« Cioè, Dottore, Doc, mi faccia capire meglio… Lei è sicuro di voler conoscermi cosi a fondo? Nessuno ha mai osato spingersi così in là. »
« Ci tengo. »
« Ma non può pagarmi un caffè, come fanno tutti? »
« Sono un tipo pittoresco, che ci posso fare. Preferisco poter dire che nessuno la conoscerà profondamente quanto me, capisce? »
« Eh, ci credo… E’ un onore riservato a pochi. Speravo a nessuno. Ma questa colonscopia, devo farla per forza? »
« Beh potremmo leggere i fondi di caffè, interpretare le stelle o guardarle il palmo delle mani, ma in genere preferiamo tagliare la testa al toro e scoprire cosa succede nel modo più efficace e rapido possibile. »
« Ovvero infilarmi un tubetto nel culetto. »
« Precisamente. »
« Mmh… Non sono molto convinta. »
« Strano, è la prima al mondo a non fare i salti di gioia davanti a questa notizia. Mi sorprende. »
« Ah facciamo pure i simpatici ora? Posso oppormi a questa decisione? Invocare un appello? Fare ricorso? »
« Può fare tutto quello che vuole, ma se è intenzionata a fare questo esame prima della nascita del suo sesto pronipote io mi metterei al telefono adesso. Le liste sono lunghette. »
« Eh immagino, tutti vogliono fare un tour guidato del proprio intestino… Ma mi fate anche delle foto ricordo? »
« Solo se c’è qualcosa di interessante. Però prenderemo un souvenir. »
« Mah, io non giudico i gusti di nessuno eh, per carità, però non so cosa troverete di così piacevole nel mio colon. »
« Lei non si preoccupi, dobbiamo solo fare una biopsia se troviamo qualcosa che non dovrebbe esserci. »
« Tipo l’hamburger che ho mangiato nel ’98? Penso di non averlo mai digerito. »
« Eh, tipo. Un po’ meno piacevole. »
« Senta… Cosa sta cercando di dirmi? »
« Niente, Sara, niente. Non si preoccupi. Diciamo che speriamo che si tratti di colon irritabile, va bene? Se fosse altro lo scopriremo e ci penseremo. »
« L’ultima volta che un dottore mi ha detto una cosa del genere poi mi è esplosa la testa, devo chiamare gli artificeri? »
« No, no, cerchiamo di capire cosa sta succedendo però. Si metta al telefono. »
« E intanto cosa faccio? Prendo residenza in bagno? Metto una branda vicino alla doccia? »
« Intanto prenda queste seicento cose che le ho prescritto e mi faccia sapere come va. »
« Mmh… Lei sa che non si capisce niente di quello che ha scritto su questo foglietto? Si rende conto che un macaco con la tendinite scriverebbe in modo più comprensibile di lei? »
« Oh, non dica così, mi lusinga. Non vorrei vantarmi, ma ho studiato per anni come rendere inintelligibile la mia grafia. »
« Qui c’è una parola che è ancora leggibile, deve impegnarsi di più… Se vuole le spezzo un paio di falangi, potrebbe aiutarla? »
« Mi faccia vedere? Oh, sì, in effetti “biopsia alle anse” si legge ancora ababstanza bene, aspetti che aggiungo un paio di svolazzi qui, due righette lì… Ecco. Lo mandi al suo medico di base. »
« Okay… »
« Signorina, non si allarmi. Al novantanove percento va tutto bene. »
« Le statistiche non sono tanto dalla mia parte, ultimamente. Però va bene così. Ora vado ad attaccarmi al centralino, magari il mio sesto pronipote riuscirà a sapere cos’ho allo stomaco. »
« Vada, ci rivediamo quando avrà i risultati. Intanto può mangiare quello che vuole, è inutile la dieta che ha fatto fin’ora… Il problema non è il cibo. »
Angolino di Sara
Ebbene sì, signori e signore, qua non si può stare tranquilli un attimo. Una parte del mio corpo guarisce? Bene, ce n’è un’altra che sclera. Mi sento un po’ presa in giro, penso che qualcuno lassù nell’Alto dei Cieli mi debba qualche spiegazione o quantomeno un rimborso economico. Anche perché 190 euro di gastroenterologo secondo me non me li meritavo.
E voi ragazzuoli miei come state? Siete sempre Spelacchiatissimi? Questo freddo improvviso ha fatto gelare i baffi anche a voi o è un problema solo mio?
Vi voglio molto bene, grazie per seguirmi sempre!
Hasta la Pastaaaaa (poco condita, senza sugo perché è acido, senza patate perché hanno l’amido, senza legumi perché le bucce irritano l’intestino…)
