Buonasera miei amati Spelacchiati, come state?
La vostra pelliccetta per l’inverno sta crescendo rigogliosa e intoccata dalle cerette? La mia sì, ormai sono a metà tra un essere umano ed un orso bruno. Il massimo che estirpo sono i baffetti, che se non lo facessi diventerebbero baffoni da texano.
Ahhhh che periodino.
Cominciamo dalle note dolenti, così ce le leviamo.
Dopo peripezie che nemmeno al Cirque du Soleil sono riuscita a fare risonanza magnetica e tac, per ora ho avuto i referti della prima e… Meh.
Oltre ad Anselmo, il mio cavernoma (che sarebbe un tumore benigno nel cervello, per chi si fosse sintonizzato ora su questo blog) sono comparse due “anomalie” satelliti ad Anselmo. Mi sa che si sentiva solo.
Queste anomalie a quanto pare irrorano Anselmo, il che rende l’intervento chirurgico assolutamente necessario e in tempi più rapidi di quanto si pensasse.
Sono come una bomba a orologeria, il mio cervellino microscopico potrebbe esplodere in qualsiasi momento.
Come mi fa sentire tutto ciò?
‘Nammerda. Detto in maniera più elegante: malino.
Ho passato i primi due giorni dopo la scoperta di queste novità in uno stato di mutismo, non avevo voglia di parlare con nessuno. In alcuni momenti, quando non riesco ad impedirmelo, mi immagino come sarà la notte prima dell’intervento, come starà la mia famiglia, il Batterino, come si sentiranno tutti mentre io sarò sotto i ferri.
Mi immagino come mi sentirò io mentre mi porteranno in sala operatoria pronti ad usare l’apriscatole sulla mia capoccia pelosa.
Mi immagino cosa potrebbe succedere a chi mi vuole bene se l’operazione dovesse andare estremamente male, o anche solo malino e invece di schiattare mi ritrovassi con dei deficit da gestire.
Insomma, non sto alla grande, ma nemmeno alla piccola.
Sto, e questo basta.
A lavoro intanto ho sviluppato una capacità incredibile: quella di dire frasi come “ma non si preoccupi signora, nessun disturbo, ci mancherebbe!” con tanto di sorriso a trentadue denti dopo che un cliente mi fa tirar fuori tutto il negozio e poi non compra un cazzo.
Credo sia un’abilità invidiabile, sto imparando a mentire in maniera straordinaria.
“Ma no, ma ovvio che non saltano via le pietre da questo anello!” ma io che cazzo ne so?
“Ma certo, il vetro è infrangibile, sti orologi li lanciano dagli arei in volo per fare i test d’urto e non si rompono” ma io che cazzo ne so pt.2.
“guardi, io di questi bracciali ne ho presi dodici come regalo per tutte le mie amiche!” ma quanto non è vero, fanno cagare, devo venderteli perché se no i boss mi tagliano la gola ma non li regalerei nemmeno a Putin, che nella mia personale lista di persone che meritano regali brutti è secondo solo a mia zia.
Però a quanto pare non faccio proprio schifo a vendere, che è l’unico motivo per cui non mi hanno ancora licenziata visto che non so fare NIENTE di tutto il resto.
Caricare merce? Cosa vuol dire?
Preparare una spedizione? Ma che vuol dire? Punitiva? Chi dobbiamo far fuori?
Mandare in riparazione qualcosa? Ma perché chiedi a me?
Ritirare oro usato? Mah, io lo ritirerei nel cassetto del comodino signora, non è quello che intende lei?
Insomma, faccio pena sotto ogni altro punto di vista, però essendo io un esserino subdolo e malvagio ho comprato l’affetto delle mie colleghe portando caffè e cannoncini ogni giorno (spendendo tutto lo stipendio così) e ora sembra quasi che mi vogliano bene. Non so come sia possibile. Forse sono più pazze di me.
Col Batterino ora va tutto alla grande, ma abbiamo avuto due litigate furibonde nel giro di dieci giorni. Ma due litigate veramente tremende, mai successo in due anni di litigare così. A un certo punto lui ha preso ed è uscito di casa sbattendo la porta… Ho sempre pensato di essere insopportabile ma non pensavo fino a questo punto.
Queste due sfuriate atomiche però sembrano averci fatto stranamente bene, abbiamo parlato tantissimo, ci siamo confrontati su diversi punti che traballavano e ora siamo in pace e più affiatati di prima, cosa che non ritenevo possibile.
E voi, miei cari, come state? Cosa sta succedendo nelle vostre vitine? Narratemi, sfogatevi, raccontate quello che vi va!
Hasta la pasta