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Pensieri spelacchiati

Un piccolo giro nel mio mondo spelacchiato.

Tag: panico

Pubblicato in: depressione, Senza categoria

Depressione e dintorni: attacchi di panico

Pubblicato il 11 dicembre 2021 da Sara

*Sospira come un rinoceronte particolarmente infastidito*

Buonasera miei amati spelacchiati, come state?
Io in questo momento sono piuttosto turbata, dunque vi tocca uno dei miei post sull’argomento meno piacevole del mondo.

Mi piacerebbe poter dire che passare del tempo con me significa avere costantemente una presenza idiotica accanto, che fa battute, che è piacevole, che corre da una parte all’altra della casa urlando “viaaa” senza alcuna ragione se non pura idiozia, e invece oltre ad un ammasso di stupidità sono anche altro, e avere a che fare con me può essere estremamente pesante. Probabilmente dovrei stanziare uno stipendio per chi ha voglia di accollarsi me a trecentosessanta gradi.

Ieri sera Mr Batterino ha suonato in un locale super carino, serata divertente, musica meravigliosa, compagnia di una carineria incredibile; cena a base di hamburgerazzo e birrazza, chiacchiere a profusione, insomma tutto molto bello finché io e il mio Batterino non ce ne andiamo.

Macchina.
Io comincio ad avere la mano destra che formicola e il respiro affannato.
“Okay, distraiti, non ti sta venendo un attacco di panico e anche se fosse non succede niente, fai finta di nulla, respira, va tutto bene, okay il braccio comincia ad irrigidirsi e fare male ma non importa, non c’è bisogno di dire niente a Mr Batterino lascialo rivivere la serata serenamente, mmh okay ora formicola anche la lingua e ti sembra di non prendere abbastanza aria, come se i polmoni non si gonfiassero minimamente, ma l’hai già vissuto mille volte, non è niente…”

Morale della favola: mezz’ora di me che mi contorcevo sul sedile annaspando e ficcando la testa fuori dal finestrino perché mi mancava l’aria, avevo il braccio destro completamente bloccato con un dolore assurdo, e il povero Mr Batterino che non sapeva cosa fare per aiutarmi.

Il problema è che non c’è niente da fare, non si può aiutarmi in quei momenti. Deve passare, anche se il tempo sembra dilatarsi in maniera molto crudele in quei momenti.

Per ogni persona l’attacco di panico è diverso, io vi posso dire quello che succede a me per darvi un’idea:

  • sensazione di non riuscire ad inspirare abbastanza aria
  • sensazione di non riuscire a buttar fuori abbastanza aria
  • tremore e spasmi, specialmente alle gambe
  • formicolio agli arti
  • dolore allucinante al braccio destro che è come se si irrigidisse completamente dalla spalla alla mano, tanto che non riesco nemmeno a muovere le dita
  • formicolio alla lingua, come se anche quella fosse rigida e immobile e tentasse di soffocarmi
  • sensazione piuttosto spaventosa di “ora svengo/muoio/non so cosa stia per succedere”
  • totale sentimento di incontrollo della situazione

Anche la durata degli attacchi di panico varia di volta in volta e da persona a persona; per quanto mi riguarda possono durare dai venti minuti all’ora e mezza.
Per fortuna ieri è stato abbastanza breve, una mezz’ora di delirio con il povero Mr Batterino che mi chiedeva cosa fare e io che faticavo a parlare per dirgli che bisognava solo aspettare.
Temo di averlo spaventato un po’, ieri sera.

Come mi sento adesso?
Una merda.

Gli attacchi di panico mi lasciano sempre spossata ed esausta per parecchie ore, e a questo si stanno aggiungendo tutti i pensieri possibili e immaginabili.
Non è giusto che Mr Batterino debba accollarsi anche questo, oltre a tutti i miei difetti da essere umano; mi sembra quasi di averlo ingannato non facendogli vedere fin dal primo appuntamento cosa avrebbe significato, a volte, stare con me.

Mi sentivo allo stesso modo quando capitavano questi episodi ed ero con i miei amici e familiari; mi sento semplicemente in colpa e vorrei poter fare in modo che la mia pazzia non si ripercuota sugli altri ma solo su me stessa.

In quei momenti poi l’idea che qualcuno sia intorno a me e mi stia prestando attenzione e preoccupazione non fa che aumentare il mio disagio, come ogni problema nella mia vita vorrei poterlo affrontare e gestire da sola, ma non è possibile. Quindi che fare?
Niente, se non proseguire con la terapia e i farmaci, cercando di capire cosa inneschi questi meccanismi piuttosto spaventosi.

Questo post non ha particolarmente senso, volevo provare a descrivere un attacco di panico tipo mentre ancora ne sento gli strascichi.
Spero che il vostro weekend stia andando molto meglio del mio, come sempre avete carta bianca nei commenti e leggervi mi fa sempre sentire meno sola e meno pazza.
(Sì, lo so, devo smetterla di usare il termine “pazza” per descrivermi, ma è l’unico che mi sembra appropriato e calzante. Accetto suggerimenti di sinonimi, così la mia psicologa è contenta!)

Hasta la pasta, vi voglio sempre molto bene regà

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