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Ciance sparse: qualcuno mi spieghi cos’è uno skibidipoppi o chiami un esorcista.

Ragazzi, fermi tutti, sono traumatizzata. Inizio in medias res questo post, come le persone serie.
Ho provato a usare Tiktok. O meglio, a imparare ad usarlo.
Mi sono detta “dai Sara, sei ancora vagamente giovane, hai un blog, forse dovresti avere una vita social ogni tanto.
É da tre giorni che sono seduta in un angolo della mia stanza a dondolarmi avanti e indietro tenendomi le ginocchia mentre fisso il vuoto.

Volevo fare un’oculata analisi di mercato, capire i meccanismi che si celano dietro gli algoritmi, avevo addirittura indossato gli occhiali per sembrare più intelligente al mio telefono… Poi ho aperto i tiktok.
Che cazzo significa “skibidipoppi”?! perchè la gente lo urla dopo aver fatto cose strane per poi gridare “forza napoliiiii”?!
Cosa sono le strawberry nails!?!
Perchè vedo gente mettersi dello scotch in faccia tipo maschera di hannibal lecter promettendo che questo scolpirà i loro connotati come se fosse passato Michelangelo buonarroti?

Ma non è solo questo. Io li vedo, nella vita vera. 
Maledetto chiunque abbia inventato i brainrot, che io ancora non capisco cosa siano e perché sono.
Vogliamo spingere i bambini all’uso precoce di droghe? Capisco, però c’erano metodi meno fastidiosi credo.
Frappuccina trottolina? Schiribizzo ballerino? E perché non c’è coglioncello imbecillino?

Ma non è finita qui. Io scorrevo video a caso e c’erano persone che si passavano patate crude sulla faccia dicendo di star facendo skincare, ragazzi che, dopo aver creato un’aspettativa che manco per l’uscita dell’ultimo film del Signore Degli Anelli, aprivano pacchi vuoti, altri che indossano fieramente le scarpe senza calzini, gente che ammiccava alla telecamera mentre in sottofondo c’era una tizia che con accento spagnoleggiante dice “dame un grrrr! Un che? un grrrr”… 

Ma guarda, se vuoi ti dò il numero della neuropsichiatria, piuttosto.

Non so regà, qualcuno mi illumini d’immenso: cosa non riesco a cogliere di tutto questo? Qual è il fascino intrinseco che mi sfugge?
E poi questo nuovo linguaggio. Questi fonemi che usano i ragazzi di oggi
Io mi reputo una persona mediamente scolarizzata ma a volte dò ripetizioni ai marmocchi e loro mi sciorinano parole mai sentite prima.
Cosa diamine significa “rizz”? Cos’è, il suono che fa un’ape sotto acidi?
No cap”? Eh? Ma sei deficiente?  A quanto pare vuol dire “lo giuro”. ma allora dì lo giuro, no!?
E “delulu”? Cos’è, una tribù africana? No, significa “delusional”, cioè che ti stai illudendo tu di qualcosa che non succede davvero. Ma cosa cazzo significa?

Boh io chiedo l’aiuto da casa, ma non del pubblico: di un esorcista. Qualcuno vada da queste genti agitandogli un dizionario della Crusca davanti: cominceranno a dimenarsi e sbavare. 

A un certo punto, imperterrita e testarda come un’iguanodonte del deserto, mi sono detta “dai Sara, prova a usare queste nuove conoscenze.
E allora sono andata da uno dei miei marmocchi e gli ho detto “Yo, bro, questa roba è slay, no cap.” E per non far mancare niente l’ho guardato e ho aggiunto “Grrrrr!”
Mi ha fissata come se fossi un escremento di cane sul marciapiede.
Non contenta ho cercato “gyatt” su Google.
Ho letto.
Ho chiuso il computer.
Mi sono arrotolata in un plaid di lana nonostante i centosette gradi.
Ho pianto.

Alla fine ragazzi sono giunta alla triste verità: sono diventata quello che odiavo.

Sono passata da persona cretina ad adulta, una trasformazione che pensavo non sarebbe mai avvenuta.

Ormai ho trent’anni, il mio ruolo sociale non è stare al passo coi tempi ma mettermi in un bar, nella penombra, con un bianchino costantemente in mano e parlare di come si stava meglio quando si stava su MSN e si mandavano i trilli col suono della chitarra elettrica, o quando pagavi per avere Virgola Il Gattino come suoneria del cellulare. Quando abbreviavi le parole non perché eri decerebrato ma per pagare meno i messaggi che se no sarebbero stati divisi in due. 
Sono entrata in quella fase della vita.
Quella in cui vengo chiamata “signora” dai ragazzini e poi attacco loro i pipponi su quanto siano fortunati ad essere giovini ed avere il mondo in mano. Dico cose come “il mondo è la tua ostrica”. 

Spero che qualcuno di loro prima o poi mi schiaffeggi.
Sono diventata quello che odiavo.
Scusate, persone che ho detestato o compatito: ora vi capisco. Faccio parte del club anche io, noi che i giovini non li capiamo ma un po’ li schifiamo e un po’… li invidiamo.


Dai, vi prego, raccontatemi qual è stato il momento esatto in cui vi siete accorti che non capivate più niente dei giovani.
Anche voi siete stati travolti da uno slang assurdo, avete temuto di essere boomer a 28 anni, o avete detto “yo bro” a un bambino e lui vi ha guardato come se foste un sacco della differenziata?
Raccontatemelo nei commenti. Così piangiamo insieme. Con i fazzoletti di stoffa, da anziani.