconto sul suo acquisto ed è una promozione valida una settimana.
Lei, indispettita, gonfia il petto come Lady Cocca di Robin Hood “Ma come, negli altri negozi mi danno dei regali
E allora vada negli altri negozi
“Eh mi spiace, noi possiamo solo farle lo sconto.”
Indispettita come un gatto a cui hai pestato la coda comincia a fracassare le palle come se non ci fosse un domani facendoci tirar fuori praticamente tutto il negozio perché lei doveva provare. PROVARE TUTTO, INDISTINTAMENTE. OROLOGI, COLLANE,, ORECCHINI, AVESSIMO AVUTO PLUG ANALI AVREBBE PRETESO DI PROVARE PURE QUELLI CON NOSTRO ENORME DISGUSTO.
A una certa lasciamo la stagista a vedersela con questa perché altrimeni io e la mia collega, che siamo piene fino al collo di cose da fare, le avremmo messo le mani addosso. Personalmente le mani gliele avrei messe alla gola, e poi avrei stretto un po’.
Non da ucciderla, non sono mica così crudele, però sai, un piccolo svenimento…
Non le va bene niente. Tutto brutto. Tutto scadente. Lei al mercato trova cose migliori. Lei ha una spilla dei Novecento Avanti Cristo che non so bene cosa c’entri.
Alla fine si decide.
Sembrava dovesse comprare quantomeno un diamante da trecento carati e con cosa arriva in cassa?
Con un anello da trenta euro.
Che oddio, io non mi posso permettere perché sono povera come la merda, però cosa mi fai tirar fuori tutti gli zaffiri e i rubini CHE SONO FASTIDIOSISSIMI DA RIMETTERE A POSTO, per poi prenderti una patacchina in argento?
Ma non è tutto, comunque è un suo diritto provare quello che vuole.
Il problema è che una volta pagato si ferma davanti alla cassa, guarda lo scontrino con una smorfia arcigna, e fa “dammi la calcolatrice, voglio vedere se mi avete davvero fatto lo sconto.

Signora.
Signora mia.
Io ho preso degli 1 in matematica, quindi probabilmente parliamo la stessa lingua.
Però se l’anello costava trenta euro
E lei ne ha pagati ventisette
E LO SCONTO ERA DEL DIECI PERCENTO
SECONDO LEI COSA ESATTAMENTE ABBIAMO SBAGLIATO?
MA POI COME, CHE LO FA DIRETTAMENTE LA CASSA?
MA POI (BIS) COSA CAZZO VUOI CHE TI METTI A METTERE IN DUBBIO LA NOSTRA ONESTA’ PER TRE EURO?
Niente, alla fine se ne va mica tanto convinta.
Io le avrei lanciato dietro una vetrina intera, per fortuna la stagista a cui ormai vogliamo tutti bene come se fosse nostra figlia mi ha placata.

Poi ho passato il resto della giornata a fare casini su casini e arrivata a casa volevo solo schiattare, ma questa è un’altra storia (che intitolerò “come essere licenziata in meno di tre giorni”).

Per quanto riguarda la mia miserabile salute regà è stato decretato che io rimanga in attesa di un’emorragia cerebrale prima di aprirmi, perché se mi aprono mi devono asportare quasi completamente il lobo frontale destro e io al mio lobetto sono affezionata, non me la sento di separarmene così presto. Anche perché sarebbe un intervento sconvolgentemente rischioso, quindi mi spiace aver rotto le balle a tutti con l’idea di un’operazione che non avverrà mai (spero).
Insomma, vado avanti a farmaci e preghiere che Anselmo decida di starsene tranquillo e non esplodere mai più, intanto lo controlliamo ogni tre mesi e se prova a cambiare forma o dimensione gli faccio un bel discorsetto a quello lì.

E voi miei cari spelacchiati come state? Giuro che stavolta risponderò a ognuno di voi, siete sempre meravigliosi con me e sono affezionata a voi e alle vostre avventure quindi aggiornatemi che ciciariamo un po’!
Hasta la pastaaaaaa

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Film Brutt: Lupo Vichingo, recensione

Buongiorno miei cari Spelacchiati, come state?
Io sono tornata in modalità zen. Vi aggiornerò sulle mie peripezie di salute in un altro momento però, questo post è un Film Brutt lunghissimo, spero di salvarvi dalla visione di questa cosa tremenda!
E’ il mio regalo pasquale per voi!

Oggi infatti torna a bombazza con un film che ho guardato con l’incredulità nei miei occhi marroncini perché non potevo credere a cotanta bruttezza messa su pellicola.
Ma partiamo dal titolo, che secondo me è da lì che parte il brutto.
Se non bisogna giudicare un libro dalla copertina è anche vero che il buongiorno si vede dal mattino, e ora che ho esaurito i modi di dire posso dirvi che qua non c’è neanche il buongiorno, qua si parte male e si finisce peggio.

Ora, immaginatevi di aver prodotto un film sui lupi mannari, un film in cui ‘sti cazzo di lupi (che poi è uno solo) siano tra noi umani perché due miliardi di anni fa un vichingo ha acchiappato un cucciolo e bla bla bla… Come lo chiamte ‘sto film?
Una cosa tipo “il terrore della foresta”? “L’ululato del mannaro”? “Attenti al cane”?
No
loro l’hanno chiamato “ Lupo Vichingo”
ma che cazzo di titolo è mai questo
ma perché mi devo ritrovare a guardare film di cui odio persino già solo il nome
lupo vichingo… ma vaffancul
o



Comunque.
Questa perla del 2022 (quindi recente, non so come possano aver usato una CGI così agghiacciante) si apre con un gruppo di Vichingi  -che sorpresa cazzo, avete capito perché si chiama così il film? Perché c’entrano dei Vichingi! Pazzesco, vado a lanciarmi dal balcone per la sorpresa- che invadono la Norvegia, saccheggiano di qua, depredano di là finché non giungono ad un’abbazia e trovano una stanza segreta in cui c’è ‘sto cazzo di cucciolo di lupo. A parte che è fatto male che peggio non credo si potesse, ma poi io dico sei un vichingo cattivo, hai distrutto tutto sul tuo percorso, trovi un cucciolo di lupo e non lo affetti con la sciabola? Ma disintegralo, no?
No, se lo portano in nave. Poi ovviamente quando la nave arriva a destinazione tutti gli energumeni a bordo sono muerti. Come abbia fatto la nave a tornare in patria non si sa. Okay.

Lupo Vichingo Recensione: i lupi del nord - Kaleidoverse

Thale è la nostra protagonista, che ovviamente è cretina come quasi tutte le protagoniste dei film horror, ma non solo è inutile al secolo ma è pure una piaga. E’ odiosa. Fin dal primo istante non si può non disprezzarla, anche perché nella prima scena c’è il compagno della madre che le dice “va che se vuoi chiamarmi papà… a me farebbe piacere…” e lei “ma tu non sei mio papà”. E se ne va.
Simpatica, vero? Da randellare così, come passatempo.

Capiamo che Thale oltre ad avere un nome particolarmente bruttino è nuova in città, si è trasferita da Oslo dopo che suo padre si è ammalato ed è deceduto, quindi lei è tutta astiosa e rancorosa verso la vita. Un po’ come me, quindi.
Tra lei e un compagno di scuola, Jonas, c’è del tenero e lui la invita sulla spiaggia ad una festa dove le presenta i suoi amici.

Uno di loro le chiede cosa sia successo ad Oslo, da dove si è trasferita, perché hanno sentito dire che lei si drogasse,E SENZA ALCUN MOTIVO COMPRENSIBILE AL GENERE UMANO LEI RISPONDE “HO COMMESSO UN OMICIDIO!”
… Ma sei normale? Ti chiederei se ti droghi ma sappiamo già che la risposta è sì, il che effettivamente spiega un po’ di cose.
Quando si allontana per cercare Jonas uno degli amici le fa “vai a commettere un altro omicidio?”
E LEI COSA RISPONDE, DALL’ALTO DEL SUO SOTTILE ED ARGUTO SENSO DELL’UMORISMO, DELLA SUA SAGACIA?
Lo guarda negli occhi e fa “Ucciderò te”.
Ora.
Io non è che voglia sempre far polemica su tutto, però… Io ho un coso nel cervello e vi assicuro che nemmeno a me capita di avere conversazioni così imbecilli e senza capo né coda.
Ma anche perché se una mi risponde così la mando a fare in chiul in tempo record, ma che diamine.

Passano seicento ore e visto che Jonas non si trova da nessuna parte Thale lo va a cercare e lo trova a parlare vicino al bosco con un’altra tizia; un attimo dopo quei due vengono attaccati da qualcosa di mostruoso che non ci è dato vedere per ora; la ragazza viene trascinata nella foresta urlante, Thale viene morsa alla spalla, e Jonas boh, non si capisce, è solo coperto di sangue.

Lupo vichingo: Film horror Netflix, lupo mannaro, trama- The Wom


Il tempo va, passano le oreeee e finalmente faremo l’amoreeeee
Ah no scusate, ho sbagliato, mi sono lasciata prendere dall’Alex Britti.
Dicevo, dopo qualche giorno viene ritrovato il corpo della ragazza che era stata trascinata nel bosco; è stata mezza sbranata da qualcosa di misterioso e hanno trovato un artiglio gigante su un tronco; insomma pensano ci sia un grosso lupo nei dintorni e già si mettolo a lucidare i fucili per andare a farsi una pelliccia.
Intanto Liv, la madre di Thale nonchè unico personaggio sensato interpretato per di più da una persona che sa recitare, si rivolge al più grande esperto di predatori della Norvegia, che apparentemente ha circa trent’anni.
A circa trent’anni ovunque nel mondo sei un disoccupato che fa lavoretti a caso pur di sopravvivere e probabilmente abiti ancora con tua madre, oppure stai studiando e facendo master qua e là come se non ci fosse un domani… ma lui no, lui ha sei lauree e uno studio veterinario tutto suo, ‘sto espertone che decide di aiutarla a capire cosa si nasconda nel boschetto norvegese.

Nel frattempo pure un vecchio senza un braccio va a parlare con Liv per dirle che chiaramente la cosa che sta gironzolando nei boschi con carne di ragazzina nello stomaco è un lupo mannaro.
Ma non è che le spiega cose, cerca di convincerla, nada de nada: va li, le dice “è sicuramente un mannaro!”, le da un po’ di proiettili d’argento e se ne va.
Uno. Più. Sciroccato. Dell’. Altro.

Va beh cerchiamo di arrivare alla parte saliente e salata di ‘sto coso che mi sto rompendo le balle da sola a scriverci su, figuriamoci voi a leggerci (giù). Mamma mia che simpatica che sono, lo so, lo so. Vi ricordo che ho un problema al cervello, quindi ogni mia battuta di dubbio gusto è giustificata.

Inizia la caccia al lupoide.
La madre di Thale prende parte alla battuta di caccia e ovviamente come in ogni film brutto la gente si divide senza alcuna ragione; un attimo dopo due dei cacciatori vengono raggiunti da questo coso schiattano.
Liv nel frattempo è entrata da sola in una grotta e ha trovato la tana del bestione, che guarda caso torna casa in quel momento.

Lupo vichingo, nuovo horror su Netflix - LetteraturaHorror.it

ORA
QUALCUNO MI DIA UN SEDATIVO
IO MI RIBALTO COME UNA TARTARUGA
MA IO COSA POSSO DIRE DI QUESTA CGI
COSA DEVO DIRE

FILM DEL 2022 CON UN LUPO FATTO COSI’, DEVO DAVVERO COMMENTARE? MA IO VI RICORDO CHE NEL 2001 USCIVA HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE, CHE ERA FIGLIO DEI SUOI TEMPI MA C’ERA UN CANE A TRE TESTE CHE A CONFRONTO ERA SPETTACOLARMENTE REALISTICO.
NEL 2001 USCIVA IL SIGNORE DEGLI ANELLI, PER DIOOOOOOO!

MA COS’E’ QUEL MUSO FATTO COSì, MA QUESTO SAREBBE IL SEGUGIO INFERNALE!?

CHE POI ANDREBBE ANCHE BENE SE FOSSE UN FILM DI UN CERTO TIPO, MA QUESTO VUOLE SPACCIARSI PER UN FILM REALISTICO PORCA DI QUELLA VACCHISSIMAAAA NON CE LA FACCIO RAGAZZI QUALCUNO MI FERMI

AVRANNO ANCHE SPESO UN SACCO DI SOLDI PER QUELLA ROBA Lì A NESSUNO E’ VENUTO IN MENTE DI DIRE CHE FA SCHIFO?!?

Scusate, mi calmo.
Dicevamo, con calma e pacatezza: mi sembra doveroso specificare che gli effetti speciali usati per codesta scena possano lasciare a desiderare un pubblico abituato ormai ad assistere ad altri tipi di immagini generate con la computer grafica (da lì, CGI).

Ma andiamo comunque oltre perché io mica getto la spugna davanti a un lupo fatto male, no? Devo capire perché quella deficiente di Thale non va in farmacia a farsi prescrivere un antibiotico per il morso sulla spalla che chiaramente si sta infettando, per esempio. Signorina lo sanno tutti che se si viene morsi da un cane randagio si va a fare dritti filati l’antirabbica TU SEI STATA MORSA DA NON SAI NEANCHE COSA E TI TIENI LA SPALLA SMACIULLATA, MA CHI MAI FAREBBE COSI PER TUTTI I BABBUINI DEL MONDO!?
Io se mi parte una pellicina da un dito mi faccio ricoverare sei mesi, questa ha una spalla che cade a pezzi, allucinazioni, super sensi e se ne sbatte le natiche a tempo di musica.

Intanto sua madre, che è l’unico personaggio decente in questa marmaglia, è l’unica che fa qualcosa per capire che diamine stia succedendo; va dal giovanissimo veterinario super espertone di predatori e lui fa “eh ho chiesto altri pareri e l’unica spiegazione è che si tratti di un licantropo… però non esistono.”
… E QUINDI!?!?! MA CHE CAZZO DI FRASE E’? E POI STA Lì A FISSARE LIV COME UN CITRULLO
MA COSA MI STA A SIGNIFICARE
MENO MALE CHE SEI L’ESPERTONE ESPERTISSIMO, MA LO VEDI CHE AVEVO RAGIONE IO E SEI TROPPO GIOVANE PER STARE AL MONDO?!

Va beh finalmente succede quello che abbiamo capito sarebbe successo circa alla seconda scena del film, ovvero Jonas e Thale sono in giro insieme (ma uno è un ameba e l’altra è cretina, come diamine fanno a voler uscire l’uno con l’altro? Ma chi in generale vorrebbe uscire con Jonas, che non ha una personalità ed è un personaggio assolutamente inutile? Giuro avrà cinque battute in tutto il film, e nessuna di quelle cinque ha una profondità superiore a quella di una pozzanghera alta un millimetro)e finalmente in cielo appare la luna piena: Thale si trasforma in lupo e sventra Jonas.
Ho quasi esultato.
Poi mi sono ricordata che con quella CGI non era possibile esultare nemmeno per la morte di quel mollusco.
Comunque Spelacchiati mai provata così poca empatia ed emozione in una scena di smaciullamenti, giuro. Niente. Me ne fregava meno di zero, volevo solo che finisse, come il mio turno quando sono a lavoro.

Da qui in poi scatta il delirio più totale e assoluto; un medico stacca direttamente l’ossigeno a cui è attaccato un poliziotto che era stato morso, così, brutalmente. Cioè non è che magari si poteva rinchiudere da qualche parte e studiare una cura, vero? Sarebbe stato troppo intelligente da fare.
Thale si sveglia coperta di sangue, capisce che cos’è successo e non è che pure lei fa qualcosa di vagamente sensato tipo chiedere aiuto, figuriamoci: lei sale su una corriera e tempo mezzo minuto STERMINA TUTTI I PASSEGGERI.
Dopodichè scappa, va a casa sua dove c’è la sorellina sordomuta, c’è la scena di questo lupo veramente brutto che arriva a mezzo metro dalla bambina ma la riconosce e non la ammazza, arriva il compagno della madre che spacca una lampada e la usa per dare la scossa al lupo -non sono una scienziata ma ho la vaga sensazione che non funzioni esattamente così- prende la bambina e scappano; ovviamente essendo uno più scemo dell’altro si schianta con la macchina vicino a un pub, Thale Lupoida arriva e SBRANA TUTTI INDISTINTAMENTE, UNA CARNEFICINA, AMMAZZA TIPO VENTI PERSONE E NE FERISCE SEICENTO, poi se ne magnasse una almeno… E’ proprio furia omicida assolutamente insensata. Sembra me quando apro un ovetto Kinder di quelli con le sorprese Funko Pop di Harry Potter e mi esce un doppione, stesso livello di sclero.

Mi ha fatto anche pensare che in effetti è quello che farei io coi clienti in gioielleria, sbranarli uno dopo l’altro dopo ogni lamentela, domanda stupida o risposta del cazzo.

Altra scena della sorellina di Thale che le si avvicina e Thale di nuovo non la attacca -ma sì, ripetiamo la stessa scena settanta volte in un film, che male c’è- ma dopo un po’ arrivano la madre e il veterinario armati di sedativi; Thale sclera e cerca di magnarsi tutti –perché sua sorella non la ammazzerebbe mai ma a masticare sua mamma non ci pensa due volte– e finalmente ‘sto cazzo di lupo viene sedato.

Lupo Vichingo Recensione: un horror senza stimoli su Netflix
CIOE MA LO VEDETE CHE NON MI INVENTO LE COSE E LE SCENE SI RIPETONO? MA DEVO AGGIUNGERE ALTRO? NON CREDO.

Finale: la mamma di Thale va in ospedale dove lei sottoforma di lupo è tenuta sedata e dopo averle dato un bacio acchiappa la pistola, la carica col proiettile d’argento e… Niente, cambio scena, c’è Liv che torna a casa e appoggia sul comodino un proiettile d’argento.

FINE
GRAZIE A QUALUNQUE DIVINITA’ ESISTENTE STA TORTURA E’ FINITA

Allora.
Io lo dico.
Se fanno un sequel mi metto a correre per tutte le strade urlando. Non so cosa urlerò, ma urlerò.
Perché non è possibile che uno perda un’ora e mezza del suo tempo per guardare questa cosa, non oso immaginare chi sia andato al cinema come ci sia rimasto. Però devo dire che se sei così pisquano da decidere volontariamente di pagare il biglietto per un film che si chiama “Lupo Vichingo” un po’ te lo meriti.

Vi giuro che sono in difficoltà a dire qualcosa di positivo su questo film: non fa paura, non fa impressione, non è splatter, non è horror, NON E’ NIENTE
UN PO’ COME BALTO: NON E’ CANE E NON E’ LUPO, SA SOLTANTO QUELLO CHE NON E’
(Se non riconoscete la citazione ci potrei rimanere molto male)
E’ noioso, tedioso, fastidioso, guardi le scene susseguirsi senza provare nulla se non enorme fastidio perché potresti essere da un’altra parte a ingozzarti di Nutella.

Unica nota positiva in tutto ciò: la recitazione della mamma di Thale, Liv, che sembrava sempre più affranta e sconvolta di scena in scena. Brava. Mi è piaciuta. Signora, non si arrenda che arriveranno giorni migliori per la sua carriera.

Regà non so cosa dire, questo film mi ha abbastanza basita.
Non ha senso.
E questa CGI mi ha fatto partire un embolo.

Sono stremata, davvero.
Spero che voi stiate bene, spelacchiatini miei adorati, vi auguro una buona Pasqua! Ingozzatevi come se non ci fosse un domani, mi raccomando!
Hasta l’uovo di Pasquaaaaa!

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Ciance sparse: novità mediche e addii difficili

Buonasera miei piccoli Spelacchiati, come state?
Come si suol dire “l’erba cattiva non muore mai” e di fatti io sono ancora qui.
Sono state altre giornate veramente difficili, per non dire impossibili.
Vi avviso, è un articolo scritto di getto, ci sono temi un po’ delicati, spero di non turbare nessuno.

Partiamo con le cose più facili di cui parlare, il che è tutto dire: come sta Anselmo?
Beh, Anselmo se la passa bene nel mio cervellino, è in un luogo piccolo e disabitato da neuroni quindi non ha vicini fastidiosi. Ho passato una settimana all’ospedale neurologico Carlo Besta a Milano perché prima di aprirmi vogliono capire bene cosa stia accadendo nella mia scatoletta cranica.
Secondo me non succede molto visto quanto io sia cretina, eppure qualcosa di stranoa accade.
Per chi non lo sapesse, tipo me prima di una settimana fa, le crisi epilettiche hanno due punti di origine: uno è fisico e l’altro è elettrico.
In genere sti due puntini di merda coincidono, nel mio caso ovviamente no perché sia mai rendermi qualcosa piu facile del necessario…

Dunque ora devono capire se possono operarmi, in quanto dovrebbero acciuffare Anselmo e sfrattarlo, rimuovere la parte intorno ad Anselmo che è rimasta lesionata ed è il punto di origine fisica delle crisi, e poi dovrebbero scavare nel mio cervellino fino a raggiungere l’altro punto che è più indietro e più in profondità. Sto stronzo.
Quindi non si sa se e come potrebbero operare, sicuramente l’intervento è di una complessità decisamente maggiore e i rischi.
Se invece si opta per togliermi solo Anselmo di dosso mi resterebbero le crisi epilettiche, che a quanto pare sono quasi sicuramente farmaco resistenti.
Insomma, tutto alla grande.

Ma la cosa peggiore è un’altra. Una cosa a cui non posso ancora credere, non può essere successo.
Mentre ero ricoverata il mio cane, la mia Wendy, una meravigliosa golden retriever di undici anni, è stata male; i miei genitori non mi hanno voluto dire quanto male per non agitarmi visto che ero legata ad un letto attaccata a dei macchinari.
Il giorno in cui sono tornata a casa ho capito che proprio quella notte era stata molto male, tanto da non reggersi in piedi, ed era ancora dalla veterinaria; saremmo dovuti andarla a prendere da lì a un paio d’ore, e il giorno dopo avrebbe dovuto fare una risonanza magnetica.
I miei genitori sono usciti per andare a prenderla, io mi sono fatta una doccia perché dopo una settimana in cui avevo elettrodi attaccati in testa e non potevo farmi il bagno mi sentivo come se avessi la rogna.
Dopo un po’ mi suona il telefono.
Mia mamma.
“Sara… Se vuoi venire a salutare Wendy ti vengo a prendere.”
Non ho mai perso il controllo come in quel momento, ho cominciato a piangere ed urlare, non era possibile, non stava succedendo, non in quel momento, non così.

Arrivo nella stanza della veterinaria. La mia Wendy è lì, alza la testa quando entriamo ma non è la mia Wendy… Ha le pupille dilatate, non si regge in piedi, non risponde agli stimoli. Credo mi abbia riconosciuta mentre mi avvicinavo tremante.
Non ho pianto mentre ero con lei, l’ho accarezzata, le ho dato un bacio, le ho detto tante cose belle. Volevo che fosse un momento tranquillo. Volevo che sapesse che ero lì.
La veterinaria ha chiesto se volessimo uscire ma non mi sarei mossa da li neanche sotto minaccia, quindi sono rimasta accanto alla mia Wendy mentre le faceva la prima puntura. Si è addormentata tra le mie braccia. Le ha fatto la seconda puntura. Non mi dimenticherò mai quel momento. 

Ora vivo in un mondo parallelo in cui torno a casa e non c’è la mia musona ad aspettarmi e scodinzolare pigramente perché sta troppo bene a dormire sul suo cuscino gigante.
Mangio e non ci sono i suoi occhioni a fissarmi.
Vado a dormire e non le do un bacio sulla fronte come al solito.
Sono frastornata, non so cosa stia succedendo, dov’è la mia cagnolona? Dov’è Wendy? Perché non è qui?
La mattina dopo la sua eutanasia sono scesa in sala alle cinque di mattina, dovevo vedere se c’era o se era stato un brutto sogno. Non c’era.

Non so cosa dire ragazzi, è tutto estremamente difficile ora.
Ho ricominciato a lavorare, di nuovo, ma mi sento una totale imbecille; mi sembra di non saper fare più niente, neanche gli scontrini.
Non so quanto durerà questo periodo di lutto, non so come gestirlo quindi lascio solo che passi il tempo.

Vi lascio una carrellata di foto che ho messo su instagram, l’ho definito “vita in reparto”, spero vi facciano in qualche modo sorridere.

Vi mando un abbraccio enorme, gigantesco, un abbraccio colossale, perché quando sono triste e quando ero in ospedale leggevo i vostri commenti e sorridevo.
Giuro che tornerò ad essere scema come una biglia su questo blog, mi serve solo ancora un po’ di tempo.

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Ciance sparse: aggiornamenti vari ed eventuali di una persona strampalata

Buonasera miei amati Spelacchiati, come state?

La vostra pelliccetta per l’inverno sta crescendo rigogliosa e intoccata dalle cerette? La mia sì, ormai sono a metà tra un essere umano ed un orso bruno. Il massimo che estirpo sono i baffetti, che se non lo facessi diventerebbero baffoni da texano. 

Ahhhh che periodino. 

Cominciamo dalle note dolenti, così ce le leviamo.

Dopo peripezie che nemmeno al Cirque du Soleil sono riuscita a fare risonanza magnetica e tac, per ora ho avuto i referti della prima e… Meh.

Oltre ad Anselmo, il mio cavernoma (che sarebbe un tumore benigno nel cervello, per chi si fosse sintonizzato ora su questo blog) sono comparse due “anomalie” satelliti ad Anselmo. Mi sa che si sentiva solo.

Queste anomalie a quanto pare irrorano Anselmo, il che rende l’intervento chirurgico assolutamente necessario e in tempi più rapidi di quanto si pensasse.

Sono come una bomba a orologeria, il mio cervellino microscopico potrebbe esplodere in qualsiasi momento.

Come mi fa sentire tutto ciò? 

‘Nammerda. Detto in maniera più elegante: malino.

Ho passato i primi due giorni dopo la scoperta di queste novità in uno stato di mutismo, non avevo voglia di parlare con nessuno. In alcuni momenti, quando non riesco ad impedirmelo, mi immagino come sarà la notte prima dell’intervento, come starà la mia famiglia, il Batterino, come si sentiranno tutti mentre io sarò sotto i ferri. 

Mi immagino come mi sentirò io mentre mi porteranno in sala operatoria pronti ad usare l’apriscatole sulla mia capoccia pelosa.

Mi immagino cosa potrebbe succedere a chi mi vuole bene se l’operazione dovesse andare estremamente male, o anche solo malino e invece di schiattare mi ritrovassi con dei deficit da gestire.

Insomma, non sto alla grande, ma nemmeno alla piccola.

Sto, e questo basta.

A lavoro intanto ho sviluppato una capacità incredibile: quella di dire frasi come “ma non si preoccupi signora, nessun disturbo, ci mancherebbe!” con tanto di sorriso a trentadue denti dopo che un cliente mi fa tirar fuori tutto il negozio e poi non compra un cazzo.

Credo sia un’abilità invidiabile, sto imparando a mentire in maniera straordinaria.

Ma no, ma ovvio che non saltano via le pietre da questo anello!” ma io che cazzo ne so?

Ma certo, il vetro è infrangibile, sti orologi li lanciano dagli arei in volo per fare i test d’urto e non si rompono” ma io che cazzo ne so pt.2.

guardi, io di questi bracciali ne ho presi dodici come regalo per tutte le mie amiche!” ma quanto non è vero, fanno cagare, devo venderteli perché se no i boss mi tagliano la gola ma non li regalerei nemmeno a Putin, che nella mia personale lista di persone che meritano regali brutti è secondo solo a mia zia.

Però a quanto pare non faccio proprio schifo a vendere, che è l’unico motivo per cui non mi hanno ancora licenziata visto che non so fare NIENTE di tutto il resto.

Caricare merce? Cosa vuol dire?

Preparare una spedizione? Ma che vuol dire? Punitiva? Chi dobbiamo far fuori?

Mandare in riparazione qualcosa? Ma perché chiedi a me?

Ritirare oro usato? Mah, io lo ritirerei nel cassetto del comodino signora, non è quello che intende lei?

Insomma, faccio pena sotto ogni altro punto di vista, però essendo io un esserino subdolo e malvagio ho comprato l’affetto delle mie colleghe portando caffè e cannoncini ogni giorno (spendendo tutto lo stipendio così) e ora  sembra quasi che mi vogliano bene. Non so come sia possibile. Forse sono più pazze di me.

Col Batterino ora va tutto alla grande, ma abbiamo avuto due litigate furibonde nel giro di dieci giorni. Ma due litigate veramente tremende, mai successo in due anni di litigare così. A un certo punto lui ha preso ed è uscito di casa sbattendo la porta… Ho sempre pensato di essere insopportabile ma non pensavo fino a questo punto.

Queste due sfuriate atomiche però sembrano averci fatto stranamente bene, abbiamo parlato tantissimo, ci siamo confrontati su diversi punti che traballavano e ora siamo in pace e più affiatati di prima, cosa che non ritenevo possibile.

E voi, miei cari, come state? Cosa sta succedendo nelle vostre vitine? Narratemi, sfogatevi, raccontate quello che vi va!

Hasta la pasta

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Sfoghi un po’ sconclusionati di una vita spelacchiata, riassumibili in “pensavo bastasse piangere”.

Avete presente “l’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente”?
Ecco, stamattina credo che le mie urla abbiano terrorizzato pure i pianeti vicini al nostro.
No perché non so se capite lo stato di isteria in cui riverso, ma vi lascio immaginare la morte nel cuore con cui stamattina sono andata a TENTARE di prenotare le mie visite.
Al “Signorina, la prima data disponibile è marzo duemilavetitrè” credo di aver cacciato un urlo così acuto che ho stordito uno stormo di pipistrelli, poi mi sono accasciata al suolo e ho pensato “Regina Elisabetta metti il tè in infusione: arrivo.
Alla fine regà con manovre che neanche il timoniere del Titanic ha messo in atto sono riuscita a impietosire l’addetta alle prenotazioni che mi ha trovato una data entro fine anno per sta cazzo di risonanza. E allora mi chiedo MA PERCHE’ SE IN QUEST’ORDINE IO: TI MINACCIO, TI IMPLORO, TI COMPRO SETTE CAVALLI DA CORSA TU RIESCI A TROVARMI UNA DATA QUASI UMANA E ALTRIMENTI MI DOVEVO ATTACCARE AL CAZZO?
No così, chiedo.
Curiosità personale.

Parlando di cose più intelligenti, non so come sia possibile ma a lavoro mi hanno offerto un contratto a tempo determinato, quindi di fatto una promozione.

Quando mi ha chiamata la capa la mia prima risposta è stata “…ma sei sicura che volevi fare il mio numero?Cioè, stai parlando con Sara, magari avevi in mente qualcun altro

Lei ha confermato che era proprio con me che voleva parlare, quindi la mia seconda risposta è stata “non è che hai picchiato forte forte la testa? Va che me ne intendo, anche io deliravo quando ho avuto l’emorragia, forse dovresti farti controllare…

Non so perché lei abbia riso, poi mi ha spiegato per bene l’offerta e la mia terza risposta è stata “MA SEI PAZZA LO SAI CHE NON SO FARE UN CAZZO IN NEGOZIO CHE COS’E’ UNA COLLANA NON HO MAI VISTO UN ANELLO COME FUNZIONANO I SOLDI NON MI LASCIATE DA SOLA VI PREGO AIUTOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOO

E niente, alla fine ho accettato e da novembre vivrò col terrore di fare minchiate.
Cioè, quelle le faccio sempre a priori, ora intendo proprio cose che potrebbero farmi finire in gattabuia tipo perdere una collana d’oro che un cliente mi lascia in riparazione, cosa successa realmente non a me ma a una collega.

Per dire.
In caso io mi sparo, altro che Anselmo e operazioni varie.

Intanto sto scoprendo gioie e dolori di essere una persona pazza in coppia.
No perché cosa comporti essere pazza in regime di singleitudine lo so bene, in coppia è tutto diverso. Cioè, ci rendiamo conto che esiste un’altra persona CHE NON E’ CAPACE DI LEGGERMI NEL PENSIERO E CHE QUINDI DOVREI COMUNICARE CON LUI?

Lo so, assurdo.
Cioè è come se si pretendesse che io spieghi al Batterino come mi sento e perché, capite? Assurdo.
Io pensavo bastasse piangere.
Sempre.
Nel mio mondo non importa cosa succeda, quale sia il problema, se io voglio sfilargli la spina dorsale dal naso e usarla per frustrarlo o se io pensi che mi stia per lasciare per la vicina di casa sua -ragguardevole donna di centosette anni, molto simile ad uno pterodattilo-, io piango.

Mi chiama urlando perché ho lasciato il gas acceso e tutto il palazzo ha preso fuoco e sono morti tutti tranne la vecchia pterodattila che è volata via dalla finestra? Io piango.

Mi dice che suonerà al bar con una cantante donna, nonchè sua sorella? Io piango.

Mi chiede di lavare i piatti? Io piango.

E INVECE STO SCOPRENDO CHE NON VA BENE, CHE NON POSSO RISOLVERE LE COSE COSì PERCHE’ FINISCO SOLO PER INACIDIRMI COME UN ACINO D’UVA UN PO’ RATTRAPPITO! CIOE’ MI STO RAGGRINZENDO, CAPITE?!

Cioè per la prima volta nella mia vita sento di provare qualcosa di simile al rancore per cose su cui ho sorvolato, e ora non so come gestirmi. Ci sono rimasta male per due cose negli ultimi mesi e quel povero tonto non ne ha la minima idea. Che poi come cazzo fa a non rendersi conto che quello che ha detto mi ha devastato l’anima non lo so, però dovrei chiaramente essere io a comunicare in modo efficiente e non lagnoso il mio malcontento.

Cioè, quando sono da sola piango, quando sono con lui faccio finta di niente però in realtà vorrei che mi leggesse nel pensiero e capisse che ho dei turbamenti, e il fatto che non lo capisce mi rende ancora più rancorosa e poi torno a casa e piango e poi faccio finta di niente quando lo vedo ED E’ TUTTO UN CIRCOLO VIZIOSO SIGNORA PTERODATTILO MI AIUTI PER L’AMOR DI DIOOOOOOOOOOOOO MI PRENDA E CON LE SUE POSSENTI ALI E MI PORTI IN GUATEMALA LA PREGOOOOOOO

Hasta la pasta. 

Raccontatemi tutto quello che volete, io spero che la vostra vita stia andando alla grande scusate se non rispondo a tutti i commenti ma sono semplicemente cretina, vi voglio molto bene.

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Ciance Sparse: Gita a Villa Pallavicino

Ahhhhhhh fa caldo.
Una zanzara mi ha punta sulla punta dell’indice. Scusate la ripetizione di parole ma questa cosa mi ha innervosita così tanto che sto sragionando, sto considerando l’idea di tagliarmi una falange.
Ma zanzara infame figlia di malandrina, ma io dico, pungimi in un posto normale no? Già devi scassare o’razz, almeno fallo come le altre e punzecchiami un braccio, una gamba, cosa vai sulla punta dell’indice?

Oggi vorrei non lamentarmi di niente, quindi vi faccio vedere qualcuna delle foto che ho fatto al parco di Villa Pallavicino, un bellissimo parco faunistico che si trova a Stresa, così magari se non sapete cosa fare e siete nei dintorni vi ispiro a fare una gitarella che personalmente ho trovato molto carina.

Piccola nota di colore: Il Batterino ha passato più o meno bestemmiando pensando che non avrebbe mai trovato parcheggio da nessuna parte e che avrebbe dovuto mollarmi all’entrata del parco per poi andare a cercare parcheggio. Beh, regà, non è così OVVIAMENTE, proprio di fronte al parco c’è un parcheggio proprio per i visitatori, quindi Batterino porca di quella vacca rilassati che se no ti metto il valium nel caffè. Anzi, lo polverizzo e lo spargo sulle pelli della batteria così ogni volta che ci batte una bacchettata inala un po’ di calmante.

La cosa ovviamente più carina per me che ho la maturità di una capra è la zona fattoria, dove ci sono daini, caprette, lama, alpaca in totale libertà che puoi inseguire per braccarli in un angolo e coccolarli quanto vuoi. Cioè, io ho fatto così, altri si limitavano ad avvicinarsi cautamente e dare qualche carezzina alle capocce pelose e cornute.

Un’altra cosa bellissima di questo posto è che ospita solo animali che a causa di incidenti o di una vita passata in cattività non possono essere re-immessi in natura perché non sopravviverebbero. Quindi c’è una meravigliosa aquila che è stata trovata con una spalla da operare e ora è incapace di volare, una volpe a cui hanno dovuto amputare una zampa in seguito ad un incidente, una giovanissima volpe abbandonata dalla madre quando era piccolissima… Tutti loro non avrebbero speranze, da soli. Altri invece giungono da zoo, ovviamente anche loro impossibili di re-immettere in natura.

Davanti a tantissime gabbie poi troverete dei fiocchetti rosa o azzurri: sono nati dei piccoli! Noi abbiamo visto una piccola zebra, un gufo reale di dieci mesi, qualche capretta minuscola e sicuramente mi sto dimenticando qualcosa!

Il parco è di una bellezza incredibile, ci sono alberi giganteschi di specie molto particolari, i fiori sono di una bellezza disarmante e tutto è così curato e così bello che ci avrei passato le ore, lì a girovagare nel verde.

Insomma questa è stata la mia giornata fuori porta col Batterino. Avevamo entrambi bisogno di staccare un attimo da tutto anche solo per un pomeriggio, e ci ha aiutati a rimetterci un attimo in carreggiata. Io mi stavo lasciando prendere dalla rabbia, dallo sconforto e dal senso di colpa che provo perché il mio problema -il fatto che verrò operata al cervello- sembra fagocitare tutto, come se gli altri non avessero più problemi perché io ne ho uno importante. Questo mi turba molto.
Il Batterino invece ha avuto degli impegni lavorativi belli tosti che lo hanno assorbito e stressato tantissimo, e ovviamente essendo entrambi sclerati l’atmosfera tra di noi non era la solita.
Ora abbiamo parlato, ci siamo confrontati, io ovviamente ho pianto perché è la mia reazione naturale a qualunque cosa in questo periodo, e devo dire che ora siamo ancora più cretini ed uniti. Sicuramente mi attendono mesi un po’ complessi: il Batterino a Settembre inizierà un lavoro molto fico che lo impegnerà tantissimo, io avendo cominciato a lavorare avrò turni bizzarri quindi dovremmo fare un tetris di impegni per vederci, insomma vedremo come vivrò io questo tipo di situazioni.

Bon, per oggi ho finito. Voi come state? Siete riusciti a farvi almeno una gitarella da qualche parte? Siete già tornati a sgobbare?
Narratemi tutto, che stasera sono un po’ giù di morale e voi siete bravissimi a tirarmi su. Vi voglio molto bene.
Hasta la pasta!