Ma buonasera miei amati spelacchiati, come state in questo sabato sera particolarmente nebbioso nella mia città? Sembra di essere a Gotham City, mi aspetto di vedere il simbolo di Batman apparire in cielo da un momento all’altro.
In più ho fame.
Una fame che è quasi due fami.
Dovete sapere una cosa, nella mia famiglia da generazioni e generazioni si pranza e si cena prestissimo; è una lunga dinastia di persone che, se a mezzogiorno e mezza e alle sette e un quarto non è tutto pronto sul tavolo, sclerano e cominciano a rosicchiare i bordi dei tavoli. Credo ci sia un canino di mio nonno incastonato da qualche parte…
Non so chi abbia deciso questi orari, quale trisavolo piemontese mi abbia regalato questa tradizione, ma è così e a me va benissimo.
Piccolo inghippo: Mr Batterino, non so se lui sia un pioniere o se anche i suoi orari hanno antiche origini, cena tardi. Ma tardi tardi. Mi viene quasi da dire “minchia quanto cena tardi!”.
Perché finisce di lavurà dopo le otto e mezza, quindi io me ne sto affamata come il lupo de “La spada nella roccia”, rantolo in giro per casa, striscio per terra cercando briciole… Prima o poi quando lo vedo lo azzanno.
“Ciao tesoro com’è andata la giornata?”
E via, giugulare mozzicata.
HO FAME.
(A parte che non mi chiama mai “tesoro”, è già tanto se mi appella “microcefala unicellulare”.)
Ammetto di essere un filo provata, perché è stata una settimana abbastanza massacrante a livello fisico: all’università, dove faccio la vigilante, ci sono state le lauree e ho passato più o meno otto ore a correre da una parte all’altra dell’ateneo urlando “NON POTETE LANCIARE I CORIANDOLI IN CORRIDOIOOOOO!” e “SE STAPPI QUELLA BOTTIGLIA QUI TI FACCIO LECCARE IL PAVIMENTO FINCHE’ NON E’ PULITOOOOO!”
Sembravo Gazza di Harry Potter, stesso charme e savoir faire.
No perché capisco la voglia di festeggiare, io penso comprerei pure dei fuochi d’artificio e noleggerei un circo itinerante se riuscissi a laurearmi, però se lo fai in corridoio sei un mentecatto. Anche perché ho visto proprio la morte nel cuore degli addetti alle pulizie a fine giornata, credo avrebbero preferito staccarsi un arto a morsi piuttosto che mettersi a lavare quello schifo.
L’altro giorno poi ero in aula magna a pattugliare la fuoriuscita dei tori di Pamplona a fine proclamazioni; quando la gente -finalmente- se ne ne va io corro caracollando su per le scale -le faccio quattro a quattro ma mi avanza uno scalino,allora scendo e le faccio tre a tre- esco in cortile e… è tutto giallo.
Tutto.
Cosa sarà mai successo, un attacco dei Minion? E’ passato Valentino Rossi a fare l’ultimo saluto?
Quasi.
Avevano lanciato I FUMOGENI come festeggiamento.
Ora qualcuno mi dica perché io la prossima volta non dovrei andare lì e dare una capocciata al festaiolo.
Il resto della mia miserabile esistenza continua, procede in maniera piuttosto bizzarra.
Di recente ho avuto un altro momento di totale e malsana ignoranza catalogabile come “vaffanculo, non li prendo più gli antidepressivi” con seguente crisi mistica che mi ha portata a piangere rannicchiata in un angolo per svariate ore. Tutto molto intelligente da parte mia, lo so.
Ora sono di nuovo sotto controllo, evidentemente ogni tanto mi prende lo schiribizzo e penso di essere normale, che vi devo dire.
Imparate dai miei imbecilli errori di percorso e non prendetevi pause dai medicinali a meno che non ve lo dica il vostro dottore, per l’amor di Dio.
Comuuunque tra una cosa e l’altra ormai sono un’imprenditrice e cambio lavoro. Così. Mi lasciano a casa da una parte et voilà io sbuco da un’altra, tipo un’ortica fastidiosa.
Ebbene sì, farò la receptionist in un salone di parrucchiere, tra l’altro giovanissime e super carine che mi hanno inondata di energia positiva quindi sono mucho contenta.
Il fatto che io non sappia fare un cazzo è un altro paio di maniche.
Come diamine si usa un registratore di cassa? Come emetto lo scontrino? Chi mi da un abaco per calcolare quanto resto devo dare alla gente? Come faccio a incastrare tipo tetris i duemila appuntamenti che riceverò?
Queste e altre incredibili domande avranno risposta settimana prossima quando probabilmente vi scriverò in lacrime “mi hanno licenziataaaaaaa!”.
Detto ciò passo la palla a voi, che sicuramente siete agili e scattanti come gazzelle quindi la coglierete al balzo: come state? Come procede la vostra spelacchiata e spelacchiante vita? Se avete qualcosa di bello raccontatelo, così ci congratuliamo tutti, se invece siete tristini raccontatelo che ci si tira su a vicenda tra spelacchiati. Con me lo fate sempre, e funziona.
Vi voglio bene!
Hasta la pastaaaaaa