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Gente che sclera: marmocchi a ripetizioni, genitori edition

Argh, ergh, irgh, orgh e anche urgh.
Si percepisce il mio scompiglio interiore? Sono tutta un acciacco e in più penso di aver raggiunto un record mondiale: sono la donna più rifiutata al mondo.
Dovevo andare al cinema con un ragazzo, ci stavamo mettendo d’accordo per il giorno e…Puf! Scomparso. Dissolto nell’aere. Sparito dalla faccia della terra come Renzi negli ultimi tempi.
Posso dire una cosa? Una sola.
Mavvaaaaaffanculo!
Bastava dire di no al cinema e amici come prima, cos’è questa maturità da duenne

Mah.

Ho capito, devo appendere la vagina al chiodo, io e il genere maschile non siamo compatibili. 

Ma passiamo al punto di questo post, ovvero parlare (male) dei genitori dei marmocchi a cui do ripetizioni, avere a che fare con loro è piacevole quasi quanto darsi una martellata sull’alluce.

La mamma gufo

Lei ci fissa.
Tutto il tempo, come in un film horror.
Io e il marmocchio siamo in camera a fare lezione e lei si siede sul letto, immobile, apparentemente in stato vegetativo.
Stato vegetativo-comatoso che però dura più o meno due minuti, dopodiché comincia “Pargoletto, stai seduto bene.” “Pargoletto, ascolta, hai capito cos’ha detto?” “Pargoletto, se hai domande fagliele” “Pargoletto, fai il bravo.”
“Signora, eccheccazzo, ci lascia lavurà?”
No.
Lei rimane lì, stoica, a dare ordini, chiedere cose, in poche parole a scassare la min-
“Signora, se ha da fare non c’è problema, ce la caviamo benissimo da soli…”
“No, no, così guardo cosa fa.”
Tre secondi dopo è di nuovo lì “Pargoletto, scrivi bene! Stai composto! Fai bene i calcoli!”
SIGNORA LA ACCOLTELLO SE NON SE NE VA, CHIARO?

La Mamma del Genio

Lei è orgogliosissima di suo figlio.
Che lui non sappia fare due più due è un insignificante dettaglio, secondo il suo parere suo figlio è un genio incompreso e siamo tutti dei mentecatti a non capirlo.
Lo ha iscritto a nuoto, karate, pianoforte, teatro, batteria, corso sciamano di rilassamento, preventivamente alla patente, potesse lo manderebbe sulla Luna.
“Eh sì lui sa fare tantissime cose, ha un sacco di passioni.”
Io la guardo.
Guardo il bambino.
Un mocciosino di otto anni che ha come unico scopo nella vita giocare ai videogame, ha a malapena la capacità di camminare e respirare contemporaneamente e la verve di una spugna di mare.
Ovviamente è un piccolo saccente fastidiosissimo perché i suoi genitori l’hanno caricato come non so che roba, quindi lui guarda tutti dall’alto del suo metro e cinque e della sua genialità.
Ma se è così scaltro com’è che è insufficiente in tre materie?
“Eh, sono le maestre il problema…”
Sicuramente signora.
Sicuramente.

I genitori Pablo Escobar

Loro sono come il crimine: non pagano.
Mai.
“Eh te li do tutti insieme a fine mese!”
E a fine mese “La prossima volta!”
E così via finché non entro in modalità “esattore delle tasse” e gli sto addosso come un segugio.
Signora, cazzo, se per non darmi otto euro fugge pure in Messico abbiamo un problema. Che poi vivono nell’oro praticamente, credo abbiano un deposito come Paperon de Paperoni da qualche parte, è solo infinita tirchiaggine la loro.
Maledetti, sganciate i miei spicci che devo comprarmi un vodka tonic se no a vostro figlio insegno tutto sbagliato.

Il genitore incazzoso e incazzato

Storia molto recente.
“Sara, ha preso quattro!! Com’è possibile!!?!”
“Ehm, signora, mi avete chiamata il giorno prima della verifica con sei argomenti da fare, e sua figlia non brilla proprio di guizzo matematico… L’anno scorso eravamo riuscite ad evitare gli esami di riparazione perché ci vedevamo una volta a settimana, dovremmo fare così anche quest’anno per restare al passo col programma.”
Visualizza il messaggio.
Non risponde.
Non mi ha mai più chiamata.
Commento?
Mavvaaaaaffanculo pure te.

Santa pazienza… Che poi in effetti i marmocchietti mi danno anche qualche soddisfazione ogni tanto, tutti sempre promossi con bei voti grazie a moi anche se nessuno si prende la briga di riconoscere il mio merito. “Eh ma lui è bravo, è intelligente”.
Certo, non prende otto perché io rischio la sanità mentale a spiegargli le cose ogni settimana, figurati.

Mi raccomando, se siete genitori, non siate mamme gufo o padri Escobar, che poi ci scappano le botte.
Voi che dite, sono peggio i bambini o i genitori? Io sono indecisa, per non far torti a nessuno li odio indistintamente.

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Gente che sclera: marmocchi a ripetizioni

Oommmm….
Sì, sto cercando di meditare perché sono un po’ isterica. Vagamente idrofoba. Potenzialmente killer.

Dovete sapere che do ripetizioni a una manciata di marmocchi, ma ultimamente mi stanno chiamando fuori dalla grazia.
Io e i bambini non andiamo d’accordo, siamo come i gatti e l’acqua.
Vi farò un breve elenco dei marmocchi con cui ho a che fare per esorcizzare il nervosismo che ho in corpo.

Il Marmocchio saputello
Questo è il fastidio fatto a metro e venti. Puffo Quatrocchi, praticamente.
Sa tutto lui, non gli servono ripetizioni e deve addirittura essere lui a fare la lezione a me.
“Allora, per risolvere un’equazione di primo grado devi-“
Mi interrompe immediatamente “Questo si fa così, cosà, cosù, lo so già!”
Ma cosa straminchia dici, non ha senso quello che stai facendo, taci e lasciami spiegare!

Il Marmocchio Sempre in Piedi.
Lui è agitato. Shackerato, forse. Una molla. Tu lo metti seduto e quello schizza in piedi dopo nove secondi.
Perché?
Non ci è dato sapere. So solo che comincia a trafficare con lo zaino, quasi ci sparisce dentro, poi va alla credenza, in sala, in Cambogia, e alla fine torna come se nulla fosse.
“Dai, Satanino, vediamo che compiti dobbiamo fare oggi…”
E lui si siede.
Abbasso gli occhi per guardare i compiti, li rialzo e lui è in piedi sulla poltrona. Perché? Non si sa.
“Vado un attimo di là a prendere una cosa!”
Non fai in tempo a dire “non ci provare che prendo la sparachiodi e ti inchiodo alla sedia” che lui è già sparito, dissolto nell’etere.
Argh.

La Rompiballe.

Lei sbuffa.
Tutto il tempo.
Quasi incessantemente, non so neanche dove prenda tutta quell’aria, è una vaporiera a due gambe.
Appoggia la penna sul foglio e sbuffa, scrive la data e sbuffa, sbuffa e sbuffa. Oh zia, non è che io mi stia divertendo chissà quanto a farti fare delle cavolo di operazioni, preferirei starmene a casa a guardare Peaky Blinders onestamente, ma la vita fa schifo per tutti.
“Dai Capretta Tibetana, sei per quattro?”
Sguardo carico di sommo disprezzo “Ventidue.”
“Eeee. Errore. Riprova, dai.”
Mi guarda e lo vedi proprio che pensa io sia stupida “Ma si che fa ventidue, guarda. Fallo con la calcolatrice e vedi.”
“Capretta Tibetana, no, non fa ventidue. Rifai il calcolo, please”.
Lei mi guarda, incaponita “Ma si che fa ventidue!” ormai rasenta l’isteria il suo tono e io mi gratto le mani per non lanciare per aria la scrivania.
“Parola di lupetto, non fa ventidue, ora puoi, cortesemente, rifare il conto prima che io prenda e mi lanci direttamente giù dalla finestra?”
Lei sbuffa -ovviamente- prende carta e penna e rifà ‘sto cazzo di calcolo pronta a dimostrarmi che sono io l’ignorante che non sa fare sei per quattro.
Passano i secondi, le ore, le ere geologiche.
Fissa il foglio.
Poi fissa me.
Poi di nuovo il foglio.
“Ventiquattro.”
“Esatto, bravissima” falsa come Giuda le faccio pure i complimenti per averci messo mezz’ora a fare una moltiplicazione “dai, ora facciamo quello dopo. Nove per sette?”
“Settantacinque.”
“Uhm, no. Riproviamo.”
“Ma sì che fa settantacinque!!!”

DUE ORE COSI.
D U E O R E O G N I V O L T A.

Per fortuna mi vogliono abbastanza bene e quando vedono che comincio ad alterarmi diventano degli angioletti. Grazie a me hanno pure la media dell’otto quindi il minimo che possano fare è non farmi lanciare di testa dalla finestra, suppongo.

Potrei aprire una parentesi sui genitori ma il discorso non finirebbe più, sarà per un’altra puntata.


Voi come state, spelacchiatini miei? Avete notato quanto sono simpatica nello scegliere i titoli delle rubriche?
Ma soprattutto: che rapporto avete con i bambini? Li amate, li odiate, li tenete a distanza con un repellente?
Fatemi sapere di tuttoe  di più!
Hasta Luego!