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Ciance sparse: Prenotare le vacanze: il grande incubo. Parte 1

Ragazzi, ho un quesito che sto sottopendo a chiunque incontri: ma il problema sono io o prenotare le vacanze è effettivamente più stressante di fare il 730 in armeno antico, bendati?
Quattro giorni in Sardegna, facile no? NO. Ho già scolato una boccetta di Valium.
Prima di tutto il volo: io so volare? No.
Posso teletrasportarmi? No.
Dunque serve un aereo. 

Ma a che ora partiamo? Presto? Prestissimo? Torno indietro nel tempo e partiamo ieri? 
Mentre io sono lì che mi pongo questi quesiti il Batterino mi guarda, perplesso. Mi guarda come un macaco guarderebbe un cubo di Rubik, o forse solamente come una persona normodotata guarda una pazza isterica.
“Ehm, tesoro, ti stai surriscaldando, ti esce fumo dalle orecchie.”
“Shh. Taci, anello mancante tra l’uomo e la scimmia. Dobbiamo partire subito!”
Lui è atterrito “…Ma, luce dei miei ciechi occhi, andremo tra tre mesi”
“Non importa, sto andando in aeroporto.”
Seleziono una compagnia aerea completamente a caso in base al logo che mi sembra più carino, poi con un singulto mi accorgo che il bagaglio a mano si paga.

Mi immobilizzo come un cerbiattino davanti ai fari di un’auto.

Il Batterino interviene prontamente “Ma che problema c’è, andiamo con due zaini!”

Con un unico, fluido movimento che sorprende anche me stessa per la rapidità gli agguanto il bavero della maglietta e lo trascino a un millimetro dal mio viso paonazzo “Senti, amore mio, io con lo zaino non andavo manco a scuola. Non ci metterò i solari, i costumi, gli asciugamani, la biancheria, i vestiti e il tuo cazzo di set da snorkeling di due chili in nylon, okay!? Lo zaino lo dovrai usare tu per portare me in giro, chiaro? Ora compra quel maledetto bagaglio a mano o giuro che vado in saletta e ti buco tutte le pelli della batteria.”
“…bastava dirlo, mia cara, non era necessario farsi possedere da un demone.”
Ha comprato il bagaglio.
Ho fatto un esorcismo.

Con un rantolo mi ricordo che non possiamo materializzarci direttamente in aeroporto, ma spendere il budget della vacanza nel parcheggio è una di quelle cose che potrebbe farmi partire leggermente incazzata nera; non vorrei salire sull’aereo urlando come una scimmia e lanciando i miei escrementi qua e là, quindi ho dato inizio alle telefonate patetiche:

“Mamma? Madre, donna straordinaria, creatura dalle mille peculiarità e priva di difetti… Potresti accompagnarci a Malpensa alle quattro e mezza di mattina? Ah no? Come no? Dai, mammifero…”

Merdino, mi ricevi? Ehiii grandissimoooo come va? Sì lo so che non ci sentiamo dall’82 ma abbiamo ancora quell’aperitivo in centro in sospeso, vecchia volpe! Eh sì organizziamo eh mi raccomando! Come sta la tartaruga? Senti ma… non è che tra qualche mese mi accompagneresti in aeroporto col mio fidanzato cretino? …Pronto? Merdino?!”

Più o meno risolto il passaggio mi accascio a terra con uno spasmo quando guardo i prezzi di un’auto a noleggio: costa come adottare un panda. Optiamo per una Subaru Baracca di un colore inverecondo, tenuta insieme con sputo e preghiere.
Il Batterino dice che gli ricorda me.
Il Batterino le prende. 

 Ci porterà a destinazione o ci lascerà in mezzo a una strada popolata solo di pecore? Mi toccherà saltare in groppa ad un caprone e cavalcare verso nuovi lidi?
Lo scopriremo solo sclerando.

La ricerca dell’alloggio mi è stata quasi fatale; ore ed ore con centocinquanta schede aperte sul pc, giornate passate a leggere recensioni su camere, hotel, tuguri, anfratti.
Uno diceva “vista mare”, poi ho scoperto che per vedere il mare dovevi arrampicarti sull’antenna parabolica come King Kong e usare il binocolo mentre gli aerei ti sparano addosso.
Beh, i peli li hai.” commenta il Batterino sghignazzando. Lo guardo male ma è troppo impegnato a ridere della sua battuta.

Ho letto recensioni contrastanti: “posto straordinario, camere meravigliose, pazzesco” e subito dopo l’altra diceva “Ho trovato un pipistrello nel bidet”.
Il Batterino annuisce solidale “Beh io trovo sempre un bacarozzo nel letto ogni mattina.
Il Batterino le prende nuovamente.

Infine mi era venuto il panico per il meteo.
Ho guardato tutte le previsioni a lungo termine possibili e immaginabili: meteo.it dice nuvoloso. Google dice sole. Il Meteo mi manda a cagare. Mia zia prevede una tempesta di sabbia, perché lei queste cose “le sente nelle ossa”. Mia nonna dice che ho il malocchio. 
“Sai che c’è un sito per prenotare il sole?” mi fa il Batterino.
“Davvero!?” chiedo saltando su, trepidante, prota a spendere i miei stipendi passati e futuri in quello.
“No.”
Indovinate chi le ha prese?

Beh, ragazzi… Questo post avevo cominciato a scriverlo a giugno.
Parto lunedì. 
Non abbiamo prenotato manco un hotel.
L’auto? Non pervenuta.
Penso dormirò nel bidet con il pipistrello.

*

Quindi se avete qualche consiglio su cose da vedere, fare, o posti in cui mangiare che si trovino nella zona nord della Sardegna ditemi pure! Se dovessimo essere nei dintorni ci andremo!

Grazie ragazziiiii e ora raccontatemi come vivete voi le vacanze: siete quelle persone che organizzano minuziosamente ogni secondo della vacanza e se succede un’imprevisto impazzite? O siete come me che non fate niente e vi lasciate trascinare dalla corrente, pregando vada tutto bene?

Hasta la pastaaaaa

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Ciance sparse: mare e vacanza con Mr Batterista

… Burp.

Per chi non fosse avezzo ai fumetti, burp indica un elegante rutto; io e Mr Batterista ci siamo ingozzati di fritto mistico e pesce alla griglia per ventiquattro ore non stop, madóóó che bbbbbuono!

Allora, miei prodi, come state? Io mi sento abbronzata. Non so se davvero mi sono scurita, ma io mi sento almeno una tonalità pantone in più rispetto a quando sono partita dunque vado in giro a testa alta e ali spalancate, come un piccione particolarmente impettito.

Sono riuscita a perdere un calzino. Non so come, non so quando, ma è successo: in questo momento sono sul treno del ritorno – con Mr Batterista a fianco che si guarda Narcos- e ho un calzino solo. Molto bislacco. Ho anche quasi perso un polmone per acchiappare la coincidenza, ma questa è un’altra (patetica) storia della mia preparazione atletica.

Vacanzina toccata e fuga andata alla grande: nonostante la mia avversione al caldo, alla gente e alla spiaggia la presenza di Mr Batterista è bastata a placare la mia parte peggiore e tirar fuori quella più imbecille, dunque abbiamo passato tutto il tempo a ridere e fare i cretini, cosa che ci riesce piuttosto bene. Ci era anche venuto lo schiribizzo di andare in una spiaggia naturista, ma era troppo lontana e noi troppo vecchi dentro per camminare sotto al sole. Ritenteremo.

Resta il fastidio incredibile per:

  • Bambini in spiaggia, a un certo punto una marmocchia ha letteralmente gettato una secchiellata d’acqua addosso all’ignaro padre che stava giocando al cellulare. Io l’avrei lanciata via, nell’iperspazio.
  • Anziane signore che si mettono in formazione 4-4-3 sul lungo mare impedendo il passaggio a chiunque. Fastidio aggiuntivo perché si rischia sempre di inciampare nelle loro tette cadenti.
  • Ambulanti che pur di venderti un braccialetto, un telo mare o un rene preso al mercato nero farebbero qualunque cosa, per esempio rimanere immobili a fissarti per interi minuti scatenando ondate di disagio in me che avrei dato loro tutti i miei averi per i sensi di colpa.
  • Camerieri inferociti. Ora, io sono la prima ad odiare il prossimo e penso che se lavorassi a contatto col pubblico mi verrebbero un’ulcera dopo l’altra fino a consumare i tessuti del mio stomaco, MA SE TU MI SBATTI DI NUOVO IL PIATTO SUL TAVOLO SBUFFANDO E RISPONDENDOMI PURE MALE IO NON SO COSA FACCIO MA QUALCOSA LO FACCIO!
  • La ghiaia bollente che mi ha fritto i piedi, ora andrò in giro strisciando sulle ginocchia
  • Le stracazzo di campane, MAMMA MIA IO VADO A DISINTEGRARE OGNI CAMPANILE NON PUOI SUONARE A FESTA DI MERCOLEDÌ MATTINA SENXA ALCUNA RAGIONEEEEE! Giuro mi sono svegliata di soprassalto con il Gobbo di Notre Dame che stava tenendo un concerto, ma vaffanculoooo!

Bene, direi che posso smettere di sclerare almeno per un pochino. Oserei dire che se Mr Batterista non mi molla adesso non so cosa potrebbe spingerlo a farlo: mi ha vista in costume, sudata, struccata, esausta, e mi ha pure sentita russare a un certo punto. Come abbia fatto a non piazzarmi un cuscino in faccia e tenerlo premuto per almeno cinque minuti – anche sei, per essere certo che non ci fosse proprio più niente da fare per salvarmi- lo sa solo lui. Forse è un monaco buddista super zen e ancora non lo so.

E voi, miei cari, narratemi qualcosa che qui il viaggio è ancora lungo e l’aria condizionata del treno penso mi sarà fatale! Rallegrate i miei ultimi momenti, tema libero!

Hasta il fritto mistooooo