Allora, miei cari Spelacchiati, come state? Tenetevi forte perché ho una notizia shock: ho trovato lavoro come Recruiter per un’azienda piuttosto grande di selezione del personale, inizierò a metà marzo! Sì, avete capito bene: io, a scegliere persone. Candidati per lavorare. Decidere chi merita di avere un posto di lavoro e chi no.
Molto figo, neh? Peccato che io non abbia la minima idea di come si faccia. Zero esperienza.
Devo lanciarti addosso un diamante urlandoti “compralo è bellissimooooo”? Posso farcela. Dirti “ehi, ritira l’ancora, sei a bordo!” mai fatto nella mia miserabile esistenza.
Diciamo che la mia esperienza nel campo delle risorse umane è pari a quella di un criceto nel calcolo differenziale, un ramarro che deve risolvere un’equazione di secondo grado, Salvini che deve tenere un discorso serio su un qualsiasi argomento. Ma ehi, tutti dobbiamo iniziare da qualche parte, no? Peccato che io sia lenta ad imparare, goffa come un T-Rex sui pattini e, diciamolo, scema come una biglia. Siamo onesti, suvvia, sono tarda come Internet Explorer. Tu mi dici una cosa? Io la processo dopo sei mesi. E la imparo dopo tre anni.
Possibilissimi scenari che vedo dipanarsi innanzi a me:
Assumo un narco-trafficante internazionale e gli do un posto da farmacista.
Mando al colloquio come cassiere il mio stesso capo perché ho confuso i nomi.
Essere licenziata dopo tre giorni per aver chiesto al candidato “Ma… Sei proprio sicuro di voler lavorare qua? Va che è una merda.”
Invio erroneamente una mail assuntiva con contratto da 100mila euro annui a un candidato che era stato scartato, e quello comincia a chiamarmi tutti i giorni chiedendo “quando inizio??”
Scorro i CV e, senza accorgermene, seleziono il mio stesso profilo. Mi auto invito al colloquio. Vado. Mi faccio delle domande. Non so rispondere. Mi scarto. Ci rimango male.
Entro in crisi e non sapendo dire di no a nessuno assumo centocinquanta persone in un mese. Alla fine l’azienda avrà più dipendenti che clienti.
Il mio capo mi chiede una lista di candidati promettenti. Io, non avendo idea di cosa fare, consegno una lista di persone carine trovate su Tinder.
Insomma regà, se tra qualche mese vedrete aziende in rovina, candidati in lacrime, disperazione e sfacelo un po’ ovunque saprete chi è la responsabile (e ammettetelo, non sarete sorpresi.) Se qualcuno volesse inviarmi dei neuroni, gliene sarei grato.
E voi invece come state, miei cari Spelacchiati? Vi va di narrarmi dei vostri primi giorni di lavoro? Errori che avete commesso, tremendi strafalcioni presi dai vostri colleghi, qualunque cosa! Chi mi racconta le cose più disastrose vince qualcosa, devo ancora capire cosa. Vi prego, aiutatemi, narratemi cose che mi facciano pensare “dai Sara, peggio di così non puoi fare!” (sapendo che invece, ovviamente, lo farò.)
A presto per i nuovi risvolti della mia vita sentimentale e medica. Non so cosa sia più disastroso ormai, ma ehi, ho comprato i biglietti per il concerto di Achille Lauro quindi come vedete le mie priorità nella vita sono ancora ben salde! O in saldo?
Quel momento in cui la domanda aleggia nell’aria, è sulla bocca di tutti, è un sussurro trasportato dal vento: “Che diamine fai a Capodanno?” Niente, non faccio niente, mi dovete lasciare in pace, me ne starò a casa a fare il massaggio cardiaco al mio cane che rischierà la vita almeno sette volte, okay?!
“Mah, guarda, non so ancora, devo vagliare alternative, valutare, scegliere…” MA NON E’ VERO NIENTE, E’ UNA MENZOGNA, IL PIANO E’ STARE A CASA A BERE UN BICCHIERE DI VINO ALLE NOVE E ANDARE A DORMIRE ALLE DIECI, OKAY!? MAGARI A UN CERTO PUNTO DELLA SERATA MI SCHIARIRO’ ADDIRITTURA I BAFFETTI CON LA CREMA, NON SO ANCORAAAA
Anche se un po’ mi scoccia stare a casa perché ogni anno durante i saldi compro un vestito succinto giustificandomi con me stessa dicendo “questo lo metto sicuramente a Capodanno!”. Poi arriva Capodanno, lo provo, e mi esce una tetta da una parte, perdo tutte le paillettes e mi accorgo che mi arriva più o meno all’ombelico dando a tutti una visione piuttosto raccapricciante della mia zona pubica, probabilmente non depilata. Perché chi cazzo c’ha voglia di depilarsi, fa freddo, la pelliccia mi tiene al caldo.
E poi mi è capitato di andare a quelle maledette cene in cui “ognuno porta qualcosa, ihihihih” NOOOO IO NON PORTO UN CAZZOOOOO NON SO CUCINARE, NON CUCINO MAI, SU TRECENTOSESSANTACINQUE GIORNI IO CUCINO SOLO TRE VOLTE, QUANDO MI FACCIO I NUGGETS DELL’ESSELUNGA! NON VI PORTO UN CAZZOOOOO PIUTTOSTO VI DO’ TUTTI I MIEI SOLDI MA PER L’AMOR DI DIO NON COSTRINGETEMI A METTERMI AI FORNELLI CHE MI VIENE PURE L’ANSIA DA PRESTAZIONE E RISCHIO DI DAR FUOCO PURE AL GATTOOOOO!
“Massì, Sara tranquilla, basta una torta salata!”
MA CHE CAZZO E’ UNA TORTA SALATAAAAA STAI ZITTOOOOO! FALLA TU UNA TORTA SALATA, E’ UN OSSIMORO, COSA STRACAZZO DICI
“Un’insalata di pasta?”
MA LO FAI APPOSTA O COSA, TI SPACCO IL MUSO, O E’ UN’INSALATA O E’ UNA PASTA!CHE CAZZO CI METTO, LE FOGLIE DI ICEBERG?! SEI UN RUMINANTE PER CASO? HAI DUE STOMACI COME LE PECORE?!
“…Vuoi portare quattro salatini?”
Dipende. Posso andare a comprarli già pronti?
“… Sarebbe più carino se li facessi tu… basta poco, una sfoglia e del prosciutto, li arrotoli-“
MA NON HAI CAPITO, IO NON ARROTOLO NIENTEEEE COSA STAI DICENDO, TU SEI UN PAZZO, UN FOLLE VISIONARIO!
“E se ti occupassi del beveraggio? Sai, qualche bottiglia di analcolici e qualche birra…” Mmh. Questo forse posso farlo. Devo andare a qualche fonte a prendere l’acqua? Devo ammostare io il luppolo? “No, no, vai e compri le bottiglie.” “Eh, va bene.” MA NON VA BENE UN CAZZOOOO PERCHE’ POI MI RITROVO Lì COME UNA TROTTOLA IMPAZZITA E NON SO COSA COMPRARE! IL THE’, IL THE’, VA BENE QUELLO DELLA COOP O FACCIO LA FIGURA DELLA PEZZENTONA!? DEVO PRENDERE IL SAN BENEDETTO? VOLETE I BRICCHI DI ESTATHE’?! CHE CAZZO DI SPUMANTE PIGLIO, QUELLO DA DUE EURO CHE SARA’ SPUTO E ACQUA O QUELLO DA TRENTOTTO EURO E MI GIOCO LA TREDICESIMA!? E POI, QUALCUNO BEVE IL CHINOTTO? E SOPRATTUTTO, COSA CAZZO E’ IL CHINOTTO?!
Poi si arriva lì alla festa, ci si guarda nelle palle degli occhi per tre ore, c’è chi si appisola sul pavimento, chi sulla poltrona, si cerca di fare qualche gioco da tavolo ma ovviamente nessuno ci capisce un cazzo delle regole -anche perché poi le legge le regole, “si capisce giocando!”- arrivano le undici e mezza, le undici e quarantacinque, le undici e cinquantotto e poi nessuno si rende conto che scatta la mezzanotte quindi brindiamo alle 00.11 perdendo il senso della serata e mi ritrovo il telefono che vibra ininterrottamente perché c’è chi è così pazzo da stare lì attaccato al cellulare a mandarmi gli auguri, ma cosa fai ma perché, ma sei scemo? cosa mi mandi gli auguri a mezzanotte, cioè tu il 31 di dicembre alle 00:00 pensi a me?! ma cosa è andato storto nella tua esistenza!?
E poi basta, non si sa come si fanno le quattro del pomeriggio dopo, la gente si accorge di non essere andata a lavoro, non aver ripreso i figli dai nonni, scatta il panico, fuggi fuggi generale e il padrone di casa si ritrova miserabilmente a dover pulire tutto.
Bello il Capodanno, mi piace tanto.
Vado a cercare su Google come si fa una torta salata, ciao.
Allora. Io non so se qualcuno aspettasse questa cosa oppure no, se qualcuno ci avesse sperato oppure no, ma… ho ricominciato a lavorare in gioielleria. Ebbene sì. Mi hanno richiamata loro, ma placate gli animi, è solo per il mese di dicembre. Questo cosa significa?
SIGNIFICA CHE SONO NERVOSA COME UN GABBIANO CHE HA VISTO CADERE IN ACQUA UN PANINO, IRRITATA COME UN CRICETO CHE HA SCOPERTO LA SUA RUOTA DA CORSA ESSERE ROTTA, ISTERICA COME UN RICCIO CHE HA PERSO UN ACULEO!
Ma io posso essere rientrata in un mondo di “signorina con undici euro di budget che bracciale di diamanti posso comprare?”, “allora io sto cercando un orologio con il quadrante undecagonale, le lancette in amianto e la chiusura a incastro tipo tetris”, “vorrei fare un regalo per il battesimo di mia figlia, qualcosa in oro ma sa vorrei stare entro gli otto euro e ventidue centesimi”, “signorina ma…ma com’è bella lei, è in vendita?”.
Allora. Io lo dico. Prima o poi metto le mani addosso a qualcuno, ma andiamo per gradi.
Ore nove: apertura del negozio. Non fa in tempo ad asciugarsi il Vetril che arrivano signore che si appiccicano alla vetrina con entrambe le mani, si incollano lì con la fronte, guardano dentro come se fosse un telescopio, il naso ormai è come quello di Voldemort per quanto sono spiaccicate sul vetro. Avete presente le mosche sul parabrezza in autostrada? Ecco, è quello che vedono i gioielli dalla loro prospettiva. “Signorina posso vedere quell’anello? “Sì certo, quale?” mi accingo prontamente a prendere le chiavi. “Quello lì accanto a quell’altro! No non quello, QUELLOOOO! QUELLO LAAAAA! PIU’ IN LIIIII!!!”
ALLORA SIGNORA LEI SI DEVE CALMARE PERCHE’ SONO LE NOVE E MANCA TANTO COSI’ CHE IO TIRI GIU LA SERRANDA E ME NE TORNI A CASA, OKAY?!
Poi manco faccio in tempo ad aprire ‘sta cazzo di vetrina che vedi delle trasformazioni incredibili. Mani che spuntano ovunque. Dita che si moltiplicano. Falangini e falangette in ogni dove, anche dal soffitto. Io chiamo a me tutta la forza interiore e la pazienza che guardare video di yoga mi hanno insegnato “Signora, per cortesia infinita, aspetti un attimo che le mostro io– ” MA NIENTE, QUELLA LESTOFANTE RAPIDA COME UN’ANGUILLA NEL CANALE MI HA GIA’ TIRATO FUORI DALLA VETRINA TRE ANELLI, DUE COLLANE, SEI BRACCIALI E PURE UNA PENNA CHE AVEVO DIMENTICATO LI’ DENTRO LA SERA PRIMA NON SO COME. E si incolla pure a loro. Sembra stia facendo una perizia del RIS, guarda ‘sti gioielli, li esamina, li annusa, li lecca, tira fuori una lente di ingrandimento x 50 dai capelli, prende la pietra di diaspro nero e l’acido cloridrico per fare i test di autenticità… Io faccio esercizi di respirazione “Allora… Uno di questi l’ha colpita al cuore? (come vorrei fare io con un arpione?)” “Mmh no, poi hanno dei prezzi… Ma non è che mi fa lo sconto?” “…No, non mi è permesso fare scontistica.” “Ma come niente sconti? Guardi che io ho la tessera.” “Brava, così accumula punti.” “E poi due mesi fa era il mio compleanno.” “Eh, auguri, ha ricevuto qualcosa di bello?” “Ma uno sconto me lo merito dai, vengo qua una volta ogni due anni!” “Io vado al bagno tre volte al giorno, cosa dovrei chiedere? Un premio?” “Senta, dai, lo sappiamo che quell’anello non vale trecento euro.” “Anche secondo me il mio tempo non vale solo sette euro l’ora eppure eccoci qua.” “E’ proprio maleducata, sa?” “So.”
Uomo. Mezza età. Specie: rompipalle. “Ma se pago in contanti? eheh Togliamo l’IVA suvvia, ci accordiamo così, tra noi.” “Ma guardi, lei può accordarsi come uno Stradivari, il prezzo rimane quello.” “E se pagassi in natura?Eheheh” “E se chiamassi la sicurezza?” “E’ proprio irresistibile signorina, mi passi il POS, dai. Per questa volta la lascio vincere perchè con quelle labbra non posso dirle di no.” …Bleh.
“Benissimo sono sessantanove euro, preferisce pagare con carta o contanti?” “Ma signorina, non erano trentanove?” … “No, le ho fatto vedere anche il cartellino, ricorda?” “eheh sì sì stavo cercando di fare il furbetto, signorina.” “AHAHAHAHA LEI SI CHE E’ PROPRIO DIVERTENTE, CHE RIDERE MI DIA I SOLDI PRIMA CHE IO DECIDA DI FARLA A PEZZETTINI E CHIUDERLA IN CASSAFORTE AHAHAHAH”
Poi ragazzi a volte invece sono io ad andare in corticircuito. Giuro. A volte mi si blocca il cervello, error 404. L’altro giorno arriva una coppia. “Buongiorno, stiamo cercando una catenina per ciucci.” Io sconvolta. Basita. Cosa cazzo stanno cercando questi!? “Una catenina per…?” “Per ciucci.” Per ciucci. Ma che cazzo vuol dire. Asini? Cosa?! Che cazzo di catena gli serve? “Ma… Allora, ecco, sì, insomma… Io…” sudo freddo, divento color ametista bruciata “Ehm… Le nostre catenine in argento sono tutte lì, vede? In quella vetrina…” Al che giunge una mia collega scema come un’oca che ride come una iena “SARA, VUOLE UNA CATENINA PER IL CIUCCIOTTO DI SUO FIGLIOOOOO!” Vi giuro che non l’avrei mai capito, non sapevo neanche esistessero, che vi devo dire sono pazza pure io. MA COMUNQUE NON VENDIAMO CATENINE PER CIUCCIOTTI, MA CHE CAZZO VIENI IN GIOIELLERIA A CERCARE ‘STE ROBE?!
E poi boh fanno richieste bizzarre. “Mi scusi avete anelli per il dito mignolo?” “Mi scusi avete anelli per il dito medio del piede?” “Mi scusi avete anelli per l’alluce?” “Mi scusi avete anelli per il ginocchio?” OOOOHHH MA COSA CAZZO VOLETE DA ME, CHE COS’E’ UN ANELLO PER MIGNOLO? MA PERCHE’ VUOI UN ANELLO PER POLLICE? MA CE LA FATE A CAPIRE CHE VI SERVE UN NORMALISSIMO ANELLO MA DI UNA MISURA ADATTA A DOVE CAZZO VOLETE METTERLO!?
Regà l’altro giorno… Stavo facendo il pacchettino, tutta trionfante per la vendita. Prendo la scatolina, la chiudo, compilo la garanzia, la infilo nel sacchettino, faccio il fiocchetto e consegno tutto alla signora che prende, saluta e se ne va. Io soddisfatta mi giro per mettere via la pinzatrice e cosa vedo sul bancone? Gli orecchini da trecento euro. Della signora. Quelli che aveva appena comprato, e che dovevano essere nel suo sacchettino. OMMIODDIOOOOOOOO SIGNORAAAA TORNI QUA ODDIOOOO LE HO DATO LA SCATOLETTA VUOTAAAAAA SONO IMBECILLE MI PERDONI MI HANNO OPERATA AL CERVELLO MI SCUSIIIIIIII AIUTOOOOOO SIGNORAAAAAA TORNI QUAAAAAA E io comincio a correre per tutto il centro commerciale come una trottola impazzita finché con una menzogna incredibile e una manovra degna di nota non riesco a rendere tutto molto meno drammatico di quel che era in verità e le infilo gli orecchini nella scatoletta. Le mie colleghe sono ancora piegate in due dal ridere.
Però a volte succedono anche cose belle, e quelle scaldano un po’ il mio cuoricino impietrito e indurito. Signora molto elegante che passa davanti e incrociamo lo sguardo, dopo un attimo torna indietro ed entra “Signorina sa che ho deciso di entrare solo perché l’ho vista e mi ha sorriso? Mi ha infuso così tanta gioia che non ho potuto evitare di entrare, la ringrazio.” Clienti che portano il caffè per pura gentilezza. “Signorina sono tornata qui solo perché ho visto che c’era lei, l’altro giorno mi sono trovata così bene! E’ un piacere comprare quando la commessa ti trasmette qualcosa di positivo, complimenti.” E poi ragazzi oggi sono quasi morta di commozione perché un ragazzo dopo aver girato in lungo e in largo ha trovato e scelto l’anello di fidanzamento e vederlo così emozionato e commosso mi ha sciolta come un gelato al mare. Meno male che si fanno anche esperienze così carine, a volte!
Insomma questo è quello che riguarda la mia vita lavorativa in questo momento molto bizzarro, sto continuando a cercare lavoro da categoria protetta ma è molto più difficile di quanto pensassi. Domani avrò una visita psichiatrica dalla quale non so cosa aspettarmi, voluta dopo i miei test cognitivi andati nuovamente molto male… Mah! Vedremo. Non sapendo cosa aspettarmi parto già delusa.
E voi come state? Vi state preparando a questo Natale 2024? Siete pronti a mangiare come se non ci fosse un domani? Avete già preparato il menu di cene e cenoni? Ma cosa più importante… Regà, come siete messi a regali!?!? Vi prego ditemi che non sono l’unica che deve ancora finire, non credo di essere mai arrivata al 23 Dicembre a cercare ancora doni da fare!
« Cioè, Dottore, Doc, mi faccia capire meglio… Lei è sicuro di voler conoscermi cosi a fondo? Nessuno ha mai osato spingersi così in là. » « Ci tengo. » « Ma non può pagarmi un caffè, come fanno tutti? » « Sono un tipo pittoresco, che ci posso fare. Preferisco poter dire che nessuno la conoscerà profondamente quanto me, capisce? » « Eh, ci credo… E’ un onore riservato a pochi. Speravo a nessuno. Ma questa colonscopia, devo farla per forza? » « Beh potremmo leggere i fondi di caffè, interpretare le stelle o guardarle il palmo delle mani, ma in genere preferiamo tagliare la testa al toro e scoprire cosa succede nel modo più efficace e rapido possibile. » « Ovvero infilarmi un tubetto nel culetto. » « Precisamente. » « Mmh… Non sono molto convinta. » « Strano, è la prima al mondo a non fare i salti di gioia davanti a questa notizia. Mi sorprende. » « Ah facciamo pure i simpatici ora? Posso oppormi a questa decisione? Invocare un appello? Fare ricorso? » « Può fare tutto quello che vuole, ma se è intenzionata a fare questo esame prima della nascita del suo sesto pronipote io mi metterei al telefono adesso. Le liste sono lunghette. » « Eh immagino, tutti vogliono fare un tour guidato del proprio intestino… Ma mi fate anche delle foto ricordo? » « Solo se c’è qualcosa di interessante. Però prenderemo un souvenir. » « Mah, io non giudico i gusti di nessuno eh, per carità, però non so cosa troverete di così piacevole nel mio colon. » « Lei non si preoccupi, dobbiamo solo fare una biopsia se troviamo qualcosa che non dovrebbe esserci. » « Tipo l’hamburger che ho mangiato nel ’98? Penso di non averlo mai digerito. » « Eh, tipo. Un po’ meno piacevole. » « Senta… Cosa sta cercando di dirmi? » « Niente, Sara, niente. Non si preoccupi. Diciamo che speriamo che si tratti di colon irritabile, va bene? Se fosse altro lo scopriremo e ci penseremo. » « L’ultima volta che un dottore mi ha detto una cosa del genere poi mi è esplosa la testa, devo chiamare gli artificeri? » « No, no, cerchiamo di capire cosa sta succedendo però. Si metta al telefono. » « E intanto cosa faccio? Prendo residenza in bagno? Metto una branda vicino alla doccia? » « Intanto prenda queste seicento cose che le ho prescritto e mi faccia sapere come va. » « Mmh… Lei sa che non si capisce niente di quello che ha scritto su questo foglietto? Si rende conto che un macaco con la tendinite scriverebbe in modo più comprensibile di lei? » « Oh, non dica così, mi lusinga. Non vorrei vantarmi, ma ho studiato per anni come rendere inintelligibile la mia grafia. » « Qui c’è una parola che è ancora leggibile, deve impegnarsi di più… Se vuole le spezzo un paio di falangi, potrebbe aiutarla? » « Mi faccia vedere? Oh, sì, in effetti “biopsia alle anse” si legge ancora ababstanza bene, aspetti che aggiungo un paio di svolazzi qui, due righette lì… Ecco. Lo mandi al suo medico di base. » « Okay… » « Signorina, non si allarmi. Al novantanove percento va tutto bene. » « Le statistiche non sono tanto dalla mia parte, ultimamente. Però va bene così. Ora vado ad attaccarmi al centralino, magari il mio sesto pronipote riuscirà a sapere cos’ho allo stomaco. » « Vada, ci rivediamo quando avrà i risultati. Intanto può mangiare quello che vuole, è inutile la dieta che ha fatto fin’ora… Il problema non è il cibo. »
Angolino di Sara
Ebbene sì, signori e signore, qua non si può stare tranquilli un attimo. Una parte del mio corpo guarisce? Bene, ce n’è un’altra che sclera. Mi sento un po’ presa in giro, penso che qualcuno lassù nell’Alto dei Cieli mi debba qualche spiegazione o quantomeno un rimborso economico. Anche perché 190 euro di gastroenterologo secondo me non me li meritavo. E voi ragazzuoli miei come state? Siete sempre Spelacchiatissimi? Questo freddo improvviso ha fatto gelare i baffi anche a voi o è un problema solo mio? Vi voglio molto bene, grazie per seguirmi sempre! Hasta la Pastaaaaa (poco condita, senza sugo perché è acido, senza patate perché hanno l’amido, senza legumi perché le bucce irritano l’intestino…)
Prima estrazione andata, e non sto parlando del Superenalotto.
Quattro denti andati. Posso dire? Minchiazza.
Allora, io ero partita come se dovessi andare in guerra: elmetto mimetico, tuta antiproiettili, ho preso del grasso della bici e mi sono fatta due segni sugli zigomi. Ho anche acceso un cero. Cioè, l’idea era quella di accendere un cero, però uno deve arrabattarsi con quello che ha quindi ho acceso l’incenso di mia mamma. « Sara ma perché la taverna sa di arbusti resinosi orientali? » Io la guardo fingendo infinito stupore « Ho portato il cane al parco prima, chissà dove si è rotolata… » Lei mi fissa con la tipica faccia di chi si pente di aver messo al mondo una figlia. « E posso sapere, così per curiosità, come mai sei vestita come Tom Cruise in Top Gun prima di una missione? » « Dici? La reference era Rambo… No beh volevo dire, mammina cara, mammifero straordinario, marsupiale sconvolgentemente incredibile, sono un pochino in ansia. »
Lei si passa una mano sulla fronte, chiaramente chiedendosi perché quella fatidica notte lei e mio padre non avessero guardato una puntata di Beautiful « E per cosa, di grazia? » « Eh, indovina? » « NON LO SO, conoscendoti anche mettere lo scotch a un pacco può metterti ansia. » « E infatti mi mette ansia quell’operazione, va che ci vuole molta attenzione, molta manualità… Comunque mammotta alle tre ho il dentista. Sento le gelide dita della morte accarezzarmi il collo… » dico accarezzandomi il giugulo. « Cioè fammi capire, tu sei stata operata al cervello, non si sapeva se e come ti saresti risvegliata, ed eri lì a ridere e scherzare tutto il tempo. Ora ti devono togliere due denti -cosa per cui non sentirai nulla- e hai paura? Ma tu come funzioni? » « Non porre quesiti bizzarri madre, sai che io non funziono. » « Sì, beh, in effetti… » « Ma dopo che mi hanno tolto i denti mi compri un regalo, come quando andavo dal dottore da piccola? » « Il mio regalo è non darti un manrovescio sulle gengive. » « Ecco, stai attenta che tra poco mi rimangono solo quelle. » « Lo sapevo, ora ci aspettano giorni di melodramma… PADRE! Padre? Tieni, sorbiscitela tu, io vado a guardarmi Bake Off. »
Padre sopraggiunge ancora vestito con la sua miserabile tutina da ciclista, tutina che nessuna figlia vorrebbe vedere addosso al proprio genitore « Cosa succede stavolta? Ha avuto un infarto? Le è collassato un polmone? Ha un rene in avaria?» chiede in tono offensivamente tranquillo.
« Mah, era quasi meglio quando ci chiamava per dirci che era lì lì per schiattare ma no, stavolta niente del genere. Deve togliersi i denti. » « Oh, no… » borbotta il Papy. « Eh. » « E’ nel panico? » « Molto. » « Ma si rende conto che ha avuto un’emorragia cerebrale, svariate crisi epilettiche, un intervento al cervello, e in tutto ciò era lì a giocare a carte con gli altri pazienti dunque è inammissibile che abbia paura adesso per quattro denti? » « Gliel’ho detto anche io! » fa Madrid, trionfante del fatto che lei e il Re del Telecomando abbiano ancora qualcosa in comune. « Oh ma la smettete di ricordarmi di come sono quasi muerta più e più volte? Fa un po’ strano. E poi senti, Papaterno, vorrei vedere te… Quando ti si è incarnita un’unghia sembrava stessi morendo, qua stanno per mutilarmi orribilmente. » « Sì, e di chi è la colpa? Tua che dovevi andare dal dentista a farti vedere tre anni fa quando hai cominciato coi farmaci, te l’avevano detto. »
Effettivamente me l’avevano detto, quindi che cosa posso ribattere a Papàlese? Niente.
« Ho capito, Papàrazzo, stai calmo! Lo so benissimo che è tutta colpa mia, che sono una miserabile lombrica, ma che diamine… merito un po’ di compassione, no? » « No. Togliti quella roba dalla faccia e vai a farti estrarre tutto l’estraibile. »
Mi avvio lugubramente al patibolo.
« Papavero, ma secondo te… Il topino dei denti passa anche se mi vengono estirpati? » « No, e ora vattene. » Mi sono avviata dal dentista con la tristezza nel cuore come quando alle superiori avevo una verifica di matematica.
Buonasera Spelacchiatuzzi, come state? Io pubblico sempre a orari improbabili, stavolta tocca all’una e mezza di notte. Dell’estrazione parliamo in un prossimo futuro, per ora posso dirvi che sono sopravvissuta ancora una volta e posso depennare l’estrazione dentale dalle varie sfighe di salute. Mi sento come al supermercato quando devi prendere i bollini, se mi viene un enfisema ho diritto addirittura ad un set di piatti.
Oh regà io sto litigando con Pages perché mi mette delle spaziature completamente A CASO quindi se c’è qualche problema di impaginazione è tutta colpa mia che non ci capisco niente. Voi come state invece? Narratemi un po’, avete mai estratto denti vari? Ma soprattutto, visto che il prossimo step è toglierne altri due e poi passare agli impianti… CHE CAZZO E’ UN IMPIANTO? Quanto fa male in una scala da “insopportabile” a tantissimo? E cosa avete fatto ad Halloween? Io niente, quindi fatemi sognare vi prego, inventatevi feste incredibili.
Si accascia sulla sedia e appoggia la fronte sul tavolo.
“Sara, sono disperata, abbattuta, devastata, mi sento come se mi avesse calpestata Adinolfi! Sto maleeee!” “Per la miseria, Bischerina, che diamine succede, cosa turba la tua tranquillità? E ora anche la mia, parbleau.” “Io e Fetuso ci siamo lasciati.” Io agrotto le sopracciglia, perplessa: “…Di nuovo?” “Sì.” Mi gratto il mento, non troppo impressionata: “Ma sarà tipo la sedicesima volta quest’anno.” “Eh lo so..” “Ma poi io credevo vi foste lasciati definitivamente mesi fa, pensa te… Ma quand’è che ci sei tornata insieme?” Lei si butta sulla sedia e appoggia la fronte al tavolo: “Ma che importanza ha, ci siamo lasciati e sono triste, aiutami! Disintristiscimi!”
Ogni tanto dice parole strane, che ci devo fare.
“Okay, okay, scusa. Posso dire? Era ora. Guarda l’orologio, segna chiaramente le era ora e un quarto. Però cazzo, fai la seria stavolta, non che tra quattro ore mi scrivi oooh abbiamo fatto pace ihihih!” Lei si affievolisce e si lascia cadere sul pavimento “Non credo succederà, stavolta sembra diverso, definitivo… Ma comunque non è colpa mia, sai che non riesco a stare senza di lui, lo amo troppo…”
…
STOP.
FERMI TUTTI.
ALLARME CAZZATA, RIPETO, ALLARME CAZZATA, PREPARATE I CACCIA BOMBARDIERI
CODICE CZZT, RIPETO CODICE CZZT, SCHIAFFI IN USCITA
Io la fisso.
Lei mi fissa.
Per poco non le do un calcio: “Tesoro mio. Cara. Tu lo sai che ti voglio piuttosto bene, sì? Però capisci che se sento di nuovo una cazzata di questa entità o ti schiaffeggio oppure ti blocco per sempre sui social e nella vita vera? Il problema non è che lo ami troppo, anche perché come cazzo si fa ad amare troppo quel coso rimasto fermo allo stadio pre-evolutivo? A volte mi sorprende che sappia usare il fuoco.” “Lui è molto intelligente, a modo suo…” “Sì, e io a modo mio sono bella quanto Angelina Jolie. Solo che il mio modo fa cagare! E’ l’anello mancante tra un macaco e l’homo herectus. Ascolta, non è colpa tua, è che è una scimmia! Se tu lo lanciassi in un recinto di scimpanzè ne uscirebbe capobranco. Beh, no, forse no perché non riuscirebbe a scalare la piramide sociale nemmeno lì, però sopravviverebbe. Si metterebbe a tirare la sua cacca agli altri. Accettalo! Nel senso che devi prendere un’accetta e staccargli i calcagni, capisci?”
“Sei perfida.”
“Può essere, ma lui è intelligente quanto un sasso.”
“Ah beh tu invece sei Newton, no?”
“Che io sia un microcefalo lo abbiamo appurato molti anni fa, qua stiamo parlando di quel troglodita che ti porti appresso. Ma sa leggere? Me lo sono sempre chiesta.”
Mi guarda inspiegabilmente male.
Io sospiro “Senti, che vuoi che ti dica? Non mi piace. Riconosco che abbia del fascino e che sia figo, esteticamente parlando, ma cazzo… Apre la bocca e sembra di avere a che fare con un orango tango! Hai presente Re Luigi di Il Libro della Giungla? Ecco, uguale.”
“Sì, okay, non brilla per il suo acume…”
“Non brilla per niente, mia cara, è molto opaco. Un monolite di fango. La differenza tra me e lui è che io accetto e riconosco i miei notevolissimi limiti, lui invece se ne va in giro tutto tronfio come se avesse capito tutto e sia più furbo del mondo! Il problema è che pensa che la Terra sia piatta e che in giro ci siano i sosia delle persone famose.” “Sì…Beh…Okay, però…” “SENTI IO DEVO SFOGARMI, QUESTO PENSA DI AVER VISTO MICHAEL JACKSON QUANDO ERA AD ALASSIO, OKAY!? E L’ALTRA SERA MI HA PARLATO PER DUE ORE DI COME E PERCHE’ RE CARLO SAREBBE UN VAMPIRO! UN VAMPIRO, CAPISCI!? PENSA CHE OBAMA SIA BIN LADEN, CHE GLI UCCELLI NON SIANO REALI MA CHE SIANO DEI DRONI AMERICANI, E CHE LE STAGIONI NON ESISTANO! COME POSSO COMMENTARE TUTTO QUESTO?!” Lei emette un suono gutturale indefinito e indefinibile. Io cerco di ricompormi e tornare alla mia regale eleganza pari a quella di un rinoceronte sdraiato nel fango “Senti mia cara Bischerina, lo sai che comunque un po’ gli voglio bene, anche se mi fa uscire di testa sentirlo parlare di queste cose. Quindi mi dispiace, se vi mollate. Però penso davvero che tu debba imparare a lasciar andare… Litigate da tre anni e state insieme da due! Sicuramente avete vissuto cose molto belle insieme, ma se continuate così finirete con l’odiarvi. Lascialo andare… Lasciatevi andare a vicenda. E tu potresti prenderti questo periodo per concentrarti su di te, iscriverti in palestra, fare quello strano corso di salto sui tappeti elastici che solo tu potevi trovare, fare nuove amicizie, innalzare la tua autostima… Concentrati su di te, mia miserabile amica!” Lei ride, io mica tanto, poi prende in mano il telefono: “Va bene, ho capito… Mi scarico tinder.” E io la sprangata gliela do davvero.
Eccomi tornata, ragazzi miei! Sempre ammaccata, però vivo e vegeto. Proprio i verbi, cioè io vivo e io vegeto. Potrei essere un po’ nel panico più totale in quanto dopodomani mi devono estrarre sette denti (SETTE CAZZO DI DENTI, CAPITE?! MA COME SI FA, MA PERCHEEE NON HO CAPITO IL GIOCOOO COS’E’ STA COSAAAAA LA MIA DENTATURAAAAAA) e sono vagamente terrorizzata. Mi compaiono in mente scenari agghiaccianti in cui succederanno cose terribili, proverò dolori inenarrabili e scapperò urlando -o meglio, mugolando senza denti- dallo studio. Se qualcuno ha delle rassicuranti storie su estrazioni dentali e impianti vari e volesse condividerle con me vi sarei IMMENSAMENTE grata. Sono diventata un po’ pavida, da quando mi hanno operata. Ma parlando di cose più serie… Regà, ma quando i vostri amici si mettono con dei ramarri voi cosa fate? Glielo dite? Non glielo dite? Aspettate un po’? Perché qua è una tragedia, Bischerina sceglie dei ragazzi che sono uno peggio dell’altro in ottica di una vita insieme. Chi pensa solo ad andare allo stadio e giocare ai videogames, chi conta di vivere con i genitori per sempre perché “almeno risparmio e possiamo andare in vacanza, poi mi lasceranno casa loro!”, chi spende tutto in auto costose -senza potersele permettere-… Ma io dico, una sana via di mezzo? Dove si trova? Come si fa?! Io basita. Non so. E’ lei che pesca in laghetti ammuffiti? Perché secondo me voi Spelacchiati non siete così, per leggere questo blog dovete essere un po’ cretini nell’anima e un po’ più capaci a sopravviere. Vedremo come se la caverà Bischerina, vi aggiornerò! Hasta la pasta, Spelacchiatini, fate i bravi!
*Sollevo in aria il mio cane di trentatrè chili* Ma se io tornassi a scribacchiare i miei sciocchi pensieri su questi lidi, quanti Spelacchiati ci sarebbero ancora a leggermi? E quanti preferirebbero passare le giornate a guardare la vernice asciugarsi?
Per non smentirmi mai vi scrivo:
con il Covid (non sento i sapori, sto impazzendo, percepisco solo le consistenze che schifo ridatemi la gioia del cibooooooo odddddiooooooooo come si faaaaaaaaaaaa NON C’E’ PIU’ UN BRICIOLO DI FELICITA’ IN QUESTO MONDOOOOOO)
isterica perché il Caaf ha fatto un casino e di conseguenza l’INPS ha bocciato il mio assegno mensile di invalidità
con il conto così disperato che l’app della banca si disinstalla da sola ogni due giorni circa
dopo che mi è venuto il ciclo DUE VOLTE in questo mese … Insomma. E’ un periodino simpatico. Potrebbe essere il momento giusto per tornare a chiacchierare con voi… Se vi va!) E voi, Spelacchiatini miei… Come state? 👀💕
“Bene, Sara… Ti sei mai occupata di contabilità?” “Ehm… No.” “Ti sei diplomata in un istituto di ragioneria?” “No…” “… Sai usare le tabelle di calcolo di Excel?” “…Ehm… So scrivere le cose nei rettangolini…” “… Sara… Quanto fa tre più due?” “…Sette?”
“Raccontami di una volta in cui hai sbagliato qualcosa.” “Beh circa ventinove anni fa, quando sono venuta al mondo. E’ stato un grave errore.” “…” “Ehm… Una volta ho ordinato un cappuccino normale invece che col latte di soia, Dio solo sa cosa ha visto il bagno quel giorno… Un errore madornale direi, mai più.” “. . . “ “… Vuole sapere di quando anni fa mi sono distratta ed è scappato il cane?”
“Come gestisci le liti con i colleghi?” “Beh prima di tutto cerco di mantenere la calma ed essere aperta al dialogo in modo da risolvere la questione come persone adulte, mature e responsabili.” “Molto bene.” “Poi se non basta e quello fa l’arrogante prendo la capoccia di quell’imbecille e gliela fracasso sulla scrivania urlando “SEI UNA CAPRA IGNORANTEEEEEE! TI ODIOOOOO! NON TI PERMETTERE MAI PIU’ DI TRATTARMI MALEEEEE” fino a che non sviene, dopodiché gli disegno dei peni sulla fronte con il pennarello indelebile.” “…”
“Quanto vorresti guadagnare?” “Ehm, è una domanda un po’ a trabocchetto questa, vero? Cioè io vorrei guadagnare più o meno quanto Bill Gates, diciamo che non vorrei scendere sotto i trecento milioni l’anno, ecco. Però va bene anche lo stipendio di Elon Musk, sono una che si accontenta.”
“Come lavori sotto pressione?” “Male. Malissimo. Al minimo inconveniente mi viene un attacco di panico e mi trovate raggomitolata sotto a uno scaffale in preda ai singhiozzi. Una volta ho provato a chiudermi dentro la cassaforte fino alla fine della settimana.”
“Dimmi come motivi il resto del team.” “Beh gli dico “sentite teste di cazzo, qua c’è da raggiungere il target altrimenti andiamo tutti a casa e moriamo di stenti quindi vedete di vendere quelle cazzo di cose e se vi sento lamentarvi vi tiro una testata fortissima.”
“Come mai vorresti lavorare proprio con noi?” “Mah guardi per me un posto vale l’altro, spero che voi paghiate un po’ più di Pinuccio che mi darebbe tre euro al giorno per lavorare in pizzeria.” “… Non ti piace la nostra azienda?” “Manco so cosa vendete, e comunque probabilmente non mi piacerebbe lo stesso. Non è una questione personale, io odio lavorare.”
“Allora Sara, dimmi un po’, se tu ti trasformassi all’improvviso in un rettile velenoso, con sei zampe, due ali giganti e tre teste, cosa faresti come prima cosa?” “Beh, decollerei all’istante e andrei in volo fino alle Hawaii, mi farei un po’ di ore al sole come una lucertola, poi tornerei qua e andrei a da fuoco alla macchina del mio ex che mi ha lasciata dicendomi che non ero abbastanza per lui… Ma abbastanza cosa? EH? COSA? ANCORA ME LO CHIEDO DI NOTTE QUANDO MI SENTO SOLA E TRISTE INGLOBATA DALL’OSCURITA’, NON SONO ABBASTANZA COSA!?”
“Benissimo Sara, raccontami qualcosa di te.” “Ehm, beh, ho ventinove anni, ho avuto un’emorragia cerebrale, soffro di epilessia, mi hanno operata al cervello, non so cosa fare della mia vita e principalmente provo due emozioni: disperazione e voglia di piangere. Vado in terapia da sei anni ma evidentemente non sta funzionando visto che contemplo l’idea di lanciarmi da un ponte un giorno sì e l’altro anche, prendo circa duecento pastiglie al giorno per tenere sotto controllo tutti i miei problemi di salute, mi è venuta una contrattura alla spalla destra ma non ho i soldi per il fisioterapista.” “… Le faremo sapere.”
Insomma ragazzi, questa è la mia miserabile esistenza in questo momento. Diciamo che dopo l’intervento alla cucuzza mi ero presa un periodo di pausa e non volevo neanche saperne di cercare lavoro, ero concentrata sul non farmi riaprire la capoccia, però ora temo sia giunto il momento di tornare in pista.
Sono contenta di farlo? No, neanche un po’, ho l’ansia, non mi sento capace a fare nulla, non ho alcuna abilità di nessun tipo e al massimo posso portare i caffè ma uno alla volta perché se no li rovescio e mi ustiono.
Anche perché… Mr Batterino parla di convivenza. Con me. Cioè io e lui. In una casa. Da soli. Insieme.
Credo abbia picchiato un po’ troppo forte quelle bacchette, si dev’essere rincoglionito all’improvviso.
Ma come gli viene in mente di andare a vivere con me? Con me proprio, che sono la persona più strampalata, bislacca, disordinata e incapace di fare alcunché di tutto il mondo? Temo per la sua salute psicologica, qualcosa dev’essere andato storto in lui. Eppure è così, mi parla di convivenza, di starcene da soli in un posticino tutto nostro… E sono contenta, sia chiaro, però mi caco addosso dall’ansia e dal terrore perché non mi sento in grado.
Prima di tutto il mio casino con il tumore avevamo praticamente vissuto insieme per un bel po’ di mesi, ma era stato tutto così facile e naturale in quel momento… Dopo l’intervento non mi sento più in grado di fare nulla, nemmeno vivere con lui, è come se si fosse creato un varco temporale: il “prima” e il “dopo”, e in questo “dopo” sono persa come un pinguino in un’astronave: fuori posto e non senza idea di come io sia arrivata qui!
Dunque mie piccoli spelacchiati, voi come state? Vi va di narrarmi un po’ del vostro lavoro o dei periodi in cui doveva trovare lavoro ed era tutto un marasma di cose? Avete consigli per una povera Spelacchiata come me?
E poi… CONVIVENZA SERIA, OMG COME SI FA RAGAZZI AIUTO DITEMI COSA SUCCEDEEE COME SI FAAAA COME SI GESTISCE UNA CASA, COSA DEVO FAREEEEE VADO A VIVERE DA LUI E POI?! Troppi cambiamenti, ora farò i bagagli e andrò a vivere da sola su un monte isolato dall’umanità e vivrò di bacche, perchè è così che risolvo le cose io che sono una persona seria e matura. Bene ora mi calmo e vado a leggere tutti i vostri commentini allo scorso post, vi voglio sempre molto bene e in questi giorni mi metterò a rispondere a tutti voi perché vi voglio molto bene! Hasta la pastaaaa
Allora Spelacchiati, parlare di questo Film Brutt lo sento come un dovere civile, una missione. La premessa fondamentale è una: in questo film non si capisce un cazzo. Niente. Mai. E non perché sia confusionario eh. Il problema è che i personaggi parlano così piano, così strascicati, CHE NON SI RIESCE A SENTIRE NIENTE, HO DOVUTO METTERE I SOTTOTITOLI COME QUANDO GUARDAVO SQUID GAME IN COREANO CAZZO! MA QUESTO E’ UN FILM ITALIANOOOOO! E poi i dialoghi non hanno assolutamente un senso logico, è un susseguirsi di frasi deficienti che ti colpiscono come una sequela di proiettili e tu rimani lì granolato dai colpi a soccombere senza la forza di fare niente, nemmeno spegnere e lanciare via lo schermo.
Il film inizia con una marmocchietta, Nica, che è in macchina con la sua famiglia; non si sa dove stiano andando ma stanno percorrendo praticamente la Route 66, una strada chilometrica tutta dritta in cui se anche un moscerino arriva dall’altra parte tu lo avvisti con venti minuti di anticipo (tenete a mente questo particolare). Nica sta colorando un cerotto che passa alla madre, la quale le fa ripetere tipo mantra “con la delicatezza si cura ogni cosa.” … Cazzo. A saperlo prima non mi sarei fatta aprire la cucuzza, mi sarei fatta baciare dal chirurgo fico. SIGNORA IO NON LE DICO COME CRESCERE SUA FIGLIA MA PUO’ INSEGNARLE COSE PIU’ UTILI ALLA SOPRAVVIVENZA?
A un tratto sbuca un lupo e si comincia con le frasi cretine “i lupi fanno paura!” “Ma no Nica, è solo che qualcuno ha deciso che nelle favole sono i cattivi.” … Mah, quindi vuoi dirle di andare ad accarezzarlo? Poi se la squarta tu con la delicatezza risolvi tutto, giusto? Cretina.
Comunque, stanno percorrendo ‘sto rettilineo infinito con il lupo che corre accanto all’auto -comportamento molto lupesco, a chi non capita di continuo?- e il padre fa “Dov’è sto cazzo di lupo? Non lo vedo…” MA CHIARAMENTE HA MENO SEI DECIMI DA OGNI OCCHIO, FORSE HA ADDIRITTURA UN OCCHIO DI VETRO E UNO DI LEGNO PERCHE’ NON VEDE NEANCHE IL TIR CHE ARRIVA VERSO DI LORO! IN UNA STRADA DRITTA!!! Ma io dico, una cosa dovevi fare, una sola: guidare. Che poi, comunque, almeno ti scansi no? Sterzi. Muovi il volante un cicinin. E invece no, finisce pancake insieme alla moglie. Io basita già da subito. Nica dunque rimane senza genitori e finisce in orfanotrofio, dove la preside cattivona la accoglie con garbo e gentilezza “Nica, il nome di una farfalla che muore dopo pochi giorni.. strana scelta.” beh anche traumatizzare una bambina già disintegrata dalla vita è una strana scelta, ma faccia un po’ lei. Qui in orfanotrofio a quanto pare è tutto molto illegale: torturano i bambini, li legano ai letti con le cinghie, li picchiano, fanno torture psicologiche di ogni tipo, li costringono ad ascoltare i comizi della Meloni… Neanche Oliver Twist nel 1800, capite?
Qua al Grave (orfanotrofio chiamato dai bambini “la tomba dell’anima”… ma andate a cagare dai) Nica sente una storia assolutamente inutile: la favola del Fabbricante di Lacrime, una storia che non ha senso alcuno e racconta di un posto in cui la gente non riesce a piangere e provare emozioni quindi vanno tutti da questo artigiano bislacco per farsi iniettare negli occhi delle lacrime… Così possono piangere e sfogare emozioni varie. … Eh? Ma qual è il senso di questa storia? Poi i bambini hanno paura che il Fabbricante di Lacrime vada a prenderli se non fanno i bravi, insomma non si capisce un cazzo di ‘sta storia.
Nica cresce, diventa adolescente e all’alba dei suoi diciassette anni una coppia di mentecatti decide di adottarla; già questo è molto credibile, no? Chi non smania dalla voglia di mettersi in casa una ragazza che in un anno diventa maggiorenne e può fare quello che le pare, anche farli a pezzetti e intascarsi l’eredità?
Ma non solo, mentre sono lì a prendere Nica succede qualcosa di straordinario, sconvolgente, inaudito: qualcuno comincia a suonare un pianoforte. Sarà Allevi? Sarà Einaudi? Beethoven risorto? No, è solo Rigel -pronunciato esattamente “Rigel”, che cazzo di nome è- un orfano pazzo/problematico/bad guy che si è messo a suonicchiare e tutti impazziscono al punto che la coppia decide di adottare pure lui insieme a Nica. “E’ a questo che serve il periodo di prova no?” fa Norman, il padre, quando la direttrice cattivona gli fa presente che sono un po’ idioti ad approfittare del 2×1 sui marmocchi “a vedere come va.” Mah, non so come dirglielo signor Norman, ma lei mi sembra un po’ poco serio su questa cosa dell’adozione; nemmeno io quando vado a prendermi dei vestiti faccio così, di solito parto carica a pallettoni e mi sento strafiga in camerino poi torno a casa e urlo di orrore guardandomi allo specchio: paro un insaccato. E corro a cambiare tutto.
Va beh, Rigel e Nica vanno a casa e non si sa perché ma hanno un rapporto strano, non si capisce mai se questi si odiano o vogliono solo limonare duro. Quella roba lì, fanno finta di detestarsi, lui “le fa paura”, le parla sempre a un millimetro dalla faccia, la minaccia, però chiaramente vogliono saltarsi sulle piume e slinguazzarsi. Lui sempre simpatico comincia “se vuoi che le cose funzionino stammi alla larga, non avvicinarti nè ora nè mai, bla bla bla” tutto sussurrato che non si capisce NIENTE. A cena Rigel stringe a caso la coscia di Nica sotto al tavolo -io ti pianto una forchetta nel braccio, lo sai vero?-,vanno in bagno e lei parte tutta melodrammatica: “un giorno capiranno chi sei veramente.” “Perchè, chi sono?” MAH COSI’ A NASO MI SEMBRI UNO STRONZO, NICA DIGLIELOOOO DIGLI CHE E’ UN FARABUTTOOOOO, UN MICROCEFALO, UN MAGIKARP CHE NON DIVENTERA’ MAI UN GYRADOS, DIGLI QUALCOSA CHE LO OFFENDA NELL’ANIMAAAAAA! E lei “Tu sei il fabbricante di lacrime.” … Regà io vi giuro che sono scoppiata a ridere perché non me l’aspettavo una frase così cretina, COSA VUOL DIRE, COSA SIGNIFICA, COSAAAA QUALCUNO MI SPIEGHIIIII COSA FABBRICA QUESTOOOO, COSA CAZZO DITEEEEEEEE!?! MA POI NELLA FAVOLA IL FABBRICANTE DI STOCAZZETTO ERA UNA FIGURA POSITIVA NO!? PERCHE’ ORA SEMBRA UN INSULTO?! MA NON POTETE DIRE “SEI UN RINCOGLIONITO” COME FACCIAMO TUTTI?
Basta andiamo oltre a ‘sta cazzata che ce ne sono molte altre; questi due inetti cominciano ad andare a scuola, Nica fa amicizia con una tizia -Billie-,che vorrei solo prendere a sprangate perché è completamente pazza, parla a machinetta, è una sciroccata insomma, e la sua amichetta Miky, una darkettona stramboide pure lei.
Rigel dopo quattro secondi netti fa a botte, ovviamente; la sera a casa Nica lo raggiunge mentre lui si sta medicando le ferite e per aiutarlo prende un panno umido e fa per metterglielo sul mento sanguinante ma lui sbotta “NON TOCCARMI CON QUESTA CASUALITA’!” AHAHAHAHAHAHAH MA COSA CAZZO SIGNIFICA RAGAZZI VI PREGO ILLUMINATEMI COSA C’E’ DI CASUALEEEEE!? STA CERCANDO DI TAMPONARTI UNA FERITA! Ma quindi se gli passi accanto e lo sfiori inavvertitamente cosa fa questo, ti uccide? Boh. “Perché, altrimenti?” “Altrimenti non mi fermo.” … Senti, Godzilla, vedi di stare calmo e prenderti del Valium o dell’eroina come fanno le persone problematiche come te, okay? Comunque non so, a me sembra che lui parli una lingua sconosciuta agli esseri umani, non capisco cosa dice né il significato di quello che dice. ET l’Extraterrestre era più comprensibile. Parole in libertà. Vorrei provare anche io a fare come lui: cipiglio incazzoso e poi parto con cose a caso “Tastiera dito cane letto cielo!!! TASMANIAAAAA! BANDIERA VALIGIAAAAA!”
E infatti lui prosegue: “Io sono il lupo della storia, sono il fabbricante di lacrime, hai paura di me ti spaventa pure la mia voce…” ma sei normale? E poi le parla a mezzo centimetro dalla faccia, ma io dico una ginocchiata dritta dritta tra le zampe?
Nica intanto fa amicizia con un figo incredibile, Lionel; al loro primo incontro Lionel ha una lumaca sulla spalla -sorvoliamo ‘sta cazzata per favore- e parte il momento National Geo Nica: “lei è una creatura piccola, indifesa, il guscio è la sua casa ma se si scheggia lei muore…” Cioè capite che Rigel sarà psicopatico ma lei è deficiente, ma puoi non fare Piero Angela e parlargli come si fa tra persone adulte e normali? Poi Nica va dalla madre adottiva,Anna, che sta mettendo a posto i fiori “tutti tolgono le spine ma io le lascio sempre, mi ricordano che anche le cose belle possono fare male”
MA ALLORA DITELO CHE E’ UNA CONGIURA, CHE SIETE TUTTI STRANI, MA COSA STRACAZZO DICI PURE TU?!
Comunque mentre Rigel le regala rose nere -boh- Lionel il figo si comporta finalmente come una persona normale e le chiede di uscire, di andare a prendere un gelato. Lei torna, c’è Rigel che ha un attacco di non si sa cosa -mal di testa?-, lei si avvicina e lui salta su urlando “NON TOCCARMIIIIII!” e poi va a pestare Lionel perché ha osato uscire con Nica e trattarla bene.
Ma io non capisco una cosa, un passaggio logico mi sfugge: ma perché questi non si limonano? Perché continuano così, ma cosa vuol dire? Si avvicinano, si quasi baciano, sono tutti trepidanti però non fanno niente. Ma allora siete dei buffoni, vi detesto. Flashback del Vietnam dove Rigel in orfanotrofio letteralmente si accoltella da solo, si infilza una mano a mensa per distogliere l’attenzione della preside cattivona da Nica che si era alzata a prendere il sale senza permesso (…vi odio tutti) perché lui è innamorato di lei da sempre. Bel modo di dimostrarlo, BRAVO. Frasi a caso: “Non esistono favole in cui il lupo prende per mano la bambina” “Forse ci siamo rotti in mille pezzi per incastrarci meglio” “Sei abbastanza coraggiosa da immaginarti una storia senza il lupo?” mah onestamente sì, Rigel. “Non puoi entrare nella tana del lupo e pretendere che non ti mangi” ma se tu al massimo sei Lupo Lucio della Melevisione, cosa minchia diciiiii perché mi devi dare così fastidio!? Vanno alla festa della scuola e c’è l’amichetta Billie che ha scoperto che a lasciarle le rose nell’armadietto da duemila anni è la sua amica dark Miky, quindi è sconvolta e fa “voglio solo bere e perdere la conoscenzaaaa”
… La conoscenza? Tu vuoi perdere LA conoscenza? Ma come cazzo parli pure tu?
(Tra l’altro questa cosa dell’amore saffico non verrà mai più menzionata, non si saprà più niente per dare spazio alle minchiate) A questa festa comunque succede la solita cosa orribile cioè Lionel completamente impazzito cerca di violentare Nica ma arriva Rigel a salvarla. Queste scene mi disgustano sempre molto, c’è poco da dire, prima o poi smetteranno di usare la violenza sessuale come pretesto per far avvicinare dei personaggi spero. “Se tu sei il lupo io non posso immaginare una favola senza di te” “Io sono pieno di spine” ehllamadonna ma sei un lupo o un’istrice? “Non ho mai avuto paura di farmi male.” e finalmente si slinguazzano, fanno l’amore su un banco, si ribaltano come ricci. Tra l’altro avete aspettato seicento anni per poi farlo nel posto più scomodo del mondo, bravi.
Se ne vanno dalla festa e mentre sono su un ponte arriva Lionel che sclera male e qua parte la scena più stupida che io abbia mai visto: Lionel comincia a seguirli in auto ma va tipo a passo d’uomo, non sembra voglia investirli, ma loro cominciano a scappare come dei deficienti, tutti terrorizzati senza alcun motivo, e poi all’improvviso di botto si prendono per mano e si lanciano giù dal ponte, nell’acqua. Così. A caso. … MA COSA CAZZO FATE?! MA PERCHE? MA NON POTEVATE METTERVI SUL CIGLIO DELLA STRADA COME LE PERSONE DOTATE DI UN QUOZIENTE INTELLETTIVO NELLA NORMA? NO LORO NON SAPENDO COSA FARE SI LANCIANO DAL PONTE! MA IO SPERO MORIATEEEEE! Bon, basta cerchiamo di arrivare alla fine di questa cosa che non è un film ma una merda: Nica si risveglia in ospedale, sta bene ma… RIGEL E’ IN COMA AHAHAHAH PERCHE’ NEL LANCIARSI DAL PONTE LUI HA FATTO IN MODO DI FARLE DA SCUDO COL SUO CORPO AHAHAHAHAHAH COSA CAZZO SIGNIFICAAAAA NON HA SENSOOOOO!!! COSA VUOL DIRE CHE LE HA FATTO SCUDO?! MA POI NON E’ VERO NELLA SCENA NON E’ COSI’! MA OOOHH MI PRENDETE PURE PER IL CULO!?
Mentre Rigel è lì tra la vita e la muerte Nica, disperata, sporge denuncia contro la preside cattivona dell’orfanotrofio insieme a tutti gli altri orfanelli maltrattati e vanno al processo; dopo domande incalzanti dall’avvocato tipo “lei è innamorata di Riger Wilde?” (laurea in giurisprudenza trovato nell’uovo di Pasqua, suppongo) vincono la causa, Rigel si sveglia dal coma e zack, salto temporale: anni dopo Nica, Rigel e loro figlia sono tranquilli beati a farsi gli affari loro. Ma io mi chiedo… Se la figlia lo tocca con casualità cosa succede?
… Posso dire “che schifo”, “che disagio”, “non ho capito niente” e “PARLATE A VOCE ALTAAA SCANDITE LE PAROLE PER L’AMOR DI DIO!”? No perché qua abbiamo raggiunto nuovi livelli di disagio, non so che altro dire. Vi prego, se l’avete guardato fatemi sapere cosa ne pensate e se avete avuto i miei stessi momenti di risate isteriche e nervosismo acutissimo! Hasta la pastaaaaa
Buonasera miei cari Spelacchiatini, come state? Io devo essere onesta e mettere un avvertimento per questo post: sarà molto diverso dai soliti. Non fa ridere, si tratta di violenza sugli animali e di ospedale, e racconto un aneddoto che mi ha turbata molto. Se avete voglia di leggere uno sfogo personale mi farebbe piacere leggere le vostre idee!
Allooooora… Non so bene come raccontare questa storia, lo ammetto, perché per qualcuno potrebbe risultare esagerata ma cercate di avere pazienza.
Parto con una premessa: io amo gli animali. Tutti, indistintamente. Casa mia è in periferia, fino a pochi anni fa c’era un bellissimo boschetto proprio di fronte a casa e amavo andarci con il mio cane. Insomma, ho sempre avuto a che fare con animali; una gatta randagia a cui abbiamo dato da mangiare la sera per anni ci ha partorito per ben due volte in garage riempendoci il giardino di gattini meravigliosi a cui abbiamo trovato casa -alcuni la madre se li era portati via con enorme pazienza, altri li aveva lasciati da noi; un’altra volta un riccio aveva partorito in un sacchetto di terriccio! Dei mostriciattoli straordinari, una nidiata di piccolissimi ricci a cui -sotto consiglio di veterinari- abbiamo dato latte con contagocce per settimane e poi una sera sono andati via con la madre. Abbiamo aiutato una caterva di animaletti vari: topini feriti, leprotti (loro sono completamente pazzi, una volta messi in sesto cominciano a saltar fuori appena possono, dei cretini totali), pennuti di ogni tipo -il mio preferito era Piccio, un piccione strampalato che non si sa cosa diamine avesse ma era fuori come un balcone, tutto spennacchiato, che dopo settimane di cure è svolazzato via-. Abbiamo tenuto un riccio infestato di parassiti, curato una cinciallegra con un’ala rotta, abbiamo allattato una mini lepre trovata sull’asfalto.
Una volta mi sono bardata fino al collo perché c’era un serpente in giardino e io che non so veramente un cazzo di serpenti mi ero messa due strati di guanti, stivaloni al ginocchio ed ero pronta a cercare di prenderlo a mani guantate. Alla fine è stato più facile del previsto, è bastata una scopa e uno scatolone per prenderlo e portarlo nel bosco.
Insomma, che vi devo dire, amo gli animaletti.
Però odio gli insetti, mi fanno proprio ribrezzo, ma con loro uso l’ormai affinata tecnica del “TI PIAZZO UN BICCHIERE SOPRA E PASSO UN FOGLIO DI CARTA SOTTO E POI TI PORTO IL PIU’ LONTANO POSSIBILE DA CASA MIA E NON TORNARE MAI PIU’ TI PREGO ADDIO”. Nonostante ciò ho fatto svernare una locusta più di là che di qua, e proprio qualche giorno fa ha deciso di andarsene.
Questa era una premessa necessaria, perché qualche giorno fa è successo un episodio molto spiacevole con degli amici del mio Batterino. Prima che vi facciate idee sbagliate: mi rendo conto che la mia reazione è stata -forse- esagerata, e non voglio che giudichiate troppo male gli amici del Batterino; in generale sono persone normali, mi ci trovo anche molto bene.
L’altro giorno eravamo a pranzo ed è venuto fuori un discorso molto brutto: violenza sugli animali. Hanno raccontato un aneddoto terrificante, un atto compiuto da un loro conoscente. Non entrerò nei dettagli, ma questa persona ha fatto delle cose terrificanti ad un topo, cose di una crudeltà e sadicità che mi hanno lasciata senza fiato. Il problema è sorto perché ne parlavano ridendo -come poi mi ha spiegato la psicologa può essere che usassero la leggerezza per porre distanza dal fatto, come a volte si fa con le notizie del telegiornale- e nonostante io abbia chiesto più volte di cambiare argomento non solo non mi hanno ascoltata ma hanno addirittura telefonato a questo individuo per farsi raccontare in vivavoce le azioni compiute. Io ero gelata, ragazzi. Non sapevo cosa fare. Non volevo sentire, non volevo avere altri dettagli, non volevo ascoltare altro. Mi sono tappata le orecchie per non sentire e sarò sembrata una rincoglionita probabilmente, ma non è servito; hanno continuato a parlarne, a descrivere ogni cosa.
Alla fine mi sono alzata all’improvviso e sono uscita dal locale. Sono andata fuori, da sola, e ho cominciato a piangere e tremare; stavo malissimo. Per qualcuno può sembrare una reazione esagerata, in quel momento stavo così male che mi veniva da vomitare. Non so se fosse esagerata o meno, so solo che sono stata male tutto il giorno; alla fine, tornata a casa, ho capito che il racconto mi aveva smosso anche altre cose.
Era come se si fosse aperto un varco spazio-temporale: all’improvviso non ero più lì ma ero in ospedale.
Ero in ospedale e sentivo le persone urlare di dolore, piangere, gemere, avere paura.
L’idea che qualcuno possa fare del male volontariamente ad un essere vivente per puro divertimento aveva riaperto delle ferite che non sapevo neanche di avere. Ho continuato a stare male per tutto il giorno successivo, con immagini dell’ospedale che mi piombavano addosso all’improvviso, senza motivo; ho sentito persone con cui avevo legato in ospedale perché avevo bisogno di sapere che stavano bene, che erano ancora in piedi. Non penso di averne mai parlato qui sul blog, non ho raccontato molto nemmeno ai miei amici “della vita vera”, ma in ospedale tra i vari ricoveri ho visto e sentito cose che non so descrivere… Cose che evidentemente mi hanno segnata molto più di quanto pensassi.
Da qui sono poi nate due riflessioni, due consapevolezze.
Una è che devo ancora guarire. Forse la cicatrice sulla mia cucuzza si è rimarginata, ma ci sono altre cose che devono guarire e tornare a posto; e ci sono cose che non torneranno più a posto, incrinate per sempre, con cui devo imparare a convivere. E va bene così: ho affrontato delle cose importanti, è normale che mi abbiano lasciato dei segni. Devo però imparare ad affrontarle, a capirle, ad accettarle, per poter trovare pace e superarle.
La seconda riflessione è che evidentemente non so farmi valere, e devo cambiare. Non voglio più essere la persona che esce a piangere da sola. Voglio essere la ragazza che piuttosto fa tacaere un’intera tavolata.
Non dico di dover saltare sul tavolo all’urlo di “siete tutti degli stronziiiiii” però ho capito che i miei sentimenti valgono di più, le mie emozioni hanno un valore, quello che provo merita più rispetto di così. In primis da parte mia, perché se non sono io a battermi chi dovrebbe farlo? Io devo imparare a farmi ascoltare, ad alzare la voce se serve, ad esigere rispetto. Tutti pensano a me come Sara quella simpatica, Sara quella divertente, Sara quella accomodante, che si fa andare bene tutto, che non crea mai problemi… Ma se ci fosse altro? Se invece io ogni tanto mettessi qualcuno a disagio, invece di chiudermi come un armadillo in me stessa e aspettare che le cose passino? Insomma, ho deciso che d’ora in poi mi rispetterò di più, perché valgo qualcosa anche io. E se per stare bene io devo far sentire a disagio qualcuno per cinque minuti allora lo farò, perché non voglio più sentirmi in quel modo. Non voglio più tornare mentalmente in ospedale a piangere da sola per il dolore post-operatorio, o per la paura di quello che sta succedendo.
Questo post è moooolto diverso dal solito, miei cari Spelacchiati, me ne rendo conto; avevo bisogno di esternare queste cose, nella speranza di poter attivare qualcosa anche in voi. Il vostro tempo è prezioso, la vostra sanità mentale va tutelata, i vostri sentimenti vanno rispettati. Spero di non avervi delusi o annoiati con questo sfogo notturno, presto tornerò con altre cazzatine (se dico “Fabbricante di Lacrime” sapete cosa aspettarvi?) e argomenti molto meno pesanti di questo!
Ancora una volta grazie a chi avrà voglia di commentare facendomi sapere la propria opinione su tutti questi temi così importanti, mi piacerebbe sentire le vostre idee su queste cose.