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Ciance sparse: dialoghi andati più o meno così

Per la cronaca “Sara ma la pianti di stare male” oggi aggiungo un post in cui ciarlo. Mi avete detto che vi piacciono i post di Ciance Sparse e io ho molto da ciarlare, ho anni di idiozie e racconti vari da esternare in qualche modo!

“Pronto, Mammina…”

“Oh cazzo Sara, quando cominci così… Aspetta che mi sieda.”

“Sì, forse è meglio. Madre mia, straordinaria donna che mi ha donato la vita, essere umano meraviglioso… Mi urge il tuo aiuto.”

“Per cosa, di grazia?”

“Ehm… Mi sono fatta male. Non sto morendo, stai tranquilla, so che da due anni a ‘sta parte se dico che mi sono fatta male parte una chiamata al centodiciotto e una a Lourdes. Questo è un un male minore, una bazeccola.”

“Dimmi, che mi sta venendo la tachicardia e sono dalla parrucchiera.”

“Il cane mi ha bucato il dito.”

“Eh?”

“Il cane… Sai, la nostra mostriciattola tutta baffi di ventisette chili? Ecco… Stavamo giocando, io mi sono lasciata un po’ trascinare e praticamente stavamo facendo wrestling in giardino, le ho fatto una presa a tenaglia con ribaltamento carpiato di cui vado piuttosto fiera. E lei si è lasciata prendere la mano. Cioè, ha preso la mia di mano. Ho un buco. Nel dito. Cioè, nell’unghia. Mi ha trapassata.”

“Ma tu sei deficiente, ma quella ha dieci mesi e tu giochi a fare John Cena? Ma l’educatrice non ti ha insegnato niente? Ma tu lo capisci almeno l’italiano? No perché mi fai sorgere anche questi dubbi qua.”

“Lo so, lo so, ho sbagliato, mi era partita la competitività per il suo giochino intrecciato. Lo volevo.”

“Dimmi che cos’hai, razza di bifolca.”

“Ehm, mi è uscito tipo una caterva di sangue, ora ho un’unghia bucata e mi fa male praticamente tutto, però riesco a muovere il dito! Me l’ha sgranocchiato come faccio io coi Togo, però tutto sommato poteva andare peggio…”

“Forse preferivo quando avevi le crisi epilettiche.”

“Suvvia Madre dall’infinità bontà, dimmi dall’alto della tua conoscenza cosa devo fare con ‘sto dito. Lo amputo direttamente? Prendo il tuo set di coltelli Masterchef? Lo affilo come un filetto?”

“L’hai messo sotto l’acqua fredda? Lo hai disinfettato?”

“No, il disinfettante brucia. Non voglio. Ho paura.”

“DISINFETTALO SUBITO, ESSERINO UNICELLULARE CHE NON SEI ALTRO. E POI CI METTI IL GHIACCIO.”

“Non c’è ghiaccio, c’è una busta di piselli surgelati…”

“Prendi quella santa busta di piselli e piazzatela sul dito, razza di invertebrato dall’aria umanoide.”

“Ma fa male…”

“Farà più male se torno a casa, ti avviso.”

“Okay, okay, lo faccio.”

“Padre non c’è?”

“No, per fortuna è in giro a fare le sue cose da ciclista… Devo dirtelo Madre, secondo me prende la bici ma fa finta di andare in giro a farsi seimila chilometri, penso che se ne vada al bar e poi torni dopo qualche ora.”

“Per me l’importante è che non stia a casa a rompere i maroni.”

“A posto così allora. Ciao Madre vado a vedere di non farmi cadere il dito.”

“Vai, ‘va. Tra poco torno. Farai meglio ad averlo disinfettato per allora.”

Insomma, questo è ciò che è accaduto. Il cane mi ha smascellato un dito. Sembrava una scena de “Lo Squalo” solo che invece di un pinnide c’era un canide dall’aria deficiente.
Appena mi ha sganasciata ho cominciato a imprecare come se non ci fosse un domani, penso di aver inveito contro qualunque cosa per almeno cinque minuti di fila mentre correvo in bagno a mettermi sotto l’acqua fredda e il suddetto canide mi seguiva trotterellando con l’aria di chi non capisce un cazzo e pensa solo “maaaa quindi non si gioca più?”.
NO CHE NON SI GIOCA PIù MI HAI QUASI MOZZATO UNA FALANGE!
O una falangina o una falangetta, non mi ricordo più la differenza. So solo che ora ho un dito fuori uso, tra l’altro il più importante.
Quello che uso di più.
Il dito medio della mano destra.
Ora come faccio se qualcuno mi fa inviperire? Gli dico “mi consenti di dirti che secondo me sei una testa di cazzo?”
Un po’ macchinoso…
Era così comodo, bastava un gesto. Un dito medio ben mostrato e via, il messaggio veniva recapitato forte e chiaro.

Comunque ho pensato di riportarla in canile.
O di farle un biglietto aereo per tornarsene in Sicilia, dove l’hanno accalappiata, e farla diventare di nuovo una randagia. Che poi mi chiedo un cane così scemo come abbia fatto a sopravvivere da solo in mezzo al nulla…

Però le voglio bene a ‘sta cretina, quindi mi sa che me la tengo.
Allego foto dell’alligatore:

Guardate che ferocia