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Ciance sparse da una zona non rossa, di più

Buonasera miei cari Spelacchiatini. Niente domanda di rito stasera perché diciamocelo, che domanda della minchia è “come state?” in questo periodo? E con “in questo periodo” intendo l’intero 2020, sia chiaro. L’unica cosa positiva è che quel citrullo di Donaldo Trumpo deve sloggiare dalla casa dal colore molto chiaro. Si prendesse pure la cheerleader italiana saremmo tutti a posto!

Ma parliamo dell’argomento scottante.
Indovinate un po’ di che colore è la mia zona?
Rossa.
Potesse esserlo sarebbe bordeaux mi sa, anche se per essere più accurata dovrebbe essere marrone escremento.

Non so come sia la qualità dell’aria nella vostra zona ma nella mia ci sono proprio particelle di panico e delirio, miste ovviamente a smog e schifo; per stare proprio tranquilla per qualche assurda ragione ancora a me sconosciuta l’altra sera sono finita in un gruppo FB di persone guarite dal Coviddimmerda (nomenclatura ufficiale per me) e mi è venuta un’angoscia tale che ho chiuso di scatto il pc e sono andata a infilare la testa nel barattolo della nutella, da bravo struzzo grasso quale sono.

Avevo detto che non avrei fatto polemica ma qui la situazione mi sta mettendo a dura prova; passo le mie giornate a chiedermi cosa sia potuto succedere di così traumatico nella vita di un essere subumano da renderlo incapace addirittura di capire COME STRACAZZO SI INDOSSA UNA STRACAZZO DI MASCHERINA.
No perché se vedo un altro naso spuntare da una mascherina io prendo un trinciapolli e lo taglio di netto.
Avete presente “il collezionista di occhi”? Ecco, io divento La Collezionista di Nasi. 

Ma quella effettivamente è la cosa minore, considerate che nella mia città il pronto soccorso per tre ore ha dovuto “chiudere”, nel senso che era così pieno da non poter più accettare nuovi arrivi che quindi venivano smistati in paesi vicini.
Perché?
Perché la gente ora ha una paura folle e al primo sintomo di qualunque cosa va in pronto soccorso.
Ora, io sono la prima che se dovesse avere quattro linee di febbre o fare due colpi di tosse si preparerebbe all’estrema unzione e scriverebbe il testamento lasciando tutto al cane, però porca di quell’orca, ragazzi… cerchiamo di rimanere razionali, perché non c’è solo il Coviddimmerda al mondo e se qualcuno ha un incidente o qualunque altra malattia che gli fa rischiare la vita in quel momento non può non poter andare all’ospedale, cazzo.
E sì, non è normale che siano così poco organizzati, e sì, è tutto una merda, e sì, hanno fatto allarmismo per mesi quindi ora al primo starnuto uno pensa di star tirando le cuoia, ma non mettiamoci del nostro per peggiorare le cose. 

Ma parliamo un attimo della piaga superiore, il vero problema di questo periodo, la cosa più grave di tutte.
*Inspira*
Regà io ve lo dico, al prossimo che posta su qualunque social qualcosa sulla RESILIENZA giuro che faccio un casino. MA SE FINO A IERI NON SAPEVI NEANCHE CHE ESISTESSE LA ZETA NELL’ALFABETO PERCHE’ NON CI ERI MAI ARRIVATO, MA COSA CAZZO SCRIVI RESILIENZA OVUNQUE, ANCORA UN PO’ E TE LO TATUI PURE IN FRONTE? MA RESILIENTE COSA? MA COSA TI RENDEREBBE RESILIENTE, TESTA A PERA PIENA DI AMMACCATURE?
IMPARA ANCHE QUESTA PAROLA: SEGATURA, CHE E’ QUELLA CHE TROVERANNO NEL TUO PICCOLISSIMO CERVELLO SOTTOSVILUPPATO QUANDO TI TROVERANNO COL CRANIO APERTO DA UNA MIA MANGANELLATA!
Scusate, mi calmo. Divento resiliente pure io. Resilio.

Poi io sono fortunatissima: il Coviddimmerda per ora non ha intaccato la mia sfera personale direttamente, però ammetto che questo secondo lockdown mi sta già pesando molto. Sarà che finalmente ho una vita sentimentale e non poter vedere quel pazzo esserino che da un paio di mesi orbita nella mia vita mi turba parecchio… che patetismo, qualcuno mi picchi. O mi merli.
(L’avete capita? Il picchio e il merlo sono due uccelli, ah ah ah sono proprio simpa)

Vi lascio un link di Ivan Grieco, uno streamer con una dialettica molto migliore della mia e che in questo video esprime praticamente tutto quello che personalmente mi fa incazzare per questa situazione:

Detto ciò regà, ditemi. Voi come state? Spero davvero che nel male ve la stiate passando decentemente. Raccontatemi, in che zona colorata siete? Come state vivendo questa situazione? Anche voi siete resilienti?
Aggiornatemi un po’, facciamoci compagnia anche in questo momento molto provante.
Hasta la pasta, Spalacchiatini!

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Ciance sparse: David Lynch, insonnia e mascherine

Niente, periodo di insonnia nera come un senegalese abbronzato.
Avverto segni di cedimento strutturale, se in giro vedete una povera pazza con un tic all’occhio che prende a testate un palo della luce ci sono alte probabilità che sia io.
Giuro che le ho provate tutte nel corso della mia miserabile vita di insonne: niente caffè, la sera niente coca cola o bevande contenti caffeina, cibo leggero, cibo pesante, cibo indegno, video ASMR (LI ODIO DA MORIRE COSA MI SUSSURRI NELLE ORECCHIE CHE FASTIDIO CI DEVE ESSERE UN GIRONE INFERNALE PER VOI), musica rilassante, suoni bianchi, suoni colorati, musica rock, silenzio, fai una giravolta, falla un’altra volta… Niente.
Sono sveglia come un Beppe.
Un Beppe Grillo per l’esattezza.
Vedete? Io non vorrei fare battute di questo calibro, sono i neuroni che sono fusi ormai.
Sto considerando l’idea di auto-aggredirmi col cloroformio. Mi aspetto in macchina e poi via di panno imbevuto.

Parlando di cose vagamente più serie, ho fatto la mia prima uscita dall’inizio della quarantena ed è stato… Normale. Come se non fossi stata rinchiusa in casa come un roditore qualunque negli ultimi quarantaepassa giorni.
Vi lascio un paio di foto di me e di quel bislacco del mio BFF in versione banditi pronti ad assaltare una diligenza.

In questa uscita ho visto un tizio che aveva la mascherina.
Dove?
In fronte, tipo bandana.
Mi scusi ma lei è un pirata? Sir Francis Drake, vuole per caso assaltare le navi spagnole? Ricorderemo questo giorno come il giorno in cui abbiamo quasi catturato Capitan Jack Sparrow?
Comunque anche io sono insofferente alla mascherina, eh. Per Dio, detesto metterla. Mi affanna, respiro aria calda come se fossi un Berbero del deserto africano e penso di schiattare da un momento all’altro, stecchita sul marciapiede così, in un attimo.
PERO’ SE SOFFRO IO DOVETE SOFFRIRE TUTTI, INFAMI, E VISTO CHE IN FACCIA NON LE VOLETE PROPRIO TENERE QUESTE MASCHERINE POSSO CONSIGLIARVI CON TUTTA LA FINEZZA IN MIO POSSESSO DI INFILARVELE NEL RETTO?
Così, solo perché mi infastidisce vedere nasi sbucare ovunque. Foreste di nasi che spuntano dalle mascherine, ma allora non te la mettere tanto mica vai a sputacchiare addosso alle genti, no? Solo a me irrita vedere nasi dappertutto?

Riprendo il mio proverbiale autocontrollo, scusate.
In realtà ero partita con i migliori propositi, volevo parlarvi di cinema, però questa cosa delle mascherine mi è rimasta sul groppone e mi sono lasciata trascinare.
Dicevamo, cinema.
Sto recuperando la filmografia di un certo David Lynch, può essere che abbiate sentito parlare di lui.
“Eraserhead-La mente che cancella”
Posso esordire con un “porca troia” o è troppo?
Questo film mi ha letteralmente sconvolta.
Diciamo che io partivo un po’ prevenuta, da brava gradassa (ma a chi voglio darla a bere, sono solo grassa) pensavo tutta fiera “ma cosa mai potrà trasmettermi un film degli anni ’80, sono abituata alle peggio cose ormai” E INVECE SBEREQUECK! Horror allo stato brado, ci sono delle scene che mi hanno agghiacciata, altre che mi hanno disgustata e il film in sé è di un disturbante incredibile.
La trama è semplice: il protagonista, Henry, scopre che la sua ragazza è incinta di un bambino e ad un certo punto lui rimarrà da solo a prendersi cura di questo feto che di umano ha molto poco.
Lineare, no?
Neanche per il cazzo, è una serie di scene disturbanti, di voli pindarici assurdi, macabri, pazzi; la scena a casa dei genitori di Mary dà fin da subito l’idea di come sarà il film perché si viene a creare un’atmosfera malsana che ti si appiccica addosso, inquietante e raccapricciante.
Dico solo che a un certo punto, in una specifica scena, mi è letteralmente venuta la nausea, e non so se mi era mai successo prima d’ora.

Altro film è “The Elephant Man”
Qui siamo su tutt’altro genere, sprofondiamo nel dramma con la biografia di un uomo inglese che visse nel 1800, affetto da grottesche deformità a tutto il corpo.
Il commento futile che faccio è: OMG MA QUELLO E’ UN GIOVANISSIMO ANTONY HOPKINS! perché ero basita. Pensavo che Antony Hopkins fosse nato vecchio, che non fosse mai esistito prima de “Il Silenzio degli Innocenti“. Sconvolta già di prima battuta.
In realtà questo film mi ha commossa parecchio, a un livello profondo. Credo sia impossibile guardarlo senza provare una pena estrema per il protagonista, che viene aiutato e seguito da un dottore -interpretato dal caro Antony- e che si commuove ad ogni minimo segno di cortesia nei suoi confronti. Il finale poi, anche se prevedibile, è perfetto.

The Elephant Man: recensione del film di David Lynch - Cinefilos.it
Cioè ma vi rendete conto?

Insomma in questi film il tema del diverso, del mostruoso, della deformità viene spolpato e io con questi argomenti vado a nozze, potendo avrei dei bambini con questi temi perché diciamocelo, tutti vogliamo essere speciali ma nessuno vuole essere diverso.

Penso che farò un post più approfondito su Lynch una volta finita la filmografia, stasera andrò di “Velluto Blu”. Voi cosa ne pensate? Se avete visto “Eraser Head” dovete assolutamente dirmi se anche voi siete rimasti così turbati e se QUELLE SCENE hanno sconvolto anche i vostri stomaci.
Per il resto come state? Com’è andato il primo weekend di libertà? Io sono rimasta a casa come un armadillo appallottolato, ma voi più socievoli spelacchiatini cos’avete combinato?
Fatemi sapere di tutto e di più, mi raccomando non incoronitevi e usate sempre le precauzioni!
Hasta la pasta!


Voi cos’avete visto di Lynch? Qual è il vostro preferito? Siate onesti e ditemi anche quanto Eraserhead vi ha disturbati in una scala da uno a tantissimo, perché io ancora ci penso e sono passati giorni.
Se poi qualcuno avesse da suggerirmi una cura miracolosa per l’insonnia lo nominerei ufficialmente Spelacchiato del Millennio, perché io qua sto un po’ uscendo di senno.