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Ciance sparse: periodo sempre più bizzarro, per non dire disastroso

Ma buonasera miei cari spelacchiati, come state? Como estas los spelacchiatos de mismo cuorazon? Che spagnolo eh? Anzi, que spagnolos, neh?

Mmh non so come prendere questa cosa, ma la mia mail è intasata di spam di gente che vuole vendermi un modo a quanto pare incredibile e magico per allungare il mio pene. Ma un modo per ingrandire il cervello non me lo possono proporre? Perché quello sì che è di dimensioni microscopiche, mica come il mio pipo che è già enorme.

Comunque per non farsi mancare niente qui il mio pc è stato in assistenza per una settimana e io pensavo di schiattare, mi mancava come non mi è mai mancato nemmeno il mio ex che era partito per il Sudamerica. Pensavo non ce l’avrei fatta senza di lui -parlo del pc eh-, ho dovuto farmi forza contando solo su di me e non sui video trash di scimmie che rimangono sorprese quando i visitatori fanno loro dei trucchi di magia.

Sì, andate a vederli, cercate “orangu magic trick”, io piango sempre.

Intanto sta succedendo una cosa bislacca: ogni volta che parlo con qualcuno, specialmente persone che non conosco, parte la sfida a chi ha avuto il male più grande.
Io: “Eh sì ho un cavernoma e ho avuto un’emorragia cerebrale…
Loro:
“Ah guarda ti capisco, a me è esploso un bulbo oculare e l’ho prima ricomposto come un puzzle, e poi me lo sono incollato con lo scotch al suo posto”
“Oh pensa che a me una volta è collassato un polmone, un rene mi è salito in gola e mi si sono scambiate le dita dei piedi con quelle delle mani!”
“Guarda non me ne parlare che io ho vissuto tre anni senza i talloni”
“Non dirlo a me, mi è capitato di avere un pesce rosso nella faringe”

OOOOOOHHHH MA SIETE CRETINI? MA LA SMETTETE DI FARMI VENIRE ANSIE MAI AVUTE PRIMA? TALLONI SPARITI, ORGANI SPOSTATI, COSE ESPLOSE… MA VI PARE!?
E SOPRATTUTTO, LASCIATEMI LAMENTARE E COMPATITEMI CAZZO, E’ TUTTO CIO’ CHE VOGLIO IN QUESTO MOMENTO.

Scusate, mi placo.
Però, davvero, ho sentito i racconti più raccapriccianti della mia vita, cose che non credevo nemmeno possibili, parti staccate, nervi esposti, ma che schifo è il corpo umano in certi casi? Per la miseria. Cose inenarrabili, giuro.
Ormai la gente non mi si presenta più con i soliti convenevoli “ciao piacere, come va?” ma mi stringono la mano dicendo “ io una volta sono stato impalato da una trave”.

Insomma, tutto molto bello. 

Luglio si avvicina e io a metà mese saprò che cosa diamine è Anselmo, quanto è in profondità nel mio cervello, quanto è grande e in che cavolo di zona si trova.
Dopodiché avrò un colloquio con un neurochirurgo, che se avesse le sembianze di Derek Shepherd di Grey’s Anatomy non mi dispiacerebbe. Diciamo che le opzioni che mi si prospettano, con ogni probabilità, sono due: craniotomia per rimuovere Anselmo dal mio cervello, oppure tenermi Anselmo e controllarlo ogni tot mesi.
Sono in ansia?
.
Ho paura?
.
Cerco ogni notte su internet cose orribili sulle craniotomie e operazioni al cervello?
Ovvio.
Dovrei tagliarmi le mani e lanciarle fuori dalla finestra?
Assolutamente sì.


In tutto ciò intorno a me c’è il caos:

il matrimonio dei miei genitori è in crisi (e non posso non sentirmi responsabile, perchè la situazione di salute in cui riverso ha avuto un impatto su tutti), coppie che sono scoppiate all’improvviso, tradimenti che sembra di essere in una puntata di Beautiful… ‘Na roba bizzarra. Okay che l’estate fa sempre strage di cuori, ma qua stiamo esagerando.

Niente, anche questo post è un po’ sconclusionato ed inutile, giuro che prossimamente scriverò cose più interessanti. Intanto affido il compito a voi: narratemi quello che vi pare nei commenti, che così mi distraggo da tutto lo sfacelo e dalla sorte che incombe su di me.
Vi voglio bene
HASTA LA PASTAAAA

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Tipi di persone all’ospedale:

  • Quello che sta male solo lui.
    Il più delle volte la cosa peggiore che abbia è un’unghia incarnita, possibilmente del dito medio del piede che quindi non fa neanche così male quanto quella dell’alluce o del mignolo, eppure rompe er cazzo dalla mattina alla sera. Lo senti sbuffare per tutto il corridoio. Lo senti trattare male gli infermieri. Lo senti suonare quello stracazzo di campanello ogni quattro secondi per dire cose come “ho sete, mi porti l’acqua” “ma quando arriva il pranzo, ho fame” “ma qui il personale lo hanno preso dai rifiuti?” “il telecomando non funziona” OOOHHH MA TI RIBALTO DI BOTTE VECCHIOOOOO!
  • Quella sofferente. Qua è un’agonia, c’è una signora di duemila anni che passa tutto il suo tempo a gridare come se fosse in preda a dolori atroci, in realtà però sta benissimo quindi è un grande mistero.
  • Quelli che tengono la musica a palla in camera.
    Ma scusami, siamo a un rave party di persone malconce e nessuno me l’ha detto? Almeno avrei messo le calze a rete.
  • I medici che cercano di stemperare la tensione facendo battute splatter che mi portano alla gran voglia di lanciarmi dalla finestra

Per ora passo le mie giornate mangiando o in attesa di mangiare, sembro un pesce rosso. Continuo ad aprire e chiudere la bocca sperando che particelle di cibo ci finiscano dentro.
Ovviamente se fossi un pesce sarei un pesce palla, al posto degli aculei ho i peli.

Come se non bastasse ho pagato le tasse universitarie e ora il mio conto mostra la mirabolante cifra di cento euro tondi tondi. Se qualcuno volesse donarmi mezzo centesimo per pura pietà io vi lascio il mio Kofi, se mi donate anche solo un tallero bucato però dovete scrivermi una mail e ciciariamo un po’!
http://ko-fi.com/pensierispelacchiati60745

Anche perché mi sto annoiando come una piattola, quindi chiunque abbia voglia di fare due chiacchiere questa è la mail: pensierispelacchiati@gmail.com

Bon, per stasera ho finito, HASTA LA PASTAAAAAAAAA da me e dalla mia emorragia cerebrale

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Ciance sparse: vita da promoter

Mi viene difficile dire “buonasera miei cari spelacchiati, come state?” perchè visto il PUTINFERIO di questi giorni credo che nessuno stia bene. Di fronte a certe cose non si può stare bene.
Ma non voglio parlare di questo, stasera voglio solo cianciare sparsamente, sperando che ci sia ancora qualche spelacchiato all’ascolto!

Diciamo che è un periodo intenso e stressante: il mio cane sta male -se succede qualcosa alla mia musona probabilmente mi lancio dal balcone, vi avviso-, quella farsa del mio lavoro mi sta logorando l’anima -a breve ve ne parlo-, il Batterino tra poco si laurea e io sto cercando di organizzargli non una ma ben due feste perché sono pazza, e in tutto ciò il mio malessere da Covid procede e pure la psiche mi sta un po’ abbandonando.
La mia psicologa non è particolarmente contenta di me, in questo periodo. Secondo lei sono di nuovo in fase depressiva, cosa che posso confermare visto che passo la maggior parte del mio tempo a piangere senza apparente ragione, come mi capitava anni fa.

Ma parliamo un attimo del mio lavoro, che definire “lavoro” mi pare veramente esagerato.
Diciamo che al momento faccio il cosplay del fallimento dell’umanità.
Faccio la promoter per una scuola di inglese.
Cosa significa?
Che devo stare in piedi quattro ore ad un banchetto storto -perché non so montarlo- e cercare di accalappiare gente che compili dei coupon con cui avranno diritto a uno sconto sui corsi di lingue.
… non chiedetemi quanto mi pagano perché è troppo imbarazzante. Immaginatevi una paga minima, dopodiché dimezzatela e a quella cifra togliete il 25% della metà.
Insomma regà se mi prendo un caffè al bar mi brucio tre ore di lavoro.

Ma parliamo un attimo del genere umano, che non smette mai di sorprendermi e infastidirmi allo stesso tempo.

Ora voi immaginate me, che sono una misantropa perennemente inviperita verso il genere umano, in piedi, al freddo, che tento di spiegare alle persone che potrebbero avere uno sconto su un corso di inglese e mi sento dire le seguenti cose:


– “Signorina ma lei è bellissima…” *ciance inutili a cui io rispondo con garbo e gentilezza che Buckingham Palace dovrebbe darmi un titolo onorario solo per quello* “io ho un amico che lavora per la tv… tu hai due occhi che parlano, e poi un fisico… senti, se vuoi organizziamo un aperitivo e te lo presento, secondo me come presentatrice o modella ti prenderebbe immediatamente”
Vattelapijanderculo e firma sto coupon, porca la miseria. Poi chiama il tuo amico e fai compilare pure a lui.

– “Signorina ma cosa vende?” con sguardo vacuo da triglia mentre fissa con insistenza i volantini
“Non vendo nulla, se compila questo coupon però ha uno sconto mirabolante su tutti i corsi, ‘na robbba irripetibile, le rubo un secondo solo…”
“Ma le lezioni le fai tu?”
“…No, un insegnante madrelingua qualificato, bravissimo, levissimo, altissimo…”
“Ah allora no. Beh meglio che i corsi non li tenga tu, non starebbe attento nessuno, si innamorerebbero tutti! Eheheh…”
… Mavattelapija E FIRMA STO CAZZO DI COUPON PER L’AMOR DI DIO.


-“ Ma perché vi servono i miei dati?”
“Buongiorno anche a lei neh, guardi ci servono solo il nominativo e l’indirizzo mail, così possiamo mandarle l’informativa di tutti i corsi per farveli conoscere e se poi siete interessati…”
“Io non firmo niente.”
“…Signora è solo per presa visione, se no potrei compilarne duecento a caso con dati falsi…”
“No no allora vado di persona, non mi fido mica.”
Signora, glielo devo dire pure a lei? vadapija.

-“Ciao! Ma non hai freddo qui così?”
“Guardi, ho appena tolto le stalattiti di ghiaccio che mi pendevano dal naso..”
“Eheh… Se vuoi ti offro un caffè, parliamo un po’…”
“Mah, guardi, come se l’avesse fatto. Le interessa un coupon per un corso..?”
“No ma dico davvero, andiamo lì al bar e ci conosciamo un po’, sai, mi hai colpito…”
“Guardi non le dico con cosa vorrei colpirla adesso ma le lascio immaginare, sto lavorando, non posso allontanarmi.”

-“Posso usare l’igienizzante?”
Dipende, io posso darti una randellata sui denti?

-Il simpaticone che “Io so già l’inglese, DE CHET IZ ON DE TAIBOL, ihihih”
Tu. Credo ci sia un girone all’inferno per le persone fastidiose come te.

I ghiv iu a manrovesc iu crep, okay?

-“Buongiornopossolasciarleuncoupon?”
“Sono un avvocato. Sto andando a lavoro. Secondo lei mi interessa?”
Mah, a occhio e croce dovrebbe interessarle togliersi quel palo dall’ano, però chi sono io per dare consigli. Coupon?

“Ciao scusa eh, appoggio un attimo qui lo zaino e le buste della spesa che si stanno rompendo, un attimo solo eh…”
…Ma io le do fuoco, signore, se ne rende conto? Lo legge nei miei occhi che la odio?

E poi questo aneddoto ve lo devo narrare perché io ancora sono basita.
Sabato mattina, arriva una signora non ho neanche dovuto fermarla io, mi dice che è interessata al corso di inglese perché sua figlia abita all’estero e quando va a trovarla è spaesata, bla bla bla, compila il coupon e se ne va allegramente.
Sabato pomeriggio questa figura torna.
“Scusami sai sono un po’ distratta stamattina ti ho dato il numero vecchio, l’ho cambiato da poco, non ci ho proprio pensato… Posso riavere la tua parte del coupon così te lo correggo?”
“…Ma certo signora, voilà.”
E QUESTA PERSONAGGIA PRENDE IL CAZZO DI COUPON E ME LO STRAPPA IN MILLE PEZZI DAVANTI AGLI OCCHI DICENDO “IO I MIEI DATI NON LI LASCIO A NESSUNOOOOOO!” E FUGGE VIA!!!!!!!!

No regà non potete capire.
Io ero troppo sconvolta per reagire ma avrei tanto voluto inseguirla, darle una capocciata e lasciarla a terra coi sui cazzo di dati.

MA CHE ME NE FREGA A ME SE HAI CAMBIATO IDEA, TE LO RIDAVO COMUNQUE IL COUPON COI TUOI PREZIOSISSIMI DATI DI MERDA, MA COSA MINCHIA MI MENTI GUARDANDOMI IN FACCIA? MA SEI DEFICIENTE? MA SCUSAMI!?!?!?

Poi sarà una di quelle che su Facebook mette le foto di casa sua con scritto “oooh ora si va due ore in palestra!” e i quiz “scopri quale testa di cazzo sei”.

Io penso che prima o poi qualcuno lo pesto a sangue.

Oggi ci sono andata molto vicina. Non potete capire la quantità di fischi, commenti sul mio fisico, apprezzamenti vari e volgari mi vengono rivolti ogni volta, è veramente desolante. 

Detto ciò domani ho un colloquio in una gioielleria.
Io non so come possano anche solo avermi presa in considerazione, il mio CV dovrebbe emanare goffaggine e inadeguatezza a qualunque ruolo; dovrò far finta di essere una persona pacata, delicata, raffinata. “Oh sì, il taglio di questa pietra pomice è davvero delizioso, le consiglio anche questo monile con incastonato una pietruzza presa in una strada sterrata qua vicino…”
Insomma… mandatemi delle vibrazioni positive, che qua sono a un passo dal chiudermi come un armadillo e riaprirmi al mondo tra cinque o sei secoli.


E voi invece miei cari spelacchiati come state? Non so se ci sia ancora qualcuno a leggermi visto che ho la costanza di una rana pescatrice rinsecchita, ma mi farebbe molto piacere se mi raccontaste quello che vi va, quello che vi passa per la testa (o per la testuggine), come procedono le vostre vite… Insomma, come sempre avete carta bianca.
Hasta la pasta!

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Ciance sparse: di umori miserabili e letture intriganti

Buonasera miei spelacchiati lettori, come state?
Io sono di pessimo umore in questi giorni, sarà il ciclo, sarà la disoccupazione, sarà che non ho passato l’esame di tedesco… Qua parte e parte subito il Tiziano Ferro molesto SARA’ IL VENTO, SARA’ IL TEMPO, SARA’ IL FUOCOOOOOO E SCUSA SE NON PARLOOO PIANOOO MA SE NON URLOOO MUOIOOOO
Scusate, la smetto, depongo la stupidità.
Che poi detta così sembra che io sia una gallina che invece di fare le uova depone la stupidità.
No niente, non ce la faccio, vi beccate un post cretino e lamentoso allo stesso tempo, che ci devo fà.

Vi aggiorno un po’ sulla mia salute traballante, che continua a traballare come la famoserrima trottola del finale di Inception: cadrà o non cadrà?!

Inception: il finale con la trottola spiegato da Christopher Nolan

Continuo a non riuscire a fare una rampa di scale senza dovermi piegare sulle ginocchia ansimando come un maniaco al telefono; il mio cardiofrequenzimetro (detto così sembra una figata, in realtà è il dato di un orribile orologio tecnologico che mi è stato regalato anni fa e che non ho mai usato) mi segna dei picchi incredibili con battiti che scendono a 42 in certi momenti e schizzano a 160 in altri.

Schopenhauer diceva che la vita è un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia, verissimo eh per carità, ma io oscillo tra l’avere le gambe molli e l’avere la tachicardia.
Insomma, ‘sto ‘na crema.
Ho già fissato visite varie: rx toracica, elettrocardiogramma, visita cardiologica e pneumologica, giusto per capire com’è la situazione. Mi sto lentamente decomponendo, lo siento.

In tutto ciò non ho passato lo stracazzo di esame di tedesco e la mia ricerca di lavoro è in un momento di stallo, anche perché non ho la capacità fisica di trovarmi un lavoro vero dunque da venerdì farò la promoter per una scuola di inglese, il che significa che dovrò stare a un banchetto quattro ore al giorno per cinque euro l’ora cercando di raccimolare delle iscrizioni.

Anche la vita sentimentale al momento mi sembra traballare. Il Batterino è sempre straordinario e meraviglioso, sono io ad essere fuori come un balcone. Diciamo che quando lui è nervoso o stressato io riesco a tirar fuori la parte idiota e tirarlo su di morale, ma quando ad essere schizzata sono io lui non riesce ad aiutarmi più di tanto. Che poi non è nemmeno una sua responsabilità, ovviamente, solo che io di mio tendo ad isolarmi e vorrei che mi leggesse nel pensiero e mi stesse più vicino.
Poi quando sono di questo umore mi si chiude la vena e penso “tanto mi lascerà quest’estate perché dovrà andare in tour o a fare date con duemila ragazze, a cosa serve aspettare? Chiudo tutto ora sperando di soffrire di meno”.
Che vi devo dire, la mia pazzia ogni tanto torna a farsi sentire. Ma il Batterino non lo mollo, ormai sono ancorata a lui come una cozza allo scoglio. Puzzo pure, come una cozza.

Cozza di bouchot
Mi sono fatta un selfie

Vorrei stare a letto tutto il giorno. Vorrei vegetare e aspettare che tutto passi o sparisca, il che non è particolarmente sano e infatti ho scritto alla mia psicologa “signora, la prego, possiamo anticipare la seduta che sento i miei neuroni friggersi incessantemente?”. Lei sempre sul pezzo, domani seduta che mi tirerà fuori probabilmente le budella.

E niente, questa è la mia situazione attuale. Scusate il mega sfogo, vorrei essere io ad allietare le vostre giornate e invece ancora una volta siete voi che, anche solo leggendomi, mi fate sentire meglio.

Siete degli spelacchiati pazzeski.


Letture in corso: “Se per un anno, una lettrice” di Nina Sankovitch. Storia autobiografica di Nina che si trova a dover affrontare un lutto tremendo: sua sorella muore di cancro, e lei dopo tre anni decide di prendersi trecentosessantacinque giorni tutti per sè rifugiandosi nei libri. Decide infatti di leggere un libro al giorno sulla sua poltrona viola.

Amazon.it: Se per un anno una lettrice - Sankovitch Nina - Libri

“Zia Mame” di Patrick Dennis: sto amando alla follia Zia Mame, che personaggio meraviglioso. Anche qui storia semi-autobiografica in cui l’undicenne Patrick rimane orfano e viene mandato da questa zia a lui sconosciuta ma che amerà molto presto perché resistere a zia Mame è impossibile: eccentrica, straricca, divertentissima e fuori di testa. 

Insomma spelacchiati, vi auguro una buonanotte che qua ormai è quasi l’una, e lancio la palla a voi: come state? Come ve la passate? Vi va di farmi un bonifico? Narratemi di tutto e di più che se no mi chiudo come un armadillo e mi abbandono a pensieri nefasti.
Hasta la pasta!

Ps: ora farò come le influencer vere.
Se volete contattarmi scrivete a pensierispelacchiati@gmail.com
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Ciance sparse: litigi, regali romantici e idiozia varia&avariata

Buonasera miei cari spelacchiati! Più che sera è notte, io sono pur sempre un animaletto notturno che non ha la minima idea di come si gestisca un blog e quindi pubblico post agli orari più improbabili.

Blog GIF | Gfycat


L’altra sera ero a cena dalla mamma del mio Batterino, solo che invece di essere in tre eravamo in cinque: io, Mr Batterino, sua mamma e i miei capezzoli che hanno deciso di unirsi alla serata sbucando dal mio maglione visto che ho l’abitudine di non indossare mai il reggiseno. Ma chissenefregaaaa eddai oh sono capezzoli, chi non li ha? Tra l’altro posso dire “capezzoli” o mi si oscura tutto il blog per contenuti non adatti ai minori? BOH, lo scopriremo solo scrivendo (scemenze).

Aneddoti imbarazzanti a parte, finalmente io e Mr Batterino abbiamo discusso. Dopo un anno e mezzo di quasi totale quiete finalmente abbiamo battibeccato.
Niente di che eh, lui mi ha risposto in modo brusco (bruschetta, oserei dire, anche se mancavano i pomodorini), io mi sono stizzita e per dieci minuti ci siamo dati risposte fastidiose a vicenda.
Il problema è che poi lui è tornato allegro come un fringuello in primavera in un nanosecondo, io sono rimasta nervosa come un gatto bagnato per un sacco di tempo.
Ma come diamine fa, un attimo prima ero convinta volesse lanciarmi tutte le carte di scala quaranta in un occhio, proprio una ad una, quello dopo è tutto picci picci cretino.
MA OH, MA LASCIAMI ESSERE INCAZZATA, NO? Se fino a un secondo fa volevo darti una serie di schicchere sul coppino ci vorrà più di una frazione di attimo per farmi placare.
La verità è che siamo entrambi nervosetti in questo periodo, lui per il lavoro (e la mancanza di lavoro), io perchè ho la salute in modalità idiota, sono in sessione di esami e mi sono resa conto che a giugno compirò ventotto anni.
Ventotto anni di imbecillità, capite? Non so perché ma avverto il peso della mia età tutta all’improvviso. 

Comunque l’abbiamo gestita bene e sono piuttosto soddisfatta di come sono andate le cose, alla fine ho bollito il Batterino dopo averlo fatto a pezzettini molto piccoli e ora sta tutto in freezer.

Pillow Fight GIFs | Tenor

Non è vero, non è vero, sto a scherzà, è ancora tutto intero, anche se a me ci vuole un po’ più tempo a calmarmi quando mi innervosisco poi è andato tutto a posto e secondo me siamo stati anche abbastanza bravini nel gestire il nervosismo.

In tutto ciò visto che ora passo parecchio tempo a casa del Batterino e spesso lui torna a casa giusto per mangiare e poi schizza di nuovo in studio a dare lezioni o fare le sue cosette da batterino (tipo agitare le bacchette in aria e accarezzare le pelli dei rullanti) ho deciso di darmi alla cucina.
Sì, ho percepito il vostro singulto.
Giustamente anche voi avete i brividi al pensiero, mica solo Blanco e Mamhood. 

Visto che io a cucinare sono una capra totale, di quelle con la barbetta ispida per di più, mi sono selezionata una decina di ricette “facili e veloci” (o almeno così cita Giallo Zafferano) che propinerò a quel povero disgraziato che tornerà a casa pensando “dai che anche oggi si mangia pasta col burro” e invece si ritroverà la ragazza arrostita in una nuvola di fumo grigio.

Vi farò sapere. Se le cose prendono una piega abbastanza divertente potrei iniziare la rubrica “Cucina Spelacchiata” in cui dico cose tipo: “ora che avete tritato finemente il prezzemolo e pure le vostre dita che erano di impaccio dovete lavare il tagliere cercando di non lasciare antiestetiche macchie di sangue; dunque si prosegue lanciando la pasta nella pentola facendo attenzione a schizzarvi con l’acqua bollente dritta in faccia. Mezzi acciecati e ustionati poi proseguite con l’acchiappare alla cieca la passata di pomodoro, che ovviamente vi cadrà di mano perché non avete più le dita…”

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Concludo questa carrellata di inutilità dicendovi che per la prima volta nella mia miserabile esistenza ho cercato di fare un regalo romantico per San Valentino ma mi è costato così tanto impegno che non lo farò mai più.
Ho acquistato un album in cui appiccicare un po’ di foto mie e di quel piccolo Batterino che mi ritrovo, peccato che io abbia le velleità artistiche di una vongola e le capacità manuali di un lombrico -morto- dunque ho incollato le foto tutte storte e ho scritto qualche scemenza qua e là in una grafia assolutamente incomprensibile.

Spero che il musichino apprezzi l’impegno, perché il risultato non è sicuramente apprezzabile.

Voi come state, miei prodi? Quale canzone di Sanremo volenti o nolenti state ascoltando a ripetizione?(io sto ancora in fissa per il fisico di Rkomi).
Che programmi avete per San Valentino? Ma soprattutto se avete ricette a prova di idiota da consigliarmi questo è il momento giusto per farlo, ve ne sarei eternamente grata! Ma anche aneddoti culinari imbarazzanti sono ben accetti.
Hasta la pastaaaa

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Ciance sparse: chiacchiere casalinghe

Ebbene sì, miei prodi Spelacchiati, il mio piano malvagio sta funzionando, fila come l’olio. Io sto ingrassando quindi più che altro mi sto espandendo a macchia d’olio, ma questo è un altro paio di maniche (ma se vi vengono in mente altri modi di dire con l’olio scriveteli, che mi sono accorta ora che sono bizzarri).
Dicevo: il piano procede.
Ho un cassetto.
Mi sono accaparrata in cassetto a casa Batterino.
E non ho neanche dovuto impormi, chiederglielo o appropriarmene a sua insaputa! Un giorno mentre cercavo di ricacciare tutti i miei vestiti nello zaino per tornarmene a casa il Batterino mi guarda e fa “ma lasciali qui, no? L’ultimo cassetto è vuoto, l’ho lasciato apposta per te!”.
Poi ha dovuto raccogliermi col cucchiaino perché mi ero sciolta sul pavimento.
(Avrebbe anche potuto dirmelo prima, eh, però non facciamo i puntigliosi)

Intanto prosegue la mia lotta contro la casa.
A parte il fatto che sono ancora in quella fase in cui piuttosto che andare in bagno quando c’è il Batterino nell’appartamento me la trattengo fino ad esplodere, quindi ogni volta che lui va in studio io lo saluto con tutta la grazia e l’eleganza di cui sono capace (quindi pochissime) e appena lo sento chiudere la porta del palazzo parte la mia corsa sfrenata verso il water, dove sono finalmente libera di espletare i miei bisogni fisiologici.

Madò, venti parole quando basterebbe dire “defecare”.
Poi mi dicono che sono volgare, ma guarda te… una lady.

Dicevo, comunque… l’altro giorno ho iniziato la battaglia contro i vetri.
Armata fino ai denti di Vetril e panno -non in microfibra perchè che cazzo ne so io che cambia qualcosa, un panno vale l’altro, userei pure la carta igienica per quel che mi riguarda- mi sono cimentata nell’antica arte di pulire le superfici trasparenti di tutta la casa, ottenendo come risultato sì, il pulirli, ma riempendoli di aloni e di pelucchi di quello stracazzo di pannetto sfilacciato.
Idem col tavolino di vetro, ovviamente.

Poi ho deciso di lavare i pavimenti.
“Ma sì, da qualche parte avrà secchiello e mocio, no?”
Ecco, sì, ce l’ha, ma evidentemente non veniva usato dal 1800 considerando il suo stato.
Ho passato più tempo a pulire i quattro fili rimasti al mocio che i pavimenti, CHE COMUNQUE HANNO DECISO DI RIVOLTARSI CONTRO DI ME E RIEMPIRSI DI ALONI INFAMI.
Quindi li ho rilavati.
Finalmente sono decenti.
Io giuro che non mi arrenderò, però mi sento un po’ oltraggiata dal comportamento di questa casa.

Non che dai miei abbia fatto chissà che lavori eh, però mi rendo conto che quella santa donna di Madre Superiora col tempo si è infurbita e ha comprato dei prodotti della Madonna.
“MAMMA PERCHE’ E’ TUTTO UN DISASTRO NON SO FARE LE COSE AIUTAMIIII! STAVO PURE PER VOLARE GIU’ DAL BALCONE PER PULIRE I VETRI DALL’ESTERNOOOO!”
“Allora, prima di tutto: hai usato il panno in microfibra?”
“… Credo che quello che ho usato fosse una camicia, un tempo. Tipo nel Milleduecento. Poi è stata fatta a pezzi.”
“MA NON TI HO INSEGNATO NIENTE? Non puoi usare quella roba lì, se no perde pelucchi che rimangono tutti impaciugati.”
“Scusi, Madre Superiora, por non averti mai ascoltata quando mi spiegavi le cose.”
“E poi che hai usato, spero non il Vetril che è una robaccia…”
“…Nooooo, io, il vetril?? Ma figurati…”
MA COME PUOI CHIAMARE “VETRIL” UNA ROBA CHE POI NON LAVA BENE I VETRI, ALLORA CHIAMALO “COSIL” che pulisce un po’ a cazzo…
“E per i pavimenti la cosa migliore è mezzo secchio d’acqua con mezzo bicchiere di ammoniaca, che così ti toglie odori e batteri…”
“E se si sbaglia e invece dei batteri mi toglie il Batterino?”
“Parlare con te è sempre più difficile.”
“Lo so, ne sono piuttosto orgogliosa.”
“Per il legno, per carità non usare prodotti a caso sul legno. Lo rovini. Guarda, senti, se volete un giorno vengo io…”
“Ma non ci pensare neanche, Madre Superiora! Faccio io. Cioè, faccio uno sconquasso probabilmente, ma lo faccio io. Ma tipo, per lavare i fornelli e il lavandino… E il forno… E le piastrelle del terrazzo… Cioè… Va beh, lascia perdere, ho capito tutto. Sono giunta a una conclusione.”
“Cioè?”
“Mollo il Batterino.”
“Ma vai a farti friggere, cretina. Ho già capito, ora ti preparo una lista di prodotti per la casa e le istruzioni.”
“Sei una donna meravigliosa. Straordinaria. Hai presente il film “La leggenda degli uomin straordinari”? Ecco, dovrebbero fare un film su di te “La leggenda della donna straordinaria.”
“Sì, con una figlia straordinariamente cretina.”

Niente, alla fine ho gettato la spugna.
Letteralmente, nel lavandino.

Scusate tutti ‘sti post caserecci&casalinghi ma al momento la mia salute fa pena, passo le mie giornate trascinandomi da una parte all’altra come un’anima in pena.
Poi non starò qua ad ammorbarvi con la mia epopea Covid+Green Pass che scade+terza dose di vaccino sconsigliata visto come sto= dal 1 febbraio non posso più fare nulla, ma sto un po’ diventando isterica.

E voi, miei piccoli prodi spelacchiati come state? Narratemi qualcosa di bello, di brutto, di così così… Quello che vi pare.
Tra l’altro invece di film brutt mi sono guardata Encanto e mi è piaciuto TANTISSIMO, finalmente un cartone bellino! (Unpopular opinion: FROZEN CARTONE DISNEY PIU’ BRUTTO DELLA STORIA, ODIO TUTTI E TUTTO, AAAHHHHH!).

Giuro che i prossimi post non riguarderanno il lavare cose, che se no qua passo per una brava massaia con cui non è così terribile vivere, ma vi assicuro che lo è.
Hasta la pastaaaaaa!
 

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Ciance sparse: dialoghi veri e immaginari con Madre Superiora e La Pina

Ebbene sì, habemus diagnosi di long coviddimmerda il che significa niente terza dose per ora, tremila analisi del sangue, delle urine, devo prendere un po’ di integratori, cortisone per i miei bronchi malandati e se tra un mesetto sto ancora così rx ai polmoni e visita cardiologica.
Insomma, tutto alla grande.
COVIDDIMMERDA. Se non dovessi sopravvivere, vi prego di vegliare sul Batterino e accertarvi che non frequenti mai più nessuna donna dopo di me, devo rimanere la sola e unica. Sarei gelosa pure nell’aldilà.

L’altro giorno stavo parlando con la Madre Superiora (mia mamma), stavamo disquisendo proprio di Mr Batterino e delle mie incredibili capacità di trovare partner e soprattutto vivere bene le rotture.

“Eh, è che tu sei come l’edera: dove ti attacchi muori.”
“Ehllamadonna, madre. Pensavo volessi dirmi che ho un color verdognolo invidiabile o che il mio fogliame è bellissimo. Poi i miei peli ultimemente sono così rigogliosi da sembrare rametti… O magari intendevi che sono brava ad arrampicarmi…”
“Ma se l’unica volta in cui hai provato ad arrampicarti da qualche parte avevi quattro anni e ti sei aperta una gamba, dove vuoi andare…”
“Scusa se non sono Spiderman, signora mamma. Va che tutti i miei difetti e le mie incapacità sono genetiche, tu e padre vi smezzate le colpe. Dovreste pure risarcirmi, ora che ci penso.”
“Ma taci e passami il tagliere. Dico solo che devi fare attenzione, no? Non è che tu sia un asso delle relazioni.”
“Ma come no, non ti ricordi come mi sono strutta –voce del verbo struggere, spesso usato come riflessivo struggersi- per circa ventisei dei miei ventisette anni? Se non è segno di relazioni incredibili quello non so cosa sia.”
“Ecco, appunto. Vorrei evitare di rivederti in giro con gli occhiali da sole di notte per non far vedere che piangevi.”
“Non era solo per quello, era anche stile. Chiara Ferragni mi ha aperto un mondo.”
A questo punto Madre voleva lanciarmi un coltello quindi mi sono nascosta sotto al tavolo.

“Poi tu te li sei sempre scelta bene, gli uomini. Una tragedia dopo l’altra.”
“Su questo non posso darti torto. Oddio, tragedia non so, mi sembravano più dei drammi scritti male…”
“Speriamo ti siano serviti a qualcosa, almeno. Che poi conoscendoti sei anche capace di stufarti te e mollare il Batterino un giorno a caso se qualcosa ti turba.”
“Prima di tutto non si dice “stufarti te”, per l’amor d’Iddio. E poi non so come tu possa conoscermi da tutta la vita e pensare questo, però in effetti anche la psicologa mi ha detto una roba simile. Ma vi siete bevute il cervello, probabilmente, chi volete che molli io? Al massimo mollo una puzzetta, altrochè.”
Madre Superiora ha interrotto le comunicazioni.
Non so darmi una motivazione.

Poi sono uscita con la mia musona, la mia pannocchia, la mia Pippi, ovvero Wendy: il mio cane, che per tutti è La Pina.
Età anagrafica: dieci anni.
Età mentale: tra i tre mesi e i duecento anni a seconda dei momenti.
Razza: mah essendo giallognola direi asiatica.
Caratteristiche: è un cane strano. Si dice che i canidi somiglino ai padronidi (ahah sono esilarante, lo so, qualcuno mi spari) e lei effettivamente ha preso il peggio da me: è assolutamente indifferente ad ogni altro essere canino, se i maschi ci provicchiano con lei ringhia e se ne va, vorrebbe passare le sue giornate mangiando biscottini e prendendo coccole da tutti ed è veramente poco espansiva nei confronti di noi familiari. Con amici e parenti invece ancora un po’ e fa le capriole. Infametta.

Citrulla ma perché ti ostini a portarmi in campagna, che mi fa schifo? Non possiamo andare a prenderci un caffè al bar?”
“No, musona, perché hai una certa età e devi camminare.”
“Questo è quello che dici guardandoti allo specchio…”
“Vuoi che ti tolga i biscottini al merluzzo per una settimana, per caso?”
“No, no, volevo dire… E’ che vorrei portarti a socializzare. Ti farebbe bene.”
“Guarda che sei tu che dovresti socializzare, io sono un essere umano perfettamente integrato nella società.”
“…”
“Va beh, perfettamente integrato forse no, però non vado in giro ad ammazzare gente con una mannaia. Mi sembra già un risultato degno di nota.”
“Mah, a me sembra che ringhi ancora alle persone…”
“Solo quelle che meritano di essere ringhiate. Tipo chiunque mi guardi, mi parli, incroci la mia strada… Ma poi cosa vuoi oh, ora ho il mio Batterino, prova di grande socialità.”
“Sì, sempre che esista davvero e non sia frutto della tua immaginazione…”
“Ma!”
“No, per dire… I tuoi amici l’hanno mai visto?”
“Certo!”
“Mah…”
“Ma l’hai conosciuto pure tu, cretina, gli hai fatto delle feste che a me non hai fatto nemmeno quando sono tornata dai due mesi in Germania!”
“Mmh. Allora non capisco come tu abbia fatto. Era drogato?”
“Eh?”
“No, dico, come hai fatto ad accalappiartelo? Era svenuto e gli hai fatto sottoscrivere un patto col sangue? Hai in ostaggio sua madre?”
“Io ti abbandono.”
“Ma smettila, che poi cosa fai senza di me. Una donna persa. Ma davvero dobbiamo camminare ancora? Andiamo al bar?”
“Senti, io sto praticamente deambulando, il Coviddimmerda mi ha tolto quel briciolo di vitalità che avevo quindi ora camminiamo e tu stai pronta ad intervenire come i veri Golden Retriever, quelli che fanno soccorso. Se vedi che barcollo, mi schianto a terra e annaspo sei pregata di intervenire.”
“Sì, vado al bar a chiamare i soccorsi.”

“Ti darei una capocciata ma in questo momento farei fatica pure ad abbassarmi, ti va di lusso. Comunque Wendy grazie… Non so se te l’ho mai detto ma ci stavo pensando in questi giorni, quando ho cominciato a stare male anni fa senza sapere perché e scoppiavo a piangere senza ragione tu venivi sempre accanto a me.”
“Sì, beh, se fossi muerta chi mi avrebbe dato da mangiare?”
“E anche quando soffrivo per amore e tornavo la notte distrutta emotivamente e tu mezza addormentata venivi a controllare come stessi…”
“Certo, mi davi sempre un biscottino.”
“E anche adesso, che sono poco a casa e facciamo pochissime passeggiate insieme quando torno e scodinzoli muovendo di addirittura tre millimetri la coda mi riempi di gioia.”
“Non so come rispondere in modo cinico a questa cosa. Diciamo che forse un pochino di bene te ne voglio, stramboide umana.”
“Anche io, cane bislacco. Dai senti, io i miei quindici passi giornalieri li ho fatti, andiamo al bar che ti do un biscotto al merluzzo.”

Miei cari spelacchiati, non è particolarmente sensato questo post ma mi è venuto così.
Volevo ringraziarvi per l’ennesima volta perché -non so come sia possibile- abbiamo raggiunto quota duemila spelacchiati. Siete tantissimi, è sconvolgente, potessi vi darei un bacetto uno ad uno.
Hasta la pasta!

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Ciance sparse: Coviddimmerda e orecchini perduti

Ahhhh miei cari spelacchiati, che palle sto periodo, qualcuno mandi avanti veloce col telecomando per favore. Facciamo che ci rivediamo a giugno 2025, per star tranquilli?

Visto che siete così carini a preoccuparvi per la mia salute vi aggiorno; continuo a non stare bene, in maniera abbastanza fastidiosa ed evidente adesso.

Sono giorni che ho un senso di affaticamento e spossatezza abbastanza fuori dal comune pure per me che sono un mollusco sedentario e privo di qualsiasi capacità motoria; io e il Batterino siamo andati al bar a piedi, un’incredibile camminata di circa due minuti, ho dovuto fare due pause e al ritorno sono quasi svenuta.
Ho sistemato un po’ l’appartamento di Mr Batterino e nuovo giro di tachicardia e fiato corto, mi sono dovuta sdraiare e mi sono addormentata di botto per due ore (dormire di pomeriggio di solito mi è impossibile).
Fare una rampa di scale in questo momento mi mette a durissima prova, arrivo su che mi devo piegare sulle ginocchia come i vecchi e rifiatare.

Insomma sono come un pokèmon esausto che ha bisogno dell’infermiera Joy, quindi venerdì visita dalla doctor sperando mi dia qualche soluzione miracolosa o ponga direttamente fine alle mie sofferenze con una padellata in testa.

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Intanto l’altra sera si è consumato un dramma che non ha niente a che fare con la mia salute.
Per Natale quel pazzo di un Batterino mi ha inondata di gioiellini: un anello, una collana e un orecchino. Io che sono una gazza ladra sono impazzita di gioia.

Ieri sera a cena il Batterino mi fa “Ma l’orecchino?”
Io, scema come una biglia, tiro indietro i capelli e comincio ad agitare la testa per far sbrilluccicare il suddetto orecchino.
Mr Batterino mi fissa come se fossi deficiente, cosa che in effetti sono, quindi niente di strano.
“Ma te lo sei tolto?”
Panico.
No che non me lo sono tolto, ce l’ho su da quando me l’ha regalato!
Mi ficco una mano sull’orecchio: niente.
Mi infilo un dito nell’orecchio fino al cervello: NULLA.

Partono le spedizioni di salvataggio, chiamo i sommozzatori, avvio una battuta di ricerca che nemmeno il padre di Nemo mi fa concorrenza: NADA.

Quindi ho fatto quello che chiunque sia pazzo quanto me avrebbe fatto: sono scoppiata a piangere per circa due ore, alternando i singhiozzi a frasi tipo “NON MI MERITO I TUOI REGALI NON PRENDERMI MAI PIU’ NIENTE SONO UNA CACCA UMANA!”
Insomma una cosa così sciocca ha scatenato in me una reazione fortissima, ovviamente legata a tutte le mie paturnie mentali di cui vi ho già parlato tantissimo; mi sentivo irrispettosa nei suoi confronti, di averlo deluso, di non aver dato abbastanza importanza al suo regalo e altre duemila cose, mannaggia.

Mr Batterino basito ma super dolcino mi consolava. Più che dolcino era dolcissimo, praticamente fatto di marzapane.
Mi verrebbe da dire marzapene senza alcuna ragione, solo perché mi fa ridere, ma forse evito. O forse no e lo pubblico così, chissà.

Alla fine l’indomani ho fatto l’unica cosa che andava fatta: ho chiamato la sola, l’unica, l’incredibile MADRE SUPERIORA, che è il nome con cui ho salvato in rubrica il numero di mia mamma.
“MAMMA SONO DISPERATA HO PERSO L’ORECCHINO AIUTAMIIIII GUARDA SE E’ A CASAAAAAAAA TI PREGOOOOOOOOOO SE NO DOVRO’ AMPUTARMI L’ORECCHIO COME VAN GOGH E POI SARO’ ASIMMETRICA E PENDERO’ DA UN LATO, CADRO’ SEMPRE A SINISTRA, UNA VITA ROVINATAAAAAA”
Mia mamma ha fatto un sospiro di circa venti minuti, praticamente è andata in apnea; perché dovete sapere che almeno sei o sette volte al giorno io non trovo qualcosa e chiedo a lei, che con il suo superpotere riesce a risalire a qualunque oggetto, vestito o cianfrusaglia.

E anche stavolta il suo superpotere non ha fallito.

“Testa di razzo, era sulla tua scrivania, DEFICIENTE.”
“…Ah. Batterino, puoi ancora ricoprirmi di regali, allarme rientrato, merito di tutto e di più.”

Sì insomma, una serata terribile.
Il commento del Batterino a un certo punto è stato “non pensavo l’avrei mai detto ma preferisco quando mi bagni il cuscino di bava che di lacrime.”

Ora me ne vado a cena con due mie amiche, serata giro pizza quindi conto di prendere almeno nove chili in una mangiata sola. L’orecchino mi sa che lo lascio a casa.
E voi come state, miei prodissimi? Vi è mai capitato di perdere un regalo o qualcosa a cui tenevate tanto? Spero abbiate reagito in modo meno pazzo di me, ma narratemi tutto!
Hasta la pastaaaaaa!

Allego foto dei regalini bellissimi:

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Ciance sparse: scene disturbanti dei film horror, per iniziare l’anno con orrore

Habemus tamponus negativus! Olè!
Ebbene sì, il 31 gennaio ero negativa come Giacomo Leopardi nei confronti della vita, e ora sono due giorni che mi sono stabilita dal mio Batterino per recuperare il tempo perso a rotolarmi sul letto come una trota.
Tra l’altro quando ho visto l’esito del tampone ho pensato “parbleau, ora che sono un elfo libero mi tocca tornare ad avere l’aspetto e l’igiene di una persona normale!”, pensiero abbastanza tremendo visto che erano dieci giorni che in preda al malcontento mi rifiutavo pure di cambiarmi il pigiama.
Non vi dico la situazione pelliccia, ragazzi… Ho passato tre ore a cerettarmi. Avevo i baffi di un tricheco e il vello di un orso, ‘na roba abbastanza abominevole, a un certo punto ho pensato di lanciare una moda e farmi delle decorative treccine di peli.
Poi ho pensato che è già un miracolo che io abbia un fidanzato, forse non è il caso di tirare troppo la corda, quindi ho estirpato tutto.

Oggi non ho intenzione di parlare di proprio di niente di utile, vi avviso -e voi fate partire un coro di “Sara ma secondo te noi ci aspettiamo dei contenuti utili dal tuo blog?!- ma non solo sarà inutile, sarà anche abbastanza cruento e a tratti disgustoso.
Vorrei parlare delle scene dei film horror che più mi hanno scaravoltato il cervello, che più mi hanno turbata, che più mi hanno fatto dire “MIIIIIIIII MA CHIST’E’ PAZZZZZ!”.
No perché non so voi, ma io adoro gli horror -fatti bene- e da questo tipo di film non voglio solo sangue sparpagliato a secchiate, io voglio le idee malsane, voglio vedere rappresentate le peggio cose che una persona normale non si immagina neanche… E quindi vi dico quali scene mi hanno turbata, ecco.

Tutto ciò perché qualche giorno fa, in pieno isolamento, avevo voglia di vedere budella de fora per sfogare il nervosismo represso quindi mi sono guardata “Ravage” su Prime Video.
Il film non è male, non sarà un capolavoro ma regala l’ansia che deve regalare, lei è una specie di Ramba che fa fuori tutti quelli che cercano di ammazzarla, ma a un certo punto c’è una scena che non può non farvi pensare “cosa diamine sto vedendo?”.
Sappiate che qua si spoilera senza paura, quindi se volete guardarvi prima il film e poi tornare qua a leggere chiudete tutto ora.

Ravage
Allora, c’è il cattivone che ha catturato il fidanzato della nostra Dora l’Esploratrice -perché la protagonista è una fotografa naturalista, bla bla bla- e giustamente, essendo un cattivone, lo lega e lo lancia nel recinto dei maiali che lo magnano vivo.
E fin qui tutto okay, è un cattivone, che cazzo deve fare? Lanciarlo nel recinto delle lontre? Non avrebbe senso. Poi diamo una gioia a sti maiali, sempre bistrattati.

QUELLO CHE MI HA SCONVOLTA E’ CIO’ CHE FA A LEI, IO ANCORA DEVO PROCESSARE QUESTA ROBA.
Non so se siete pronti.
Premessa: a quanto pare lo stomaco delle mucche è pieno di succhi gastrici potentissimi che permettono loro di digerire qualunque cosa.
Cosa c’entra questo?
Ci arrivo.
Praticamente il cattivone acchiappa una mucca, le apre un foro nello stomaco, ci infila dentro la nostra Dora l’Esploratrice ovviamente viva, E CE LA CUCE DENTRO COSI’ LO STOMACO DELLA MUCCA LA DIGERIRA’ LENTAMENTE, OMG MA SIETE FUORI DI TESTA MA COSA HO VISTO CHE ANSIA!
Terrificante.
Anche perché poi a fine film non si sa come ma lei si salva e in ospedale la fasciano tutta, a un certo punto la sbendano e… è stata consumata così tanto dagli acidi muccosi che ha il cervello di fuori. Esposto.
Io in estasi da cotanta malattia mentale.

Film Review – Ravage (2019) - CELEBRITY GIG MAGAZINE

Un’altra scena che ricordo all’epoca mi aveva fatta quasi spegnere tutto perché mi dava proprio una sensazione di turbamento allo stomaco era in Saw II, e non una delle varie trappole sanguinolente che quelle alla fine chissenefrega… Parlo di quando una delle protagoniste viene lanciata di peso in una vasca piena di siringhe, e deve spostarle a manate per cercare una chiave conficcandosele nella carne.
Io ero tutta attorcigliata sul divano.
B r i v i d u m e.

Altro giro altra corsa, io innamorata dei film di Ari Aster guardo “Hereditary” e rimango sconvolta dalla scena della mamma posseduta che insegue il figlio nel modo più angosciante del mondo e infine si taglia letteralmente la testa da sola con la corda del pianoforte.
Non credo di dover aggiungere altro, vostro onore.

Chiudo con una delle mie scene preferite in assoluto, niente splatter, niente budella sparpagliate e usate come ghirlande, zero sangue.
The Conjuring, scena a mio parere straordinaria: marmocchia che si sveglia di soprassalto, sveglia la sorella maggiore e comincia ad indicare l’angolo più buio della stanza. “C’è qualcuno lì, come fai a non vederlo, è lì, ci sta fissando, ho paura”.
Regà, con un angolo nero hanno creato la paura. Che vi devo dire, sapevo che lì non c’era niente ma ero agghiacciata, un senso di ansia assurdo. Da quel momento non esistono angoli bui in casa mia, ci sono lampade in ogni anfratto, eccheccazzo.

Bon, direi che con questo post per niente capodannesco posso levare le tende e tendare le leve, ma non prima di avervi chiesto quali scene hanno turbato VOI? Che siano super truculente oppure di pura suggestione narratemi, che adoro tutto ciò e se mi fate scoprire nuovi film fighi vi regalo una manciata di peli del mio cane.
Sono povera, che devo fare, apprezzate lo sforzo.
E come andò il vostro Capodanno? Io ero ancora chiusa in casa mentre il mio Batterino suonava quindi ero in preda all’ansia che qualche Milfona accaldata e leopardata lo brancasse e lo slinguazzasse in piena follia capodannesca.
Non è successo, ora solo io lo slinguazzo.
Fatemi sapere se ogni tanto qualche post di questo tipo può piacervi, che di scene fighe nei film ce ne sono (mica solo horror, possiamo spaziare!).
Hasta la pasta, il cotetichino e le lenticchieeeeee!

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Ciance sparse: tamponi e tapparelle

DIN DON DAAAN DIN DON DAAAAN SUONAN LE CAMPAAAAAN
Piu che le campan qua mi sa che a suonare e sbattere sono un po’ le balle di chiunque, però cerchiamo di essere poetici e natalizi che se no è la fine.

Che poi parlo io, chiusa in una stanza di mezzo metro quadro da dieci giorni con i muratori nell’appartemento accanto alla mia camera che attaccano alle otto e mezza di mattina e finiscono alle sei e mezza di sera di martellare, segare, trapanare…
Come se non bastasse questo tripudio di rumori fastidiosi i miei genitori sono impazziti e hanno deciso di darsi al bricolage.
Dovete capire che a casa mia le cose si affrontano in un certo modo, ovvero ignorando ogni minimo problema finché non diventa così grande che è impossibile continuare a far finta di nulla, e comunque noi lo ignoriamo ancora un po’.

Oggi tocca alle tapparelle.
Credo siano circa tre anni che per andare sul balcone dobbiamo accartocciarci su noi stessi come i mimi che si infilano nelle scatole; dobbiamo diventare piccoli piccoli, strisciare sui gomiti come se fossimo nell’esercito, rotolare nei ventitrè centimetri di spazio che ci sono tra la tapparella e il pavimento e poi una volta fuori sul balcone nessuno ha più voglia di rientrare quindi rimane lì per eoni ed eoni.

Io avevo preso in considerazione l’idea di lanciarmi di sotto, pur di non ripetere quella trafila.

Non so bene cosa sia successo a quelle stracazzo di tapparelle, so solo che un giorno non si alzavano più; da lì è stato come questo Natale col Covid: prima quelle della sala, poi in camera dei miei ed infine quelle dell’altro balconcino con la caldaia.
Una moria di tapparelle, TappaSars18 credo sia la nomenclatura ufficiale.

Ovviamente nessuno in casa ha mosso un dito, nemmeno il mignolo del piede.
“Ah va beh, tanto non ci andiamo sul balcone.”
MA TU NON CI VAI, PADRE CHE HA PRESO RESIDENZA SUL DIVANO DAL 1932! C’è proprio il suo stampo ormai su quel divano, ci credo che non gliene freghi delle tapparelle del balcone… Mah.
Quindi ora li sento cristare senza sosta da circa due ore, non ho idea di cosa stia succedendo la sotto; ogni tanto partono delle urla e sento dei tonfi, forse più che aggiustare qualcosa stanno combattendo a mani nude con un orso.

In più ormai penso che possiate chiamarmi La Maga dei Tamponi fai da te. Sono diventata bravissima, praticamente Maga Magò.

Il Batterino, che ha sempre una parola dolce per me, dice che sono una rana quindi mi ha ribattezzata Rana Ranò.

Comunque regà, davvero, infilo, giro il tampone, sfilo, na roba rapida e indolore. Mi ricorda dei rapporti carnali del passato.
Insomma, miei villani Spelacchiati, domani c’ho er tamponazzo ufficiale che potrebbe segnare la fine della mia reclusione o la fine della mia esistenza, perché se fossi ancora positiva prenderei la prima tanica di benzina e farei come il tizio al TG2 nel 2006 “questa è benzina, io mi do fuoco”.

E voi come state? Come gestite le rotture di cose in casa vostra, fate come noi e ignorate tutto o aggiustate subito come persone intelligenti?
Ma soprattutto… Siete riusciti a salvarvi da questa ondata incredibile di Coviddimmerda o siete anche voi in isolamento come i carcerati?
Narratemi tutto, io sono alla ricerca di Film Brutt da vedere e recensire per sfogare del nervosismo!

Hasta la pastaaaaa