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Ciance sparse: Cronache di una commessa un po’ fessa

Allora.
Io non so se qualcuno aspettasse questa cosa oppure no, se qualcuno ci avesse sperato oppure no, ma… ho ricominciato a lavorare in gioielleria.
Ebbene sì.
Mi hanno richiamata loro, ma placate gli animi, è solo per il mese di dicembre.
Questo cosa significa?

SIGNIFICA CHE SONO NERVOSA COME UN GABBIANO CHE HA VISTO CADERE IN ACQUA UN PANINO, IRRITATA COME UN CRICETO CHE HA SCOPERTO LA SUA RUOTA DA CORSA ESSERE ROTTA, ISTERICA COME UN RICCIO CHE HA PERSO UN ACULEO!

Ma io posso essere rientrata in un mondo di “signorina con undici euro di budget che bracciale di diamanti posso comprare?”, “allora io sto cercando un orologio con il quadrante undecagonale, le lancette in amianto e la chiusura a incastro tipo tetris”, “vorrei fare un regalo per il battesimo di mia figlia, qualcosa in oro ma sa vorrei stare entro gli otto euro e ventidue centesimi”, “signorina ma…ma com’è bella lei, è in vendita?”.

Allora.
Io lo dico.
Prima o poi metto le mani addosso a qualcuno, ma andiamo per gradi.

Ore nove: apertura del negozio. Non fa in tempo ad asciugarsi il Vetril che arrivano signore che si appiccicano alla vetrina con entrambe le mani, si incollano lì con la fronte, guardano dentro come se fosse un telescopio, il naso ormai è come quello di Voldemort per quanto sono spiaccicate sul vetro. Avete presente le mosche sul parabrezza in autostrada? Ecco, è quello che vedono i gioielli dalla loro prospettiva.
“Signorina posso vedere quell’anello?
“Sì certo, quale?” mi accingo prontamente a prendere le chiavi.
“Quello lì accanto a quell’altro! No non quello, QUELLOOOO! QUELLO LAAAAA! PIU’ IN LIIIII!!!”

ALLORA SIGNORA LEI SI DEVE CALMARE PERCHE’ SONO LE NOVE E MANCA TANTO COSI’ CHE IO TIRI GIU LA SERRANDA E ME NE TORNI A CASA, OKAY?!

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Poi manco faccio in tempo ad aprire ‘sta cazzo di vetrina che vedi delle trasformazioni incredibili. Mani che spuntano ovunque. Dita che si moltiplicano. Falangini e falangette in ogni dove, anche dal soffitto. 
Io chiamo a me tutta la forza interiore e la pazienza che guardare video di yoga mi hanno insegnato “Signora, per cortesia infinita, aspetti un attimo che le mostro io– ” MA NIENTE, QUELLA LESTOFANTE RAPIDA COME UN’ANGUILLA NEL CANALE MI HA GIA’ TIRATO FUORI DALLA VETRINA TRE ANELLI, DUE COLLANE, SEI BRACCIALI E PURE UNA PENNA CHE AVEVO DIMENTICATO LI’ DENTRO LA SERA PRIMA NON SO COME.
E si incolla pure a loro.
Sembra stia facendo una perizia del RIS, guarda ‘sti gioielli, li esamina, li annusa, li lecca, tira fuori una lente di ingrandimento x 50 dai capelli, prende la pietra di diaspro nero e l’acido cloridrico per fare i test di autenticità…
Io faccio esercizi di respirazione “Allora… Uno di questi l’ha colpita al cuore? (come vorrei fare io con un arpione?)”
“Mmh no, poi hanno dei prezzi… Ma non è che mi fa lo sconto?”
“…No, non mi è permesso fare scontistica.”
“Ma come niente sconti? Guardi che io ho la tessera.”
“Brava, così accumula punti.”
“E poi due mesi fa era il mio compleanno.”
“Eh, auguri, ha ricevuto qualcosa di bello?”
“Ma uno sconto me lo merito dai, vengo qua una volta ogni due anni!”
“Io vado al bagno tre volte al giorno, cosa dovrei chiedere? Un premio?”
“Senta, dai, lo sappiamo che quell’anello non vale trecento euro.”
“Anche secondo me il mio tempo non vale solo sette euro l’ora eppure eccoci qua.”
“E’ proprio maleducata, sa?” 
“So.”

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Uomo. Mezza età. Specie: rompipalle.
“Ma se pago in contanti? eheh Togliamo l’IVA suvvia, ci accordiamo così, tra noi.”
“Ma guardi, lei può accordarsi come uno Stradivari, il prezzo rimane quello.”
“E se pagassi in natura?Eheheh”
“E se chiamassi la sicurezza?”
“E’ proprio irresistibile signorina, mi passi il POS, dai. Per questa volta la lascio vincere perchè con quelle labbra non posso dirle di no.”
…Bleh.

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“Benissimo sono sessantanove euro, preferisce pagare con carta o contanti?”
“Ma signorina, non erano trentanove?”

“No, le ho fatto vedere anche il cartellino, ricorda?”
“eheh sì sì stavo cercando di fare il furbetto, signorina.”
“AHAHAHAHA LEI SI CHE E’ PROPRIO DIVERTENTE, CHE RIDERE MI DIA I SOLDI PRIMA CHE IO DECIDA DI FARLA A PEZZETTINI E CHIUDERLA IN CASSAFORTE AHAHAHAH”

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Poi ragazzi a volte invece sono io ad andare in corticircuito. Giuro. A volte mi si blocca il cervello, error 404.
L’altro giorno arriva una coppia.
“Buongiorno, stiamo cercando una catenina per ciucci.”
Io sconvolta.
Basita.
Cosa cazzo stanno cercando questi!?
“Una catenina per…?”
“Per ciucci.”
Per ciucci.
Ma che cazzo vuol dire.
Asini?
Cosa?!
Che cazzo di catena gli serve?
“Ma… Allora, ecco, sì, insomma… Io…” sudo freddo, divento color ametista bruciata “Ehm… Le nostre catenine in argento sono tutte lì, vede? In quella vetrina…”
Al che giunge una mia collega scema come un’oca che ride come una iena “SARA, VUOLE UNA CATENINA PER IL CIUCCIOTTO DI SUO FIGLIOOOOO!”
Vi giuro che non l’avrei mai capito, non sapevo neanche esistessero, che vi devo dire sono pazza pure io.
MA COMUNQUE NON VENDIAMO CATENINE PER CIUCCIOTTI, MA CHE CAZZO VIENI IN GIOIELLERIA A CERCARE ‘STE ROBE?!

E poi boh fanno richieste bizzarre.
“Mi scusi avete anelli per il dito mignolo?”
“Mi scusi avete anelli per il dito medio del piede?”
“Mi scusi avete anelli per l’alluce?”
“Mi scusi avete anelli per il ginocchio?”

OOOOHHH MA COSA CAZZO VOLETE DA ME, CHE COS’E’ UN ANELLO PER MIGNOLO? MA PERCHE’ VUOI UN ANELLO PER POLLICE? MA CE LA FATE A CAPIRE CHE VI SERVE UN NORMALISSIMO ANELLO MA DI UNA MISURA ADATTA A DOVE CAZZO VOLETE METTERLO!?

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Regà l’altro giorno…
Stavo facendo il pacchettino, tutta trionfante per la vendita. Prendo la scatolina, la chiudo, compilo la garanzia, la infilo nel sacchettino, faccio il fiocchetto e consegno tutto alla signora che prende, saluta e se ne va.
Io soddisfatta mi giro per mettere via la pinzatrice e cosa vedo sul bancone?
Gli orecchini da trecento euro.
Della signora.
Quelli che aveva appena comprato, e che dovevano essere nel suo sacchettino.
OMMIODDIOOOOOOOO SIGNORAAAA TORNI QUA ODDIOOOO LE HO DATO LA SCATOLETTA VUOTAAAAAA SONO IMBECILLE MI PERDONI MI HANNO OPERATA AL CERVELLO MI SCUSIIIIIIII AIUTOOOOOO SIGNORAAAAAA TORNI QUAAAAAA
E io comincio a correre per tutto il centro commerciale come una trottola impazzita finché con una menzogna incredibile e una manovra degna di nota non riesco a rendere tutto molto meno drammatico di quel che era in verità e le infilo gli orecchini nella scatoletta.
Le mie colleghe sono ancora piegate in due dal ridere.

Però a volte succedono anche cose belle, e quelle scaldano un po’ il mio cuoricino impietrito e indurito.
Signora molto elegante che passa davanti e incrociamo lo sguardo, dopo un attimo torna indietro ed entra “Signorina sa che ho deciso di entrare solo perché l’ho vista e mi ha sorriso? Mi ha infuso così tanta gioia che non ho potuto evitare di entrare, la ringrazio.”
Clienti che portano il caffè per pura gentilezza.
“Signorina sono tornata qui solo perché ho visto che c’era lei, l’altro giorno mi sono trovata così bene! E’ un piacere comprare quando la commessa ti trasmette qualcosa di positivo, complimenti.”
E poi ragazzi oggi sono quasi morta di commozione perché un ragazzo dopo aver girato in lungo e in largo ha trovato e scelto l’anello di fidanzamento e vederlo così emozionato e commosso mi ha sciolta come un gelato al mare. 
Meno male che si fanno anche esperienze così carine, a volte!

Insomma questo è quello che riguarda la mia vita lavorativa in questo momento molto bizzarro, sto continuando a cercare lavoro da categoria protetta ma è molto più difficile di quanto pensassi. Domani avrò una visita psichiatrica dalla quale non so cosa aspettarmi, voluta dopo i miei test cognitivi andati nuovamente molto male… Mah! Vedremo. Non sapendo cosa aspettarmi parto già delusa. 

E voi come state? Vi state preparando a questo Natale 2024? Siete pronti a mangiare come se non ci fosse un domani? Avete già preparato il menu di cene e cenoni? Ma cosa più importante… Regà, come siete messi a regali!?!? Vi prego ditemi che non sono l’unica che deve ancora finire, non credo di essere mai arrivata al 23 Dicembre a cercare ancora doni da fare!

Raccontatemi un po’ tutto, a presto!

Hasta la pasta 

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Ciance sparse: reminescenze di una commessa perplessa

Buonasera miei piccoli, bislacchi Spelacchiati, come state? Come butta? Yo!
…Sembro giovane e giovanile? No perché qua ormai sono tutta incartapecorita, mi sembra di avere duecentotrentadue anni. Sarà che nella mia fetida città sono tornati ad esserci quattro gradi, piove, c’è umidità e vorrei solo andare in letargo, non so.
Oggi stavo guardando per la seicentesima volta il telefono in attesa del messaggio dall’Inps in cui mi dicono che mi è arrivata la Naspi, e invece niente. Neanche mia madre che mi manda un messaggio così, per salutarmi. Nada. Il vuoto cosmico. Un cellulare di una tristezza agghiacciante.
E mentre aspetto la Naspi ormai da mesi mi è venuto da ripensare a quando io ero una persona normale e lavoravo, ero una cittadina produttiva e utile alla società.

Perché io me le ricordo, quelle clienti.
Quelle che trasudavano ricchezza. 
Un’aurea di riccaggine, la emanavano proprio dai pori della pelle. 
Io emanavo esaurimento nervoso e psicosi invece.
Arrivavano lì e cominciavano a stendere il collo all’insù, ma tantissimo, reclinando anche un po’ la testa all’indietro per far vedere benissimo orecchini e collana. 
Una posa completamente innaturale che ti veniva da chiedere “signora, ma sta bene? Ha una paralisi? Vuole un massaggio?” perché stendevano sto cazzo di collo fino all’inverosimile, su, sempre più su, fin dove osano le acquile.

Chissà se qualche uccello si è mai posato loro sul naso.

Ma cosa dovrà mai vedere da lì?
Beh loro erano le clienti-brontosauro. 

I Colli Lunghi. 

Dall’alto della loro stesura, che ancora un po’ e cadevano all’indietro, si aggiravano imperiosamente per il negozio guardando solo i cartellini dei prezzi. Sotto i duecentomiliardi di euro non andava bene niente.
“Io voglio solo il meglio.”
“Ahh caspita, noi vendiamo solo il peggio del peggio, pensi un po’, dovrà andare altrove. Ci impegnamo proprio per vendere la merda.”

Però sono anche quelle che dopo aver provato le cose più costose, quelle che tiri fuori dalla vetrina una volta all’anno e preghi che un granello di polvere non si posi proprio lì sopra, allora dicevano “non mi piace, ma già che ci sono compro una cosina per mia figlia” e si pigliavano la bassa bigiotteria. Neanche l’acciaio o l’argento, proprio quelle tre robe orride che avevamo in negozio.

Poi c’erano i Raptor.
Signore che non si capisce bene quali tesori dovesse contenere la loro borsetta a mano ma se la stringevano al petto con così tanta forza che sembrava che avessero delle piccole ali ripiegate al posto delle braccia.
Signora, giuro che non le ruberò la crema idratante per le mani.
Poi cominciavano a correre qua e là per il negozio e saltare sui banconi per cercare noi che ci eravamo raggomitolate lì sotto al riparo…

Poi va beh, loro.

Gli infaticabili simpaticoni.
Ma lei è in vendita?” e giù di grasse risate.
Guardi, io sorrido gentilmente perché non è legale staccarle una falange a morsi, ma se potessi… Se solo potessi….
COGLIONE

I mariti sono una categoria a sé.
Non importa se debbano fare un regalo alla fidanzata per l’anniversario o alla moglie per il centocinquantesimo compleanno, loro non sanno niente.
Non sanno chi sia la loro compagna. Penso non ne conoscano nemmeno il nome, a sto punto.
Benissimo mi dica, cosa stiamo cercando come regalo?”
“Eh, non so… Non saprei mica…”
“Beh ma sua moglie di solito indossa oro giallo? Oro bianco? Possono piacerle delle pietre preziose?”
E ti guardano, spauriti, come se tu avessi parlato in un’antica lingua del diavolo.
Non so proprio…
Okay andiamo per gradi, indossa di più le collane, gli anelli o gli orecchini?”

Occhi vuoti, vacui, stanno rivivendo il Vietnam che non hanno manco vissuto.
“… Andiamo sul sicuro e prendiamo una collanina d’oro con un ciondolo che piace a lei? Sicuramente apprezzerà. Oppure possiamo stare su un sempreverde punto luce, magari una parure collana e orecchini.”
Ormai sono persi, non sanno più cosa stai dicendo, cos’è l’oro? Cosa sono le pietre preziose? Cos’è questo negozio, come ci sono finito?

Categoria a sé la fanno gli anziani
“Signorinaaaaahhh!”
“Un secondo e sono da lei!”
“Signorinaaaaaaaaaaaaaahhhh!”
“Arrivo subito, faccio pagare la signor-“
SIGNORINAAAAAAAAAAAAAAHHHHH

Al che molli l’intera cassa al cliente precedente perché ne hai già pieni i maroni e ti dirigi da ‘sto anziano signore che “devo fare un pensierino per mio nipote, avete qualcosa sotto i sei euro e venti?”
E vorresti solo picchiarlo. Solo quello chiedi alla vita. Ma non potendo farlo ti dai all’autolesionismo.
Regà come credete mi sia venuto tutto quel casino al cervello? Così, cercando di uccidermi dopo una conversazione del genere sbattendo la capoccia contro un bancone.

Ma poi “signorina” cosa, cosa cazzo vuoi, COSA C’EEEEEEE? Oppure, peggio ancora, quelli che per chiamarti fischiano. Io non ho mai avuto l’ardore di farlo ma mi sono sempre ripromessa “al prossimo che fischia io canto e vediamo che bel duetto viene fuori.”

Va beh non terrò conto dei genitori con prole al seguito che se ne sbattono altamente le natiche di cercare di dare un’educazione ai marmocchi quindi lasciano che quelli spiaccichino completamente la faccia sui vetri, li lecchino, tocchino ogni vetrina possibile -tanto mica deve pulire lei DOVE HO PULITO TRENTA SECONDI FA– e ficchino pure le mani nelle vetrine appena le apro.

Ma piccoli lestofanti, volete vedere come si rimane monchi? Così, fallo di nuovo, metti quella tua manina qua dentro e prova a prendere un anello mentre servo la signora, PROVACI DI NUOVO. P R O V A C I. 
“Eh sono un po’ vivaci!”
Eh lei è un po’ una testa di cazzo, chissà da chi hanno preso! Ma tranquilla che ci penso io, un solo gesto secco e via un po’ di ossa del metatarso, lasci fare.

Insomma, questi meravigliosi ricordi me li porterò con me nella tomba, penso che non potrei mai dimenticarmi il nervoso che la clientela riusciva a farmi salire; e infatti ho avuto una crisi epilettica a lavoro, chissà come mai. CHISSA’.
E voi invece? Nuovi avvincenti racconti su clienti deficienti o altamente bislacchi ne avete? Narratemi tutto che mi fate schiattare con i vostri commenti, mi ribalto ogni volta; se sono con Mr Batterino mi guarda un po’ stranito e ormai mi chiede “è il blog?” e io annuisco solamente. Tra l’altro Mr Batterino sa dell’esistenza di questo blog ma nient’altro, non ha accesso a questo luogo di perdizione in cui mi sento libera come un fringuello di dire scemenze. Nessuno saprà mai di questo posto meraviglioso, è il mio luogo segreto di benessere.
Bene ragazzi, lascio la palla a voi e come sempre
HASTA LA PASTAAAAAAAA